ACTA APOSTATICAE SEDIS : come, cambiando un po' qua e un po' la, si può cambiare tutto...

martedì 6 dicembre 2011

Lucifero & c.

Il caso di Anneleise Michel (“Emily Rose”). Lucifero e il dissenso cattolico tedesco


  IL CASO DI ANNELEISE MICHEL

Non è solo la storia di una possessione il cui protagonista è personalmente il Principe delle Tenebre, Lucifero; è anche una storia di redenzione e salvezza. La storia di una battaglia agghiacciante in terra attraverso il corpo di Anneleise: fra le supreme gerarchie celesti e le più oscure legioni infernali. In un luogo e in un periodo, la Germania anni 60-70, che celebra la sua ribellione e la sua apostasia. Il sacrificio di Anneleise fu un olocausto proprio per la salvezza della chiesa e del clero che negli anni del post-concilio sembrava obbedire più al Principe del Mondo che non a Cristo. Fra cielo, terra, inferi e scienza. Una nostra inchiesta, con una scoperta inedita.


Purtroppo Giuda tornerà accompagnato da altri terribili sodali: Caino, l’assassino del fratello Abele e progenitore dell’umanità che vive nel peccato, simbolo dell’orgoglio dell’uomo; Nerone, il persecutore feroce del Cristianesimo, simbolo del potere politico che perseguita la Fede; Valentin Fleischmann, un sacerdote bavarese che nel 16mo secolo perse la grazia di Dio, condannato per omicidio, simbolo della Chiesa peccatrice; Adolf Hitler, il dittatore che trenta anni prima aveva trascinato la Grande Germania nel più orrendo incubo che la storia tedesca avesse mai conosciuto, simbolo dell’odio per il popolo di Dio; e dai demoni Legione, il demone che possedeva il giovane di Gerasa, simbolo della moltitudine delle schiere infernali; Belial, l’idolo Sidonita, l’antico serpente tentatore della Genesi ispiratore del Peccato Originale ed il simbolo stesso della dissolutezza: ed infine Lucifero in persona, il cherubino primo creato, che per superbia ed orgoglio si ribellò a Dio

 di Vincenzo Scarpello

I PRIMI SINTOMI DI EPILESSIA: LE “DUE NATURE”
Epilessia e possessione diabolica, capacità di intendere e di volere e positivismo giuridico portato al parossismo, ragione, scienza e Fede, metodologie di studio differenti, un dibattito nella Chiesa e nel mondo scientifico tedesco che dura fino ad oggi, il mistero di una profezia. Tutto questo è Annelise Michel, la ragazza tedesca, morta nel 1976, dalla cui storia sono stati tratti i film di Scott Derrikson The Exorcismof Emily Rose, del 1999 e Requiem (2006) di Hans Christian Schmid, che costituiscono le ottiche opposte attraverso le quali ci si può approcciare a questa vicenda tragicamente reale, della quale si potranno eternamente sviscerare gli aspetti più vari e problematici ma nella quale i fatti sono più eloquenti di ogni interpretazione.
Annelise nacque il 21 settembre 1952 a Leibfing, un paradiso nella campagna della Bassa Baviera, poche villette in mezzo a campi sconfinati ed una bavaresissima Chiesa che sommessamente dice la sua nell’essenzialità urbanistica dell’architettura rurale tedesca. Nello stesso anno e nello stesso luogo della consacrazione sacerdotale di Joseph Ratzinger.
La famiglia è cattolicissima, col padre, Joseph, che come il Padre putativo di Cristo faceva il falegname, prete mancato e con tre sorelle suore, e la madre, Anne, che proveniva da una situazione personale difficile, con una figlia da un precedente fidanzato, nata prima di contrarre matrimonio con Joseph e morta all’età di otto anni. Prima di tre sorelle, Anneliese si distinse nella scuola dell’infanzia, praticando tennis e nuoto, amava suonare il piano e cantare.
In una lettera alla madre, tanto profetica per i fatti che seguiranno, aveva dichiarato: “ Per raggiungere il cielo, nulla è troppo per me… io sono disposta a dare la vita per gli altri, per amore di Dio, ed aspetto la sua ricompensa, piuttosto che un premio umano”.


