ACTA APOSTATICAE SEDIS : come, cambiando un po' qua e un po' la, si può cambiare tutto...

mercoledì 7 marzo 2012

LA RUSSIA E LA CRISTIANITA’ NELLA PROFEZIA POLITICA DI FATIMA



(membri del Politburo Sovietico nel 1917)
di Araì Daniele
Tutti i popoli in tutti i tempi, così come la stragrande maggioranza dei viventi, sanno che la natura da sola non è sufficiente a spiegare l’uomo, che l’esistenza umana è legata a un fine che trascende la vita terrena. Non ci può essere quindi scienza, filoso­fia, storia o politica a sé stante, di natura puramente terrena, laica.
Non vi è dubbio che la ragione possa, con le sue speculazioni, analizzare i fenomeni del corpo, ma, proprio perché incapace di afferrare il fenomeno dell’anima, essa non è in grado di spiegare l’uomo nella sua essenza. La fisiologia, la psicologia e la sociologia sono impotenti a spiegare il destino della vita umana. Non c’è in noi una sola facoltà che non rimandi al suo termine spirituale, affinché l’armonia del naturale col soprannaturale nella creatura umana dia frutti, anche terreni. Qualsiasi filosofia che preten­da determinare il fine dell’uomo per mezzo della sola ragione è fatata al fallimento.

