ACTA APOSTATICAE SEDIS : come, cambiando un po' qua e un po' la, si può cambiare tutto...

mercoledì 13 febbraio 2013

CHE FECE... IL GRAN RIFIUTO




di Francesco Colafemmina

Melassa
Per favore piantiamola con la melassa! Di melassa se ne stanno stendendo vagonate sulla rinuncia del Papa. E melassa da ogni dove: da destra da sinistra dal centro da sopra e da sotto. Melassa internazionale, melassa multiculturale e multireligiosa. A quando una riflessione meno zuccherina? Da apicoltore posso assicurarvi che le mie stesse api sarebbero infastidite da queste dosi massicce di glucosio.
Malattia 
Il Papa ha rinunciato. Non lo ha fatto ufficialmente per problemi di salute. Lo ha confermato lo stesso padre Lombardi. Ha denunciato invece genericamente la sua vecchiaia e la consapevolezza di non aver saputo gestire bene la Chiesa negli ultimi mesi. Se di malattia si fosse trattato avremmo tutti compreso... fino ad un certo punto, ma avremmo compreso. Ad esempio poniamo il caso che il Papa fosse stato colpito da crisi ischemiche negli ultimi mesi. Ebbene, un'ischemia può immobilizzare, può privare della ragione, dell'uso della parola. Tutti rischi tremendi per un Papa che avrebbero aiutato a comprendere il senso di questa decisione in un momento difficile per la Chiesa. Ci saremmo stretti attorno a lui. Anche se il Papa non è un attivista, non è un uomo che dev'esser sempre lucido e scattante: è un uomo che accetta la sua croce fino alla fine (è accaduto nel secolo scorso a Leone XIII e a Pio XII che - per inciso - Benedetto non ha neanche beatificato: se è coraggioso dimettersi quando si perde la lucidità quei papi furono dunque troppo poco coraggiosi?). E se il problema è il governo della Chiesa al di là della cura spirituale, della preservazione della fede, per questo ci sono i collaboratori...
Collaboratori
Chi li sceglie? Non certo io. Non certo voi. Li sceglie il Papa i suoi collaboratori. Il Papa ha scelto Bertone e se l'è tenuto stretto nonostante le ampie testimonianze di incapacità governativa, di nepotismo e di affarismo, lo ha addirittura nominato Camerlengo. Gli ha rinnovato ripetutamente la fiducia e non l'ha mai mandato a casa. Il Papa si è tenuto al suo fianco il decano dei cerimonieri pontifici, quello che si fece prestare 280.000 euro da Angelo Balducci per acquistare una villa a Marino e farne la sede di una "associazione massonica". Si è tenuto anche al suo fianco don Georg che, consacrato vescovo, è andato subito a farsi immortalare da Vanity Fair (mai rivista fu più appropriata al soggetto) che gli ha dedicato la copertina del mese col titolo: "Essere bello non è peccato". D'altra parte anche l'ex segretario di Ratzinger divenne vescovo quando il Prefetto della Congregazione per la Dottrina della Fede voleva andare in pensione...
Must resign!
Dove sono finiti i cattolici ferventi che si scagliavano nel 2010 contro tutti coloro che nel bel mezzo del polverone pedofilia chiedevano le dimissioni del Papa? Perché quello che nel 2010 sarebbe stato un atto di resa oggi diventa un atto di coraggio? Dal New York Times al Washington Post, da Ali Agca al gaio attivista Peter Tatchell alla cantante Sinead O'Connor. Accadeva nel marzo 2010... poi, in inverno uscì il libro-intervista del Papa e il sogno di molti poté trasformarsi in una ponderata possibilità. Oggi i sostenitori del "must resign!" sono diventati dei gioiosi agnellini: parlano di atto di coraggio e di grande umiltà. Forse hanno scordato le parole di Benedetto XVI ascoltate in Piazza San Pietro quand'ero più giovane dopo ore di fila e di attesa all'alba di una mattina di aprile: "Pregate per me, perché io non fugga, per paura, davanti ai lupi."?
