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venerdì 7 dicembre 2012

Cattomasso

LE EDIZIONI SAN PAOLO E IL SAGGIO SUI MAGI SCRITTO DAL MASSONE PANAINO

 di Francesco Colafemmina

Ormai non ci stupiamo più di nulla, neanche del fatto che le Edizioni San Paolo diano spazio nella propria collana biblica ad un saggio di Antonio Panaino, apprezzato professore d'iranistica ma anche direttore scientifico di HIRAM, rivista ufficiale del Grande Oriente d'Italia. Il saggio in questione è dedicato ai Magi e alla loro stella, non una pubblicazione casuale, dunque, ma un testo pubblicato in contemporanea con il nuovo libro del Santo Padre dedicato ai Vangeli dell'Infanzia.
Antonio Panaino è un massone professo, tanto è vero che il suo librò verrà presentato il prossimo 14 dicembre presso Villa il Vascello (sede del Grande Oriente d'Italia) alla presenza del Gran Maestro Gustavo Raffi. I massoni del GOI ci tengono a precisare che quella di Panaino è "la vera storia dei magi"!

Complimenti a Mons. Penna che va a Villa il Vascello!
Fin qui si potrebbe semplicemente rispondere, come ha fatto con me il responsabile del settore biblico delle Edizioni San Paolo, Marco Zappella (che ha addirittura richiesto tale saggio al professor Panaino - evidentemente non c'erano biblisti in grado di scriverne uno analogo) che: "il prof. Panaino è un’autorità indiscussa a livello internazionale nell’ambito dell’iranistica; se scorre il volume in questione, comproverà quanto la sua bibliografia è ampia e dotta; chi, dunque, meglio di lui poteva proporre al pubblico italiano un saggio di alta divulgazione sulla figura dei magi, che da quell’ambito provengono?".


Eh sì... chi meglio di lui!

Mi scrive ancora Zappella:

"A differenza di tanti biblisti cattolici, che nel tempo hanno messo e continuano a mettere in discussione la storicità dell’episodio dei magi, il nostro autore ne mostra invece la plausibilità e la valenza culturale (noi diremmo teologica); inoltre con ampiezza di dati mostra come quell’episodio abbia influito su scritti e credenze di un’area vasta che va dal Tago al Gange; e ciò non con il piglio dell’esoterista, ma con il piano argomentare dello studioso. Eravamo a conoscenza fin dall’inizio che il prof. Panaino è un massone professo: le assicuro che non ho mai sentito la necessità di intervenire sui contenuti o i toni del suo volume dunque, lo “scandalo” non sta nel fatto che «una casa editrice cattolica si presti a pubblicare testi di massoni professi», ma starebbe nel fatto che una casa editrice cattolica pubblicasse libri contenenti dati contrari alla fede cattolica oppure che una casa editrice seria come la nostra (o che tale aspira ad essere) pubblicasse un volume sui magi alla Dan Brown. La domanda dunque, a mio modesto avviso, andrebbe formulata nel modo seguente: c’è qualcosa di contrario alla fede in quel volume? qualcosa di oltraggioso al nostro credere? In tal caso sarebbe legittimo far seguire la domanda deplorativa: «da quando le edizioni San Paolo pubblicano testi» di tal fatta?"

Caro Zappella, si vede che il libro non l'ha proprio letto!

Cominciamo dalla "storicità dell'episodio". Panaino non la afferma affatto, anzi la nega riducendola ad un racconto simbolico:

"La stessa storicità della vicenda lascia molto a desiderare - e non a caso ci siamo già soffermati sulla inverosimiglianza del comportamento tenuto da Erode il Grande alla partenza dei magi -, anche la palese contraddittorietà tra messaggio cristiano e astrologia dovrebbe suscitare perlomeno dubbio o perplessità."(p.159).

Infatti:

"Bisogna avere senso della misura. Le verità di fede, o la fede stessa, non si giocano sulla corrispondenza biunivoca di una vicenda narrata nel vangelo e l'effettiva realtà storica." (pp.116-117).

E ancora:

"Sarebbe perciò inaccettabile procedere nella presunzione che, se il vangelo dichiara l'apparizione di una stella, noi saremmo costretti a trovare per forza tale corpo celeste e, qualora ciò non avvenisse o non fosse possibile, se ne dovrebbe dedurre l'infondatezza del vangelo stesso. Si tratta di un modo alquanto primitivo di affrontare questioni più alte e stupisce la rozzezza con cui tale approccio sia spesso evocato più o meno inconsciamente, con risultati estremamente discutibili, se non del tutto controproducenti." (p.122).

D'altra parte:

"Appare altresì evidente che tale vangelo sarebbe, di fatto, nato anonimo e che, di conseguenza, l'attribuzione a Matteo costituirebbe un fatto sostanzialmente tradizionale, ma non un dato inappellabile sul piano storico-filologico. In altri termini, l'identità dei redattori non è attribuibile con alcuna certezza." (p.35).

Dunque, mi pare evidente che non sia interesse di Panaino preservare la "storicità dell'evento". Da buon massone, infatti, il professor Panaino legge nel racconto evangelico una sofisticata reminiscenza sapienziale e simbolica pre o addirittura a-cristiana. Perché i vari elementi trattati tendono a dimostrare che i magi erano in realtà degli iniziati che, illuminati dalla stella, - analoga a quella fiammeggiante presente in ogni loggia - rappresentano il cammino dell'umanità, del singolo iniziato, verso l'illuminazione, verso una sapienza superiore e unificante capace di annullare le differenze culturali, sociali e religiose. Cristo in tale contesto appare come il grande iniziato, colui che è stato in grado di trasformare l'uomo in Dio, il metallo vile in oro: la meta dunque, la realizzazione del percorso iniziatico dei magi. E non a caso su di Lui, nella "sua casa" si ferma la stella fiammeggiante.