Di conseguenza, l’uomo deve guidare la sua vita personale e seguire una politica sociale, non con la smorta luce delle scienze naturali, ma con l’intensa luce dei segni soprannaturali.
Eppure, nella società moderna, domina l’idea agnostica per cui ogni scienza va liberata dal soprannaturale che, se esiste, va confinato al fondo delle coscienze. Ecco perché questo mondo va in rovine.
Se è impossibile conoscere l’uomo nella sua totalità senza l’ausilio della luce rivelata, come sarebbe possibile spiegare la socie­tà senza ricorrere alla stessa luce che illumina la natura e il destino umano?
La società, somma di uomini, non può avere un fine diverso dell’uomo. Così tale dominio agnostico, generando politiche per governare il mondo, ignare della natura umana, guidano a un risultato sempre più deleterio. Non c’è niente da fare, la storia della società umana si svolge nel gran palco sul quale si manifesta il soprannaturale, sia quando la doci­lità dei popoli alla fede consente a tale princìpio di prevalere sulle tendenze perverse, sia quando esso è calpestato dall’uso abusivo di quella libertà che causa il declino delle nazioni e il suicidio degli imperi.
È la Profezia di Fatima un intervento politico?
Essendo il Cristianesimo la verità completa, le società non possono prescindere dalla visione dei fatti storici secondo il senso dell’ordine soprannaturale cristiano. Altrimenti affosseranno nelle sabbie mobili di un destino indecifrabile sotto ogni sistema politico.
Ora, il Cristianesimo è la Religione dell’intervento divino nel mondo; dell’intervento evangelico di Cristo. Intervento a volte velato, per rispetto all’umana libertà, creata all’immagine divina, ma inequivocabile, poiché ordinato alla redenzione di anime, create alla somiglianza del Padre.
Una volta riconosciuto che la visione dell’intervento divino in terra è la stessa fede cristiana, vi rientra la visione dell’Evento di Fatima il cui senso cattolico non prescinde dei termini di ragione.
A Dio è dovuto “un culto razionale”, insegna l’Apostolo (Rm 12, 1) e ribadisce il Concilio Vaticano I (Cost. Dei Filius). Esiste un rapporto tra questo culto e la politica? Altroché se esiste!
Già san Pio X aveva parlato chiaro: «Instaurare omnia in Christo».
Ma per restaurare tutto in Cristo la Chiesa prevede operazioni politiche. San Pio X, con la sua consueta fermezza, nel primo Concistoro da lui tenuto il 9 novembre 1903, un mese dopo la sua prima memorabile Enciclica, rispose in modo affermativo e con termini di valore dottrinale.
“Che cosa è la Politica se non l’applicazione della legge morale alla vita civile e sociale dei popoli e delle Nazioni? Perciò, il Papa che è il Maestro supremo della legge morale nel mondo, farà anche della Politica. E’ un suo diritto ed e un suo dovere.” Il Papa avrebbe fatto della Politica, non alla maniera degli uomini di partito, ma avendo per fine il bene di tutta l’umanità; avrebbe quindi fatto la Politica di Cristo.
Sarebbe un’idea astratta dire che la politica nel suo più alto senso, del bene della polis universale, è nel Messaggio di Fatima?
Sarebbe astratto se esso non fosse attinente nel modo più diretto ai fatti di quella tragica ora per l’umanità. Infatti, per aiutarla la Madonna, alla vigilia della rivoluzione bolscevica, ha affidato ai tre pastorelli di Fatima il messaggio che avvertiva degli errori sparsi dalla Russia e dei pericoli immani per gli uomini, se essi non fossero tornati alla retta via. Dopo la rovinosa I Guerra mondiale, sarebbe venuta “un’altra guerra peggiore”. Se nemmeno dopo di questa il mondo rivedesse le sue vie, ci sarebbe un terzo flagello, più devastante delle guerre, talmente subdolo da essere incomprensibile per lungo tempo. Secondo la visione cattolica, che è quella di Gesù attraverso la Madonna di Fatima (13 maggio 1917), cosa può essere più letale per l’umanità che la soppressione del Pastore della Chiesa e la conseguente apostasia universale? È la questione essenziale del Segreto che, come già noto, riguardava una persecuzione politica inaudita in seguito al “grande segno che Dio vi dà che sta per castigare il mondo per i suoi crimini, per mezzo della guerra, della fame e delle persecuzioni alla Chiesa e al Santo Padre. Il mondo andrebbe, dunque, verso un disastro politico peggiore delle grandi guerre, demolendo quanto rappresenta Dio in terra.
