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martedì 4 dicembre 2012

REGNUM CHRISTI VEL MAMMONAE?


Regnum Christi, la morte “sospetta” di una ex consacrata

Due consacrate del Regnum Christi
DUE CONSACRATE DEL REGNUM CHRISTI

Erin Bellefeuille, 28 anni, nel movimento fino a tre mesi fa, uccisa da un malore. Gli amici parlano di depressione e attacchi nervosi. Ultimo episodio di una lunga serie

Erin Bellefeuille aveva 28 anni e ne ha trascorsi 10 come consacrata del Regnum Christi. Era allegra e generosa, non aveva particolari problemi di salute. Lunedì 12 novembre ha avuto un malore, è andata in ospedale e poche ore dopo è mancata. La sua morte, tragica e inspiegabile, ha riacceso i sospetti sulla salute delle persone che appartengono a questo movimento cattolico, fondato da un pedofilo e che oggi sta attraversando la crisi peggiore della sua storia.

«Ci uniamo in preghiera per l’eterno riposo di Erin. Per tutte quelle che l’hanno conosciuta, è stata un esempio di gioia e consegna». Con queste parole alcune delle sue ex compagne hanno dato la notizia della morte su Facebook. Bellefeuille aveva lasciato il gruppo tre mesi prima e, nonostante la sua famiglia vivesse in Arizona (negli Stati Uniti), lei era rimasta a Città del Messico, dove lavorava in una scuola. 

«Ci rattrista molto la perdita di Erin, per la quale offriamo le nostre preghiere», ha detto a Vatican Insider Javier Bravo, portavoce dei Legionari in Messico. Ha anche aggiunto che l’istituzione aveva offerto aiuto economico alla ragazza quando lei aveva annunciato la sua uscita volontaria. Con queste parole ha smentito la versione ufficiale, secondo la quale l’ex consacrata non sarebbe tornata al suo paese perché non poteva pagare il viaggio.
  
Nonostante non ci sia stata nessuna nota ufficiale sulla morte di Erin, il cerchio di amicizie della famiglia parla di «depressione» e di un «intenso attacco nervoso». L’episodio pone delle domande sulla cura della salute dei membri del Regnum Christi, nello stesso momento in cui l’associazione si trova ad affrontare una profonda riforma voluta dal Papa, come risultato degli scandali del suo fondatore, Marcial Maciel Degollado.
  
Nel 2010, Benedetto XVI ha chiesto a Velasio De Paolis che guidasse la rinnovamento non solo del movimento, ma anche della congregazione gemella: i Legionari di Cristo. In qualità di “delegato pontificio”, il cardinale ha ricevuto diverse informazioni sulla salute fisica delle consacrate. 

«Io vedo quante delle mie sorelle cadono costantemente in depressione, quante si ammalano, mentre [voi] dite di affrontare la vicenda. Io non ce la faccio più a vedere il dolore delle mie sorelle e vedere, allo stesso tempo, come cadono una dopo l’altra […] voglio rispondere ancora, sono qui per aiutare, mi coinvolgo ad aiutare, ma non ne ho più neanche il coraggio». Con questa tragica testimonianza, una giovane del Regnum Christi ha lanciato l’allarme. L’ha fatto mentre De Paolis era presente, in una conferenza del 27 febbraio scorso a Città del Messico. Ma questa non è stata l’unico segnale di allarme. A luglio, il porporato ha ricevuto una lettera di 77 ex studentesse di una scuola del movimento a Rhode Island, nella quale denunciavano presunte torture psicologiche che avrebbero causato anoressia e tendenze suicide. 

Il delegato pontificio non ha risposto a queste richieste di aiuto con misure drastiche. Anzi, ha deciso di concentrarsi sulla riforma interna, processo troppo spinoso, che ha avuto progressi e retromarce negli ultimi mesi. Intanto, più di 300 consacrate (su un totale di 900) hanno lasciato le loro comunità, ma il numero potrebbe essere ancora maggiore. 

L’esodo massiccio ha provocato una svolta nei vertici. Dal 15 maggio ci sono nuovi responsabili generali (per consacrati e consacrate), nuovi consigli di governo e direttori territoriali. Inoltre, sono stati approvati i criteri provvisori di amministrazione del movimento, perché lo storico regolamento ereditato da Maciel era talmente rigido che anche indicava addirittura come dovevano sedersi le donne a tavola per mangiare la pasta.
  