Panaino aveva già scritto nel 2006 un volume sui Magi - L'avrà riciclato per le Edizioni San Paolo?
Veniamo quindi al testo di Panaino. Come tutti i testi scritti da Massoni, anche questo saggio è costruito secondo una logica "iniziatica" e simbolica. Lancia infatti costantemente spunti di riflessione, allusioni, riferimenti lessicali o simbolici riconoscibili solo dal massone. E soprattutto non offre soluzioni, non prende posizioni, ma lascia la strada aperta a chi sa già percorrerla. Elemento cardine del testo è una lettura astronomico-esoterica del testo evangelico, dove al termine "en tei anatolei" (in oriente) non si dà l'accezione comune, ma il significato di "al levare". I Magi avevano visto la stella non in oriente, ossia nel luogo dal quale provenivano, ma al suo levare, avevano dunque letto una sorta di oroscopo metafisico di Gesù. Di qui una ridda di speculazioni sul significato di una stella che sorge. E al termine delle sue speculazioni, dopo una lettura simbolica di alcuni testi dei Padri della Chiesa secondo i quali la stella non sarebbe che un fenomeno spirituale, Panaino spiega:

"Nulla ci permette di asserire che dietro la stella dei magi vi fosse proprio tale astro o qualsiasi altro corpo celeste più o meno prestigioso. Se l'autore del vangelo di Matteo avesse veramente desiderato essere così preciso ed esplicito, avrebbe fatto uso di una terminologia più chiara ed efficace. La realtà testuale indica, invece, che l'ossessione dei moderni non rientrava affatto nella sua agenda, né rispondeva alle esigenze di pertinenza teologica che la pericope dei magi doveva veicolare." (p.148).

E allora? Panaino dice cosa la stella non rappresenterebbe, cosa "l'autore del vangelo di Matteo" non avrebbe voluto dire, ma non spiega cosa in realtà avrebbe voluto dire! Lo lascia però intendere:

" ogni individuo ha un'anima spirituale segnata dal cielo, e, per alcune dottrine, di fatto impregnata dagli influssi ricevuti durante le fasi di discesa dal cielo alla terra, attraverso le diverse sfere omocentriche dominate dall'influenza di diversi corpi astrali. A ciò si aggiungerà che la nascita di esseri straordinari, figure per così dire cosmico-storiche, sarebbe stata ulteriormente significata da fenomeni celesti straordinari (...)." (p.150).

D'altro canto è bene segnalare come lo stesso professore di iranistica smentisca che la storia dei magi abbia a che fare con la Persia: "L'associazione tra una stella cadente e una nascita miracolosa non risponde a un tema mitologico iranico. Ascrivere perciò la menzione o la scelta dei magi come protagonisti della natività di Gesù a un reale retroterra mazdaico, sarebbe, oltre che paradossale, un grave errore di prospettiva."(p.159).

Capito? Le Edizioni San Paolo chiedono all'iranista di scrivere un saggio sui magi e questi nega che i magi evangelici abbiano mai avuto a che fare con l'Iran!

Non vorrei però tediare il lettore con queste elucubrazioni. Veniamo al dunque. Per Panaino la storia dei magi è:

"un viaggio, quindi, che continua e che riserva sorprese eccezionali all'insegna dell'incontro e del dialogo, tra civiltà e culture diverse." (p.189).

Dialogo? What's? Già nell'introduzione, però, Panaino affermava:

"La narrazione dell'adorazione dei magi (...) si è arricchita di numerose elaborazioni (...) in un quadro che reca come cifra essenziale, a dispetto delle mutate condizioni storiche nel corso dei secoli, il tema del dialogo, del riconoscimento dell'altro, in uno scenario chiaramente aperto alla dimensione inter- e multiculturale." (p.9).

E poi, oltre:

"Mi auguro di poter suscitare in un ambito molto più largo di quello scientifico, interessi profondi sul tema del dialogo fra le religioni, uno dei veri segreti di questo testo evangelico (...)."  (p.12)

La chiave però è nella chiusa del volume. Una chiave di lettura potente, imprevedibile e diabolica:

"Infiniti i popoli e le vie, come incredibilmente molteplici le sintesi e le soluzioni, unica la stella e la sua luce infinita." (p.193).

E' evidente che la stella di cui parla adesso il "Fratello" Panaino è un'altra, è la stella fiammeggiante che campeggia in ogni loggia. E' il culto satanico al G.A.D.U.! E fa specie che le Edizioni Paoline si siano prestate ad un simile scherzo della Massoneria.


Ma, attenzione, fa specie che ora anche i Vescovi si prestino a propagandare le letture anticattoliche del testo evangelico, come ha fatto solo ieri - certamente in buona fede - il Vescovo di Città di Castello Mons. Domenico Cancian, invitato - pensate un po' - dal "Circolo Voltaire" a presentare il libro di Panaino assieme all'autore!

Le Edizioni San Paolo, intanto, dimostrano ancora una volta il livello di squallore di certa editoria cattolica, quella che impediva al sottoscritto di poter vendere il proprio saggio sulla chiesa di San Pio nelle proprie librerie, e che oggi, al contrario, pubblica addirittura un saggio di un'eminente figura del G.O.I..

Al termine di questo commento ho sulle labbra una sola parola: vergogna!

1 commento:

chiarastroppy ha detto...
ma un massone non è scomunicato latae sententiae?

La morale è sempre quella (fai merenda con girella): per un libro cattolico meglio andare alla Feltrinelli piuttosto che dalle Paoline, e qui chiudo 

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