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venerdì 19 ottobre 2012

CHIESA CATTOLICA E MEDJUGORJE, QUANTE COMMISSIONI E INTERVENTI ECCLESIASTICI?

Pontifex.RomaAlla fine di giugno 1981 la notizia riguardante le “apparizioni della Madonna” a Medjugorje ha cominciato a divulgarsi tramite i mass-media. A metà agosto dello stesso anno, dopo il discorso con i cosiddetti veggenti a Medjugorje, il 21 luglio, il vescovo di Mostar-Duvno, nella prima Dichiarazione ha messo in evidenza il fatto che in ogni caso rimane la domanda più difficile di risoluzione: stabilire cioè se si tratta di una ”esperienza soggettiva dei ragazzi o di qualcosa di soprannaturale” (O. P., p. 192). Anche se più volte ha informato il Papa e la Santa Sede su diverse voci circa Medjugorje, il vescovo ha ritenuto necessario costituire una commissione diocesana per esaminare tali avvenimenti. A - La Curia vescovile a Mostar Prima Commissione ecclesiastica (1982 - 1984) Mons. Žanic ha costituito la prima commissione l’11 gennaio 1982 che ha operato fino al 1984. (O. P., p. 43). Era composta da quattro teologi, 2 preti diocesani e 2 religiosi.
Nuove conoscenze del vescovo.
Quando ancora la commissione non si era neppure riunita, il 14 gennaio 1982 si verificò un avvenimento che ha segnato l’atteggiamento costante del vescovo. Quel giorno tre “veggenti” si recarono a Mostar con il “messaggio” della Madonna. Questa diceva al vescovo di essersi “precipitato” circa il “caso erzegovinese”, nel chiedere lo spostamento dei due cappellani francescani che facevano disordine a Mostar. Il vescovo, che in vita sua ha tanto venerato la Madonna con numerose devozioni e pellegrinaggi, quando ha sentito che la visione di Medjugorje lo accusava del disordine creato dai religiosi nelle parrocchie, che no lo riconosceva come devoto figlio della Chiesa e della Madonna stessa, a cui lui, invece, un anno prima, nel settembre 1980, aveva dedicato la cattedrale di Mostar, intitolandola Madre della Chiesa e quando ha sentito che la visione difendeva i religiosi disubbidienti, che lottano contro il funzionamento di questa stessa cattedrale, ha messo in dubbio i “messaggi” e le “apparizioni” a Medjugorje. Nonostante tutto la commissione ha continuato a svolgere con il suo lavoro.
Grande segno. La commissione ha conversato tre volte con i veggenti Il terzo incontro ha portato qualche frutto nel 1982. Su richiesta del vescovo la commissione ha proposto ai “veggenti” di scrivere, in due copie, di quale “grande segno” si trattasse, quello da loro annunciato, e quando esso sarebbe accaduto. La risposta doveva essere consegnata in due buste sigillate. Una doveva essere custodita da loro e l’altra sarebbe andata alla Curia. Nel caso in cui il “grande segno” si sarebbe avverato, le buste sarebbero aperte e la verità confermata. Cinque dei “veggenti” hanno rifiutato la richiesta perché la Madonna glielo avrebbe vietato. Il seminarista Ivan ha però risposto alla richiesta per iscritto, precisando che la Madonna a lui non aveva vietato di rispondere alle domande. La sua risposta è più che fuori luogo. Insieme a questo “grande segno”, mai avvenuto fino ad oggi, ci sono molti altri inganni e menzogne.
Risposta alla Santa Sede. Nel novembre 1983 la Congregazione per la dottrina della fede ha chiesto al vescovo se la Commissione fosse arrivata a qualche conclusione. Il vescovo Žanic ha scritto una relazione circa il caso erzegovinese e medjugoriano e ha poi inviato al cardinale Ratzinger. Nella conclusione il vescovo si interroga sulle “apparizioni” chiedendosi:
Sono da Dio? - La “Madonna” di Medjugorje ha portato disordine e discordia più di prima! Per cui non vede come poter accettare che tutto questo sia da Dio.