La Famiglia di Anneliese
Dopo le scuole dell’infanzia si iscrisse nel Ginnasio della vicina Aschaffenburg, dove, a sedici anni, si verificò il primo episodio della malattia neurologica che la avrebbe accompagnata fino alla morte e la cui cura sbagliata, accompagnata ad una cronica denutrizione, a detta dei giudici tedeschi, sarebbe stata proprio la causa della sua morte.Si trattava di epilessia di tipo grand mal, con un episodio scatenante di crisi compulsiva durante il quale Anneliese cadde a terra mordendosi la lingua. Ciò avveniva nel 1968, quando Anneliese aveva appena 16 anni.
L’epilessia consiste in un’alterazione degli impulsi elettrici dei neuroni che compongono la sostanza grigia dell’encefalo che può comportare fenomeni di varia intensità e di vario tipo. La forma epilettica di cui soffriva Anneleise era del tipo tonico-clonica che provoca tre fasi patologiche: nella prima, detta aura, si verificano fenomeni di percezione sensoriale alterata, che possono comportare anche allucinazioni, causate dalla stimolazione di alcuni elettrodi infissi nella corteccia celebrale, che si irradiano in tutte le aree dell’encefalo. Nella seconda fase, quella tonica, vi è l’improvvisa contrazione di tutti i muscoli, con conseguente svenimento. La terza fase, quella critica, è di tipo convulsivo, e comporta l’improvviso movimento dei muscoli, la deviazione delle orbite oculari verso l’alto, l’imbrigliamento della lingua e l’emissione di schiuma dalla bocca.
Sin dall’antichità a questa malattia veniva attribuita origine sovrannaturale, sebbene, sin da Ippocrate di Coo, se ne distingueva un tipo naturale, prodotto, secondo i medici medievali, da cattivi umori, ed un tipo sovrannaturale, suscitato da spiriti immondi, come quello del celebre passo del Vangelo di Marco (9, 17-29) nel quale Gesù stesso, in presenza di sintomi apparentemente epilettici, ne sancisce la natura diabolica. Un passo evangelico che pare avere molti punti comuni con il caso di Anneliese, nel quale, come vedremo, vi è una coesistenza di un disturbo di tipo epilettico del lobo temporale con una possessione diabolica, che risulta evidentissima da quella fenomenologia sovrannaturale che si distingue dalla sintomatologia epilettica.
A confondere ulteriormente i piani, quello medico-clinico e quello religioso, è il fatto che la superstizione popolare aveva spesso confuso le crisi epilettiche con manifestazioni di possessione diabolica, contribuendo così a privare di credibilità le spiegazioni sovrannaturali proprio in quei casi-limite in cui possono coesistere fenomenologie di differente natura.
Anneliese venne immediatamente ricoverata nel prestigioso Psychiatric Clinic Würzburg dove venne correttamente diagnosticata la malattia e le venne prescritta una cura a base diAntikonvulsivum Carbamazepin, un farmaco anticonvulsivo e stabilizzatore umorale, cheagisce inibendo i canali del sodio e la ricaptazione della noradrenalina. L’ospedale psichiatrico di Würzburg, magnifica città tedesca, tristemente nota per i processi protestanti di stregoneria e per aver dato i natali del più orribile criminale di guerra che abbia militato nelle Waffen SS, il maniaco pedofilo Oskar Dirlewangler, era sede del Sanatorio mentale per i soldati delle Waffen SS che tornavano dal fronte. Tra questi malati, incattiviti dal terrore della guerra, e tra i più efferati criminali, Dirlewangler reclutò la sua divisione, che si distinse sul fronte russo per episodi di particolare efferatezza e crudeltà.
Anneliese tornò nella sua cittadina, seguendo la terapia, e partecipando con più assiduità alle riunioni di preghiera collettiva durante le quali si recitava il Santo Rosario, e lei stessa praticava il digiuno e la mortificazione del corpo, dormendo spesso a terra.
Nel 1970, dopo aver contratto una forma di tubercolosi, venne ricoverata in un centro specializzato a Mittelbert, dove rimase per sei mesi.

