ACTA APOSTATICAE SEDIS : come, cambiando un po' qua e un po' la, si può cambiare tutto...

venerdì 20 maggio 2011

Novus orror missae


NOVUS ORDO MISSÆ Studio critico di Arnaldo Vidigal Xavier da Silveira... (scaricabile in pagina NOM)

 
Il 10 maggio 1970, in occasione dell'udienza concessa ai sei pastori protestanti che hanno collaborato all'elaborazione delNovus Ordo Missæ, Paolo VI, parlando del loro contributo ai lavori del Consilium liturgico, ebbe a dire: ...Vi siete particolarmente sforzati di dare più spazio alla Parola di Dio contenuta nella Sacra Scrittura; di apportare un più grande valore teologico ai testi liturgici, affinché la “lex orandi” (“la legge della preghiera”) concordi meglio con la “lex credendi” (“la legge della fede”)... (cfr. R. Coomaraswamy, Les problèmes de la nouvelle messe, Editions L'Age d'Homme, Losanna 1995, pag. 36). Non si capisce proprio come dei protestanti che negano la Presenza Reale di Nostro Signore Gesù Cristo nell'Eucarestia, l'essenza sacrificale della Messa, il sacerdozio ministeriale, la mediazione universale di Maria SS.ma e dei Santi, e altre verità di fede possano aver apportato «un più grande valore teologico ai testi liturgici...

“... adesso si ha la sensazione che sia 
la traduzione di un servizio protestante”(J. Guitton - 1998)

Domandiamo: Jean Guitton, considerato il “più grande filosofo cattolico del seculo XX”, amico intimo di Paolo VI, presente nel concilio Vaticano II e l’unico laico che, in tutta la storia della Chiesa, ha avuto il diritto di parlare in un concilio, Guitton, nella sua critica alla “Nuova Messa” di Paolo VI, ha affermato, o no, una verità?    



Considerando la riforma liturgica della Messa, imposta dal Papa Paolo VI a tutta la Chiesa latina negli anni 70, Jean Guitton, modernista e massone, ha fatto, tra altre, le seguente affermazione:

1 – “Prima del concilio la Messa era la Messa. Evidentemente in latino, non ci capiva niente, ma si aveva l’impressione (impressione???) che fosse la Messa. Mentre adesso si ha la sensazione che sia la traduzione di un servizio protestante. Dal mio punto di vista, la riforma della liturgia così come l’ha voluta il concilio (Vaticano II) era buona; certo non voleva che la Messa, l’Eucaristia, fossero sacrificate, né sopratutto ridotte a quello che i protestanti fanno durante la loro cerimonia, che chiamamo la cena. Per esempio, quando si è deciso che il sacerdote non dicesse la messa rivolto all’altare, volgendo le spalle ai fedeli, ma di fronte loro, è stata compiuta una riforma decisiva che ha veramente turbato mlti cristiani. Con ragione (Con ragione???) — perché i fedeli comprendessero — si è voluto celebrare la liturgia nella lingua comune, ma senza volontà di abolire il sacro. Oggi, praticamente, l’Eucaristia non ha più il carattere sacro, serio e divino che aveva in passato. (...)”.
J. Guitton con Francesca Pini, L’infinito in fondo al cuore, Ed. Mondadori, Milano, 1998, p. 103. Il grosseto è nostro).


2  “(...). Spesso mi domando se i sacerdoti che dicono messa credono veramente che nell’ostia ci sia il corpo e il sangue di Cristo.Sopratutto quando — terminata la funzione — li si vede scapare in fretta e furia dalla chiesa, come se con ciò avessero finito la loro giornata. Allora le persone si domandono se i sacerdoti credono veramente. Se i sacerdoti non credessero, infatti, perché mai dovrebbero essere loro a credere?” (Op. cit. p. 104. Il grossetto è nostro).

    
3 – Alla domanda di Francesca Pini se “quindi oggi la messa rischia di assomigliarsi a una liturgia della parola”, Guitton risponde:
“I protestanti non hanno questa idea del sacramento, della transustanziazione: essi ripetono ciò che ha fatto Gesù Cristo, ma in modo simbolico. La loro cena è una liturgia della parola, non è un atto che trasforma (trasforma o transustanzia???) il pane e il vino nel corpo e nel sangue di Cristo nel senso fondamentale del gesto, così come pensano (?) i cattolici. La Chiesa cattolica ha ragione di voler rendere la sua liturgia più accessibile e comprensibile ai protestanti, ma non può tuttavia abbandonare l’essenza del cattolicesimo: che nel pane e nel vino consacrati ci sono il corpo e il sangue di Cristo nel senso sostanziale, veritiero e profondo!”   
(ivi. p.104. Il grassetto è nostro).
Come semplici cattolici laici, speriamo in una seria risposta, chiara e obbiettiva, particolarmente da parte dei teologi, a questa importante e attuale questione.

Celebrazione Eucaristica della setta eretica Neocatecumenale presieduta dallo sconcertante Cardinale Rylko, tale celebrazione assolutamente non Cattolica è potuta nascere, nella mente dell'impenitente ed eretico fondatore di tale setta,  "Kiko Arguello", grazie alla nascita del "Novus Ordo Missae".




NOTA BIBLIOGRAFICA

Arnaldo Vidigal Xavier da Silveira è nato a San Paolo (Brasile) nel 1929. Dopo gli studi secondari al Collegio San Luigi, retto dai Padri Gesuiti, è entrato alla Facoltà di Diritto dell’Università Cattolica Pontificia di San Paolo, uscendone nel 1956 laureato in Scienze Giuridiche e Sociali. In seguito, ha studiato filosofia al Grande Seminario Centrale dell’Immacolata Concezione, creato per gli stati del sud del Brasile. Dal 1956 al 1963, ha insegnato Morale e Sociologia alla Facoltà di Filosofia, di Scienze e di Lettere di San Benedetto ed alla Facoltà di Scienze Economiche "Cuore di Gesù", entrambe dell’Università Cattolica Pontificia di San Paolo. In passato è stato uno dei principali collaboratori del mensile di cultura "Catolicismo", pubblicato sotto l’egida di S. E. Mons. Antonio de Castro Mayer, già Vescovo della diocesi di Campos (Brasile). Tra i lavori che ha pubblicato su questo giornale, si può segnalare tutta una serie di articoli inerenti il Magistero della Chiesa e l’Infallibilità. Questi articoli furono poi pubblicati dalla stampa specializzata e non-specializzata, e sono stati riprodotti da alcune riviste di cultura cattolica dell’Argentina, del Cile, dell’Uruguay, della Columbia, del Venezuela, degli Stai Uniti, del Portogallo e della Spagna. Quattro di essi sono stati tradotti e pubblicati sulla rivista mensile italiana "Cristianità": 
- Qual è l'autorità dottrinale dei documenti pontifici e conciliari? (anno 3°, n° 9, 1975, pag. 3) 
- Vi può essere errore nei documenti del Magistero? (anno 3°, n° 10, 1975, pag. 11) 
- Resistenza pubblica a decisioni dell'Autorità ecclesiastica (anno 3°, n° 13, 1975, pag. 6) 
- Non soltanto l'eresia può essere condannata dall'Autorità ecclesiastica (anno 6°, n° 40-41, 1978, pag. 5) 

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