ACTA APOSTATICAE SEDIS : come, cambiando un po' qua e un po' la, si può cambiare tutto...

giovedì 1 novembre 2012

George e il drago.


 E un apologo sulla Chiesa futura

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Il cardinale Francis George, 75 anni, arcivescovo di Chicago e penultimo presidente della conferenza episcopale degli Stati Uniti, era tra i designati a partecipare al sinodo dei vescovi sulla nuova evangelizzazione, concluso lo scorso 28 ottobre.
Ma non vi ha preso parte perché sofferente di nuovo per un tumore, come già alcuni anni fa.
Che cosa avrebbe detto nell’aula del sinodo, se presente?
L’ultima delle “column” che egli scrive ogni settimana sul giornale della sua arcidiocesi, il “Catholic New World”, sembra proprio rispondere a questa domanda.
Essa ha per titolo “La parte sbagliata della storia” ed è una tagliente critica – dalla parte di Cristo – di quel moderno drago che è la deriva secolarista che investe la società occidentale.

Eccone qui di seguito i passaggi centrali, che muovono da un diretto riferimento alle elezioni presidenziali americane, per poi spaziare all’Occidente e al mondo.
Con un istruttivo apologo sul futuro della Chiesa.
*
L’APOLOGO DEI QUATTRO VESCOVI
di Francis George
[...] L’attuale campagna politica ha portato allo scoperto nella nostra vita pubblica il sentimento antireligioso, in gran parte esplicitamente anticattolico, che sta crescendo da decenni nel nostro paese. La secolarizzazione della nostra cultura è un problema ben più ampio delle cause politiche o dei risultati della presente campagna elettorale, per quanto importante sia.
Parlando alcuni anni fa a un gruppo di preti, senza alcun riferimento all’attuale dibattito politico, ho cercato di esprimere in un modo fin troppo drammatico ciò a cui può portare una completa secolarizzazione della nostra società. Stavo rispondendo a una domanda e non ho mai trascritto ciò che dissi, ma le mie parole furono catturate dallo smart phone di qualcuno e ora circolano su Wikipedia e in altri angoli del mondo della comunicazione elettronica. Sono citato (correttamente) mentre dicevo che prevedevo per me di morire in un letto, per il mio successore di morire in prigione, e per il suo successore di morire come martire sulla pubblica piazza. Ma le citazioni omettono la frase finale che aggiunsi a proposito dell’altro vescovo che sarebbe succeduto al vescovo pensato come martire: “Il suo successore raccoglierà i detriti di una società in rovina e pian piano aiuterà a ricostruire una civiltà, come la Chiesa ha fatto tante volte nel corso della storia umana”. Ciò che dissi non è “profetico” ma è un modo per aiutare la gente a pensare al di là delle categorie usuali, che limitano e talvolta avvelenano il discorso sia privato che pubblico. [...]
L’inno non ufficiale del secolarismo, oggi, è “Imagine” di John Lennon, in cui siamo incoraggiati a immaginare un mondo senza religioni. Ma noi non dobbiamo immaginarlo un simile mondo; il XX secolo ci ha dato esempi terribili di tali mondi.
Invece di un mondo che vive in pace perché è senza religioni, perché non immaginare un mondo senza Stati nazione? [...] La più grande minaccia alla pace del mondo e alla giustizia internazionale è lo Stato nazione divenuto maligno, che pretende un potere assoluto, che prende decisioni e fabbrica “leggi” che esorbitano dalle sue competenze. [...]
Un mondo che si è allontanato da quel Dio che l’ha creato e redento corre inevitabilmente verso la rovina. È dalla parte sbagliata dell’unica storia che alla fine conta. Il sinodo sulla nuova evangelizzazione si è tenuto a Roma questo ottobre proprio perché intere società, specialmente in Occidente, si sono messe dalla parte sbagliata della storia. [...]
http://magister.blogautore.espresso.repubblica.it/2012/10/31/george-e-il-drago-e-un-apologo-sulla-chiesa-futura/

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