ACTA APOSTATICAE SEDIS : come, cambiando un po' qua e un po' la, si può cambiare tutto...

giovedì 27 dicembre 2012

Ministro-minestra


 LA MALEODORANTE PROPOSTA DEL MINISTRO PROFUMO e i trionfi (massonici) del falso ecumenismo

La Dominus Jesus è stata una risposta alle tante lettere arrivate al Papa dopo l’enciclica Redemptoris missio. «Se ormai tutti hanno l’etichetta di “salvatore” alla stregua di Gesù Cristo, come Maometto, Buddha, Confucio, Che Guevara, che ci stiamo a fare noi? Perché dovremmo spendere la nostra vita per annunciare la parola di Gesù fino ai confini della terra?». Erano le obiezioni dei missionari che provenivano specialmente dal mondo asiatico. Giovanni Paolo II ne fu turbato e amareggiato.

(Card. Tarcisio Bertone, Segretario di Stato Vaticano, L’ultima veggente di Fatima pag.112).

Te nationum praesides/ honore tollant pubblico/ colant magistri, iudices/ leges et artes exprimant.

(I Capi delle Nazioni Ti rendano pubblicamente onore, Ti onorino i maestri e i giudici, Ti esprimano le leggi e le arti. Strofa dell’inno di Cristo Re, ordinariamente soppressa dalla Riforma liturgica).

Lo stato “neutrale” finisce per imporre la cultura secolarista.

(Card. Angelo Scola, Arcivescovo di Milano e probabilmente pensato dal Pontefice regnante come “delfino”, nelle sintesi giornalistiche del suo recente discorso di S. Ambrogio – purtroppo complessivamente non così buono, sicché è proprio “la verità che viene a galla”).
10-XII-2012
Madonna di Loreto, Patrona delle Marche

 Nella mia scuola un giorno un’insegnante ci ha chiesto cosa ne pensavamo della proposta del Ministro sull’ora di religione (invece che della religione cattolica fare un’ora di tutte le religioni): diversi hanno risposto che per loro sarebbe stata una cosa interessante, ad altri invece non importava per niente. Facciamo un articolo sulla giusta posizione, e cioè nessuna delle due?

Monica Andreoni

Sullo stesso argomento:

Gent.mo Circolo "Cattolici per la Tradizione",

Vi scrivo per sollecitare un Vostro pubblico intervento rispetto alla questione avanzata di recente dal Ministro dell'Istruzione (o distruzione?) Profumo, inerente la revisione dei programmi di religione "cattolica" (le virgolette sono d'obbligo, atteso lo stato d'insegnamento della materia nelle scuole italiane con inequivocabile complicità e responsabilità della CEI), perché ritenuti non più adeguati al cambiamento socio-culturale intervenuto nella società.

Auspico che almeno la Vostra voce si levi a difesa di quei pochi riferimenti cattolici rimasti in questa povera Italia!

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«Ritengo con somma certezza e professo con sincerità che la Fede non è un cieco sentimento della religione che erompe dalla profondità della subcoscienza, sotto la pressione del cuore e l’influsso della volontà moralmente informata, ma un vero assenso dell’intelletto alla verità ricevuta dall’esterno mediante l’ascolto».

(Giuramento antimodernista)

Nicolas Fulvi

 

Stimolati da, come si suol dire, militanti (anzi dirigenti) e simpatizzanti (ma un simpatizzante “buono”, che concretizza con degli atti la vicinanza ideale), interveniamo senz’altro in una vicenda sulle cui implicazioni c’è non poco da dire. Una vicenda che ha fatto venire al pettine (vanamente, abbiamo motivo di temere) più di un nodo.

Nei giorni della proposta ne ha parlato in senso avversativo la rubrica Il fatto del giorno, sulla popolare Radio Maria (subito dopo un’Udienza del mercoledì, ci sembra). Purtroppo, a quanto ne sappiamo, non molti altri. Di per sé ne ha parlato anche bene; con argomenti d’ordine naturale, che si collocano al livello del buonsenso naturale, ma di per sé e come senso generale quella risposta è stata piuttosto buona.

È stato replicato al Ministro: nel metodo, che trattandosi di materia regolata dal Concordato non è a disposizione dei programmi governativi e ministeriali del momento; non compete dunque a lui, e rappresenta una poco diplomatica e poco rigorosa invasione di altrui competenze. O una pressione? E nel merito, che l’ora di religione non è attualmente impostata come Catechismo ma piuttosto come cultura generale: come conoscenza di quella religione cattolica che comunque ha forgiato la cultura (la filosofia, l’arte, la storia…) del Paese in cui anche gli immigrati extracomunitari, strumentalizzati per ventilare la proposta (o la pressione sulla Chiesa), arrivano e vivono: anche se essi sono, poniamo, islamici, o comunque di estrazione islamica, non è l’Islam che ha forgiato la cultura dell’Italia ma il cattolicesimo; vengono in Italia, conoscano dunque la cultura e la matrice religiosa del Paese che li ospita. Non si conosce bene neppure la religione cattolica, non è realistico che tutti gli studenti diventino studiosi e storici delle religioni.

