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lunedì 25 febbraio 2013

A chi il cerino?

Il Papa firma il motu proprio sul conclave. Il cardinale O'Brien si dimette


Nel frattempo il portavoce di Benedetto XVI annuncia lo scioglimento della Commissione Vatileaks e la consegna del rapporto al successore di Ratzinger

Papa Benedetto XVI ha firmato il motu proprio sul Conclave. Lo ha annunciato il portavoce della santa Sede, padre Federico Lombardi. La firma del Papa è arrivata durante una mattinata densa di avvenimenti all'interno del mondo della chiesa. Infatti è anche giunta la notizia che il rapporto dei tre cardinali su Vatileaks verrà consegnato da Papa Ratzinger al suo successore."Con questa decisone del Papa e l'udienza di oggi ai tre saggi, Herranz, Tomko De Giorgi,  si è chiuso il mandato della Commissione Vatileaks, che è sciolta", ha spiegato il portavoce Lombardi. "Il Papa – ha aggiunto Lombardi – ha ringraziato i tre cardinali esprimendo soddisfazione per le indagini che hanno messo in luce, insieme ai limiti di alcuni anche la fedeltà della maggioranza dei prelati della Curia. Gli atti dell'indagine, al momento conosciuti solo dal Papa e dai tre cardinali, rimangono a disposizone del successore".  

Nel frattempo Il cardinale scozzese Keith O'Brien ha annunciato che non parteciperà al prossimo conclave: "Chiedo la benedizione di Dio sui miei fratelli cardinali che presto saranno a Roma per  eleggere il nuovo Papa, io non mi aggiungerò a loro di persona per questo Conclave. Non voglio che l'attenzione dei media a Roma sia concentrata su di me". E' questo quel che si legge nella dichiarazione diffusa da O'Brien dopo che il Papa ha accettato le sue dimissioni da arcivescovo di St. Andrews e Edimburgo.
La notizia delle dimissioni di O'Brien era stata diffusa in anteprima dall'emittente britannica Bbc. Alla base della decisione le accuse, rilanciate dal Guardian, di "comportamento inappropriato" che l'arcivescovo avrebbe tenuto nei confronti di tre sacerdoti e di un quarto che in seguito aveva lasciato l'abito talare.
Il cardinale aveva già respinto le accuse che riguardavano un "approccio inappropriato" denunciate da un seminarista e quelle riguardanti "attenzioni non volute" riservate ai tre sacerdoti, facendo sapere di aver dato mandato ai suoi avvocati di occuparsi della questione. Domenica, però, aveva preferito non celebrare come di consueto la messa nella cattedrale St.Mary a Edimburgo. Inoltre la Bbc ha riferito che il cardinale si era già offerto di abbandonare il suo incarico e che le dimissioni avrebbero avuto effetto a partire dal compimento del suo settantacinquesimo anno di vita (il possimo mese). Tuttavia il Vaticano ha confermato che il Papa ha accettato le dimissioni e che saranno effettive da oggi.

Dossier segreto, i cardinali vogliono la verità. Così lo scandalo Vatileaks entrerà in Conclave”


Dal 1983 al 1985 è stato vice direttore dell’Osservatore Romano. Ma con Giovanni Paolo II è rimasto in ottimi rapporti tanto che con lui ha scritto “Dono e Mistero” (1996) e con il suo segretario, oggi cardinale, Stanislaw Dziwisz “Una vita con Karol” (2007). Gianfranco Svidercoschi, recente autore di due libri molto discussi – “Mal di chiesa” e “Il ritorno dei chierici” – com’è oggi il Vaticano?
Un posto infestato, purtroppo, di clericalismo e individualismo. Molti curiali hanno come unico interesse quello di difendere il proprio posto. Anche in questi giorni mi dicevano che in segreteria di stato c’è un clima di apatia e disinteresse per quanto sta avvenendo. Come se le dimissioni del Papa non interessino nessuno.
Da quando è così?
Le difficoltà sono iniziate con l’arrivo del cardinale Tarcisio Bertone. Angelo Sodano, il suo predecessore in segreteria di stato, l’ha osteggiato perché non della sua stessa scuola diplomatica. Non gli ha permesso di occupare il proprio appartamento all’interno del palazzo apostolico e gli ha messo il bastone fra le ruote allo Ior, facendo nominare quale prelato il suo segretario particolare monsignor Piero Pioppo.
Con Giovanni Paolo II le cose erano diverse?
Molto diverse. Anche Dziwisz recentemente ha ricordato i tempi che furono. Ha spiegato che “la curia romana attorno a Wojtyla era una grande famiglia, non come oggi dove serpeggiano veleni e lotte”. Con Ratzinger, colpevoli a mio avviso coloro che gli stanno attorno, il Vaticano è tornato a essere una monarchia nella quale ognuno cerca di primeggiare.
Già la commissione per il clero della Conferenza episcopale italiana nel 2000 parlò del fatto che i sacerdoti erano diventati troppo clericali e individualisti. Si riferiva anche al Vaticano?
Pensava in generale, credo. Anche le diverse conferenze episcopali nel mondo soffrono al proprio interno. Sono strutture mastodontiche dove spesso prevalgono gli interessi di pochi e non si lavora per ciò che conta, la diffusione del Vangelo, della fede nel popolo.
Il dossier dei tre cardinali incaricati di indagare su Vatileaks influenzerà il conclave?
Credi di sì. Già i cardinali Walter Kasper e Christoph Schönborn si sono espressi in questa direzione. Hanno chiesto un cambiamento di rotta rispetto a questi anni di mal governo, e hanno fatto capire che vogliono sapere cosa contiene l’indagine. Schönborn fra l’altro ha subìto sulla propria pelle la prepotenza della curia. Nel 2009 aveva attaccato Sodano e la vecchia curia perché non volle indagare sui sospetti di pedofilia inerenti il cardinale suo predecessore a Vienna Hans Hermann Goër. Convocato a Roma dal Papa, ha dovuto chiedere scusa a Sodano e anche a Bertone.
Perché il Papa si è dimesso?
La verità è che l’estate scorsa incontrando il circolo del “Ratzinger Schülerkreis” – in sostanza i suoi ex alunni – egli già disse che non ci sarebbe stato un altro appuntamento l’estate successiva. Non per la salute ma per la volontà di azzerare i vertici – si era in piena bufera Vatileaks – ha deciso di andarsene. Paolo Gabriele, il suo ex maggiordomo, è la punta di un iceberg più grande che ancora resiste. Non a caso nella sede del Bambin Gesù vicino a porta san Paolo, egli ha un bell’ufficio datogli dal Vaticano con tanto di nome e cognome sulla porta.
Che Papa servirebbe oggi alla Chiesa?
Un pastore che sappia parlare di Dio ai fedeli, e Ratzinger è stato anche questo, ma insieme una illuminata mente di governo che sia in grado di scegliere le giuste persone nei posti di comando.


http://www.paolorodari.com/2013/02/23/dossier-segreto-i-cardinali-vogliono-la-verita-cosi-lo-scandalo-vatileaks-entrera-in-conclave/

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