ACTA APOSTATICAE SEDIS : come, cambiando un po' qua e un po' la, si può cambiare tutto...

sabato 7 aprile 2012

SABATO SANTO



Il Sabato Santo è il Sabato di Maria. Ella lo vive nel dolore illuminato da una fede purissima. Ed è lei che sorregge i discepoli dispersi e anche delusi e disorientati.
In lei e con lei sono le nostre attese e le nostre speranze, il nostro commino nella fatica e nella gioia, nel dolore e nella fiducia, nelle domande su chi siamo e dove stiamo andando insieme alla nostra Chiesa che amiamo.

Insieme a Maria, l'attesa è silenziosa e dolente, ma piena di Speranza. Quel sacro silenzio che accompagna e avvolge i momenti più gravi e intensi come questo tempo sospeso ma comunque santificato dall'Azione di Dio, il Dio nascosto e silenzioso, che ci si rivela nel suo agire e nel nostro agire-con-lui. Un tempo che segue e prelude il Fatto più dirompente della Storia: la Croce e la Risurrezione, che prepara l'Ottavo giorno, quello della Creazione Nuova, il giorno eterno del Signore.

È questo il silenzio, l'attesa, la speranza e la gioia di cui siamo testimoni.

http://chiesaepostconcilio.blogspot.com/2012/04/sabato-santo-silenzio-e-attesa.html


Pontifex.Roma




Non ci sono riti oggi: la Chiesa rivive il mistero della sepoltura di Gesù - Sabbato sancto - "Ecclesia ad sepulcrum Domini immoratur, passionem eius et mortem necnon descensum ad inferos meditando, eius resurrectionem ieiunio et oratione expectando. Hac die Ecclesia ab Eucharistiae celebratione omnino abstinet". Oggi non si fa celebrazione alcuna: la Chiesa rivive il mistero della sepoltura di Gesù. Sembra che la storia di Gesù sia finita. Ma come recita il "Credo" - egli discende agli inferi: a premiare la speranza degli antichi giusti. Il Sabato santo, la Chiesa sosta presso il sepolcro del Signore, meditando la sua passione e morte, astenendosi dal celebrare il sacrificio della Messa fino alla solenne Veglia o attesa notturna della risurrezione. L'attesa allora lascia il posto alla gioia pasquale, che nella sua pienezza si protrae per cinquanta giorni. Da un’antica "Omelia sul Sabato Santo" - Che cosa è avvenuto? Oggi sulla terra c’è grande silenzio, grande silenzio e solitudine. Grande silenzio perché il Re dorme: la terra è rimasta sbigottita e tace perché il Dio fatto carne si è addormentato e ha svegliato coloro che da secoli dormivano.