Amministratore del condominio
Ho un amministratore del condominio anch'io. Qualche volta si astrae, preferisce lasciar fare al proprietario. Ora, che il Papa si dimetta è - forse - comprensibile. Ma turba non poco l'idea di avere un Papa a tempo, le cui dimissioni non sono efficaci sin da ora, ma dalla fine del mese alle ore 20.00, quando chiudono gli uffici e le cariche decadono. Un Papa trasformato nell'amministratore del condominio vaticano. Dov'è l'autorità del Vicario di Cristo? Ha una data di scadenza? Intanto lunghe code nella curia romana fino al 28... Promozioni, nomine, tritacarte fumanti, mails e computer resettati. 
Irriverenza
In queste ore vengo accusato di irriverenza e cadute di stile. Francamente, cari fratelli e sorelle cattolici, sono stufo di un certo bigottismo ad oltranza e del solito criterio analitico "soprannaturale" usato indistintamente per sottrarre la storia ad un giudizio. Certo la storia è guidata da Dio, come lo è la Chiesa. Ma non per questo tutto ciò che accade nella Chiesa e nel mondo è opera di Dio o promuove la preservazione della fede. Ricordate Fatima: "il dogma della fede si preserverà in Portogallo". Detto questo, nonostante il grande affetto, la profonda ammirazione per il Papa Benedetto, non posso considerare questa diminutio benedettiana, questo lasciare tutto a metà (anno della fede, enciclica, beatificazioni, nomine, etc.) per ritirarsi in preghiera come un atto di positivo coraggio o di umile fede. Non dico sia il contrario, solo mi permetto, anche con un po' di irriverenza, di far notare che questa uscita di scena devastante non è in sé un bene. I Papi non si dimettono. Punto. Quando lo chiedevano a gran voce i nemici della Chiesa lo affermavamo con coraggio, perché oggi dovremmo cambiare idea?
Brindo alla mia coscienza e poi al Papa!
Riprendendo Newmann il Papa ha brindato prima alla sua coscienza e poi al Papa, ossia alla sua autorità. C'era da aspettarselo, perbacco! Diceva Ratzinger nel 1991: "La coscienza è presentata come il baluardo della libertà di fronte alle limitazioni dell’esistenza imposte dall’autorità. In tale contesto vengono così contrapposte due concezioni del cattolicesimo: da un lato sta una comprensione rinnovata della sua essenza, che spiega la fede cristiana a partire dalla libertà e come principio della libertà e, dall’altro lato, un modello superato, "pre-conciliare", che assoggetta l’esistenza cristiana all’autorità, la quale attraverso norme regola la vita fin nei suoi aspetti più intimi e cerca in tal modo di mantenere un potere di controllo sugli uomini." E per Ratzinger aveva ragione Newmann perché legava la coscienza alla verità e la verità ha il primato sull'autorità. Ecco perché nel rinunciare afferma di averlo fatto "dopo aver ripetutamente esaminato la mia coscienza davanti a Dio".

