ACTA APOSTATICAE SEDIS : come, cambiando un po' qua e un po' la, si può cambiare tutto...

giovedì 13 dicembre 2012

Pigolìi



di Francesco Colafemmina

Solo degli imbecilli, ripeto, imbecilli, possono esporre il Santo Padre al cretinismo globale diffuso su Twitter. Per mera curiosità sono andato a leggere cosa ha postato dall'account Pontifex_it qualche monsignorino vaticano incaricato della sua gestione. Ebbene al di là di una sciocchezza come le domande su Twitter (il Papa offre risposte al massimo, non fa domande a vuoto), resta evidente che il Papa su Twitter è esposto al pubblico ludibrio. Si chiuda dunque al più presto questo account, se davvero si ama il Santo Padre.









Una donna dietro i tweet del Papa

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Claudia Diaz-Ortiz
Claudia Diaz-Ortiz

Claudia Diaz-Ortiz Classe 1982, laureata a Oxford, ha messo in funzione il profilo @Pontifex

Giacomo Galeazzi Città del Vaticano Il Papa sbarca su Twitter e nel suo primo «cinguettio» ringrazia per la «generosa risposta» e benedice tutti. E così un milione e 300omila «followers» segue lo scambio domande-risposte tra il Pontefice teologo e il suo gregge telematico.

Ieri, dopo l’udienza generale nell’aula Paolo VI, uno speaker ha annunciato: «Ora il Santo Padre invierà il suo primo tweet». Benedetto XVI si siede a una scrivania, scruta il tablet che gli viene porto, indugia un po’ con il dito sul touchscreen, poi invia il suo primo tweet dall’account @pontifex. Sono le 11.27 e il suo «cinguettio» fa il giro del mondo: «Cari amici, è con gioia che mi unisco a voi via twitter. Grazie per la vostra generosa risposta. Vi benedico tutti di cuore».

Dietro il primo tweet del Papa c’è il lavoro di una donna . A curare e mettere in funzione il profilo @Pontifex è stata Claudia Diaz-Ortiz. Guida l’innovazione social alla Twitter Inc..

Ha scritto: «Twitter per il Bene, cambia il mondo un tweet alla volta». Gestisce le iniziative filantropiche per il bene comune e il cause marketing per Twittere e lavora con leaders religiosi e organizzazioni. Classe 1982, laurea a Oxford, ha prestato servizio in un orfanotrofio cristiano in Kenya. Spiega: «I pastori me lo ripetono: Twitter è fatto per la Bibbia, per la capacità di trasmettere i versetti». Lo sbarco su Twitter, commenta l’Osservatore romano, «è stato spiegato indirettamente durante la catechesi, quando il Pontefice ha sottolineato che Dio non si è tolto dal mondo, non è assente, ma ci viene incontro in diversi modi, che dobbiamo imparare a discernere».

E tra gli spazi in cui è possibile scorgere i segni della presenza di Dio nel mondo ci sono anche i nuovi strumenti che la tecnologia mette a disposizione per comunicare, soprattutto nell’ambiente dei giovani».


Benedetto XVI era circondato, oltre che da monsignor Claudio Maria Celli e Thaddeus Jones del dicastero della comunicazione, appunto da Claire Diaz Ortiz di Twitter e da tre giovani in rappresentanza dei loro coetanei dei diversi continenti. Il Papa ha inviato altre tre riflessioni in 140 caratteri, in risposta ad alcune delle domande che nei giorni scorsi gli erano state indirizzate da tutto il mondo con l’hashtag #askpontifex (in italiano: #chiedialpapa).

Una di queste: «Come possiamo vivere meglio l’Anno della fede nel nostro quotidiano?», «Dialoga con Gesù nella preghiera, ascolta Gesù che ti parla nel Vangelo, incontra Gesù presente in chi ha bisogno».

Una donna dietro i tweet del Papa


Claudia Diaz-Ortiz
Claudia Diaz-Ortiz

Claudia Diaz-Ortiz Classe 1982, laureata a Oxford, ha messo in funzione il profilo @Pontifex

Giacomo Galeazzi Città del Vaticano Il Papa sbarca su Twitter e nel suo primo «cinguettio» ringrazia per la «generosa risposta» e benedice tutti. E così un milione e 300omila «followers» segue lo scambio domande-risposte tra il Pontefice teologo e il suo gregge telematico.

Ieri, dopo l’udienza generale nell’aula Paolo VI, uno speaker ha annunciato: «Ora il Santo Padre invierà il suo primo tweet». Benedetto XVI si siede a una scrivania, scruta il tablet che gli viene porto, indugia un po’ con il dito sul touchscreen, poi invia il suo primo tweet dall’account @pontifex. Sono le 11.27 e il suo «cinguettio» fa il giro del mondo: «Cari amici, è con gioia che mi unisco a voi via twitter. Grazie per la vostra generosa risposta. Vi benedico tutti di cuore».

Dietro il primo tweet del Papa c’è il lavoro di una donna . A curare e mettere in funzione il profilo @Pontifex è stata Claudia Diaz-Ortiz. Guida l’innovazione social alla Twitter Inc..