PRIMI SEGNI DI POSSESSIONE: “NOI LA TORMENTEREMO”


il Vescovo di Wurzburg Josef Stangl
Sin dall’uscita dal sanatorio di Mittelbert, tuttavia, Anneliese , però, accompagnava alla sintomatologia epilettica delle nuove manifestazioni patologiche, ossia affermava di vedere, durante le preghiere, del volti diabolici che le dichiaravano la sua dannazione, ed emanava un fetore pungente di materia fecale bruciata a cui si accompagnava “paralisi degli arti, uno smisurato accrescimento del torace, rigidità improvvisa del corpo e l’impossibilità di parlare”, sintomi che sono però compatibili con le forme di epilessia di cui soffriva.
Di differente natura è invece l’improvvisa avversione al Sacro che la coglie, inspiegabile in una ragazza di saldissima formazione cattolica, in piena comunione con la Chiesa e di condotta spirituale e morale impeccabile.
Nel novembre del 1972, pur continuando le cure farmacologiche prescritte, Annaliese inizia a sospettare che vi sia qualcosa di differente che ammorba non tanto la sua psiche, quanto la sua anima. Nel 1973, spinta dal padre, si reca assieme alla famiglia in pellegrinaggio a San Damiano piacentino, teatro di apparizioni mariane dal 24 settembre 1961, durante le quali la Madonna aveva profetizzato castighi del Padre Celeste per l’umanità poichè gli uomini non prestavano ascolto alle parole della Vergine. Durante questa visita Anneliese rimase immobilizzata e non riuscì ad entrare nel piccolo Santuario, dal momento che percepiva la terra bruciare sotto i suoi piedi. Girava attorno al giardino e improvvisamente, come notò una pellegrina (che per prima ipotizzò la possessione di Anneliese), cercò di entrare dal retro, ma rimase come bloccata dinanzi ad un’immagine del Cristo. In quell’occasione vi fu una prima manifestazione di quella voce bassa e gutturale che caratterizzerà i futuri esorcismi, che durante il viaggio di ritorno, durante il quale si manifestò nel bus, più pungente del solito, il tipico fetore, avrebbe detto: “Noi tormenteremo questa mocciosa, noi la tormenteremo”.
Nonostante questi problemi, Anneliese riuscì a conseguire il diploma di Maturità e si iscrisse nel settembre del 1973 nell’alta scuola di studi pedagogici di Würzburg, dove risiedeva presso un collegio cattolico. Nel primo anno dell’Università, conobbe, durante una festa il suo futuro fidanzato, Peter Himsel, che le fu accanto in quei mesi terribili