Il prossimo passo sarà un largo lavoro interno per stabilire nuovi statuti. Nel frattempo, le regole più inflessibili sono state pian piano ammorbidite. Ma potrebbe non essere abbastanza o arrivare troppo tardi. Come nel caso di Erin Bellefeuille.ANDRÉS BELTRAMO ÁLVAREZ
CITTÀ DEL VATICANO


Per la Legione la notte non è ancora passata

legionari
LEGIONARI

La linea da marcare è la discontinuità rispetto ad un passato imbarazzante. Il lavoro del cardinale De Paolis per purificare la realtà che si è macchiata di gravissimi colpe

GIACOMO GALEAZZICITTÀ DEL VATICANO
Non c’è pace nella Legione, attualmente posta dal Papa sotto la responsabilità di un delegato pontificio, il cardinale Velasio De Paolis.L’opera di «purificazione» voluta da Benedetto XVI sta portando alla luce ulteriori abusi, trasgressioni e infedeltà nell’ordine religioso che durante il pontificato di Karol Wojtyla era divenuto pilastro della Chiesa universale, soprattutto in America Latina.

«Quanto di nuovo sta emergendo testimonia che non si tratti solo di recidere i legami tra l’ordine e il suo fondatore poiché altri esponenti della Legione si sono macchiati delle stesse colpe- riferisce a “Vatican Insider” una fonte qualificata-.Vanno rimosse le residue aree di irregolarità per salvare la gran parte dei Legionari di Cristo che non è caduta in questa doppia morale».

A lungo il patto d’acciaio tra i vertici della Legione e alcuni maggiorenti della Curia romana ha di fatto garantito una «franchigia morale allargata» alla quale, appena eletto al Soglio di Pietro, Joseph Ratzinger ha subito posto fine. Ma l’opera di risanamento è tutt’altro che terminata, come dimostrano anche gli ultimi scandali scoppiati nell’ordine. Sette Legionari di Cristo sono finiti sotto inchiesta da parte dell’ex Sant’Uffizio, e in almeno uno dei casi si tratterebbe di abusi commessi di recente.

Secondo le norme antipedofilia rafforzate da Benedetto XVI, i casi sospetti di abuso vanno segnalati alla Congregazione per la dottrina della fede. Ma i guai per i Legionari di Cristo sembrano non finire mai. Padre Thomas Williams ha rilasciato mercoledì una dichiarazione-choc: «Alcuni anni fa ho avuto una relazione con una donna, dalla quale è nato un bambino. Sono profondamente pentito per questa trasgressione ed ho cercato di riparare. I miei superiori ed io abbiamo deciso che la cosa migliore per me sarà prendere un anno per riflettere sui miei doveri di sacerdote, senza esercitare ministero pubblico. Sono veramente mortificato per tutti coloro che saranno feriti da questa rivelazione e vi chiedo preghiere mentre cerco la maniera migliore di procedere per il futuro».

Una rivelazione che ha destato clamore in tutto il mondo. Padre Williams è professore di teologia ed etica, nonché volto noto dei Legionari di Cristo negli Stati Uniti. L’ordine cerca di correre ai ripari, mentre i fronti si moltiplicano. «So che questa notizia è difficile da assimilare per tutti noi e ci può lasciare tristi o scoraggiati», ha scritto il responsabile italiano dei Legionari di Cristo, padre Oscar Nader, in una lettera ai rappresentati della Legione e al movimento laicale Regnum Christi. «Al vedere il bene che un sacerdote può fare e, dall’altra parte, constatando la debolezza umana, non possiamo che rinsaldare la nostra fiducia in Dio ed appoggiarci sempre più sulla Sua grazia, per essere spinti a vivere con molta delicatezza la nostra consacrazione al Signore».