Quanto detto in tal sede è anche giusto. Ci sono però tre cose non dette: approvando volentieri quanto detto da tale moderata fonte, le aggiungiamo noi (molto criticamente, sebbene anche con un certo rispetto per le autorità: l’atteggiamento riverente, ossequioso verso l’autorità, è stato distrutto dall’eredità del ’68, e invece non va né abbandonato né assolutizzato ma accompagnato oggi da lucida, prudente e resistente fermezza). Dobbiamo aggiungerle noi, non potendo appunto attenderci (ed è un limite molto rilevante) che vengano dette su Radio Maria o realtà simili (anche quando siano personalmente combattivi).

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Primo: non va fatto anche un rimando, quantomeno un rimando, all’argomento in sé principale, che è quello d’ordine soprannaturale? Ovvero la differenza capitale tra la religione cattolica e tutte le altre. Questa osservazione può non valere per questa singola occasione (del resto gratia supponit et perficit naturam, e oggi già a livello naturale è quasi “terra bruciata”; gli “argomenti ad hominem”nella Chiesa sono di per sé cosa tradizionale; e speriamo che un accenno in tal senso ci sia sfuggito). Ma è impressionante e significativo, e non è plausibile sia sempre sfuggito, che l’applicazione alla vita pubblica di questa verità capitale è, più ampiamente, pressoché del tutto scomparsa. Ancora nei testi del Concilio Vaticano II si richiamava, assieme a un’impostazione nuova della materia, il «dovere morale dei singoli e delle società verso la vera religione e l’unica Chiesa di Cristo» (Dignitatis humanae, Proemio-l’unica parte declarativa di un testo la cui tipologia, la Dichiarazione, è al livello più basso della scala di autorevolezza dei testi ecclesiastici). Lo sentite mai ricordare? L’impostazione nuova è rimasta, e strabordando dai limiti di un Concilio pastorale («più modesto» degli altri Concili, come da sua coeva Nota teologica e come ne disse il card. Ratzinger davanti alla rottura di mons. Lefebvre), ha ispirato tutto; la «dottrina tradizionale cattolica», la perenne verità che il testo dell’ultimo Concilio ribadisce, testualmente, di voler «lascia[re] intatta», ne è stata divorata. Non si dice più. È un fatto. E della libertà religiosa della Dichiarazione conciliare si parla oggi non come di un «diritto» (diritto naturale – il che è problematico, come disse anche il card. Luciani – o più modestamente civile – il che può essere giustificabile – che sia) comunque circoscrittoa «l’immunità dalla coercizione nella società civile» (ibidem), ovvero in un’accezione limitata: ma sempre senza restrizioni e precisazioni (salvo l’ordine pubblico, che non è il punto). In maniera indistinguibile dalla libertà religiosa della Massoneria. Nell’incuranza di tutte le condanne della Chiesa collezionate dalla Massoneria: la Massoneria «cioè il diavolo», diceva San Giovanni Bosco!

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Seconda cosa non detta: come abbiamo letto, a mò di resoconto, sull’organo del più istituzionale e informato dei vaticanisti, davanti a questa proposta (che peraltro metterebbe a rischio il posto degli insegnanti di religione?), il “mondo cattolico” si è diviso. Il mondo cattolico “impegnato”, e organizzato. E si è diviso non poco. Si parla tanto (e non bene) di comunione, e poi – anche tralasciando qui la dimensione, più profonda, dell’unità nel tempo – non c’è unità interna tra cattolici neppure davanti ad offensive del genere. E poi anche nelle offensive direttamente dall’esterno, che già con il buon senso naturale sono coglibili come ideologiche e ostili al cattolicesimo, persino quando si tratta di tutelare un riflesso residuo del grande bene dell’unità religiosa del nostro popolo e di non favorire l’ulteriore dissoluzione della religione in un indistinto pluralismo relativista (ossia l’antievangelico spegnimento dello “stoppino dalla fiamma smorta”), poi anche qui il laicismo più giacobino e virulento trova alleati (“quinte colonne”) anche dentro la Chiesa. L’ “apertura al mondo”, la linea (o marea) di “conciliazione” ha favorito la conversione dei “lontani” o la radicale perversione dei “vicini”?

