ACTA APOSTATICAE SEDIS : come, cambiando un po' qua e un po' la, si può cambiare tutto...

sabato 8 dicembre 2012


Dallo scorso giugno molte cose sono cambiate attorno a Benedetto XVI. Anzitutto Bertone e Gänswein hanno fatto quadrato. Lo scorso 24 novembre è stato promosso arciprete della Basilica di San Paolo fuori le Mura lo statunitense James Michael Harvey dopo anni a capo della Prefettura. Fu Harvey a portare nel 2006 Gabriele nell'appartamento papale e la cosa ha evidentemente avuto un certo peso. In estate, invece, è stato congedato il vice di Harvey, il vescovo Paolo De Nicolò, che comunque aveva appena raggiunto l'età pensionabile di 75 anni. Al suo posto è arrivato come reggente della Casa il padre rogazionista Leonardo Sapienza. La nomina di Gänswein è un unicum nel suo genere. Nemmeno con Stanislaw Dziwisz Giovanni Paolo II era arrivato a tanto. Mantenendolo al suo fianco come segretario, Wojtyla l'aveva promosso non a prefetto ma a «prefetto aggiunto» della stessa Casa pontificia. Intorno al Papa, e in particolare al segretario di stato Tarcisio Bertone, ha preso sempre più peso il laico dell'Opus Dei Greg Burke. Da advisor della comunicazione della segreteria di stato, suggerisce le strategie comunicative migliori per non impantanarsi in inutili scandali. Viene anche da lui, come del resto dai cardinali che parallelamente al processo a Gabriele hanno condotto un'indagine sotto segreto pontificio su Vatileaks, la decisione di svolgere nel modo più serio ma insieme rapido possibile il processo a Gabriele e a Claudio Sciarpelletti, il tecnico informatico co-imputato con il maggiordomo del Papa. La volontà era quella di chiudere la partita il prima possibile in modo da non annacquare da una parte il Sinodo dei vescovi sulla nuova evangelizzazione di ottobre, dall'altra l'anno che Papa Ratzinger ha voluto dedicare alla fede, con gli anniversari capitali dei cinquant'anni d'apertura del Concilio Vaticano II e i venti della pubblicazione del Catechismo. E così è stato. I due processi si sono chiusi a tempo di record appena prima della promozione di Gänswein.
Vatileaks aveva portato in luce anche una certa difficoltà di governance all'interno dello Ior, la banca vaticana. Se è vero che il board dello Ior ancora non ha deciso il nome del nuovo presidente, è altrettanto vero che un'azione decisa è stata compiuta verso regimi di maggiore trasparenza. René Brulhart, ex direttore della Financial Intelligence Unit del Liechtenstein, definito il «James Bond della finanza» dall'Economist, è stato nominato nelle scorse settimane direttore dell'Autorità di informazione finanziaria che lavora per adeguare il Vaticano alle norme internazionali in materia di antiriciclaggio ed entrare, finalmente, nella «white list» dell'Ocse. Il giovane svizzero, appena quarantenne, ha preso il posto di Francesco De Pasquale, che dirigeva l'autorità da poco più di un anno. A favore di Brulhart ha giocato anche il fatto di non essere italiano. Come non italiano pare destinato a essere il nuovo presidente dello Ior.


Don Georg, un segretario "particolare"
Gli editoriali - Le opinioni
Scritto da Angela Ambrogetti   