i sacerdoti Arnold Renz ed Ernst Alt
Nel marzo del 1974 le apparizioni demoniache si fecero più frequenti e più spaventose, decidendo Anneliese, assieme ai genitori, di rivolgersi alla Chiesa per avere un sollievo che la nuova terapia farmacologica, prescritta a seguito di esame ECG che le aveva diagnosticato un’epilessia del lobo temporale, con Tegretol (un farmaco a base di carbapazepina che, aggiunto alla terapia preesistente, esercita un’azione psicotropa con miglioramento dei sintomi di ansietà e depressione e diminuzione dell’irritabilità e dell’aggressività) non era riuscita a fornirle. I sintomi avevano infatti subito una ulteriore evoluzione, divenendo Anneliese particolarmente aggressiva nei confronti dei colleghi dell’Università, rifiutandosi di mangiare e dando in frequentissime escandescenze.
Anneliese si rivolse allora a padre Ernst Alt, che divenne il suo padre spirituale, il quale constatò la concomitante presenza di una malattia neurologica (l’epilessia) con fenomeni che all’epilessia non potevano essere ricondotti. Per quanto infatti le allucinazioni possono essere una conseguenza diretta della patologia epilettica e la concomitante predisposizione di Anneliese, cattolica praticante, ad un mondo, quello demoniaco, che fa parte integrante della Rivelazione Evangelica, vi sono degli elementi evidentissimi che confermeranno la diagnosi di possessione diabolica, come la xenoglossia, ossia la conoscenza di lingue sconosciute (l’aramaico, ad esempio, che Anneliese non poteva conoscere, avendo studiato solo elementi di greco e di latino), la preveggenza ed una profondissima avversione al Sacro, possessione che purtroppo i futuri esorcismi confermeranno.

“NOI SIAMO GIUDA, CAINO, NERONE, VALENTIN, ADOLF, BELIAL, LEGIONE… E INFINE IO SONO LUCIFERO”
Il peggioramento delle condizioni di salute di Anneliese si accompagnarono ad un’acutizzazione delle manifestazioni più terrificanti, come l’automutilazione, l’aggressività verso i membri della propria famiglia, il cibarsi di insetti (giunse perfino a cibarsi della testa di un uccello morto). Strisciava spesso sul pavimento guaendo come un cane, cercava di strapparsi i vestiti di dosso, e talvolta urinava per terra, leccando le proprie deiezioni.L’avversione al Sacro in questi mesi divenne endemica, con Anneliese, che si scagliava come una furia contro le immagini sacre, facendole a brandelli.