È dal diavolo? - Accetta con difficoltà quest’ipotesi, anche se non la esclude.
È forse un inganno questo? – Ciò che è sicuro è che sin dall’inizio i ragazzi dicono delle bugie. Qualche volta è chiaro che dicono quello che sentono dai frati, in particolare per quanto riguarda il “caso erzegovinese”. Il vescovo ha comunque deciso di aspettare la decisione della Commissione e il termine delle “apparizioni”. Egli inoltre ha atteso per 17 anni, ma ha avuto modo di vedere prima la Madonna in cielo, 11 gennaio 2000, che il termine delle “apparizioni” a Medjugorje.
Seconda Commissione allargata (1984 - 1986)
Nel 1984 mons. Žanic ha deciso di allargare la prima commissione. Si è rivolto a tutte le facoltà teologiche della Jugoslavia e ha chiesto il permesso ai superiori di singoli religiosi perché fosse possibile la loro partecipazione. La seconda Commissione era composta da quindici membri: 12 sacerdoti e tre esperti in medicina. Si sono riuniti sette volte. La prima delle quali a Mostar nel marzo 1984, e l’ultima a Mostar nel maggio 1986, con cui la Commissione ha terminato i lavori. I membri avevano votato per la formula: Non constat de supernaturalitate (11 per, 2 contro, 1 accetta “in nucleo”, 1 astenuto). La Commissione ha preparato il piano della “Dichiarazione” in cui sono riportate le “affermazioni inaccettabili” e “dichiarazioni bizzarre” attribuite alla misteriosa visione. La Commissione si è pronunciata dicendo che non era necessaria un’ulteriore indagine e il rimandato il giudizio ufficiale alla Chiesa. Il vescovo ha riferito il tutto alla Conferenza episcopale ed alla Santa Sede, e ha informato i fedeli nella predica tenuta a Medjugorje nel 1987 (O. P., pp. 47-50). È significativo l’atteggiamento negativo espresso dal vescovo che nel 1990 ha riassunto in 28 punti circa la falsità delle apparizioni soprannaturali (O. P., p. 196). Mons. Žanic all’inizio di agosto del 1993 ha lasciato la guida della diocesi al suo successore il quale ha continuato a mantenere immutata la sua posizione.
B - Conferenza episcopale della Iugoslavia
I vescovi della Jugoslavia sono intervenuti due volte, nel 1984 e nel 1985 a richiamare i sacerdoti e i fedeli, circa gli avvenimenti di Medjugorje, esortandoli ad attendere le valutazioni delle autorità ecclesiastiche che si sarebbero pronunciate dopo approfondite indagini. A non organizzare pellegrinaggi come se la “Chiesa avesse già riportato un giudizio positivo su tali avvenimenti (O. P., p. 193).
Terza Commissione (1987 - 1990)
Nel gennaio del 1987 su indicazione della Congregazione per la dottrina della fede è stata resa nota la comunicazione del cardinale Kuharic e del vescovo Žanic con cui è stata annunciata la Commissione e con cui i fedeli sono stati esortati a non organizzare pellegrinaggi attribuendo carattere soprannaturale agli avvenimenti di Medjugorje (O. P., p. 196). Facevano parte della Commissione 11 sacerdoti (6 religiosi, 5 diocesani), 4 medici e psicologi e una religiosa come segretaria. La Commissione ha avuto 23 sessioni a Zagabria nel Segretariato della Conferenza episcopale. La prima sessione si è tenuta nell’aprile del 1987, e la 23esima nel settembre del 1990. La terza Commissione ha svolto il suo lavoro sia basandosi sui risultati della Commissione precedente sia ex novo. Tutto si è svolto sotto giuramento e le comunicazioni non sono state rese note al pubblico. I risultati del loro lavoro, durato 4 anni, sono stati presentati ai membri della Conferenza episcopale a Zagabria nel 1990. La discussione alla Conferenza episcopale, circa le “apparizioni”, è stata condotta in quattro riprese: 25 aprile, 9 ottobre e 27 novembre 1990, e la Dichiarazione su Medjugorje è stata votata a Zara il 10 aprile 1991: 19 vescovi erano per la Dichiarazione, un astenuto.
