ACTA APOSTATICAE SEDIS : come, cambiando un po' qua e un po' la, si può cambiare tutto...

giovedì 11 aprile 2013

Giocate pure con twitter mentre si lavora altrove..

Il Gesuitico Joe Biden vuole un Nuovo Ordine Mondiale
 Abbiamo già detto in passato che gli Stati Uniti sono una facciata dietro la quale agiscono gli uomini della Compagnia di Gesù.
 

La Compagnia di Gesù e il Vaticano hanno usato gli USA per compiere il loro lavoro sporco di guerre e imperialismo e per portare avanti l'edificazione di un Nuovo Ordine Mondiale; però è quasi certo che questo paese avrà un destino più o meno simile a quello della Germania nazista e dell'Italia fascista (altre due facciate dei gesuiti e del Vaticano). E' quindi scontato che nei prossimi anni l'economia non graviterà più intorno al dollaro e agli Stati Uniti, ma essa dovrà integrare le economie emergenti all'interno del Governo Globale gesuitico.

Il Cattolico Joe Biden è l'attuale vicepresidente degli Stati Uniti; egli è anche il più potente uomo dei gesuiti nell'amministrazione Obama; costui possiede ben due lauree ad honorem gesuitiche: una presso l'Università di Scranton e una presso l'Università di Saint Joseph. Come agente vaticano egli porta avanti gli interessi del governo mondiale dei gesuiti, a discapito della sovranità nazionale degli USA.

L'occasione di parlare di Biden è la sua recente richiesta di un Nuovo Ordine Mondiale. In un articolo dal titolo Biden calls for 'new world order', pubblicato da WND money, leggiamo:




"In una conferenza sulle attività bancarie tenutasi venerdì, il vice presidente Joe Biden ha chiesto la creazione di un "nuovo ordine mondiale" con nuove istituzioni finanziarie, regole globali aggiornate, condizioni di parità e prosperità della Cina.

I suoi commenti sembrano riferirsi al cosiddetto perno verso l'Asia del presidente, una dichiarata strategia di porre una maggiore attenzione sulla regione dell'Asia"





Naturalmente il perno verso l'Asia e la prosperità della Cina vogliono dire la distruzione o il ridimensionamento delle economie Occidentali, compreso gli Stati Uniti, di cui Biden è vice presidente; tutta questa prosperità, infatti, sta avvenendo con il trasferimento di interi comparti industriali all'interno di tali paesi orientali, i quali verranno poi assorbiti nel Nuovo Ordine Mondiale delle economie unificate sotto la bandiera di Roma. L'articolo continua:



"Le sue dichiarazioni arrivano mentre gli Stati Uniti aumentano le proprie installazioni nel Pacifico, presumibilmente in risposta alle minacce della Corea del Nord.

Tali mosse militari hanno indotto molte speculazioni dei media sul fatto che alcune delle risposte della Casa Bianca verso la Corea del Nord possano essere collegate al più grande perno verso l'Asia che è stato un importante obiettivo politico dell'amministrazione Obama.

Le osservazioni di Biden arrivano anche la settimana dopo che Cina, Russia e altre potenze hanno annunciato la creazione di un nuovo ordine economico mondiale che avrebbe potuto competere con la Banca Mondiale e il Fondo Monetario Internazionale dominate dagli occidentali.

Rilasciando il discorso alla Conferenza dell'Export-Import Bank venerdì a Washington DC, Biden ha affermato che "il compito positivo che abbiamo ora di fronte è quello di creare un nuovo ordine mondiale."

Egli ha continuato:"Siccome l'ordine mondiale sta di nuovo cambiando, le istituzioni mondiali, che hanno funzionato così bene per decenni nel periodo post-Seconda Guerra Mondiale, hanno bisogno di essere rafforzate, e alcune hanno bisogno di essere cambiate."

"Quindi noi dobbiamo fare quello che sappiamo fare meglio, dobbiamo guidare", egli ha affermato. "Dobbiamo aggiornare le regole globali del percorso, dobbiamo fare in modo di massimizzare i benefici per tutti, perché ovviamente, è prevalentemente nel nostro interesse. Questo non è un gioco a somma zero, è prevalentemente nel nostro interesse che la Cina prosperi, che la Mongolia prosperi, che le grandi e ampie nazioni, a Est e a Ovest (prosperino). Dobbiamo livellare il campo di gioco, di modo che le aziende e i lavoratori siano in grado di competere nel mondo e che la concorrenza sia leale e sana."



