ACTA APOSTATICAE SEDIS : come, cambiando un po' qua e un po' la, si può cambiare tutto...

venerdì 8 marzo 2013

WHAT’S IOR NAME?

SUL CONCLAVE L’OMBRA DELL’ANTIRICICLAGGIO - LA CACCIATA DI GOTTI TEDESCHI BRUCIA ANCORA: E’ STATO BERTONE A DECIDERE? - IL BOARD CHE HA SFIDUCIATO L’EX BOSS DELLA BANCA DI DIO RISPONDE ALLA SEGRETERIA DI STATO - GOTTI AVREBBE PESTATO TROPPI CALLI PREMENDO SU NORME STRINGENTI, ANNACQUATE POI DA JEFFREY LENA E DA UN GIURISTA VICINO A TARCISIONE - LE SPINTE INTERNE A DISFARSI DELLA BANCA…. -

Marco Bardazzi e Andrea Tornielli per LaStampa.it
CARDINALE TARCISIO BERTONECARDINALE TARCISIO BERTONE
«lo Ior non è San Marino. Può provare a essere il Liechtenstein, che è riuscito a ripulire la propria immagine. La sfida è ardua, la cattiva pubblicità di questi tempi non si cancellerà facilmente».

CARDINALE TARCISO BERTONECARDINALE TARCISO BERTONE
Il Torrione di Niccolò V racchiude le sale ovattate dell'Istituto per le Opere di Religione. Chi ci lavora non ama parlare con nome e cognome. Ma c'è voglia di far sapere che la «banca vaticana», è stanca di vedere il proprio nome associato a scandali e misteri. E ora che sono passati nove mesi dalla burrascosa uscita di scena di Ettore Gotti Tedeschi ed è stato nominato il successore, si fa trapelare come si è arrivati a investire il tedesco Ernst von Freyberg del ruolo di «banchiere del Papa».

La sfida che lo attende, spiegano a La Stampa fonti che lavorano a contatto con i vertici dello Ior e della Segreteria di Stato, sarà quella di accelerare sulla strada del cambiamento. Vincendo resistenze interne che nessuno nega. Già, il cambiamento. La trasparenza. Passi voluti da Benedetto XVI. Che nel settembre 2009 era stato scelto Gotti, banchiere del Santander, cattolico dalla spiritualità vicina all'Opus Dei.

Non tutti Oltretevere sono d'accordo ad aprire le porte della finanza vaticana alle valutazioni di Moneyval. C'è chi teme che il Vaticano metta a rischio autonomia e sovranità. C'è un management della «banca vaticana» che non vuole abbandonare protezioni e privilegi. Le resistenze si sono viste quando Bankitalia e magistratura hanno aumentato la pressione sullo Ior per ottenere informazioni. Gotti si è trovato sempre più isolato a partire dal Natale 2011, e in disaccordo sulla linea scelta per rispondere alle richieste di adeguamento alle norme sulla trasparenza.

La legge antiriciclaggio per il Vaticano che avevano scritto esperti a lui vicini è stata rivista. Una task-force che includeva anche l'avvocato americano Jeffrey Lena e un giurista di fiducia del cardinale Segretario di Stato Tarcisio Bertone, ne ha riscritto diverse parti. Tutto fatto in fretta, senza coinvolgere gli estensori della prima versione. Bisognava rispondere alle richieste di Moneyval.
GOTTI TEDESCHIGOTTI TEDESCHImor03 cardinale tarcisio bertoneMOR03 CARDINALE TARCISIO BERTONE
«Ma nella riscrittura - confiderà Gotti - si è andati ben al di là». In effetti, con la nuova legge il potere dell'Aif, l'autorità di informazione finanziaria presieduta dal cardinale Attilio Nicora, viene ridimensionato, mentre aumenta quello della Segreteria di Stato. Decisioni che la Santa Sede sarà costretta a rimangiarsi. Sono le settimane cruciali dell'inizio di Vatileaks: tra le carte fatte uscire c'è anche un appunto del cardinale Nicora, che lamenta la riduzione dei poteri ispettivi dell'Aif.

