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giovedì 20 dicembre 2012

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Il Papa sul “Financial Times”: i cristiani non fuggano il mondo, ma si impegnino per il bene

“Tempo di impegno nel mondo per i cristiani”: è il titolo di un articolo di Benedetto XVI pubblicato oggi dal “Financial Times”. Il Papa sottolinea, in questo “editoriale sul Natale”, che i cristiani sono animati da una visione del destino umano così nobile che “non possono accettare compromessi con nulla che lo possa insidiare”. L’articolo del Pontefice, informa la Sala Stampa Vaticana, nasce da una richiesta venuta dalla redazione del quotidiano economico inglese che - prendendo spunto dalla pubblicazione dell’ultimo libro di Joseph Ratzinger sull’infanzia di Gesù - ha chiesto al Papa una sua riflessione sul Natale.
Una richiesta che il Santo Padre ha accettato con disponibilità. Già in passato, il Papa aveva risposto positivamente ad alcune richieste di altri media, come la Bbc, proprio in occasione del Natale, e la trasmissione Rai “A Sua immagine”, in occasione della Pasqua. Anche in questi casi, conclude la Sala Stampa, si è trattato di occasioni per parlare di Gesù e del suo messaggio ad un ampio uditorio, nei momenti salienti dell’anno liturgico cristiano. Il servizio di Alessandro Gisotti: “Rendi a Cesare ciò che è di Cesare e a Dio ciò che è di Dio”. Parte da questa fondamentale affermazione di Gesù l’articolo del Papa sul “Financial Times”. Benedetto XVI afferma innanzitutto che queste parole di Gesù mettono in guardia nei confronti “sia della politicizzazione della religione sia della deificazione del potere temporale, come pure dell’instancabile ricerca della ricchezza”. Nell’articolo, il Papa sottolinea dunque che l’umile nascita di Gesù “ci sfida a ripensare le nostre priorità, i nostri valori” ancor più “alla fine di un anno che ha significato privazioni economiche per molti”. Cosa possiamo “apprendere dall’umiltà, dalla povertà, dalla semplicità della scena del presepe?”, si chiede il Papa. Il Natale, risponde, “può essere il tempo nel quale impariamo a leggere il Vangelo, a conoscere Gesù non soltanto come il Bimbo della mangiatoia, ma come colui nel quale riconosciamo il Dio fatto uomo”. E’ nel Vangelo, scrive il Papa, che “i cristiani trovano ispirazione per la vita quotidiana e per il loro coinvolgimento negli affari del mondo, sia che ciò avvenga nel Parlamento o nella Borsa”. E avverte: “I cristiani non dovrebbero sfuggire il mondo; al contrario dovrebbero impegnarsi in esso”. Ma, precisa, “il loro coinvolgimento nella politica e nell’economia dovrebbe trascendere ogni forma di ideologia”. Ecco perché, sottolinea, “quando i cristiani rifiutano di inchinarsi davanti ai falsi dèi proposti nei nostri tempi non è perché hanno una visione antiquata del mondo”. Al contrario, scrive, “ciò avviene perché sono liberi dai legami dell’ideologia e animati da una visione così nobile del destino umano, che non possono accettare compromessi con nulla che lo possa insidiare”. Ed è questo che è anche successo talvolta lungo la storia quando i cristiani “non hanno potuto accondiscendere alle richieste fatte da Cesare”. Dal culto dell’imperatore romano ai regimi totalitari del secolo scorso, osserva, “Cesare ha cercato di prendere il posto di Dio”. I cristiani, scrive ancora il Papa, “combattono la povertà perché riconoscono la dignità suprema di ogni essere umano creato a immagine di Dio e destinato alla vita eterna”. I cristiani, soggiunge, “operano per una condivisione equa delle risorse della terra perché sono convinti che, quali amministratori della creazione di Dio”, abbiamo il dovere “di prenderci cura dei più deboli e dei più vulnerabili”. I cristiani, ribadisce, “si oppongono all’avidità e allo sfruttamento nel convincimento che la generosità” e l’amore, insegnati da Gesù, “sono la via che conduce alla pienezza della vita”. La fede cristiana, non manca poi di affermare, “implica l’urgenza del compito di promuovere la pace e la giustizia per tutti”. Questi fini, si legge nell’articolo, “vengono condivisi da molti” e per questo “è possibile una grande e fruttuosa collaborazione fra i cristiani e gli altri”. Il Papa conclude il suo articolo rammentando che la nascita di Gesù “segna la fine dell’antico ordine”. Adesso, scrive, “vi è un nuovo re, il quale non confida nella forza delle armi, ma nella potenza dell’amore”. Dalla mangiatoia, è il suo augurio natalizio, Cristo “ci chiama a vivere da cittadini del suo regno celeste, un regno che ogni persona di buona volontà può aiutare a costruire qui sulla terra”....