Il soldato di Roma Joe Biden sa bene chi siano questi "noi" che hanno tutto l'interesse a guidare il cammino verso questo nuovo ordine mondiale! Non certo i popoli e i lavoratori di tutto il mondo, che saranno ridotti a schiavi. Andiamo avanti:

[...]

"Nuovo Ordine Economico Mondiale

Lo spostamento militare degli Stati Uniti arriva mentre i cosiddetti BRICS – Brasile, Russia, India, Cina e Sud Africa – cercano di creare un sistema monetario che possa rivaleggiare ed anche surclassare l'Occidente.

Anche se ha ricevuto poca attenzione nei media degli Stati Uniti, la scorsa settimana il vertice della quinta edizione annuale il gruppo BRICS ha presentato quella che doveva essere una nuova banca di sviluppo con lo scopo di rompere il monopolio detenuto dalle istituzioni gestite dagli occidentali.

La banca avrebbe utilizzato 50 miliardi di dollari di capitale di avviamento, suddivisi equamente tra Brasile, Russia, India, Cina e Sud Africa, ma sarebbe chiaramente dominata dalla Cina.

Il presidente Russo Vladimir Putin ha dato il suo supporto per la banca, mentre il ministro per il commercio dell'India ha detto che i BRICS "avranno una forte influenza sull'ordine globale di questo secolo."

"E' fatta" ha detto il il ministro delle finanze Sud africano Pravin Gordhan martedì scorso, aggiungendo che "abbiamo fatto ottimi progressi" sulla formazione di un'agenzia di sviluppo analoga alla Banca Mondiale.

La Press TV iraniana ha definito l'accordo in questo modo:"La banca BRICS presenterà una soluzione alternativa a quella dominata dal sistema bancario globale degli occidentali che comprende le istituzioni di Bretton Woods – la Banca Mondiale (BM) e il Fondo Monetario Internazionale (FMI)."

"La nuova banca offrirà una riserva collettiva di cambio e un fondo per il finanziamento di progetti di sviluppo, al fine di soddisfare le esigenze delle economie emergenti e povere."

Press TV ha riferito che "i membri del BRICS dicono che l'attuale equilibrio del potere globale è impraticabile, con istituzioni come la Banca Mondiale, il FMI e il Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite che non sono adeguate al fine di affrontare le questioni riguardanti l'economia globale."

Secondo l'accordo, le due più grandi economie dell'emergente gruppo di potere, Cina e Brasile, hanno deciso di muovere quasi la metà dei loro scambi commerciali al di fuori dalla zona del dollaro – un colpo significativo per il dollaro statunitense.

Alcuni commentatori negli Stati Uniti sono scettici che le mosse del BRICS potranno mai funzionare.

Joseph S. Nye, un professore presso l'Università di Harvard, ha scritto sul quotidiano Australian:"Significativamente, la riunione a Durban non ha prodotto alcun dettaglio sulla struttura della proposta nuova banca per lo sviluppo, suggerendo che pochi progressi erano stati fatti nel corso dell'anno dall'ultima riunione del BRICS a Nuova Delhi, dove era stato annunciato il piano."

Nye continua:"In effetti, nonostante l'impegno per avviare 'negoziati formali' per istituire la banca, i disaccordi circa le dimensioni e le quote di capitale della banca non sono stati risolti."

Il New American ha preso le parti degli altri, sostenendo che la banca BRICS è un passo avanti verso il governo mondiale:"Eccetto una moneta planetaria regolata e una banca centrale, al centro delle macchinazioni dei regimi del BRICS, delineate nel loro accordo finale, c'è stata la costruzione di un vero e proprio governo mondiale."

La pubblicazione ha sottolineato che la dichiarazione del BRICS al termine del vertice della scorsa settimana includeva:"Ribadiamo il nostro forte impegno per le Nazioni Unite (ONU), come il forum multilaterale più importante incaricato di realizzare lo sviluppo della speranza, della pace, dell'ordine e dello sviluppo sostenibile del mondo."

La dichiarazione dei BRICS aggiungeva:"Noi ribadiamo il nostro impegno per la promozione del diritto internazionale, il multilateralismo e il ruolo centrale delle Nazioni Unite."

[...]