un’immagine del processo
In un primo tempo, il Vescovo di Würzburg, Mons. Josef Stangl, le negò l’esorcismo, limitandosi ad una laconica esortazione ad essere più devota, ma la recrudescenza della fenomenologia sovrannaturale lo convinsero ad autorizzare l’esorcismo in forma breve solo nell’agosto del 1975. Joseph Stangl era stato nominato Vescovo di Würzburg da Papa Pio XII il 27 giugno 1957 e sarà il Primate che il 28 maggio 1977 conferirà l’ordinazione episcopale a Joseph Ratzinger. Mons. Stangl nominerà esorcisti per Anneliese la sua guida spirituale Ernst Alt ed Arnold Renz, ex missionario in Cina. Contemporaneamente incaricherà l’81nne gesuita Adolf Rodewyk, un’autorità nel campo degli esorcismi, di investigare circa la reale natura del male che affliggeva Anneliese. Rodewyk confermerà la possessione ed il vescovo Stangl autorizzò il Grande Esorcismo, secondo la formula del rituale paolino del 1614. Gli esorcismi durarono per 10 lunghissimi mesi, dal 24 settembre del ’75 al 30 giugno del ’76, ed ebbero luogo per tre volte a settimana.
Anneliese continuò sempre la terapia farmacologica prescritta, ma evidentemente non poteva avere efficacia, dinanzi ai fenomeni che si manifestavano e che solo una completa guarigione spirituale avrebbe potuto curare. Nei pochi momenti di lucidità pregava intensamente, arrivando a rovinarsi le ginocchia per le continue genuflessioni, ripetendo spesso “Gesù, perdono e misericordia”. Durante gli esorcismi, tuttavia, Anneliese manifestava una forza molto superiore a quanto le consentissero le sue critiche condizioni di salute, parlava lingue sconosciute, riuscendo anche a sdoppiare la voce in due personalità differenti. Durante l’interrogazione rituale ai demoni per rivelare il proprio nome, le scoperte degli esorcisti si fecero sorprendenti. Il 31 ottobre del 1975 si rivelò il primo demone, l’anima dannata di Giuda, il traditore del Cristo, simbolo del tradimento della Fede.
Quando venne chiesto il motivo della possessione, Giuda disse che era entrato in Anneliese a causa dell’invidia di una sfollata di guerra, che si trovò a Leibfling nel tempo della nascita di Anneliese, per le floride condizioni economiche del padre Josef.
L’esorcismo riuscì a scacciare il demonio in un primo momento, nonostante l’ira bestiale dello spirito per il dover tornare all’inferno , tanto che, alla fine del 1975, Anneliese riuscì a terminare gli studi ed ad ottenere il tanto bramato insegnamento di religione. PurtroppoGiuda tornerà accompagnato da altri terribili sodali: Caino, l’assassino del fratello Abele e progenitore dell’umanità che vive nel peccato, simbolo dell’orgoglio dell’uomo, Nerone, il persecutore feroce del Cristianesimo, simbolo del potere politico che perseguita la Fede,Valentin Fleischmann, un sacerdote bavarese che nel 16mo secolo perse la grazia di Dio, condannato per ubriachezza, aggressione ed omicidio, simbolo della Chiesa peccatrice, Adolf Hitler, il dittatore che trenta anni prima aveva trascinato la Grande Germania nel più orrendo incubo che la storia tedesca avesse mai conosciuto, simbolo dell’odio per il popolo di Dio e dai demoni Legione, il demone che possedeva il giovane di Gerasa, simbolo della moltitudine delle schiere infernali, Belial, l’idolo Sidonita, l’antico serpente tentatore della Genesi ispiratore del Peccato Originale ed il simbolo stesso della dissolutezza, ed infine Lucifero in persona, il cherubino primo creato, che per superbia ed orgoglio si ribellò a Dio.
Questi demoni mantennero un silenzio ostinato, ma Anneliese venne alleviata da incoraggiamenti celesti provenienti dalla Madonna, da San Michele Arcangelo e da Gesù stesso. Tra le piaghe che ricoprivano il suo corpo le più ostinate ad essere curate erano quelle in corrispondenza delle ferite della Passione di Cristo, tanto che si ipotizzò uno stato di stigmatizzazione. Anneliese stessa aveva assunto come suoi modelli di vita e di santità quelli diBarbara Weigand e Theresa Neumann stigmatizzate tedesche che avevano donato le loro sofferenze in cambio della salvezza delle anime, nel periodo in cui il Terzo Reich scatenava i demoni pagani nell’Europa cristiana.
67 esorcismi seguirono, 23 dei quali vennero, su autorizzazione di Anneliese, registrati su 51 nastri, e dei quali disponiamo di una shockante documentazione fotografica. Anneliese riusciva in quell’ultimo tragico brano della sua giovane vita a dormire una sola ora a notte, non essendo capace di assumere cibo da sola poiché, come sosteneva, i demoni glielo impedivano, fino a ridursi, al momento della morte, avvenuta per malnutrizione, al peso allucinante di soli 30 KG!
Durante gli esorcismi l’unico demonio che raramente parlava era Giuda e rivelò che il secolo XX sarebbe stato il secolo nel quale ci sarebbero stati più Santi che in ogni altro. Ma gli esorcismi non ebbero l’esito sperato tanto che, nell’aprile del 1976, Anneliese realizzò che il prezzo della fine delle sue sofferenze e la sua liberazione definitiva dal male sarebbe coinciso con la sua morte, che profetizzò per il primo luglio di quell’anno. Anneliese chiese di non essere lasciata in mano ai medici, che la avrebbero sicuramente internata nell’ospedale psichiatrico di Lohr, causandole inutili ulteriori sofferenze e di dare corso al suo supplizio per la salvezza delle anime di molti.
Il 30 giugno del 1976 avvenne l’ultimo esorcismo, in presenza dei genitori, delle sorelle, e del fidanzato Peter, che non la aveva mai abbandonata. I demoni mantennero un terrificante silenzio ripetendo soltanto di essere maledetti e di voler andare via. Alla richiesta dell’esorcista del motivo per il quale essi non potessero liberare Anneliese, la risposta dei demoni fu che era Cristo stesso ad impedirlo. Alla fine del rito, Anneliese chiese a Padre Renz l’assoluzione dai peccati e dopo la mezzanotte chiese alla madre di starle vicina. Dopo qualche ora, in stato di grazia, Annaliese rese l’anima a Dio, nella data che Ella stessa aveva predetto.

