ACTA APOSTATICAE SEDIS : come, cambiando un po' qua e un po' la, si può cambiare tutto...

giovedì 21 febbraio 2013

ULTIME DA ‘RADIO CONCLAVE’

- IN VATICANO SALGONO LE QUOTAZIONI DEI CANDIDATI “CURIALI”: IN POLE IL FRANCO-CANADESE MARC OUELLET E IL PRIMATE D’UNGHERIA PETER ERDO, ENTRAMBI IN BUONI RAPPORTI CON BERTONE - LE CANDIDATURE ITALIANE DI RAVASI E SCOLA SARANNO LANCIATE IN AVANSCOPERTA IN PRIMA VOTAZIONE MA SE IL FRONTE AMERICANO RIESCE A COMPATTARSI LA SPUNTA UNO TRA DOLAN, O’MALLEY, WUERL E IL BRASILIANO SCHERER…

Franco Bechis per "Libero"


MARC OUELLET jpegMARC OUELLET JPEG
Il prossimo conclave non aspetterà due settimane dalle dimissioni di Benedetto XVI per la sua prima fumata, bianca o nera che possa essere. Come anticipato da Libero fin dal giorno del clamoroso gesto di papa Ratzinger, il nuovo conclave potrà aprirsi fra il 4 e l'11 di marzo, grazie a un chiarimento procedurale che avverrà con un «motu proprio» dell'attuale Papa.

MARC OUELLETMARC OUELLET
L'accelerazione è stata sicuramente decisa da Benedetto XVI e fa comprendere come abbia tutte le intenzioni di incardinare la sua successione. Ma da «radio conclave» è stata invece interpretata come una mossa del segretario di Stato, cardinale Tarcisio Bertone, per spiazzare le chiese più lontane (in particolare i cardinali americani e asiatici) e dare un vantaggio temporale alla Curia e ai suoi desiderata. In questa chiave dunque si inserisce il nuovo «toto Papa» che impazza non solo nella capitale italiana, ma nelle cancellerie di tutto il mondo.
CARDINALE RAVASICARDINALE RAVASI
UOMINI DI CURIA
Per questo motivo ieri sono passati in testa i candidati «curiali». Secondo le indiscrezioni sarebbero soprattutto due, entrambi stranieri: il franco-canadese (ma ormai curiale, visto che guida la congregazione dei vescovi) Marc Ouellet e il primate di Ungheria, Peter Erdo. Due stranieri dunque, in ottimi rapporti con Bertone e la curia romana, che rendono più facile una successione guidata anche alla segreteria di Stato.
Cardinale ScolaCARDINALE SCOLA
L'opinione è che con Erdo e Ouellet sarà gioco-forza affiancare un italiano bertoniano alla guida dei rapporti diplomatici del Vaticano. Per questo ruolo e con uno dei due papabili il candidato di punta sarebbe il cardinale Mauro Piacenza, attuale prefetto della congregazione per il clero. Piacenza è un candidato di alto profilo, ma che divide lo stesso fronte bertoniano, per cui non è escluso che se sul suo nome gli ostacoli dovessero rivelarsi insormontabili, spunti un outsider gradito all'attuale numero due di papa Ratzinger.
In prima votazione comunque si proverà a valutare le truppe dei due italiani che attualmente sono in corsa per il papato: l'arcivescovo di Milano, Angelo Scola e Gianfranco Ravasi, presidente del pontificio consiglio per la cultura. Secondo le previsioni di toto- Papa nessuno dei due avrebbe però un pacchetto minimo di voti necessari a proseguire la corsa, per cui dalla seconda votazione in poi dovrebbero rassegnarsi a fare confluire le preferenze su un altro candidato (Ouellet o Erdo appunto, se si parte da questo fronte).
TIMOTHY DOLAN ARCIVESCOVO DI NEW YORK jpegTIMOTHY DOLAN ARCIVESCOVO DI NEW YORK JPEG
LA SCELTA ESOTICA
Ci sono i disegni di curia, ma naturalmente anche le ambizioni di altre aree del mondo. Questo sarà il primo conclave in cui la differenza culturale e politica delle candidature non sarà così grande. Non c'è più la tradizionale divisione fra conservatori e progressisti, perché il collegio cardinalizio è in gran parte composto da conservatori che hanno solo sfumature di pensiero diverse su questioni spesso marginali. Si pensi che il papabile considerato più a sinistra è proprio Ravasi.
CARDINALE SEAN PATRICK O MALLEYCARDINALE SEAN PATRICK O MALLEY
Nel toto-Papa contano dunque le alternative territoriali. La più forte è sicuramente quella di una candidatura americana. Anche questa volta però America del Nord e America Latina non sono riuscite a fare fronte comune. Sembra possibile che i sudamericani puntino come loro candidato di bandiera sull'arcivescovo di San Paolo, il brasiliano di origini tedesche Odilo Pedro Scherer. I cardinali degli Usa sono forti per la prima volta perché quella chiesa, grazie alle traversie della pedofilia e anche a Barack Obama e ai suoi scarsi o pessimi rapporti con il Vaticano, non fa più paura alle chiese del terzo mondo.
IL CARDINALE BRASILIANO ODILO PEDRO SCHERER jpegIL CARDINALE BRASILIANO ODILO PEDRO SCHERER JPEG
Sarebbe dunque accettato un Papa americano. Il problema qui è che i candidati sono troppi, e troppo desiderosi di fare il Papa. I più quotati sono l'arcivescovo di Boston, Sean Patrick O' Malley e quello di New York, Timothy Dolan. Fra i due litiganti però potrebbe rafforzarsi la candidatura dell'arcivescovo di Washington, Donald William Wuerl, le cui quotazioni stanno salendo vertiginosamente e che potrebbe essere il candidato più forte alternativo alle scelte della curia.
Nonostante gli sgambetti dei colleghi filippini (nessuno è profeta in patria), sul fronte asiatico resta forte la candidatura dell'arcivescovo di Manila Luis Antonio Gokim Tagle, che non dispiace alla sinistra essendo amato dalla scuola teologica di Bologna (quella dei Melloni) ma che su argomenti-chiave è di provata fede ratzingeriana.
emo 245 mauro piacenzaEMO 245 MAURO PIACENZA
 http://www.dagospia.com/rubrica-3/politica/ultime-da-radio-conclave-in-vaticano-salgono-le-quotazioni-dei-candidati-curiali-in-pole-51329.htm