Ciò si può capire solo considerando che quando il mondo colpisce, in nome della libertà, l’autorità della Parola divina, taglia da sé l’ossigeno della vita spirituale e fa svanire l’amore al bene e alla verità che regge ogni società umana. In altre parole, senza la voce del Vicario di Cristo e della Chiesa per richiamare i popoli alla retta via, il mondo è irretito da errori e da delitti; perde la capacità morale che fa tutelare il bene e bandire il male; tolta di mezzo la “Politica di Cristo”, freno al male, esso infesta senza ostacoli ogni civiltà.
La visione del Terzo Segreto, ossia dello sterminio del Papa e dei suoi testimoni cattolici, non avrebbe dovuto palesare la rimozione dell’ostacolo “politico”, il “katéchon” del testo di San Paolo (2Ts)?
La “decapitazione” papale fu predetta in una comunicazione del Signore a suor Lucia nell’agosto 1931: “Fa sapere ai miei ministri che siccome essi hanno seguito l’esempio del Re di Francia nel ritardare l’esecuzio­ne della mia domanda, lo seguiranno nel­la disgrazia (Documenti su Fatima di P. Alonso); l’acefalia che significa lasciare l’umanità in preda alla politica deteriore di un occulto signore, il cui infido impero, edonista ma assassino, ecumenista ma ateo, va riconosciuto come il flagello più rovinoso di tutte le guerre e rivoluzioni mondiali messe insieme: l’impero del nuovo ordine mondiale, ordito per sostituire l’Ordine di Cristo.
Eppure, l’abbattimento del vero ostacolo, istituito per impedire la scalata di tale subdolo e devastante potere dell’Anticristo, non destò né desta una reazione proporzionata alla calamità terminale che rappresenta. Perché? Non sarà che il mistero del Terzo Segreto si rende chiaro solo alla luce della grande apostasia dall’autorità di Dio nella persona del Suo Vicario? Apostasia così vasta che coinvolge, non solo i chierici aderenti ai progressi della democrazia universale, ma tutta l’intellighezia della cosidetta “cultura cristiana”, resa cieca alla “profezia politica di Fatima”.
Le difese della Cristianità abbattute nella Roma modernista
I papi conciliari hanno svelato la loro resa modernista con la dottrina de Vaticano 2. Che dire, però di Giovanni 23, il quale, anche se lo ha convocato per ordinazione di forze nemiche della Chiesa, non ha lasciato traccia chiare e concrete di questo piano. Il segno che lasciò fu l’avversione alla Profezia di Maria SS. a Fatima.
Quanto alla Dottrina, sono i suoi successori a lodare il piano altrui con cui lui aprì la Chiesa al nuovo ordine del mondo.
Roncalli già a Venezia anticipa il compromesso conciliare: “Cerco in ogni cosa di sviluppare più ciò che unisce, che ciò che divide”. Un’idea giusta in molti campi, escluso in quello religioso, dove riflette solo l’abbandono dell’essenziale; di Gesù stesso, che divide, a favore della «bontà» del mondo dei diritti umani, che scredita l’opera passata della Chiesa e che irride dall’esagerato onore a Maria.
Infatti, Roncalli si rifiutò di firmare la petizione per l’istituzione della nuova festa della regalità di Maria, che precede di sei mesi l’enciclica di Pio XII Ad Coeli Reginam, per la festa e la consacrazione del 31 maggio. La fede ecumenista del povero chierico «in carriera», seguiva ogni direzione, meno quella mariana.
L’avversione al Messaggio di Fatima
Già come patriarca di Venezia Roncalli aveva dimostrato l’idea di allineare quel messaggio mariano ad una nuova pentecoste conciliare, svelando la sua avversione al Segreto della Madonna. Inviato a Fatima, il 13.5.56, davanti a mezzo milione di fedeli, pronunciò in quell’evento un’omelia in portoghese, “precorritore di una nuova Pentecoste del cui celeste effluvio cominciamo ora a misurare tutta la portata e le misteriose ricchezze”. Descrisse allora le apparizioni, ma liquidando con poche parole quella del Segreto e dell’Inferno: “Per il 13 luglio qualche incertezza. Ma Giacinta dice chiaramente risolvendo ogni dubbio: «No, il demonio non può essere; il demonio è tanto brutto e sta sottoterra». (Scritti e Discorsi del Patriarca di Venezia, Paoline, 1959, V.2, pp. 423, 425).