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Terza verità da aggiungere. Con il che bocciando l’ecumenismo illuministico-massonico del ministro e dei diversi compagni di scuola di Monica, e naturalmente contrastando anche il disinteresse nichilistico-postmoderno dei tanti altri, ma – andando in profondità e senza ridurlo ad un discorso troppo semplificatorio e ideologico – diversificandoci anche dalla impostazione di quell’area del mondo cattolico meno succube del progressismo più ideologico e dell’illuminismo (e massonismo) più aggiornato-mondialista. Terzo rilievo: giusto, è irricevibile, ma tale proposta o pressione, tale divisione interna, non si inserisce in tendenze alle quali il mondo cattolico postconciliare, in grande prevalenza, si è ostinato a collaborare, ad appoggiare assolutamente, a favorire?

La tendenza prevalente nel mondo cattolico “nuovo corso”, settori centrali inclusi, non è stata di favore assoluto all’attuale immigrazione, anche extracomunitaria, di massa e tendenzialmente indiscriminata? Nel disprezzo delle poche voci critiche, che dicevano: attenzione, oggi ci sono aspetti “dietro le quinte”, saranno strumentalizzati dall’attuale laicismo mondialista contro quanto resta della Cristianità, per una ulteriore scristianizzazione.

L’attuale Europa, che dà appunto linee-capestro del genere, la nuova Europa che stanno costruendo (ridotta peggio degli Stati Uniti d’America, apostata e così marcatamente anticristica), non è forse oggetto di un favore quasi dogmatico da parte degli attuali uomini di Chiesa?

Il governo Monti, così fortemente massonico, non è stato forse favorito – attivamente ed entusiasticamente – dalla maggioranza del mondo cattolico, immemore della letteratura sull’Anticristo? Anche alle imminenti elezioni, la lista per Monti dove andrà a pescare i voti della manovalanza – essendo pochi quelli delle elites massoniche doc e del vecchio filone azionista-repubblicano – se non proprio nel mondo cattolico (quelli che non votano per il PD)?

E infine: il passaggio (la mutazione genetica) dall’insegnamento scolastico della religione cattolica a quello delle varie religioni, sotto l’impostazione della Massoneria e del modernismo, non è, almeno materialmente, una realtà già in atto? Appunto, le virgolette d’obbligo di cui dice Nicolas o la cosiddetta ora di religione o simili.

Abbiamo visto uno di questi testi (con tutte le approvazioni, quindi non è neppure un “abuso”) iniziare, già proprio all’inizio (e il seguito era conforme), con Martin Luter King! Ma Martin Luter King di che religione era? Che religione è questa? Ufficialmente, è l’insegnamento scolastico della religione cattolica. Realmente? E la mancanza di reazioni contro, immemore del proverbio per cui tenere il sacco è pur sempre da ladri, consente a queste cose di continuare imperterrite su questa strada.

Sicché ai cattolici consapevoli si pone già una drammatica questione: qual è il pericolo peggiore, la minaccia contro cui soprattutto opporsi? Che venga meno anche quel poco che resta? Che quanto già avvenuto materialmente si realizzi appunto formalmente, ufficialmente, passando dal livello di tendenza a quello compiuto? Questo è un aspetto: reale, cattolico, complesso. Ma non è l’unico. O lo è piuttosto che dietro il guscio vuoto di etichette cattoliche passino dei contenuti che cattolici non sono?

A questa domanda, non facile e pesante, si tenterà prudentemente di rispondere – in parte – caso per caso. È giusto levare la voce contro, difendiamo anche questo strumento e i posti degli insegnanti di religione (gli attuali, sostanzialmente di designazione vescovile: e quelli completamente ecumenici?); ma quelle domande, dolorosamente, restano. Vale particolarmente per i peccati contro la fede quanto, addolorati e umiliati, stiamo cantando nel Rorate: «ecce Civitas Sancti facta est deserta, Sion deserta facta est, Jerusalem desolata est, Domus sanctificationis tuae et gloriae tuae, ubi laudaverunt Te patres nostri[…] et cecidimus quasi folium universi, et iniquitates nostrae quasi ventus abstulerunt nos, abscondisti faciem tuam a nobis et allisisti nos in manu iniquitatis nostrae (ecco la Città del Santo è stata resa deserta, Sion è stata fatta deserta, Gerusalemme è desolata, il Luogo della Tua santificazione e della Tua gloria, dove Ti lodarono i nostri padri[…] e tutti siamo caduti come foglia, e le nostre iniquità come vento ci hanno travolto, Tu hai distolto da noi il Tuo volto e ci hai abbandonato in balia della nostra iniquità)».

Circolo “Cattolici per la Tradizione”

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