ACTA APOSTATICAE SEDIS : come, cambiando un po' qua e un po' la, si può cambiare tutto...

venerdì 11 gennaio 2013

Cattosvendite


I candidati che non ti aspetti. A fianco dell’uomo “benedetto” dal Vaticano. Criticato dalle associazioni Glbt per non aver inserito nella sua agenda nessun riferimento ai diritti degli omosessuali (definendoli “non urgenti”). Mario Monti piazza nelle sue liste due omosessuali dichiarati, entrambi renziani e molto determinati a riportare in cima alle priorità dell’agenda Monti anche quella del riconoscimento delle unioni civili. Una mission apparentemente quasi impossible, per Alessio De Giorgi, imprenditore, direttore di Gay.it e “creatore” della Friendly Versilia, e Giuliano Gasparotti, presidente del laboratorio politico di “Officine democratiche”. Una scelta “non facile”, ammette Gasparotti, che viene da una militanza decennale nei Ds e nel Pd. “E’ la prima volta che in Italia una formazione cattolica candida due persone omosessuali”, sottolinea De Giorgi, che nel 2002, grazie alla doppia cittadinanza italo-francese del compagno, ...
http://www.pontifex.roma.it/index.php/editoriale/il-fatto/13746-elezioni-2013-il-qcattolicoq-mario-monti-inserisce-due-gay-in-lista

GAIO E MONTIANO - DE GIORGI, IL DIRETTORE DI “GAY.IT” CANDIDATO CON RIGOR MONTIS, VUOLE COMBATTERE DELLE BATTAGLIE SOCIALI COME LE NOZZE GAY O IL DIVORZIO BREVE IN UNA LISTA CHE COMPRENDE BUTTIGLIONE E LA BINETTI: E’ NORMALE? - “È UN PASSO AVANTI CHE UN GAY DICHIARATO FACCIA PARTE DI UNA COALIZIONE DI CENTRO ED È SBAGLIATO PENSARE CHE QUESTE SIANO BATTAGLIE DI SINISTRA” - POI BACCHETTA CULATELLO: “HA ISOLATO I RENZIANI”...

Flavia Amabile per "la Stampa"


ALESSIO DE GIORGIALESSIO DE GIORGI
È ufficiale: mai così tanti omosessuali dichiarati in Parlamento e, a sorpresa, saranno candidati non solo in liste di sinistra. Alessio De Giorgi, ad esempio, direttore di Gay.it, primo Pacsato d'Italia ma anche il primo a s-pacsarsi, sarà candidato al Senato per la lista Monti, nella stessa coalizione di Rocco Buttiglione, Paola Binetti e Valentina Vezzali che le loro idee in materia di omosessuali le hanno espresse da tempo.
Perché proprio la lista Monti?
«Non ho mandato nessun curriculum, è stato lo staff della lista Monti a contattare l'associazione Officine Democratiche che è stata il laboratorio politico di Matteo Renzi e di cui sono stato socio fondatore».
MONTI E RENZIMONTI E RENZI
Le critiche sono arrivate lo stesso. Non le sembra imbarazzante, e anche poco coerente, accettare l'offerta?
«È una lista civica non politica ed una lista plurale. E poi io non faccio parte dell'Udc ma della lista Monti».
Quando si tratterà di votare in Parlamento la convivenza potrebbe non essere per nulla semplice.
«I diritti civili possono passare solo se a sostenerli sono alleanze trasversali. Pur non essendo berlusconiano ho sempre sostenuto che con quel mondo bisogna dialogare se si vogliono ottenere dei risultati. Lo stesso vale per i cattolici. E resto convinto che sia un passo avanti che un gay dichiarato faccia parte di una coalizione di centro e che sia un atteggiamento massimalista pensare che queste siano battaglie di sinistra. Non è così e la mia candidatura è la rottura degli schemi consolidati che abbiamo conosciuto finora».
bersani e montiBERSANI E MONTI
Lo ha scritto anche sul suo profilo Facebook e sono arrivate molte critiche.
«Le critiche vengono sia dal mondo cattolico che dal mondo radicale. Fa nulla. Nella lista Monti io ci sto comodo e se qualcuno ha idee diverse dalle mie ci confronteremo».
Il suo passato però è nel Pd. Deluso?
«Non da Renzi ma da Bersani che il giorno dopo l'esito delle primarie doveva dire "ho vinto ma il vincitore politico è Renzi e io e lui ora dobbiamo vincere le elezioni". Mi aspettavo che si aprissero spazi che invece non si sono aperti. Ho visto nelle liste Pd candidati assolutamente incandidabili e Ivan Scalfarotto, vicepresidente nazionale, finito al 13° posto in Puglia solo perché è renziano».
BERSANI-RENZIBERSANI-RENZI
Se verrà eletto quali saranno le sue battaglie?
«I diritti civili. Vorrei riuscire a far approvare il divorzio breve, il riconoscimento dei figli nati all'interno di una famiglia omogenitoriale. Mi batterò perché si facciano passi avanti nella lotta all'omofobia, nella fecondazione assistita, nel testamento biologico».
Temi che, però, proprio Mario Monti considera non urgenti.
«Vero, ma io penso che siano importanti».
E le nozze gay?
«Sono sempre stato dell'opinione che bisogna portare a casa i risultati e questo tema è giusto e corretto ma per l'Italia è ancora presto».
 http://www.dagospia.com/rubrica-3/politica/gaio-e-montiano-de-giorgi-il-direttore-di-gayit-candidato-con-rigor-montis-vuole-49235.htm