CHE BOFFO TI FO – “LA SANTA SEDE SI LIBERI DAL VIZIO INFAME DELLE LETTERE ANONIME”: IL DIRETTORE DELLA TV DELLA CEI COMMENTA LE INDISCREZIONI DI “PANORAMA” SUL DOSSIER DEI TRE CARDINALI ISPETTORI (CHE DICE DI NON AVER LETTO) – BOFFO PRIMA SPIEGA CHE LA RINUNCIA DEL PAPA “AVREBBE L’OBIETTIVO DI PORRE FINE A UNA GESTIONE DEL POTERE CHE PUÒ SCANDALIZZARE GLI ULTIMI E GLI UMILI”, E POI SMENTISCE…

1- BOFFO, S. SEDE SI LIBERI DA VIZIO INFAME DOSSIER ANONIMI


(ANSA) - "Io penso che la Santa Sede debba liberarsi del vizio infame delle lettere anonime senza firme e senza mittenti". Lo ha detto il direttore di Tv2000, Dino Boffo, commentando le indiscrezioni di Panorama circa il dossier dei tre cardinali ispettori Herranz, Tomko e De Giorgi, precisando però di non conoscerne il contenuto.
BENEDETTO XVI RATZINGER DI SPALLEBENEDETTO XVI RATZINGER DI SPALLEDINO BOFFODINO BOFFO
2- PAPA:BOFFO,DIMESSO PER FINE GESTIONE SCANDALOSA POTERE 
(ANSA) - La decisione del Papa di lasciare avrebbe l'obiettivo di "porre fine a una gestione del potere che può scandalizzare gli ultimi e gli umili". Lo ha affermato il direttore di Tv2000, Dino Boffo, commentando le indiscrezioni circa il peso che il dossier dei cardinali Herranz, De Giorgi e Tomko avrebbe avuto sulle dimissioni di Benedetto XVI.
3- PAPA:BOFFO,MAI ATTRIBUITO SIGNIFICATO DIVERSO A SUA RINUNCIA 
(ANSA) - "A margine di una conferenza stampa da noi di Tv2000 convocata per illustrare un programma d'arte, alla fine una serie di colleghi si sono fatti avanti e, tra domande e registratori che si accavallavano, ho risposto per dovere di ospitalità ad alcune sollecitazioni. Non ho mai fatto affermazioni che attribuiscono alla rinuncia del Papa intenzioni diverse da quelle da lui comunicate".

