ACTA APOSTATICAE SEDIS : come, cambiando un po' qua e un po' la, si può cambiare tutto...

sabato 3 marzo 2012

Giornale dei vescovi?

Quando Avvenire confonde, e consacra le persone sbagliate

 Prendi Avvenire, due volte di fila, e capisci cosa è la sudditanza psicologica dei cattolici di oggi al pensiero dominante. In nome del dialogo e , in senso lato, dell’ecumenismo, si arriva a due paradossi: silenziare gli scrittori cattolici, perchè cattolici; fare da cassa di risonanza degli scrittori anticattolici, perchè, in quanto anticattolici, più intelligenti, titolati ecc…
Come mai Socci, Messori, Gnocchi eccetera, non solo non scrivono su Avvenire, ma spesso sono anche mal visti (come pure radio Maria, Timone, Radici Cristiane ecc.)?
Per il motivo suddetto.
Facciamo un esempio: due folli invitano all’infanticidio.

Chi consulta Avvenire, per dire che hanno torto? A chi funge da cassa di risonanza, dando la patente di persone che hanno qualcosa di importante da dire?
A degli emeriti abortisti, che, contraddittoriamente, sono contro l’uccisione di un bambino a due gioni di vita, ma sono favorevoli all’uccisione dello stesso magari a 3, 6, 8 mesi!
Così su Avvenire del 2 marzo vengono sentiti nell’ordine i luminari: Giorello (abortista, accerrimo anticattolico…); Bodei, abortista, fervente avversario della regolamentazione della fiv…; Mordacci, degno allievo di don Verzè, su posizioni eterodosse in ogni ambito della bioetica…

Vediamo come viene riportato dalla giornalista di Avvenire il pensiero di Giorello:
“Ma è sull’aborto che Giorello pone l’accento, spiegando come il dibattito innescato dai due ricercatori possa portare a confondere l’interruzione di gravidanza (giuridicamente regolamentata in Italia) con l’infanticidio: «Se è purtroppo vero che in alcune circostanze l’arrivo di un figlio possa costituire un evento insostenibile per una madre o per una coppia – precisa Giorello –, vero è anche che nel nostro Paese esiste una legge molto attenta a regolamentare le circostanze di un interruzione di gravidanza.E che quest’ultima dovrebbe essere sempre scongiurata precedentemente da un uso altrettanto attento delle terapie anticoncezionali, senza bisogno di ricorrere alla fantascienza degna dei peggiori incubi di Orwell o Huxley». Un appello alla responsabilità dunque (concetto assolutamente assente nell’articolo dei due ricercatori italiani), che Giorello accompagna a quello al mondo accademico, affinché «si riprenda un confronto razionale sulla vita tra studiosi che della vita hanno concezioni diverse ma che si guardano bene, come in questo caso, di dettare i loro dogmi autoritari».”
Dunque Giorello difende l’aborto come cosa buona e giusta, legale!; invita all’uso dei contraccettivi; bleffa con le parole (“Interruzione di gravidanza); mente sulla presunta “legge molto attenta”…e la giornalista commenta: “un appello alla responsabilità, dunque”!
Ma per piacere…

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