La linea da marcare è la discontinuità rispetto ad un passato imbarazzante. «La Legione di Cristo ha il fermo impegno di accogliere ed esaminare tutte le accuse che le vengono presentate andando incontro alle possibili vittime e rispettando sempre i diritti di tutti coloro che sono implicati», assicurano i nuovi vertici dell’ordine. «Durante l'indagine delle autorità civili (se è necessario) o durante l'indagine canonica previa e mentre si studia il caso nella congregazione per la Dottrina della fede, i direttori territoriali o il direttore generale hanno applicato misure cautelari restringendo il ministero sacerdotale dell’accusato perché la protezione dei bambini e delle comunità è prioritaria per la congregazione per la Dottrina della fede, senza per questo anticipare una decisione sulla sua colpevolezza», si aggiunge. All’ex Sant’Uffizio «sono arrivate anche accuse formali per atti che non sono considerati delicta graviora (pedofilia, ndr.)», puntualizza la nota. «Altre accuse di delicta graviora sono state rivolte a Legionari che, dopo l’indagine relativa (civile o canonica), sono stati dichiarati innocenti». Quindi: «Invitiamo tutti a rispettare e ricordare nella preghiera questi nostri fratelli e soprattutto le persone colpite». Già il fondatore dei Legionari, padre Marcial Maciel Degollado, era stato costretto da Benedetto XVI a ritirarsi da ogni responsabilità e attività pastorale a seguito di accuse relative sia ad abusi su minori che sui propri figli illegittimi la cui esistenza era stata nascosta alla Chiesa così come le relazioni con diverse donne. Joseph Ratzinger lo ha condannato nel 2006 a una vita di penitenza e ritiro e, dopo che nuovi scandali legati alla sua figura sono emersi, ha prima inviato una visita apostolica e poi deciso la nomina di un delegato pontificio con pieni poteri sull’ordine.

La congregazione per la Dottrina della Fede, competente sui cosiddetti «delicta graviora», sta indagando su casi di abusi su minorenni che sarebbero stati compiuti da membri della congregazione dei Legionari di Cristo, ha confermato il portavoce della Santa Sede, padre Federico Lombardi, il quale ha precisato che «sono stati direttamente i superiori ecclesiastici competenti» a segnalare alla Congregazione i casi in oggetto. «I superiori ecclesiastici competenti hanno infatti seguito le procedure previste dalle norme in vigore, segnalando alla Congregazione per la Dottrina della Fede alcuni casi venuti a loro conoscenza, verificatisi quasi tutti alcuni decenni addietro», puntualizza il portavoce vaticano. Il fondatore dei Legionari, padre Maciel, oggi defunto, fu riconosciuto come abusatore persino dei propri figli (ebbe infatti alcune relazioni sessuali), processato dalla Chiesa e sospeso a divinis.


Successivamente i Legionari di Cristo furono commissariati, e sottoposti a inchiesta ecclesiastica. Sembrava un commissariamento destinato a durare poco tempo. In realtà dentro l’ordine c’è ancora molto da bonificare. Perciò la notte per i Legionari non è ancora passata.Nel caso di padre Thomas Williams, che aveva una relazione con una donna adulta «il diritto canonico e la prassi della Chiesa - precisa il sito dei Legionari - non prevedono misure disciplinari precise e uniformi». In questi casi, ricordano i Legionari, «il sacerdote, per iniziativa propria, chiede al Papa la dispensa dai suoi obblighi sacerdotali per poter assumere quelli naturali nei confronti del figlio o anche per poter formare una famiglia. In altri casi, il sacerdote, pentito del suo peccato, chiede di poter continuare a esercitare il ministero sacerdotale.

Allora, insieme al suo vescovo o ai suoi superiori religiosi, deve cercare il modo di dare il dovuto sostegno a suo figlio e alla madre del bambino. Inoltre, bisogna assicurarsi che il pentimento sia profondo e duraturo e che il futuro ministero del sacerdote non sia motivo di scandalo o di confusione tra i fedeli».Nell’attesa che il religioso statunitense prenda una decisione sul proprio futuro, «i superiori hanno consigliato a padre Thomas di mantenere - si legge ancora sul sito - un comportamento adeguato e di ritirarsi dall’attività pubblica e lo hanno accompagnato nella riflessione sulla sua situazione personale»


Legionari, la frattura "rosa"

 
 
Alcune consacrate del Regnum Christi
ALCUNE CONSACRATE DEL REGNUM CHRISTI

Malén Oriol, ex leader del ramo femminile di Regnum Christi, insieme con altre compagne rompe con il movimento e fonda una nuova comunità

ANDRÉS BELTRAMO ÁLVAREZCITTÀ DEL VATICANO
«Noi vescovi speriamo che emergano nuovi carismi tra i Legionari di Cristo». Una frase profetica pronunciata nell' agosto 2011 da un chierico spagnolo, di fronte a un gruppo di sacerdoti legati alla congregazionefondata da Marcial Maciel Degollado. Parole che si sono concretizzate negli ultimi giorni: non grazie a quei religiosi, ma per l’iniziativa di Malén Oriol, ex leader del ramo femminile del movimento Regnum Christi. Lei e altre compagne hanno appena fondato una nuova comunità, creando così la prima frattura nella Legione.