PROCESSO: QUALE DIRITTO? QUALE SCIENZA? L’IDEOLOGIA PSICOLOGISTA
Ma la storia drammatica di Annelise era destinata a non finire con la sua morte: i suoi genitori ed i sacerdoti che praticarono gli esorcismi vennero immediatamente accusati dinanzi alla Magistratura tedesca di omicidio colposo. Il processo che seguì, il “caso Klingerberg”, ebbe una vasta eco mediatica in Germania, e sancì anche per il diritto una lacerante divisione tra le ragioni del diritto positivo, nella Patria di Kelsen e di Kant, e quelle di un diritto che interpreta le leggi sulla base di principi naturali, universalmente validi, e che accetta quindi anche spiegazioni che possono configgere con una concezione scientista della vita e della natura. Il sistema giurdico tedesco, basato sulla logica consequenzialità del principio di causalità, non poteva accettare spiegazioni preternaturali, delegando alla sola scienza di spiegare l’eziologia in base alla quale si era pervenuti all’evento-morte di Anneliese.
I periti del Tribunale, dei medici, non poterono pertanto che ricercare una spiegazione scientifica ai motivi che avevano condotto Anneliese alla morte. Essi la individuarono nella malnutrizione con le efficienti concause di un esaurimento nervoso, problemi cardio circolatori, e gli effetti collaterali della medicina antiepilettica assunta da Anneliese, il Tegretol. L’esame autoptico confermò che gli organi interni erano sani, non essendo stati trovate alterazioni della massa celebrale che avrebbero potuto giustificare episodi di epilessia.


la riesumazione del 1978
Gli assunti più controversi e meno condivisibili sul piano logico-scientifico furono quelli degli psichiatri, che si basavano su teorie Freudiane e Reichiane che escludevano recisamente ogni spiegazione preternaturale, riconducendo ogni disturbo a forme psicotiche e nervose. Secondo costoro, mentre i farmaci erano stati in grado si guarire i fenomeni epilettici, questi stessi si sarebbero addirittura trasformati in un forma psicotica divenuta cronica in conseguenza della portata emotiva degli esorcismi. Una spiegazione che scientificamente è assolutamente destituita di ogni fondamento razionale! Per di più aggiunsero che la forma psicotica era stata indotta dagli esorcisti, che attraverso il Rito ne avevano guidato il decorso, escludendone il vero fondamento, che, ovviamente, secondo l’ideologia psicologista, era da ricondurre a forme di sessualità disturbata ed alla repressione dell’odio per l’autorità paterna, i soliti vecchi arnesi della psicologia freudiana, fortunatamente sconfessati dalle moderne teorie psichiatriche.
Le indicazioni terapiche che questi mostri della scienza avrebbero voluto adottare, sarebbero state una terapia farmacologica più sostenuta, l’alimentazione forzata, e l’elettroshock. indubbiamente questi scienziati oltre ad essere in evidentissima malafede ideologica erano anche degli ignoranti, non avendo la minima cognizione del fatto, clinicamente riscontrato, che l’elettroshock applicato ad una paziente che soffre di epilessia non avrebbe fatto altro che cronicizzare la sintomatologia epilettica.