JOZEF TOMKOJOZEF TOMKOJULIAN HERRANZ DELL OPUS DEIJULIAN HERRANZ DELL OPUS DEI
E' quanto ha dichiarato il direttore di Tv2000 Dino Boffo precisando il senso di sue dichiarazioni di questa mattina. "In particolare - ha aggiunto Boffo - il pensiero espresso stamane è che tutti i credenti, facendo tesoro del magistero e della rinuncia di Benedetto XVI, concorrano a porre fine a una gestione del potere che può scandalizzare gli ultimi e gli umili".

http://www.dagospia.com/rubrica-3/politica/che-boffo-ti-fo-la-santa-sede-si-liberi-dal-vizio-infame-delle-lettere-51326.htm


Conclave, il pericolo del fuoco amico

Il Vaticano ha ordinato la nuova veste alla sartoria Gammarelli di Roma
IL VATICANO HA ORDINATO LA NUOVA VESTE ALLA SARTORIA GAMMARELLI DI ROMA

Veleni, sospetti, dubbi: più si avvicina la data dell’elezione più s’avverte il fruscio dei dossier

ANDREA TORNIELLICITTÀ DEL VATICANO

Più di avvicina la data del conclave, più s'avverte il fruscio dei dossier. Veleni, accuse, maldicenze, episodi veri o soltanto verosimili, accenni neanche tanto velati a problemi di salute, affari familiari, relazioni pericolose. C'è da attendersi che da qui a metà marzo, fino al momento in cui i 117 elettori del successore di Ratzinger si chiuderanno per scegliere il nuovo Pontefice, diversi «papabili» vengano presi di mira. Magari con accuse che pur dimostrandosi senza fondamento dopo qualche tempo, avranno ottenuto l'effetto di mettere in cattiva luce il candidato al Soglio. Magari con informative passate da qualche fonte non propriamente disinteressata ai giochi nella Sistina.
 Abbiamo già potuto leggere della facilità al pianto, e dunque dell'emotività che caratterizzerebbe due candidati di peso, il canadese Marc Ouellet e l'austriaco Cristoph Schönborn. Di Ouellet più di un giornale ha ricordato anche la vicenda del fratello Paul, insegnante in pensione, condannato ad alcuni mesi di lavori socialmente utili per delle avances fatte a due ragazze negli anni Ottanta. Come pure è stata prevedibilmente riesumata la voce già circolata otto anni fa sulla stampa, riguardante il cardinale Angelo Scola, che all'età di trent'anni si ammalò e venne curato in Francia. Anche l'hondouregno Oscar Rodriguez Maradiaga, uno dei favoriti nei pronostici dell'ultimo conclave, è rientrato nel mirino: si è provveduto a ricordare che un professore di diritto dell'Harvard University, qualche anno fa, lo ha accusato di antisemitismo per aver fatto cenno agli «ebrei» che si celerebbero dietro le campagne mediatiche contro la Chiesa negli scandali della pedofilia.

Alla vigilia del conclave del 2005 furono strategicamente rilanciate le vecchie accuse che il giornalista Horacio Verbitsky aveva mosso al cardinale Jorge Mario Bergoglio, arcivescovo di Buenos Aires, per la condotta da lui tenuta nella vicenda di due confratelli gesuiti sequestrati ed espulsi dall'Argentina al tempo della dittatura militare. Accuse che Bergoglio aveva smontato nel libro «El jesuita» e che comunque non impedirono al porporato di ottenere una quarantina di voti, risultando così l'unico vero antagonista di Ratzinger. Di dossier medico comprendente cartelle cliniche si era parlato otto anni fa in un quotidiano romano a proposito del cardinale Ennio Antonelli, uno dei «papabili» italiani, mentre ogni chance del porporato indiano Ivan Dias veniva allora bloccata dalle indiscrezioni sul suo diabete. Alla vigilia dell'ultimo conclave si ripubblicò la foto di Joseph Ratzinger dodicenne con la divisa della Hitlerjugend: una circostanza della quale aveva parlato lui stesso, che peraltro non gli precluse l'elezione.

Negli anni passati, per la verità, accadeva lo stesso. Nel 1958, ci fu chi mise in giro indiscrezioni sui problemi di salute del patriarca di Venezia Angelo Roncalli. Anche queste risultarono ininfluenti. Una vera e propria operazione di dossieraggio avvenne invece nel giugno 1963, prima del conclave che elesse Paolo VI. Ad esserne vittima, fu il cardinale di origini armene ma naturalizzato romano Gregorio Pietro Agagianian, già «papabile» all'elezione precedente. I solerti agenti del SIFAR pedinarono la sorella Elisabetta Papikova e prepararono un fascicolo con tanto di foto che la riprendevano mentre varcava la soglia dell'Ambasciata dell'URSS. Allora, in tempi di Guerra Fredda, il sospetto di relazioni pericolose con i sovietici avrebbe posato la pietra tombale su qualsiasi candidatura. La povera sorella del porporato, in realtà, era andata soltanto a rinnovare il visto sul passaporto.

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