http://www.news.va/it/news/il-papa-sul-financial-times-i-cristiani-non-fuggan

Papa Benedetto XVI sul Financial Times, articolo integrale e traduzione



ROMA – “L’editto papale dell’Ft”. Questo il titolo dell’articolo scritto da Papa Benedetto XVIpubblicato oggi sul Financial Times, “una lezione di Natale in tempo di austerità”.
Come spiegato dall’ufficio stampa del Vaticano:“L’articolo nasce da una richiesta della redazione del quotidiano della City londinese che, prendendo spunto dalla pubblicazione dell’ultimo libro di Benedetto XVI sull’infanzia di Gesù, ha chiesto un suo commento in occasione del Natale”.
Ecco il testo completo tradotto in italiano:
Rendi a Cesare ciò che è di Cesare e a Dio ciò che è di Dio» fu la risposta di Gesù quando gli fu chiesto ciò che pensava sul pagamento delle tasse.
Quelli che lo interrogavano, ovviamente, volevano tendergli una trappola. Volevano costringerlo a prendere posizione nel dibattito politico infuocato sulla dominazione romana nella terra di Israele. E tuttavia c’era in gioco ancora di più: se Gesù era realmente il Messia atteso, allora sicuramente si sarebbe opposto ai dominatori romani. Pertanto la domanda era calcolata per smascherarlo o come una minaccia per il regime o come un impostore. La risposta di Gesù porta abilmente la questione ad un livello superiore, mettendo con finezza in guardia nei confronti sia della politicizzazione della religione sia della deificazione del potere temporale, come pure dell’instancabile ricerca della ricchezza. 
CESARE E DIO - I suoi ascoltatori dovevano capire che il Messia non era Cesare, e che Cesare non era Dio. Il regno che Gesù veniva ad instaurare era di una dimensione assolutamente superiore. Come rispose a Ponzio Pilato: “Il mio regno non è di questo mondo”. I racconti di Natale del Nuovo Testamento hanno lo scopo di esprimere un messaggio simile. Gesù nacque durante un “censimento del mondo intero”, voluto da Cesare Augusto, l’imperatore famoso per aver portato la Pax Romana in tutte le terre sottoposte al dominio romano. Eppure questo bambino, nato in un oscuro e distante angolo dell’impero, stava per offrire al mondo una pace molto più grande, veramente universale nei suoi scopi e trascendente ogni limite di spazio e di tempo. Gesù ci viene presentato come erede del re Davide, ma la liberazione che egli portò alla propria gente non riguardava il tenere a bada eserciti nemici; si trattava, invece, di vincere per sempre il peccato e la morte. La nascita di Cristo ci sfida a ripensare le nostre priorità, i nostri valori, il nostro stesso modo di vivere. E mentre il Natale è senza dubbio un tempo di gioia grande, è anche un’occasione di profonda riflessione, anzi un esame di coscienza. Alla fine di un anno che ha significato privazioni economiche per molti, che cosa possiamo apprendere dall’umiltà, dalla povertà, dalla semplicità della scena del presepe? Il Natale può essere il tempo nel quale impariamo a leggere il Vangelo, a conoscere Gesù non soltanto come il Bimbo della mangiatoia, ma come colui nel quale riconosciamo il Dio fatto Uomo.
ISPIRAZIONE - E’ nel Vangelo che i cristiani trovano ispirazione per la vita quotidiana e per il loro coinvolgimento negli affari del mondo – sia che ciò avvenga nel Parlamento o nella Borsa. I cristiani non dovrebbero sfuggire il mondo; al contrario, dovrebbero impegnarsi in esso. Ma il loro coinvolgimento nella politica e nell’economia dovrebbe trascendere ogni forma di ideologia. I cristiani combattono la povertà perché riconoscono la dignità suprema di ogni essere umano, creato a immagine di Dio e destinato alla vita eterna. I cristiani operano per una condivisione equa delle risorse della terra perché sono convinti che, quali amministratori della creazione di Dio, noi abbiamo il dovere di prendersi cura dei più deboli e dei più vulnerabili. I cristiani si oppongono all’avidità e allo sfruttamento nel convincimento che la generosità e un amore dimentico di sè, insegnati e vissuti da Gesù di Nazareth, sono la via che conduce alla pienezza della vita. La fede cristiana nel destino trascendente di ogni essere umano implica l’urgenza del compito di promuovere la pace e la giustizia per tutti. Poiché tali fini vengono condivisi da molti, è possibile una grande e fruttuosa collaborazione fra i cristiani e gli altri.
LE RICHIESTE - E tuttavia i cristiani danno a Cesare soltanto quello che è di Cesare, ma non ciò che appartiene a Dio. Talvolta lungo la storia i cristiani non hanno potuto accondiscendere alle richieste fatte da Cesare. Dal culto dell’imperatore dell’antica Roma ai regimi totalitari del secolo appena trascorso, Cesare ha cercato di prendere il posto di Dio. Quando i cristiani rifiutano di inchinarsi davanti ai falsi dei proposti nei nostri tempi non è perché hanno una visione antiquata del mondo. Al contrario, ciò avviene perché sono liberi dai legami dell’ideologia e animati da una visione così nobile del destino umano, che non possono accettare compromessi con nulla che lo possa insidiare. In Italia, molte scene di presepi sono adornate di rovine degli antichi edifici romani sullo sfondo. Ciò dimostra che la nascita del bambino Gesù segna la fine dell’antico ordine, il mondo pagano, nel quale le rivendicazioni di Cesare apparivano impossibili da sfidare. Adesso vi è un nuovo re, il quale non confida nella forza delle armi, ma nella potenza dell’amore. Egli porta speranza a tutti coloro che, come lui stesso, vivono ai margini della società. Porta speranza a quanti sono vulnerabili nelle mutevoli fortune di un mondo precario. Dalla mangiatoia, Cristo ci chiama a vivere da cittadini del suo regno celeste, un regno che ogni persona di buona volontà può aiutare a costruire qui sulla Terra.”
Papa Benedetto XVI sul Financial Times, articolo integrale e traduzione
Papa Benedetto XVI sul Financial Times, articolo integrale e traduzione


http://www.blitzquotidiano.it/foto-notizie/papa-benedetto-xvi-financial-times-articolo-integrale-traduzione-foto-1429049/

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