CIò CHE LUCIFERO NON OTTENNE DA ANNALEISE, L’OTTENNE DAI VESCOVI TEDESCHI
A causa della mancata nutrizione di Anneliese, la Corte correttamente condannò l’esorcista a sei mesi di reclusione peromicidio colposo, per omissione di soccorso e negligenza con sospensione della pena, ma ciò che avvenne durante il processo all’esterno delle aule di giustizia sancì una ferita profondissima, non ancora rimarginata, alla Chiesa Tedesca. Infatti, sulla spinta di una campagna di stampa neopositivista e scientista, giudata non da liberi pensatori o da pervicaci atei, ma da teologi ultraprogressisti sedicenti cattolici che, come HaagVon Balthasaar negavano la reale esistenza del demonio, la Chiesa tedesca non solo negò ogni sostegno all’esorcista che pur dalla Chiesa era stato autorizzato, ma proibirono in Germania ogni forma di esorcismo, dichiarando nel contempo Anneliese non posseduta, in aperta contraddizione con quanto precedentemente affermato dal decano degli esorcisti tedeschi, padre Rodewyk.
Questi stessi teologi si riunirono attorno ad una commissione di Vescovi che indirizzò al Vaticano la richiesta di proibire per sempre la pratica esorcistica, liquidata come un retaggio medievale e pagano. La vittoria di Lucifero, che non era riuscito a dannare Anneliese, fu invece evidentissima grazie a questi Vescovi e teologi che si comportarono come suoi involontari sodali, sfruttandone il razionalismo dogmatico e la negazione di ogni spiegazione contraria alla razionalità positiva, in persone che dovrebbero essere i Veicoli di un Miracolo che si ripete ogni Domenica, ossia la Transustanziazione, e che della Fede dovrebbero fare la loro unica ragione di vita.
La negazione del diavolo da parte della Chiesa stessa costituisce infatti la più grande vittoria del demonio, che non trionfa nel foro interno dell’uomo, inducendolo al peccato, ma trionfa nello stesso Corpo mistico di Cristo, il quale evidentemente consente che il demonio non solo possa possedere i singoli individui, ma anche la stessa istituzione ecclesiale, al fine di suscitare un’estrema conversione resipiscente della Chiesa di Cristo, preda in quegli anni delle eresie neomoderniste postconciliari formulate da una classe teologica dimentica della Tradizione millenaria del Cattolicesimo, l’ultima grande apostasia dei tempi moderni.

SEPOLTA FRA GLI ASSASSINI E I SUICIDI. IL MISTERO TENACE DEL CADAVERE

la mano demoniaca
Le misere spoglie di Anneliese vennero sepolte dapprima in un cimitero dove erano raccolti i resti di assassini, persone che si erano macchiate di gravi reati, figli illegittimi o vittime di suicidi, ma avvenne un fatto che il diavolo stesso non avrebbe forse previsto: la tomba divenne presto meta di pellegrinaggi da parte di fedeli attratti dalla figura di Anneliese Michel, il racconto della cui vita divenne veicolo di conversione e di rafforzamento della Fede per tanti uomini e donne.
 In seguito una mistica Carmelitana aveva scritto ai genitori di Anneliese, sostenendo che la loro figlia le era apparsa in sogno dichiarando che il suo corpo era rimasto intatto, immune dai processi decompositivi, a conferma della natura diabolica del suo male. Il 25 febbraio 1978 il cadavere venne riesumato, ma sulle reali condizioni delle spoglie di Anneliese si è giocata l’ultimo, lacerante dibattito, tra quanti ne dichiararono l’integrità e quanti, invece, si attennero alla comunicazione ufficiale che dichiarò il corpo normalmente decomposto. In proposito un fatto è certo: delle spoglie di Anneliese non esiste nessuna fotografia ed ai partecipati all’esumazione fu fatto giurare di non rivelare nulla di quanto avrebbero visto.
Di quell’esumazione rimane tuttavia una fotografia, altrettanto terrificante come tutta la storia di Anneliese, che mostra una mano artigliata aggrappata alla bara, segno, secondo alcuni, della pervicacia dei demoni nel perseguitare Anneleise anche dopo morta, trasformando così anche i suoi resti tanto in uno strumento di confusione e di allontanamento dalla Fede quanto in una conferma della spiegazione soprannaturale.