Ha scritto: «Twitter per il Bene, cambia il mondo un tweet alla volta». Gestisce le iniziative filantropiche per il bene comune e il cause marketing per Twittere e lavora con leaders religiosi e organizzazioni. Classe 1982, laurea a Oxford, ha prestato servizio in un orfanotrofio cristiano in Kenya. Spiega: «I pastori me lo ripetono: Twitter è fatto per la Bibbia, per la capacità di trasmettere i versetti». Lo sbarco su Twitter, commenta l’Osservatore romano, «è stato spiegato indirettamente durante la catechesi, quando il Pontefice ha sottolineato che Dio non si è tolto dal mondo, non è assente, ma ci viene incontro in diversi modi, che dobbiamo imparare a discernere».

E tra gli spazi in cui è possibile scorgere i segni della presenza di Dio nel mondo ci sono anche i nuovi strumenti che la tecnologia mette a disposizione per comunicare, soprattutto nell’ambiente dei giovani».


Benedetto XVI era circondato, oltre che da monsignor Claudio Maria Celli e Thaddeus Jones del dicastero della comunicazione, appunto da Claire Diaz Ortiz di Twitter e da tre giovani in rappresentanza dei loro coetanei dei diversi continenti. Il Papa ha inviato altre tre riflessioni in 140 caratteri, in risposta ad alcune delle domande che nei giorni scorsi gli erano state indirizzate da tutto il mondo con l’hashtag #askpontifex (in italiano: #chiedialpapa).

Una di queste: «Come possiamo vivere meglio l’Anno della fede nel nostro quotidiano?», «Dialoga con Gesù nella preghiera, ascolta Gesù che ti parla nel Vangelo, incontra Gesù presente in chi ha bisogno».
http://vaticaninsider.lastampa.it/inchieste-ed-interviste/dettaglio-articolo/articolo/papa-pope-el-papa-twitter-20594/

Padre Spadaro: "Che gioia vedere i tweet di Benedetto XVI"

Padre Spadaro
Padre Spadaro

Secondo il direttore de "La Civiltà Cattolica" il pontefice ci fa comprendere l'importanza essere presente nell’ambiente digitale

Domenico Agasso Jr. Roma

“Siamo davanti a un’avventura affascinante e, proprio per questo, rischiosa”, ma “il Vangelo è fatto per essere annunciato e dunque essere esposto, come il seme, ad ogni tipo di terra. Non è mettendolo al riparo che può portar frutto”: sono le parole con cui padre Antonio Spadaro S.I., direttore della Civiltà cattolica, commenta i tweet di papa Benedetto XVI inaugurati oggi.

“Nel momento in cui il Papa ha aperto il suo account Twitter si sono avute reazioni di segno diverso e opposto”, scrive padre Spadaro nel suo blog www.cyberteologia.it, “alcune di grande entusiasmo, altre di preoccupazione.


Uno di questi dubbi è: “I messaggi del Papa su Twitter corrono il rischio di essere banalizzati perché esposti al commento stupido o alle battute ironiche”. “E’ vero – dice p. Spadaro - Nel momento in cui si espone si è più vulnerabili. E più ci si espone, più lo si è. Eppure il Vangelo è fatto per essere annunciato e dunque essere esposto, come il seme, ad ogni tipo di terra. Non è mettendolo al riparo che può portar frutto. Il Vangelo nel mondo è spesso calpestato, deriso. La parola del Papa è spesso sotto attacco, anche dei media. Molto spesso è anche frainteso oltre che deriso. Non è una novità. Direi che anzi – prosegue - c’è da aspettarselo sempre. In particolare proprio all’avvio di una iniziativa come la presenza del Papa in un network sociale. In generale – continua - seppure usando la prudenza cristiana, non può essere questo, però, il motivo per tacere”.

Un'altra osservazione su cui il Padre Gesuita si sofferma è: “Il Papa è su Twitter ma non ‘segue’ nessuno e dunque non rispetta le regole di una comunicazione adatta ai networks sociali”. “In generale l’obiezione è vera e sensata – afferma - Tuttavia occorre aprire meglio gli occhi su ciò che accade in Twitter e chi vi è presente. E’ necessario ormai distinguere presenze personali e presenze istituzionali (un po’ come su Facebook i profili e le pagine, in un certo senso).

Se il Papa seguisse qualcuno ci si dovrebbe chiedere: chi? perché alcuni sì e altri no? E perché? Anche altre figure legate al mondo della religione (come il Dalai Lama, ad esempio) non seguono nessuno proprio per non fare discriminazioni. E se pure seguisse qualcuno (come il presidente Obama, ad esempio, che segue 670.000 persone) avrebbe senso? sarebbe umanamente possibile e plausibile?”. “La scelta – spiega - è stata più semplicemente di avere un profilo aperto tramite l’hashtag #askpontifex col quale è possibile porre domande o dire qualcosa. In tal modo tutto è più trasparente”.
http://vaticaninsider.lastampa.it/news/dettaglio-articolo/articolo/spadaro-papa-el-papa-pope-20570/


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