Poi tutto precipita per Gotti. E gli eventi hanno ancora tratti oscuri. Il 24 maggio 2012 il presidente dello Ior viene sfiduciato dai quattro colleghi del board. Il documento con le motivazioni viene consegnato ai media. È un atto d'accusa durissimo contro Gotti, al quale si imputano «incapacità» e «mancanza di prudenza». Lo si sospetta anche di aver avuto un ruolo nella diffusione dei documenti. Gli si mette accanto, di nascosto, uno psichiatra che riferirà al direttore dello Ior Cipriani. Si tenta di distruggerlo anche come uomo.

«Il problema è che con Gotti le cose si erano messe così male che non si è riusciti a dargli la possibilità di un'uscita in sordina», spiega una fonte autorevole. L'idea era stata quella di concordare un percorso per fargli lasciare l'incarico. «Ma lui ha rotto, non ha voluto ascoltare le contestazioni e ha divulgato la notizia della sfiducia. A quel punto bisognava pubblicare anche le motivazioni di quella sfiducia. Non è stato possibile muoversi con più prudenza».

La notizia del defenestramento fa il giro del mondo e sembra di assistere a una lotta all'ultimo sangue tra chi vuole la trasparenza e chi la teme. La realtà è più complessa. Tutti Oltretevere sono consapevoli che lo Ior ha bisogno delle norme antiriciclaggio se vuole continuare a operare. Lo scontro è su come agire: con l'uscita di scena di Gotti vince il fronte di chi ritiene siano eccessive le «ingerenze» della Banca d'Italia nelle vicende finanziarie vaticane.

È stato Bertone a volere il licenziamento di Gotti? «Il cardinale è stato solo informato prima dal board dello Ior su quanto stava per accadere» racconta una fonte che ha partecipato all'operazione. Difficile però immaginare che uomini scelti dal Segretario di Stato per guidare l'Istituto abbiano agito senza il suo placet. La commissione cardinalizia che sovrintende allo Ior si trova così davanti al fatto compiuto: chiede spiegazioni, vorrebbe conoscere anche la versione di Gotti. Sono mesi di tensioni tra alcuni porporati e il board.

Il processo per arrivare alla nomina del nuovo presidente sarà lungo. La parola d'ordine implicita: niente italiani. «Un candidato italiano avrebbe creato problemi - svelano le voci dal Torrione - vista la situazione con Bankitalia e i rapporti che poteva avere con il sistema bancario locale».

Il Vaticano si affida alla società internazionale «Spencer Stuart» per individuare il successore di Gotti. La ricerca è accuratissima e si è arriva, negli ultimi giorni del pontificato, alla nomina di von Freyberg, cavaliere di Malta. Non è dato di sapere a quanto ammonti la parcella pagata dal Vaticano per scegliere il candidato ideale.

Ora diversi cardinali prima del conclave vogliono essere bene informati su queste vicende. Ieri alla congregazione generale hanno parlato tre porporati curiali per spiegare lo stato delle finanze vaticane. Ma la questione non è chiusa. E forse qualche eminenza si porrà la domanda se sia davvero indispensabile possedere una banca interna, con tutta la «pubblicità negativa» che ciò comporta.
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http://www.dagospia.com/rubrica-3/politica/whats-ior-name-sul-conclave-lombra-dellantiriciclaggio-la-cacciata-di-gotti-tedeschi-brucia-ancora-52100.htm