Dio è morto nella carne ed è sceso a scuotere il regno degli inferi. Certo egli va a cercare il primo padre, come la pecorella smarrita. Egli vuole scendere a visitare quelli che siedono nelle tenebre e nell’ombra di morte.
Dio e il Figlio suo vanno a liberare dalle sofferenze Adamo ed Eva che si trovano in prigione. Il Signore entrò da loro portando le armi vittoriose della croce.
Appena Adamo, il progenitore, lo vide, percuotendosi il petto per la meraviglia, gridò a tutti e disse: «Sia con tutti il mio Signore».
E Cristo rispondendo disse ad Adamo: «E con il tuo spirito».
E, presolo per mano, lo scosse, dicendo: «Svegliati, tu che dormi, e risorgi dai morti, e Cristo ti illuminerà. Io sono il tuo Dio, che per te sono diventato tuo figlio; che per te e per questi, che da te hanno avuto origine, ora parlo e nella mia potenza ordino a coloro che erano in carcere: Uscite!
A coloro che erano nelle tenebre: Siate illuminati!
A coloro che erano morti: Risorgete!
A te comando: Svegliati, tu che dormi! Infatti non ti ho creato perché rimanessi prigioniero nell’inferno. Risorgi dai morti.
Io sono la vita dei morti. Risorgi, opera delle mie mani!
Risorgi mia effige, fatta a mia immagine! Risorgi, usciamo di qui!
Tu in me e io in te siamo infatti un’unica e indivisa natura. Per te io, tuo Dio, mi sono fatto tuo figlio. Per te io, il Signore, ho rivestito la tua natura di servo. Per te, io che sto al di sopra dei cieli, sono venuto sulla terra e al di sotto della terra. Per te uomo ho condiviso la debolezza umana, ma poi son diventato libero tra i morti. Per te, che sei uscito dal giardino del paradiso terrestre, sono stato tradito in un giardino e dato in mano ai Giudei, e in un giardino sono stato messo in croce.
Guarda sulla mia faccia gli sputi che io ricevetti per te, per poterti restituire a quel primo soffio vitale.
Guarda sulle mie guance gli schiaffi, sopportati per rifare a mia immagine la tua bellezza perduta.
Guarda sul mio dorso la flagellazione subita per liberare le tue spalle dal peso dei tuoi peccati.
Guarda le mie mani inchiodate al legno per te, che un tempo avevi malamente allungato la tua mano all’albero.
Morii sulla croce e la lancia penetrò nel mio costato, per te che ti addormentasti nel paradiso e facesti uscire. Eva dal tuo fianco.
Il mio costato sanò il dolore del tuo fianco. Il mio sonno ti libererà dal sonno dell’inferno. La mia lancia trattenne la lancia che si era rivolta contro di te. Sorgi, allontaniamoci di qui. Il nemico ti fece uscire dalla terra del paradiso. Io invece non ti rimetto più in quel giardino, ma ti colloco sul trono celeste.
Ti fu proibito di toccare la pianta simbolica della vita, ma io, che sono la vita, ti comunico quello che sono. Ho posto dei cherubini che come servi ti custodissero. Ora faccio sì che i cherubini ti adorino quasi come Dio, anche se non sei Dio.
Il trono celeste è pronto, pronti e agli ordini sono i portatori, la sala è allestita, la mensa apparecchiata, l’eterna dimora è addobbata, i forzieri aperti. In altre parole, è preparato per te dai secoli eterni il regno dei cieli».
Cristo per noi si è fatto obbediente sino alla morte, e alla morte di croce. Per questo Dio lo ha innalzato, e gli ha dato il nome che è sopra ogni altro nome.
Pubblicazione a cura di Carlo Di Pietro
Fonte: http://liturgia.silvestrini.org/commento/2012-04-07.html
http://www.pontifex.roma.it/index.php/santi/45-santi/11285-7-aprile-2012-sabato-santo

Il Sabato Santo e la vittoria di Cristo

(di Massimo Viglione) Il Sabato santo è il giorno dell’inganno per le forze delle tenebre. Pensano di aver vinto il Creatore della vita, di averlo ucciso, e, nell’abisso della loro patetica malizia, mettono due ridicole guardie davanti al Sepolcro. Non pensavano che avevano le ore contate, che la loro vittoria sarebbe finita di lì a poco travolta dalla forza infinita della Potenza creatrice della vita.
Mentre chi Lo aveva ucciso il giorno prima pensava (magari con una sorda inquietudine interiore) di aver risolto il problema di Dio, Dio scendeva negli inferi, e in tal maniera riportava, ancor prima della Sua Resurrezione in questo mondo, due vittorie eterne sulle tenebre: 1) ribadiva che Egli è il Padrone anche dell’inferno ed è Dio anche del suo orribile perenne usufruttuario; 2) liberava per sempre i giusti di tutti i secoli trascorsi.
Oggi siamo al Sabato santo. E pensano nuovamente di aver vinto.
Molti urlano “Dio è morto”, “lo abbiamo ucciso noi”. Anzi, “Dio non è mai esistito”, come urlò Friedrich Nietzsche. Mentre ridono, urlano, si sollazzano di parole di inganno, di furti e di omicidi, si inabissano nella follia della lussuria senza confini e dell’odio sguaiato dell’invidia e della superbia, mentre tramano per sovvertire l’ordine del creato e se possibile distruggere il creato stesso e anzitutto l’uomo, non sanno, come non sapevano allora gli ebrei, che oggi è Sabato santo.
Incoscienti e illusi. Questi sono i giorni, le ore, i minuti, di decidere da che parte stare, se con gli apparenti “padroni del mondo” o con Maria, le pie donne e gli apostoli in attesa della immancabile Resurrezione.
Oggi il mondo e in particolare la Chiesa vivono le ore della più tenebrosa e lancinante passione. E molti urlano, sguaiatamente o elegantemente, che Dio è morto. E vivono come se fosse morto.
Per poter risorgere occorre morire e dopo la morte arriva una nuova vita perennemente vittoriosa. Ma Cristo è già morto ed è già risorto una volta per sempre. Viviamo quindi questo Sabato santo, di oggi e dei nostri tempi, con la gioia della speranza incrollabile che ogni minuto che passa avvicina, domani, il giorno della Giustizia.

http://www.corrispondenzaromana.it/il-sabato-santo-e-la-vittoria-di-cristo/


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