Ingravescentem aetatem

E' il riferimento alla sua età che il Papa fa nel testo con cui proclama la sua rinuncia al dono dell'anello piscatorio e del pallio. Ma è anche il titolo del motu proprio di Paolo VI che poneva limiti di età all'ufficio esercitato dai cardinali. Benedetto XVI fa dunque molto di più che una semplice rinuncia. Apre un funesto precedente: quello del Papa pensionabile per limiti di età. E qui ritorna l'esemplarità al contrario propria del post-concilio. Paolo VI ripone la tiara e usa l'orrendo pastorale di Fazzini. Giovanni Paolo I non riprende la tiara e mantiene la croce astile di Fazzini. Giovanni Paolo II abolisce la sedia gestatoria e anch'egli riprende la croce astile di Fazzini. Benedetto XVI elimina la tiara dal suo stemma e si dimette per vecchiaia (ufficialmente - ed è quello che importa per creare un precedente - non per straordinarie ragioni, ma per semplice vecchiaia!). Il suo successore lo seguirà?

Dolan

Io tifo Dolan. E che il Signore ci assista e assista soprattutto il Papa emerito!

lunedì 11 febbraio 2013

CHE FECE... IL GRAN RIFIUTO

Manoscritto della poesia di K.Kavafis dal titolo "Che fece... il gran rifiuto"

di Francesco Colafemmina

Qualche riflessione a caldo all'inizio di un periodo durante il quale non ne mancheranno di certo!
Sliding doors

La società contemporanea ama le porte scorrevoli: si entra e si esce. Ci si sposa e ci si separa. Si concepisce e si abortisce. Ci si ammala e ci si eutanasizza. Allo stesso modo non può non ammirare un Papa che accetta e poi rinuncia. Il mandato di Dio si arresta dinanzi alla debolezza dell'uomo, perde efficacia. Si entra e si esce dalla veste bianca. La "modernità irrompe in Vaticano" titola Ezio Mauro. Ha pienamente ragione!
Vecchio Papa
Il Papa ha affermato oggi di aver visto diminuire la sua capacità di amministrare e di esercitare il proprio ministero: "ultimis mensibus in me modo tali minuitur, ut incapacitatem  meam ad ministerium mihi commissum bene  administrandum agnoscere debeam."
Ha in pratica denunciato la propria incapacità almeno a partire dagli ultimi mesi. Ora, questo influirà nel giudizio postumo degli atti di questo Papa. Si dirà che ha provato, ma non è riuscito. Che ha avuto buone idee ma per sua stessa ammissione non è stato in grado di governare come si deve la Chiesa. E tutti noi suoi ammiratori dovremo abdicare come lui. Anche noi siamo tutto sommato "vacanti", nel senso dialettale del termine: svuotati di significato e di speranze. 
Nuovo Papa
Ancor più grave l'ammissione che oggi per governare la Chiesa serve "vigore fisico" oltre che spirituale. Dunque così delinea i tratti del nuovo Papa: dovrà essere giovane, scattante e arzillo. Difficile individuare qualcuno del genere nell'ampia schiera dei settantenni cardinali. Forse qualcuno c'è. E adesso i pii cattolici ritorneranno a rispondere: "non è affare il nostro, il Papa lo sceglie lo Spirito Santo". Sì, ma a quanto pare il Papa può scegliere anche di annullare la decisione dello Spirito Santo...
Tempi bui
Torniamo al medioevo. Certo, per la società contemporanea è medievale l'idea di un Papa decrepito e privo di adeguate facoltà mentali e di vigoria fisica. Ma tutto ciò che per i nostri contemporanei è medievale è fondamentalmente santo per i Cattolici. C'è una opposizione netta fra i due aspetti. Così il vero medioevo è quello introdotto oggi da Papa Ratzinger. Colui che ha lasciato il suo lavoro a metà, incompiuto per molti versi. E "per viltade" fa il suo gran rifiuto? Chissà... Per viltade, per ricatto, per inadeguatezza, per mille ragioni. Egli ci introduce tuttavia nel buio. Il buio di una novità che scardina le certezze, che fa dell'uomo più che del Signore l'artefice della storia. E plasma così il destino della Chiesa. Il ministro recede dal ministero. Gongola Nanni Moretti!

Petrus Romanus

L'ultimo Papa secondo San Malachia è tal "Petrus Romanus". Secondo molti si tratterebbe di un ultimo Papa di nome Pietro. Ma c'è anche chi interpreta questo personaggio come San Pietro che torna. Che vuol dire? E' la fine del mondo? Chissà! Una cometa, cattivo omen, sarà visibile in quest'anno che si preannuncia funesto. Il Nuovo Ordine Mondiale continua la sua corsa. E la Chiesa vi si arrende. Deve correre anch'essa e il Papa non ha più forza nelle gambe.

Schettino

Un'ultima annotazione per snellire il peso angosciante di questa giornata. Mi veniva in mente il Nocchiero della Chiesa che scende dalla barca di Pietro. Ed ecco una voce rimbombare: "Ma cosa fai? Torna a bordo c...!"

RIMOSSO IL KATHEKON: ORA TUTTO E' POSSIBILE


Ieri il Papa diceva all'Angelus: "L’esperienza di Pietro, certamente singolare, è anche rappresentativa della chiamata di ogni apostolo del Vangelo, che non deve mai scoraggiarsi nell’annunciare Cristo a tutti gli uomini, fino ai confini del mondo. Tuttavia, il testo odierno fa riflettere sulla vocazione al sacerdozio e alla vita consacrata. Essa è opera di Dio. L’uomo non è autore della propria vocazione, ma dà risposta alla proposta divina; e la debolezza umana non deve far paura se Dio chiama."
Oggi annuncia le sue dimissioni a partire dal 28 febbraio alle 20.00.
Una resa al mondo e al Re delle tenebre.
Fides et forma è in lutto. 

Nessun commento:

Posta un commento

Nota. Solo i membri di questo blog possono postare un commento.