La Dichiarazione dice: "Durante la sessione regolare della Conferenza episcopale iugoslava a Zara, 9 – 11 aprile 1991, è stata riportata la seguente"
DICHIARAZIONE
In base alle indagini eseguite finora non si può affermare che si tratti di apparizioni e rivelazioni soprannaturali. Ma numerosi incontri dei fedeli da varie parti del mondo che vengono a Medjugorje spinti da motivi religiosi e altri richiedono l’attenzione e cura pastorale prima di tutto del vescovo diocesano, e con lui anche degli altri vescovi per promuovere a Medjugorje e quanto legato ad esso, una sana devozione verso la Beata Vergine Maria, conforme all’insegnamento della Chiesa. A tale fine i vescovi avrebbero pubblicato delle direttive liturgico-pastorali idonee. Avrebbero seguito e esaminato tutti gli avvenimenti di Medjugorje anche dopo.
Zara, 10 aprile 1991. Vescovi della Jugoslavia” (O. P., p. 197).
Aggressione. Poi è avvenuta l’aggressione sulla Croazia e sulla BiH. Con la formazione dei nuovi stati, col tempo si sono formate anche le Conferenze episcopali. Nonostante la Dichiarazione della CEJ Non constat de supernaturalitate, cioè che non si può dichiarare che si tratti di apparizioni soprannaturali a Medjugorje, i seguaci di tali fenomeni costantemente affermano che la “Madonna appare”. Se la nostra Conferenza episcopale, al contrario di tanti curiosi visitatori a Medjugorje, di tanti racconti ed entusiasmi carismatici, ha avuto il coraggio di affermare, in base ad una seria, solida e competente indagine, che a Medjugorje non c’è dimostrazione su presunte apparizioni soprannaturali, ciò significa che la Chiesa anche nel 20o secolo è “colonna e sostegno della verità” (1 Tim 3, 15) – (O. P., p. 151).
C - Interventi della Santa Sede
La Congregazione per la dottrina della fede è intervenuta quattro volte attraverso i suoi due segretari. E significativo anche l’intervento del cardinale Ratzinger. Mons. Bovone, nel 1995, avverte il segretario della CEI che non si organizzino pellegrinaggi ufficiali a Medjugorje. Mons. Bertone, nel 1995, scrive al vescovo di Langres, mons. Leone Taverdet, e nel 1996 ripete all’arcivescovo di Besançon, mons. Luciano Daloz, che si interessavano dell’atteggiamento della Santa Sede nei confronti di Medjugorje, come pure ripete nel 1998 a mons. Gilberto Aubry, vescovo di Réunion, che i pellegrinaggi - sia privati che ufficiali a Medjugorje, non sono permessi se presuppongono l’autenticità dell’apparizione, in quanto ciò sarebbe contrario alla dichiarazione della Conferenza episcopale iugoslava.
"Frei erfunden" del Card. Ratzinger. Quando nel 1998 un tedesco aveva raccolto le diverse affermazioni attribuite al Papa e al cardinale Prefetto e le ha mandate in Vaticano in forma di memorandum, il Cardinale, il 22 luglio 1988, ha risposto per iscritto: “Io posso dire soltanto che le affermazioni attribuite al Santo Padre e a me sono semplici invenzioni” - frei erfunden - (O.P., p. 283).
