ACTA APOSTATICAE SEDIS : come, cambiando un po' qua e un po' la, si può cambiare tutto...

mercoledì 3 agosto 2011

Diocesi all'avanguardia

La chiesa va agli ortodossi, ma il prete non lo sa

Senza parole.......

d
i Andrea Zambrano da La Bussola
01-08-2011
E’ entrato nella chiesa dove celebra messa da 40 anni e ha trovato un pope ortodosso che smantellava le statue dei santi. Alla richiesta di spiegazioni, il religioso rumeno non ha fatto altro che allargare le braccia e invitarlo a rivolgersi in curia. Succede a Reggio Emilia nella chiesa del Cristo, piccolo santuario dove da 40 anni tutte le mattine il rettore don Luigi Veratti celebra la messa delle 9.30 di fronte ad un nutrito gruppo, circa 50, di fedeli. Il tempio, il 7 luglio scorso, è passato agli ortodossi secondo il principio raccomandato dalla Cei di concedere in uso alle altre confessioni cristiane, edifici religiosi. Ma qualcuno in curia, evidentemente, si è dimenticato di parlarne con il rettore del santuario, e soprattutto di spiegare ai popolo di Dio le ragioni del cambio e le alternative disponibili. La numerosa comunità rumena a Reggio era già ospitata in quella chiesa per la Divina Liturgia della domenica. “I nostri santi e i loro santi insieme, mai un problema di convivenza”, ha raccontato il sacerdote. Ma la convivenza è stata rotta da una decisione che assume i contorni di una fredda pratica burocratica da sbrigare. “Il fatto è che ho dovuto chiedere il permesso al pope di poter celebrare l’ultima messa e avvertire così i fedeli che la celebrazione era stata soppressa”, ha raccontato al Giornale di Reggio il sacerdote, visibilmente commosso per il trattamento ricevuto dai suoi superiori. Per diversi giorni don Veratti, che è stato fino a pochi anni fa cappellano del carcere di Reggio, si è trovato così nella spiacevole situazione di non sapere dove andare a celebrare la messa quotidiana. “Tornerò in galera”, ha detto tra il serio e il faceto. Ora probabilmente troverà “ospitalità” in un’altra chiesa. Peggio invece è andata ai fedeli, molti dei quali pensionati o frequentatori di passaggio (il tempio è nelle vicinanze della fermata dell’autobus e molto comodo per chi arriva a Reggio da fuori per commissioni), che si sono visti cancellare la messa, ma non hanno avuto dalla curia nessuna comunicazione a riguardo. “Considerata la facilità per i reggiani di accedere alla Messa in altre chiese...”.
Così recitava lo scarno comunicato della diocesi, emesso però a giochi già fatti, quando il sacerdote e i fedeli erano già stati sfrattati. Ora per il nutrito gruppo interparrocchiale non resta da fare altro che scrivere al vescovo titolare della diocesi di Reggio e Guastalla, Adriano Caprioli, per chiedere la ratio di un provvedimento che sembra assurdo e spiegazioni in merito ad una mancanza di rispetto, che ha portato, senza che ne venissero a conoscenza, alla soppressione con una facilità disarmante di una messa radicata nel sentito religioso di molti. Tanto più se si considera che nella città del Tricolore sono già diverse le chiese chiuse al culto, ma perfettamente agibili e spesso utilizzate per concerti o mostre, e che si potevano concedere senza problemi ai fedeli ortodossi. In fatto di spiegazioni poi, notevole è stato l’imbarazzo del responsabile diocesano per l’ecumenismo, monsignor Giancarlo Gozzi, che alle richieste di chiarimenti sulla natura e le ragioni della soluzione, ha replicato ad un giornale locale con un più che esaustivo: “Non so”. Il risultato è che l’enfasi ecumenica ha prodotto, secondo la solita eterogenesi dei fini, l’effetto spiacevole di aprire le porte di casa alle altre confessioni, e di chiuderle ai cattolici. Alla faccia dell’unità dei cristiani.



“Chi mangia il Corpo del Signore indegnamente, mangia la propria condanna” (cfr. 1 Cor 11, 29).

Terrificante “s-messa” conciliare

 https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjKIFzFm4OTJS9PxywvINDIEN3EKTwlki__9POX1TM5z-1PRj67Hyib1oraFOZtOb4bhCUiT1rQ_n4oV5jj7wVjqGnX9Z1_WwZlZDUVDJ1L4cFE3_i3cule7rTp-tKgMJc-0fib4JZWFBAS/s1600/MessaClown.jpg
 Esempio di messa sacrilega fatta da sacerdoti invasi della dottrina modernista del Concilio Vaticano II...
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Queste sono le affermazioni di Benedetto XVI fatte oggi 1 Agosto 2011 ai cittadini di Traunstein:
...Affinché possa restare così e continuare ad essere sempre bella e le persone possano continuare a dire di sì alla vita, al futuro, è importante che non perdiamo lo splendore della fede, che rimaniamo credenti, cristiani, cattolici laddove - ha sottolineato il Papa - cattolico significa anche sempre essere 'aperti al mondo', amare il mondo e credere insieme; significa essere tolleranti ed aperti gli uni agli altri alla cordiale fraternità nei riguardi di coloro che sanno di appartenere all'unico Padre e che sanno di essere amati dall'unico Signore".