La ragione per cui un chierico «genialmente» scaltro, come Roncalli, decise di avversare il Segreto di Fatima, rischiando una grossa impopolarità, era il suo timore verso le profezie di sventura, che contrastavano coi piani di conciliazione col mondo moderno per un nuovo ordine mondiale religioso, a lui affidato in vista del suo operato ecumenista in Oriente. Dom Lambert Beauduin, ecumenista in capo, disse nel 1958: “Se eleggessero Roncalli papa tutto sarà salvo; egli potrà convocare un concilio e consacrare l’ecumenismo… abbiamo la nostra chance; i Cardinali, nella maggior parte, non sanno cosa devono fare. Sono capaci di votare per lui” (Sodalitium, n. 28, p. 20). Infatti, Roncalli divenuto Giovanni 23 dirà: “Il metodo di Dom Lambert è quello buono”, nominando pubblicamente la rivista Irenikon di Beauduin e passando alla promozione ecumenista, che implica la parità tra le chiese.  In seguito non solo censurerà il Segreto, ma l’intervista della Veggente Lucia a Padre Fuentes prima della morte di Pio XII, sull’imminente scatenamento diabolico.
Nessuno si sarebbe accorto della devastante infiltrazione massonica nella Chiesa attraverso il giocondo Roncalli? Purtroppo non risultano denunce pubbliche a proposito, ma la questione era conosciuta. Lo testimonia una lettera dell’influente cardinale Tisserant a un prete professore di Diritto canonico, dove dichiara illegittima l’elezione di Roncalli, che, secondo dice, è stata voluta e preparata da forze estranee allo Spirito-Santo (cf. ‘Vita’, 18.9.77, Nichitaroncalli, p. 57)”.
Le conseguenze dell’elezione di Roncalli non furono ancora vagliate nella loro portata demolitrice della Fede; come segno della peste che infesta la Cristianità e la uccide per opera dei suoi successori.
Oggi il nuovo Vaticano è giunto addirittura a beatificare l’«untore», invertendo il criterio evangelico del “li conoscerete dai frutti”; perché non c’è dubbio che la Chiesa del Vaticano 2 da allora è segnata, come loro stesso dicono, dal marchio della demolizione e di un’infiltrazione crescente di fumo satanico. La repressione rimase riservata al mondo cattolico tradizionale e al Segreto di Fatima, nella cui visione i testimoni cattolici, appaiono “eliminati”.
Tutto perché il senso cristiano della storia e perciò della profezia di Fatima per i nostri tempi, insomma della fede della Chiesa, che sono in senso irriducibilmente opposto alla visione modernista del nuovo ordine mondiale, è stato raggirato.
Sorgeva così una nuova chiesa tesa alla riconciliazione col mondo che, a scapito della fede, condiziona tutto al segno di Mammona. In tal modo è giustificata la completa separazione del mondo spirituale da quello civile; un nuovo mondo che si vuole senz’anima; un’amputazione nel cuore della Cristianità operata dallo spirito che prima aveva sovvertito i modernisti del marchio di Roncalli, divenuto Giovanni 23, e oggi impera nella Roma conciliare.
Passati vari decenni da questo fatto, molti sono i cattolici perplessi di fronte alla mutilazione della storia del Cristianesimo, ma sono ancora pochi a capire la parte decisiva del Vaticano 2 nella rovina.
La rivoluzione conciliare, oscura metamorfosi religiosa, si svela, come già visto, nelle parole della stessa gerarchia conciliare i cui membri, al contrario di quanto hanno insegnato i Papi, non solo riconoscono l’ideale generoso delle rivoluzioni e la pro­fonda religiosità di Lutero, ma ritengono i frutti di tali ribellioni – persecuzioni, scristianizzazione del mondo, genocidi, immoralità sociale – errori accidentali e non intrinseci al processo rivoluzionario; dicono che la solidarietà rivoluzionaria fa avanzare il mondo verso il nuovo ordine di giustizia e pace smarrito dall’intransigenza cattolica!
I piani del Canonico Roca vedono il loro compimento! “Tutto ciò si completa nell’importante libro del massone Yves Marsaudon: L’Oecuménisme vu par un Franc-Maçon de Tradition, che egli ha dedicato, in termini ditirambici, a Giovanni XXIII, “che dovrà servire a costruire un ponte tra Chiesa e Massoneria” [perché:] “La distruzione della Chiesa non è più l’obiettivo verso il quale si tende; ma si cerca di servirsene, penetrandovi “. “Con Giovanni XXIII si è fatto il primo passo. Con tutto il cuore ci auguriamo che la rivoluzione di Giovanni XXIII abbia a continuare… ‘ (Arcivesc. Rudolf Graber, Athanasius, p. 46)”.
Il nome della Russia nel Messaggio di Fatima
Oggi si può capire che non sarà mai valutata abbastanza la presenza del nome Russia nella Profezia della Madonna di Fatima.