Conclusione. Non solo le affermazioni attribuite al Santo Padre e al card. Ratzinger sono “semplici invenzioni”, ma anche i tanti messaggi di Medjugorje attribuiti alla Madonna sono semplici invenzioni. Se la nostra fede è obsequium rationabile - servizio razionale a Dio, culto spirituale, sano e vero (Rom 12, 1), allora essa non può essere frutto della fantasia e dell’allucinazione di nessuno (O. P., p. 84). La Chiesa è competente nel dirci questo. Essa ha riportato il suo giudizio, dopo che, in suo nome, 30 tra sacerdoti e medici, scelti membri di tre commissioni, per 10 anni, coscienziosamente e competentemente in più di 30 sessioni hanno indagato il caso. Non uno ma 20 vescovi hanno affermato responsabilmente che non ci sono prove che dimostrano che si possa trattare di apparizioni soprannaturali a Medjugorje. Il cristiano, rispettoso di ambedue i principi - ratio et fides - si attiene a questo atteggiamento, convinto che la Chiesa non lo inganna. In riferimento a Medjugorje esiste il pericolo reale che la Madonna e la Chiesa si privatizzino, che la gente immagini la Madonna e la Chiesa secondo il proprio gusto, udito e disobbedienza; che non sottomettano il proprio giudizio alla Chiesa ufficiale, ma che costringono la Chiesa ufficiale a seguire e riconoscere le loro fantasie. I fedeli ingenui lasciano i pozzi di vere grazie nelle proprie parrocchie e vanno a Medjugorje oppure seguono i “veggenti” per il mondo, che, grazie anche alle “apparizioni” si sono esistenzialmente ben sistemati, almeno come scrivono i giornali. Ci sono almeno 6 - 7 comunità religiose o quasi, in fieri o già esistenti, di diritto diocesano oppure no, che dimorano a Medjugorje per volontà loro, senza sottomettersi alla Curia vescovile. Tali comunità sono più segno di disobbedienza che carisma di obbedienza in questa Chiesa!
Nella diocesi di Mostar-Duvno esiste il problema che negli ultimi anni si è giunti ad uno scisma. Almeno otto francescani, espulsi dall’Ordine OFM, e sospesi a divinis, si sono ribellati alla decisione della Santa Sede non permettendo il passaggio di alcune parrocchie dall’amministrazione francescana a quella diocesana. Hanno occupato con la forza almeno cinque parrocchie, svolgendo in esse tutte le attività pastorali. Assistono invalidamente alle celebrazioni del matrimonio, confessano senza il permesso necessario, hanno amministrato invalidamente la cresima ai giovani. Tre anni fa hanno invitato un diacono veterocattolico che si è spacciato per vescovo e che ha cresimato circa ottocento ragazzi in tre parrocchie, ecc. Due di loro hanno chiesto la consacrazione episcopale al vescovo veterocattolico svizzero, Hans Gerny, ma non ci sono riusciti. Quanti sacramenti nulli, disobbedienze, aggressioni, sacrilegi, disordine, irregolarità ma neppure un “messaggio” di quelle decine di migliaia di “apparizioni” è stato mandato per togliere questi scandali. Veramente strano!
La Chiesa, dal livello locale a quello supremo, dall’inizio fino ad oggi, dice con chiarezza e insistenza: Non constat de supernaturalitate: né pellegrinaggi che presuppongono il carattere soprannaturale dell’apparizione, né santuario della Madonna, né messaggi autentici, né rivelazioni, né apparizioni vere!
Le cose stanno così oggi. E come saranno domani? Nelle mani di Dio e sotto il manto della Madonna!
Sono seguite, fino ad oggi anno 2012, centinaia di altre dichiarazioni di condanna da parte di Conferenze, Cardinali, Vescovi e Sacerdoti. L'unico media che ha sempre sponsorizzato, in disobbedienza, le "apparizioni" di Medjugorje, è Radio Maria, già condannata da mons. Tarcisio Bertone. In basso trovi centinaia di documenti:

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