ACTA APOSTATICAE SEDIS : come, cambiando un po' qua e un po' la, si può cambiare tutto...

giovedì 21 giugno 2012

MEDJUGORJE E LA "PROFONDA MARIOLOGIA" DI GOSPA, PADRE LIVIO E MARIJA

Pontifex.RomaPremetto di non essere filosofo, né teologo, né tantomeno mariologo e di fare mie le parole di Gamaliele in At 5, 38-40. Tuttavia come semplice cattolico “della strada” non riesco a reprimere dubbi e perplessità sui fatti di Medjugorje specialmente in questi ultimi tempi in cui la Gospa sembra dilagare sui grandi mezzi di comunicazione per merito di famosi personaggi e con lusinghieri risultati (la storia dirà a favore di chi). Il mio scetticismo su questi fatti discende da tante anomalie che emergono dai messaggi, resoconti, interviste, dichiarazioni e comportamenti dei veggenti di Medjugorje e da eventi straordinari di cui sono stati testimoni o direttamente coinvolti. Per ora mi limito ad evidenziare quelle rilevate in una delle interviste a Marjia da parte di padre Livio precisamente quella in data 27 febbraio 1998, nella quale viene presentata una Gospa a dir poco originale; una Gospa che “bacia, e abbraccia”; “che impone,fisicamente, le mani sulla testa dei presenti (i veggenti la imitano sacrilegamente, clicca qui)”; che fa “sentire il suo corpo come ognuno di noi”; una Gospa che “è un'amica alla quale si racconta tutto”; che “lascia liberi di sbagliare” senza battere ciglio; che ha sbalzi d'umore e che “si mette a ridere (?) quando è contenta”; una Gospa alla quale Jakov per soddisfare la curiosità della gente “vuole alzare il vestito per vedere se ha le scarpe”; una Gospa che si mette a pregare in una lingua misteriosa, quella “materna”; una Gospa davanti alla quale i veggenti “si mettono a litigare per presentare le proprie richieste”; che “benedice come i sacerdoti” e che il messaggio più importante che da è quello di “dimostrare di esistere”.

Ma ciò che mi ha lasciato veramente di stucco è la parte finale dell'intervista, svolta in modo teatrale tra applausi e risate, che riporto integralmente. Ognuno, poi, tragga le proprie conclusioni.
Padre Livio (rivolto a Marjia): “... Sai, il primo e più importante messaggio di Medjugorje è che la Madonna c'è, è viva ed è in mezzo a noi: la mia esperienza è stata proprio questa quando sono venuto a Medjugorje per la prima volta. Era una sera invernale di marzo 1985 e si celebrava la S. Messa delle ore 18. Eravamo ancora in pieno regime comunista. Prima della S. Messa ecco aprirsi la porta della stanzetta di fronte alla sacrestia dove voi avevate l'apparizione, dalla quale ho visto spuntare fuori il tuo bel viso sorridente che mi ha salutato. Durante quella S. Messa ho avuto la grazia di essere certo che la Madonna appariva davvero ed era presente. E questo è il ragionamento che ho fatto, come in una luce interiore piena di certezza: Qui c'è la Madonna, dunque il cristianesimo è l'unica religione vera. Infatti se c'è la Madonna, allora tutto è vero ciò che riguarda Gesù Cristo e la religione cristiana. Questo è quanto ho capito in un lampo di luce e che per me è stato molto importante (il corsivo è mio). (Per un'analisi approfondita su questa profonda considerazione post-vocazionale leggasi questo articolo).
Marjia: “meno male che eri un sacerdote!
Padre Livio: capisci Marjia che per me è stata una grande grazia...
Marjia: Io quando ho aperto la porta mi sono detta: AH,AH,AH... L'ABBIAMO CUCCATO...
Padre Livio, ci pensi bene. Forse non è stata solo una battuta!
(Sintesi tratta da: Catechesi giovanile di Radio Maria del 27 febbraio 1998)
Alberto U.

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