I clienti dello Ior sospettati di riciclaggio

08/03/2013 - Le indagini gettano una nuova ombra sul Conclave



I clienti dello Ior sospettati di riciclaggio <1/4>



I clienti dello Ior sospettati di riciclaggio

Un nuovo scandalo sullo Ior potrebbe gettare un’ombra sul prossimo Conclave. L’Aif, l’autorità anti riciclaggio del Vaticano, sta investigando su alcuni clienti molto problematici dello Ior, che potrebbe utilizzare i loro conti per coprire attività illecite.
SOSPETTI DI RICICLAGGIO - Da Bild Zeitung arriva una notizia che potrebbe evidenziare quante ombre abbiano preoccupato Benedetto XVI nell’ultima fase del suo pontificato. Il più diffuso quotidiano tedesco svela che in questo momento l’AIF, l’Autorità antiriciclaggio istituita da Papa Ratzinger per adeguare il Vaticano alle normative internazionali, stia investigando sui clienti dello Ior. L’Istituto per le opere di religione ha circa ventimila clienti. La maggior parte delle persone che hanno un conto presso la banca della Santa Sede sono ecclesiastici, dipendenti della Curia o in altro modo legate al Vaticano. Secondo il nuovo capo investigatore dell’Aif, René Brülhart, già direttore dell’Unità di Informazione Finanziaria del Liechtenstein e vice-Presidente del Gruppo Egmont, nominato da settembre 2012 al vertice dell’autorità anti riciclaggio, ben mille clienti sarebbero altamente problematici, come rimarca Bild Zeitung. Un’attività di indagine che ha fatto emergere un ristretto numero di casi per i quali i sospetti sui possibili traffici illeciti sono maggiori.
SEI CASI - Secondo Bild il team attorno a René Brülhart avrebbe individuato sei casi per i quali è stato necessario attivare delle indagini per chiarire i sospetti di riciclaggio del denaro, effettuato sui conti “protetti” del torrione “Niccolò V”, la sede dell’Istituto per le opere di religione. Benchè non ci siano altri elementi, Bild cita il profilo di un sospettato sul quale si stanno concentrando le attività di indagine. Si tratterebbe di un avvocato, che in passato ha offerto ben 40 mila euro per una causa di beatificazione. L’Aif ritiene che dietro questi movimenti ci sarebbero tentativi di nascondere attività illecite tramite il riciclaggio del denaro transitato sui conti dello Ior. Le indagini avrebbe ricevuto nuovo impulso dopo la nomina di Ernst von Freyberg, l’avvocato tedesco che ha sostituito, dopo un lungo periodo di vacanza, come presidente Ettore Gotti Tedeschi.
ISTITUTO CONTROVERSO - Come rimarca Süddeutche Zeitung, lo Ior è da tempo una banca molto controversa. Lo scandalo più grave riguardò il coinvolgimento dell’istituto nel crack del Banco Ambrosiano, concluso con la morte di Roberto Calvi impiccato su commissione di Michele Sindona. Negli ultimi anni però la trasparenza della banca vaticana non è sensibilmente migliorata, tanto che l’Ocse ha inserito la Santa Sede nella lista nera dei paradisi fiscali. Benedetto XVI ha deciso di adeguare gli standard dello Ior alle richieste degli organismi internazionali, ma le clamorose dimissioni di Gotti Tedeschi avevano palesato quanto sia travagliata la vita dell’istituto. Lo Ior è diventato protagonista dell’ultima battaglia di Benedetto XVI, che ha imposto un avvocato tedesco come successore del banchiere italiano. Secondo vari osservatori questa nomina ha palesato l’insofferenza del resto della Curia per le lotte di potere dei porporati del nostro paese, che rimangono il blocco più influente della Chiesa cattolica.
OMBRA SUL CONCLAVE - Nella Congregazione dei Cardinali, l’organismo che poi si riunirà in Conclave senza i porporati di età superiore agli 80 anni per eleggere il nuovo Papa, il tema delle finanze vaticane è sempre più pressante. In particolar modo alcuni cardinali dei paesi esteri, in primis gli americani, avrebbero richiesto in modo esplicito di essere informati sul rapporto Vatileaks, dove il tema finanziario è assolutamente centrale. Non è probabilmente casuale che la notizia dell’indagine anti riciclaggio su alcuni clienti dello Ior esca prima della convocazione del Conclave. La banca vaticana è stato il principale campo di battaglia dello scontro interno alla Curia, rivelato poi con la clamorosa pubblicazione del caso Vatileaks.
 http://www.giornalettismo.com/archives/817189/i-clienti-dello-ior-sospettati-di-riciclaggio/#

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