All’inizio quel nome, sconosciuto ai pastorelli, fu motivo di sorpresa: cosa significava Russia, forse una donna cattiva di capelli rossi. Forse l’asina russa dello zio Joaquim. In tal modo rimaneva evidente che i bambini non si erano inventati quel nome, attestando così l’autenticità delle parole rivelate. Quanto agli errori sparsi dalla Russia, ci può essere dubbio che si trattava della rivoluzione comunista scoppiata giorni dopo l’ultima apparizione del 13 ottobre 1917? Ma perché la Profezia si occupava della Russia e non degli Stati Uniti d’America, intervenuti allora per “spareggiare” in Europa la Grande Guerra del 14-18, che pareva un massacro senza fine? E perché nella previsione della “Guerra peggiore”, del 39-45, non vi era menzionata la Germania, il cui potere distruttivo aveva superato di molto quello dell’Unione Sovietica? Tali poteri si sono pure combattuti, ma resta che il loro nemico comune era uno solo: la Cristianità.
Oggi, a profezia sospesa nelle sue promesse, quale altro nome rimane legato al futuro del Cristianità se non quello della Russia, che si convertirà? Quando, in un’Europa miseramente ecumenista, a immagine e somiglianza degli USA, la Cristianità già duramente colpita dalle grandi guerre è in agonia, qual è la nazione che si risveglia, dopo aver tanto sofferto la tirannide di un impero ateo, alzando le antiche icone? Quale il popolo che avendo… “conservato nascoste le proprie icone mariane in attesa di tempi migliori… ”, come previsto da Papa Pio XII consacrando la Russia al Cuore Immacolato di Maria il 31 ottobre del 1942, ora le porta in processione come testimonianza di una Cristianità insopprimibile?
Russia – un futuro impero cristiano?
È bene ricordare che nel campo della politica, poiché la pace è la tranquillità nell’ordine (Sant’Agostino), il piano ideale di pace dev’essere ordinato al diritto naturale e divino e questo, a sua volta, dev’essere sostenuto da un potere terreno. Sant’Agostino a tale riguardo riconosceva l’importanza della preservazione dell’Ordine Romano. Oggi, nei tempi della grande apostasia, a quale impero un cristiano dovrebbe rivolgere do sguardo? A quello del nuovo ordine ecumenista americano; potere senza frontiere reali, giustificato dall’utopismo massone delle nazioni unite?
Sarà sorprendente per i laici, ma non per i cattolici che conoscono il Messaggio di Fatima, sapere che esso racchiude un piano divino per i nostri tempi dove figura il nome della nazione legata alla pace mondiale: la Russia convertita alla Chiesa. Tale piano, che porta i segni della saggezza divina, non dovrebbe guidare i piani dei cattolici per il bene del mondo? Il vero ecumenismo non riguarda forse, più che altro, il dialogo Roma-Mosca? Non è quanto avevano in mente i papi dei secoli passati?
La conversione della Russia. Ecco la “politica” fatta dimenticare dalla deprecabile operazione conciliare, a favore di un nuovo ordine ecumenistico mondiale. Oggi, anche senza considerare la sua eccelsa origine essa s’impone per il suo realismo storico. È ora, quindi, che anche i cattolici che non hanno compreso l’importanza per il mondo della “politica”, trasmessa dai pastorelli di Fatima, rivedano la storia recente, per capirla. È l’offerta per il bene dell’umanità, che ha per parola chiave “conversione”, invito che alla fine prevarrà sull’indifferentismo di questa rovinosa insidia ecumenista, trasmessa da pastori conciliari illuminati da bagliori infernali.
Tanto male non è divenuto possibile solo a causa di questi preti deviati, ma perché il «mondo cattolico» li ha riconosciuti come papi (vedi «Segredo di Fátima o perfídia a Roma?).
E ora, affinché la Russia si converta, prima si dovrà convertire la stessa Roma, cacciando i pestiferi liquami conciliari; tornando a essere la Roma profondamente mariana voluta da Dio.


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1 commento:

  1. Preghiamo insieme:
    O Signore Dio, Uno e Trino, Padre, Figlio e Spirito Santo, in questi ultimi tempi della storia, in cui l’Abominio della desolazione sta nel luogo santo ch’è la Chiesa, nella persona di un falso tuo vicario ritenuto vero Papa, e dove, per l’apostasia generale e la perdita della Grazia, si assiste impotenti al dilagare dell’iniquità e al pullulare dei falsi profeti, concedi a noi, tuoi servi, secondo la Tua promessa e per l’intercessione di Maria Santissima, di abbreviare questi giorni con la Tua venuta in veste di giudice supremo. Perché non tutti si perdano, il maggior numero si salvi e sia fatta piena giustizia, t’imploriamo che si avvii un iter per la convocazione di un concilio degli ultimi tempi, per l’elezione di un vero papa cum degnitate.

    Per Cristo Nostro Signore. Amen


    Vincenzo Russo sedevacantista apocalittico il tachione@alice.it

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