Il neurologo che si battè per Eluana in lista per Monti


Il momento di una veglia per Eluana Englaro
IL MOMENTO DI UNA VEGLIA PER ELUANA ENGLARO

Gian Luigi Gigli è fra i big nella pattuglia dei cattolici che sostiene il premier. Ma i “valori non negoziabili” non sono al centro dei programmi di nessun partito

ANDREA TORNIELLICITTÀ DEL VATICANO

Nelle liste che alle prossime elezioni politiche italiane sosterranno il premier uscente Mario Monti ci sarà anche il neurologo che si è battuto perché non venisse interrotta l’alimentazione e l’idratazione ad Eluana Englaro. È Gian Luigi Gigli, classe 1952, professore di neurologia all’università di Udine, già direttore del Dipartimento di neuroscienze. Gigli, che ha svolto attività clinica e scientifica anche negli Usa e in Canada, è stato presidente della Federazione Internazionale delle Associazioni dei Medici Cattolici e in questa veste ha organizzato tre importanti congressi internazionali. Ha collaborato con diversi uffici della Santa Sede, anche come membro del Pontificio Consiglio per la Pastorale Sanitaria, ed è stato nominato da Giovanni Paolo II membro ordinario della Pontificia Accademia per la vita. Dal 2006 partecipa al consiglio esecutivo dell’associazione «Scienza e Vita», e in questa veste ha guidato il comitato friulano «per Eluana e per tutti noi», partecipando in prima fila alla battaglia contro l’eutanasia.

Altre due candidature di peso, legate al mondo cattolico e in particolare ai temi riguardanti la vita e la famiglia, sono quelle di Lucio Romano, presidente di «Scienza e Vita», e di Mario Sberna, presidente dell’Associazione Famiglie numerose. E sarà capolista montiana per l'Udc anche Paola Binetti del'Opus Dei. Tre dei presidenti delle associazioni del mondo del lavoro che hanno partecipato al Forum dei cattolici di Todi hanno deciso di candidarsi con Monti: Andrea Olivero, ex presidente delle Acli, Luigi Marino, ex presidente di Confcooperative e Giorgio Guerini, presidente di Confartigianato (che dovrebbe essere in lista con l’UDC di Casini). Nessuna candidatura, invece, per il ministro Andrea Riccardi, fondatore della Comunità di Sant’Egidio, uno dei registi dell’operazione Monti, che già da molti mesi aveva deciso di ritagliare per se stesso un ruolo di padre nobile ma senza partecipare alla contesa elettorale. Tra le candidature di peso provenienti da Sant’Egidio ci dovrebbero essere quelle di Mario Marazziti e di Mario Giro, che della comunità è responsabile per le relazioni internazionali. Mentre debutterà al Senato l’europarlamentare di origine ciellina Mario Mauro, ex PDL.