Ci verrebbe spontaneo chiedere al Papa se questa tolleranza e apertura al mondo sia confacente con la Parola di Dio e la tradizione pre conciliare che dice esattamente il contrario, come ci piacerebbe chiedergli perche questi sacerdoti indegni siano ancora al loro posto, tempo fa il Papa ha detto che lui va a dormire tranquillissimo perche' sa' di fare tutta intiera la volonta' di Dio, io fossi in Lui tremerei di spavento per cio' che sta' accadendo nella chiesa dal Concilio in poi proprio a causa di questa apertura al mondo con le sue diavolerie avvenute dai gerarchi modernisti della nuova Chiesa conciliare...
 Dato che spesso dal Vaticano leggono questo Blog si spera che il Papa sia informato di questi autentici delitti nei confronti di Dio, quindi per questi signorotti pubblichiamo un ennesimo esempio di sacrilegio Eucaristico...
l’Eucaristia è il dono più grande che Dio ha dato agli uomini, si può con certezza affermare che i peccati contro l’Eucaristia sono i peccati più gravi che l’uomo possa compiere.

Apprendiamo dal sito degli amici di Radio Cristiandad di una cerimonia sconcertante, di cui il sito fornisce ampia documentazione fotografica di una “s-messa” celebrata alla vigilia di Pentecoste. Guardare per credere…
Il link all’articolo, in spagnolo è il seguente:
Un amigo anónimo nos envió este material:
Navegando en Facebook ocurrió ver en que andaba un amigo seminarista salesiano (Javo Lombardo, el de azul y rojo dando la comunion en una foto) y encontre estas fotos, lo gracioso es que recorriendo el perfil en facebook del cura que está celebrando esa misa, y es terrible, dan ganas de quemarlo en una hoguera en la plaza pública. se vé que los salesianos del interior les dan el ultimo adoctrinamiento marxista en villas de baires. Guarda le foto:


 
Las fotos son de una vigilia de Pentecostés este año. Lo que alcancé  averiguar es que sería la sede del Batallón de exploradores 50, en isidro casanova, Miró 5233 – C.P. 1765 – Isidro Casanova. el cura es un tal Alejandro Leon

http://nullapossiamocontrolaverita.blogspot.com/
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TUTTO FIRMATO “K” DALLA A ALLA ZETA


Sul sito Cammino Info, sito non ufficiale, ma ufficialmente solo friendly del Cammino Neocatecumenale e di fatto vetrina, è possibile trovare di giorno in giorno una vera e propria miniera di notizie tutte rigorosamente autocelebrative.

Spicca però tra i banner vistosamente propagandati sulla home quello riguardante un’aziendina tutta neocatecumenale, di cui non riportiamo il nome per ovvi motivi, che fornisce tutto, ma proprio tutto a ogni comunità neocatecumenale, cui viene caldamente raccomandato di ricorrere agli articoli prodotti dalla stessa (“E’ una realtà portata avanti da fratelli del Cammino per rispondere alle esigenze delle comunità sparse in tutta Italia.” Viene detto in sede di presentazione), la cui originalità kikiana è evidentemente insuperata e insuperabile, e comunque unica, senza alternative ( “Lo consigliamo ( il nutrito catalogo dei prodotti, n.d.r.), è una risorsa veramente unica per ogni comunità!”, conclude la presentazione).

Ma di quali prodotti si tratta?

Nel settore Arredi, si va dalle preziose custodie in pelle e/ o in argento per Bibbia e Breviario al calice e piatto ottagonali o dodecagonali per le celebrazioni, fino al candeliere a otto bracci più uno, denominato impropriamente “Menorà” e disponibile in vari materiali e fogge, ai coprileggio, alla sedia in plexiglass , al “cordino per chitarra”, fino ai paramenti sacri a righe. Tutto rigorosamente firmato da Kiko.
Nel settore “Cartoncini e stampe” c’è una varietà incredibile di soggetti riproducenti in piccolo e su materiale pregiato le varie ikone kikiane.
Il catalogo “Icone” è poi di fatto un tripudio di soggetti e di colori tutti accomunati dal comune denominatore "K" ( la firma di Kiko): si va dalla“Madonna spaziale” munita di casco, alla “Nuova Eva”, dal martire Santo Stefano al “Cristo Re”, rappresentato originalmente in forma - ci sembra - di totem sioux sulla base di un inquietante giuoco di occhi smarriti e di abnormi mani trafitte.

Non manca, tra l'altro, un atletico San Paolo equestre , appollaiato, lancia in resta, su un quadrupede di cartapesta.

Commoventi , poi, sia la “Crocifissione 1” sia la"Crocifissione 2” , nelle quali la scena del Golgota è rivisitata dall'artista secondo le suggestioni plastiche della gomma da masticare usata.

E' però nella rappresentazione mirabile dell" UltimaCena”, che l'artista raggiunge l'acme della sua arte: in un giuoco di luci, ombre e colori, scritte e numeri misteriosi vi si staglia la figura del Cristo che, aureolato di inquietanti triangoli disposti a raggiera, con movenza da geroglifico egizio indica un Giuda alla sua sinistra decisamente bieco, vistosamente provvisto di bende sugli occhi, mentre gli altri tre discepoli, dalle espressioni drammaticamente nervose quanto quelle delle mozzarelle, stanno a guardare.

Altri cataloghi completano poi il panorama delle “offerte” diventate ormai irrinunciabili per tutte le comunità neocatecumenali, malgrado la pesante crisi economica in corso.

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