Il 22 febbraio scorso, l’arcivescovo di Santiago di Chile, Ricardo Ezzati Andrello, ha creato una nuova associazione pubblica di fedeli con personalità canonica. Il suo nome: “Totus Tuus”, (significa “tutto tuo”) e rimanda chiaramente al pontificato di Giovanni Paolo II. Questo nuovo gruppo di vita consacrata femminile è stato  riconosciuto con decreto ecclesiastico 67/2012 .

La sua fondazione si è conclusa con un semplice atto nella cappella privata dell’arcivescovo cileno al quale hanno partecipato, inoltre, l’ex pastore di Santiago e cardinale Francisco Javier Errázuriz e il sacerdote José Antonio Varas. Erano presenti le donne fondatrici, provenienti da otto paesi diversi di Europa e America. Tutte ex consacrate del “Regno”.

Non è stata una cerimonia qualsiasi. Lì si è sigillata la prima divisione istituzionale nell’opera cominciata da Maciel. A breve potrebbero arrivarne altre. Un fenomeno prevedibile, se si prende in considerazione la profonda crisi che hanno dovuto affrontare negli ultimi anni i Legionari di Cristo e i membri consacrati del Regnum Christi, dopo il riconoscimento della Santa Sede della vita immorale e lontana da ogni sentimento religioso del suo fondatore.

Molte delle nubili consacrate nel “Regno” non sono riuscite a superare lo shock emotivo derivante dagli atti di colui che chiamavano “nostro padre” (tra gli altri, abusi sessuali di minori, consumo costante di droghe e procreazione di diversi figli con diverse donne).

Malén Oriol è stata una delle più deluse. Figlia di una nobile famiglia spagnola, ha lavorato per anni insieme a Maciel, Non solo lo ha conosciuto personalmente, ma lo ha anche accompagnato, con un gruppo scelto di persone, durante gli ultimi giorni della sua vita. Fino al 15 febbraio scorso, è stata l’assistente del direttore generale per le consacrate, il massimo incarico al quale può accedere una donna legata alla Legione.

Lei aveva presentato le dimissioni nello scorso ottobre. Che cosa è successo in questi quattro mesi? Il vertice attuale dei Legionari, dal quale dipende ancora organicamente il Regnum Christi, ha cercato con tutti i mezzi possibili di convincerla a non andarsene. Lo ha anche confermato il delegato pontificio che si occupa della riforma di entrambe le istituzioni, il cardinale Velasio De Paolis, in una lettera pubblica.

Nonostante il processo di rinnovamento interno voluto da Benedetto XVI per assicurare la sopravvivenza di queste due associazioni, la donna ha deciso di andarsene. E non è stata l’unica: almeno 156 delle sue compagne hanno fatto lo stesso negli ultimi tre anni, ma possono essere di più. Secondo le cifre ufficiali, all’inizio di 2009, il numero di consacrate era di 956, mentre alla fine di 2011 era di 800.

Di queste, non si sa quante faranno parte di “Totus Tuus”. L’arcidiocesi di Santiago del Cile non ha specificato il numero di fedeli che apparterranno a questa nuova associazione, anche se, al di fuori  dell’ufficialità, si parla di una cifra intorno  a trenta. Non si conosce nemmeno il nome della  superiora.

E’ certo, invece, che il cardinale Errázuriz avrà l’incarico di accompagnare spiritualmente la nuova comunità durante il suo primo anno di vita. L’iniziativa,questo è un altro elemento sicuro, può contare  comunque sul sostegno di Benedetto XVI che ha comunicato il suo « parere favorevole » tramite la Segreteria di Stato del Vaticano.


Non è poco se se si pensa che il Regnum Christi è impegnato in questo momento in una riforma autorizzata dal Papa stesso. Nel Palazzo Apostolico c’è coscienza delle difficoltà e delle resistenze al cambiamento, messe in atto anche da una “cupola” che, in maniera sottile, cerca di boicottare il percorso di rinnovamento.

Tutto ciò unito all’impressione di un Velasio De Paolis troppo lento nel prendere decisioni che taglino la radice della vecchia struttura (quella che ha permesso gli abusi del fondatore) hanno prodotto altre sbandate tra i sacerdoti legionari. Secondo i dati ufficiali più recenti, 42 presbiteri sono usciti dalla congregazione negli ultimi due anni. Ma, secondo le stime non ufficiali, la cifra potrebbe essere superiore (intorno ai 100).

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