Il panorama della partecipazione cattolica alla prossima tornata elettorale si va così completando. Il PD di Pierluigi Bersani ha acquisito un poker di peso con le candidature della storica Emma Fattorini, della segretaria generale dell’Istituto Sturzo Flavia Nardelli, del segretario dell’Istituto Toniolo e già vicepresidente dell’Azione Cattolica Ernesto Preziosi e di Edo Patriarca, presidente del Centro nazionale del volontariato. Dal 2009 Patriarca è anche segretario delle Settimane Sociali dei cattolici italiani, ha lavorato pure per «Scienza & Vita» ed è stato tra i promotori del «Family Day». Mentre restano nel partito fondato da Berlusconi, insieme al ciellino Maurizio Lupi due parlamentari vicini alle posizioni della CEI sulla bioetica, Gaetano Quagliariello ed Eugenia Rocella.

È interessante notare come i cosiddetti «principi non negoziabili», sui quali insistono le gerarchie e che sono stati oggetto anche di significativi brani dei più recenti interventi papali – dal messaggio per la Giornata mondiale per la pace al discorso per gli auguri natalizi alla Curia romana fino al discorso al Corpo diplomatico accreditato presso la Santa Sede – non sono centrali nei programmi di alcun schieramento. Il PD di Bersani vuole arrivare al riconoscimento delle coppie gay secondo il modello tedesco, quello della «Eingetragene Lebenspartnerschaft», che si riferisce solo alle coppie omosessuali, e non dunque alle altre coppie di fatto. Pur non equiparando a tutti gli effetti la convivenza al matrimonio, applica ai conviventi disposizioni analoghe a quelle contenute nel codice civile tedesco per la disciplina del matrimonio anche se non prevede l’adozione congiunta di figli.

Il PDL, dopo la battuta radiofonica di Silvio Berlusconi, la smentita di rito da parte dello stesso Cavaliere e le puntualizzazioni del segretario Angelino Alfano, rimane ancorato a una proposta contenuta in un disegno di legge a firma Giovanardi per il riconoscimento dei diritti di tutte le convivenze, comprese anche quelle tra fratello e sorella. Anche se nel partito ci sono posizioni molto più favorevoli ad aperture su questo fronte, come ad esempio quella di Giancarlo Galan. Nell’agenda Monti, invece, per scelta, non si sono affrontate questioni bioetiche e valori. Il premier ha detto di ritenerli importanti ma che di questo si deve occupare il Parlamento, mentre il ministro Riccardi ha spiegato che la priorità in questo momento è la crisi economica e la povertà delle famiglie. Ieri è stata diffusa la notizia che nella lista Monti per il Senato sarà candidato anche il direttore del portale gay.it, Alessio De Giorgi, già membro dell’assemblea nazionale del PD impegnato nella campagna di Matteo Renzi per le primarie, il primo italiano a fare un PACS dopo l’introduzione della legge in Francia, il quale ha affermato di voler riuscire a far approvare «il divorzio breve, il riconoscimento dei figli nati all’interno di una famiglia omogenitoriale» e di volersi battere «perché si facciano passi avanti nella lotta all’omofobia, nella fecondazione assistita, nel testamento biologico».
Com’era già accaduto negli anni scorsi, è probabile che quando il Parlamento sarà chiamato a pronunciarsi sui temi bioetica, si possano creare convergenze trasversali tra persone impegnate in schieramenti diversi.

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