Da qualche tempo don Georg era più tranquillo. Nelle occasioni pubbliche si notava che dopo la bufera iniziata a fine maggio per le vicende legate alla fuga di documenti dalla segreteria del Papa, al monsignore finalmente era tornato il sorriso. Non è certo stato facile per il primo segretario del Papa affrontare il fango che sul suo lavoro aveva gettato la vicenda “vatileaks”. Ora la nomina ad arcivescovo (tra l’altro con l’ex titolo del cardinale Bertello, Urbisaglia in provincia di Macerata) e Prefetto della Casa Pontificia lo rende ancora più saldamente vicino a Benedetto XVI. A dispetto di chi da tempo lo voleva in partenza per qualche diocesi tedesca. In effetti della nomina si cominciò a parlare proprio in primavera. Ad aprile in Vaticano si parlava di questa come imminente, forse per fine giugno. Poi è successo quello che è successo.
A scoprire il furto di documenti è stato proprio don Georg. Eppure era stato lui ad accettare che Paolo Gabriele divenisse Aiutante di Camera e che si occupasse anche un po’ di piccoli incarichi di segreteria. Ed era stato monsignor Harvey, oggi cardinale, a segnalare Paolo per questo incarico. Ma qualche segnale che Gabriele non fosse la persona adatta era arrivato dal suo predecessore Angelo Gugel. Nelle settimane di “affiancamento” per il nuovo arrivato Gugel aveva notato una certa distrazione e qualcosa che non andava. Ma si sa Angelo Gugel è stato, ed ancora, talmente perfetto nel suo incarico a fianco di Giovanni Paolo II per 27 anni e nel primo anno del pontificato di Benedetto XVI, che era difficile trovare qualcuno al suo livello. Così Paolo Gabriele entrò a far parte della Famiglia Pontificia godendo della fiducia del segretario del Papa.
In occasione della scoperta del furto dei documenti il Papa ha dato massima fiducia a Gaenswein, ed è stato lui a gestire la difficilissima situazione. Ha voluto essere interrogato nella istruttoria e testimoniare al processo. Non è certo stato facile. Don Georg del resto si è assunto le proprie responsabilità e ora che la parte fondamentale della vicenda è finita tutto può tornare a prima del 21 maggio. Benedetto XVI che ha subito confermato la fiducia nei suoi collaboratori più colpiti dalla vicenda “vatileaks”, ha voluto che ora sia don Georg a gestire la sua agenda, non solo privata, ma anche pubblica.
Al suo fianco il Segretario di Stato, il cardinale Bertone che il Papa continua a mantenere al suo posto nonostante i 78 anni compiuti il 2 dicembre scorso. Tra Gaenswein e Bertone non c’è un particolare affiatamento, ma entrambi sono assolutamente leali e fedeli al Papa. E questo non è poco. Il futuro arcivescovo, che negli anni ha saputo anche ritagliarsi un suo ruolo pubblico pur con perfetta discrezione, ha già diversi incarichi da seguire. Primo fra tutti quello di membro del Consiglio di amministrazione della Fondazione Ratzinger vaticana. La fondazione gestisce i diritti d’autore di Benedetto XVI e conferisce il Premio Ratzinger, chiamato “Nobel per la Teologia”.
Inoltre, insieme alla Stiftung tedesca segue l’attività dello Schulerkreis degli ex alunni del professor Ratzinger. Recentemente ad esempio, a settembre, Gaenswein è andato ad inagurare la casa- museo di Joseph Ratzinger a Ratisbona. La vecchia casa di Pentling è stata donata dal Papa alla Papst Benedikt XVI.-Stiftung, e un anno e mezzo fa il fratello del Papa ha consegnato le chiavi ai curatori del piccolo museo. Insieme a Gerhard Ludwig Müller, Prefetto della Congregazione per la dottrina della fede e curatore dell’ Opera Omnia di Joseph Ratzinger, don Georg era all’inaugurazione. E’ stato compito suo aiutare i curatori del museo a riprodurre in scala lo studio nel Palazzo Apostolico del Papa.
Gaenswein inoltre ha curato diversi libri tra i quali :“Benedetto XVI Urbi et Orbi” dedicato ai viaggi del Papa; “Cattolico. Sapere di prima mano cosa significa”, una raccolta di testi sulla fede e la Chiesa” e a marzo per l’ 85 esimo compleanno del Papa ha curato “Benedetto XVI, famosi sul Papa”, un collage di personaggi tedeschi famosi che raccontano il “loro” Benedetto XVI. Gaenswein nel febbraio del 2011 è stato insignito della Laurea Honoris Causa dell’Università di Perugia. Nella sua Lectio per l’occasione affrontò il tema del concordato con perizia canonistica e con alcune proposte interessanti come quella di una legislazione particolare per Roma città del Papa e della cristianità. Una passione speciale per la letteratura infantile. Oltre a “Perchè il Papa ha le scarpe rosse” un libretto di domande e risposte che a don Georg fecero i bambini di una scuole tedesca, Gaenswein ha curato la prefazione di “ Joseph e Chico” un libro per bambini dove il gatto di Ratzinger a Pentling racconta la vita del Papa per Bambini, e “ Il mistero di un piccolo stagno” fiaba illustrata appena uscita in libreria per i tipi della Lev.
http://www.korazym.org/index.php/home/29-le-opinioni/3347-don-georg-un-segretario-qparticolareq.html

Nessun commento:

Posta un commento

Nota. Solo i membri di questo blog possono postare un commento.