LA “SCELTA” DELLA VERGINE. ACCETTAZIONE DELL’OLUCAUSTO PER I PECCATO DEL CLERO TEDESCO
Il corpo fu finalmente tumulato nel cimitero accanto alla casa dei Michel e la tomba ancora oggi è meta di pellegrinaggi e fulcro di una fortissima devozione popolare. Ma il fatto più spaventoso ed sconcertante di tutta la storia di Anneliese, che spiega e giustifica, per chi ha il dono della Fede, tutte le sofferenze da Lei subite e subite dalla Chiesa tedesca, risale però al luglio del 1975, un mese prima che iniziassero gli esorcismi. Annaliese, prima di morire, lasciò una lettera a padre Alt, nella quale gli confidava di avere avuto una visione della Vergine Maria, che la aveva sottoposta ad una scelta: essere immediatamente liberata per sempre da quei terrificanti tormenti o accettare, fino alla morte, la possessione, in espiazione e penitenza per i peccati del Clero e della gioventù tedesca. In caso contrario, molte anime sarebbero state perse per sempre. La Vergine diede ad Anneliese tre giorni per decidere, ed alla fine, la ragazza accettò il suo destino di sofferenza, affiancandosi al sacrificio di tante Sante, perseguitate fino alla fine dal demonio, come Santa Gemma Galgani o come Santa Francesca Romana.
L’apostasia della Chiesa e dei teologi tedeschi, la gioventù tedesca traviata dalle lusinghe del male, ebbero in Anneliese la vittima provicaria, che biblicamente assume su di sé il peso del peccato di molti, in prospettiva della loro salvezza. Non spetta a noi dichiarare se vi si possano ravvisare i sigilli della santità, certo è che la pervicacia con cui il male ha assediato Anneleiese, non solo nella sua persona, ma nello stesso messaggio che Anneleiese voleva portare alla Germania ed al mondo, è un segnale significativo, per chi crede, della reale presenza del Male nella storia e costituisce senza dubbio una occasione di riflessione e di conversione per chi, con spirito laico privo però di preconcetti positivisti, si accosta alla storia straordinaria e terribile di questa giovane tedesca.



BREVE NOTA BIBLIOGRAFICA E FILMOGRAFICA

Tesi Religiosa

Felicitas D. Goodman: The Exorcism of Anneliese Michel, Resource Publications (OR), 2005, ISBN1597524328, 9781597524322
Uwe Wolff: Das bricht dem Bischof das Kreuz. Die letzte Teufelsaustreibung in Deutschland 1975/76. Rowohlt, Reinbek bei Hamburg 1999, ISBN 3-499-60619-4
Uwe Wolff: Der Teufel ist in mir. Heyne, München 2006, ISBN 3-453-60038-X (Neuausgabe von Das bricht dem Bischof das Kreuz)

The Exorcism of Emily Rose (2005), di Scott Derrickson

Tesi Scientista
Georg Siegmund (Hrsg.): Von Wemding nach Klingenberg. Vier weltberühmte Fälle von Exorzismen. Christiana-Verlag, Stein am Rhein 1985, ISBN 3-7171-0869-7Elisabeth Becker (Hrsg.): Der Exorzismus der Kirche unter Beschuss. Christiana-Verlag, Stein am Rhein 1995, ISBN 3-7171-0991-XLisl Gutwenger (Hrsg.): „Treibt Dämonen aus!“ Von Blumhardt bis Rodewyk. Vom Wirken katholischer und evangelischer Exorzisten. Christiana-Verlag, Stein am Rhein 1992, ISBN 3-7171-0956-1
Requiem (2006) di Hans-Christian Schmid


GALLERIA FOTOGRAFICA

 (al momento indisponibile)

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