Come vediamo, anche se i paesi del BRICS vanno contro all'economia occidentale dominata dal dollaro degli Stati Uniti (che abbiamo già visto essere un paese destinato all'eclissi), essi vanno però apertamente incontro alle Nazioni Unite del Vaticano nella creazione di un Governo Mondiale; in tal senso l'opposizione agli USA significa l'accordo con Roma. Notizia Ansa del 9 aprile 2013:




CITTA' DEL VATICANO - Ci sono "idee e obiettivi comuni" tra la Santa Sede e l'Onu. Lo ha detto il segretario generale delle Nazioni Unite, Ban Ki-moon a Papa Francesco nel colloquio che si è tenuto nello studio privato e che è durato circa venti minuti.

Il segretario generale era accompagnato da dodici persone al seguito tra i quali la responsabile del piano per il disarmo. Per Ban Ki-moon è stato "un grande onore" incontrare il Papa, "uno dei leader spirituali del mondo", ha detto.” 




Per capire come Il Vaticano e le Nazioni Unite lavorino per lo stesso governo unico mondiale e per un'unica religione sotto un unico leader mondiale si legga anche Lo Scopo Occulto delle Nazioni Unite rivelato dai loro stessi scritti da noi pubblicato. Sul sostanziale accordo di Cina e Russia riguardo ad una moneta globale si veda il nostro articolo Verso una moneta unica mondiale. A proposito dei BRICS e del loro ruolo nel futuro ordine mondiale, leggiamo come questo vada di pari passo alle "profezie" cattoliche; Philips Jenkins, in un articolo dal titolo Believing in the Global South uscito nel dicembre 2006 su First Thingsafferma:




"Anche se la profezia si presta raramente a verifica empirica, una eccezione potrebbe essere un'osservazione di San Vincenzo de Paoli, scritta intorno all'anno 1640. Questo fu uno dei più truci periodi della storia europea, i giorni più disperati della guerra dei Trent'anni. In questi giorni terribili Vincenzo osservò che Gesù aveva promesso che la sua Chiesa sarebbe durata fino alla fine dei tempi, ma senza menzionare l'Europa. La Chiesa del futuro, diceva Vincenzo, sarebbe stata la Chiesa del Sud America, dell'Africa, della Cina e del Giappone. Anche se potremmo discutere circa l'inclusione del Giappone in tale elenco, il punto fondamentale di San Vincenzo rimane fondato e profetico. Il Cristianesimo, una religione che è nata in Africa e in Asia, nella nostra esistenza ha deciso di ritornare a casa. Il nostro concetto tradizionale del mondo cristiano come un mondo prevalentemente bianco e di cristianità occidentale euroamericana, infatti, non è più la norma.

Il Cristianesimo dovrebbe godere di un boom in tutto il mondo nei prossimi decenni, ma la stragrande maggioranza dei credenti non sarà né bianca, né europea né euro americana. Secondo le tabelle statistiche prodotte dalCenter for the Study of Global Christianity, circa 2,1 miliardi di cristiani erano presenti nel 2005, circa un terzo della popolazione planetaria. Il più grande blocco unico, circa 531 milioni di perone, si trova ancora in Europa. L'America Latina, però, è già vicino alle sue spalle, con 511 milioni, l'Africa ne ha 289 milioni, e 344 milioni di asiatici professano il cristianesimo. Il Nord America rivendica 266 milioni di fedeli. Adesso noi non abbiamo la necessità di accettare queste cifre nel loro dettaglio, e personalmente credo che le cifre asiatiche siano troppo alte; anche così, gran parte del mondo cristiano si trova già in Africa, Asia e America Latina. Altrettanto sorprendenti sono le tendenze a lungo termine. Il numero dei cristiani in Africa sta crescendo intorno al 2,36 per cento ogni anno, il che porterebbe a proiettare un raddoppio della popolazione cristiana del continente in meno di 30 anni. Estrapolando queste cifre per l'anno 2025, la predominanza del sud diventa ancora più marcata. Assumendo nessun grande guadagno o perdita attraverso la conversione, a quel tempo ci sarebbero circa 2,6 miliardi di cristiani, di cui 595 milioni vivrebbero in Africa, 623 milioni in America Latina, e 498 milioni in Asia. L'Europa, con 513 milioni, scivolerebbe al terzo posto. Africa e America Latina sarebbero quindi in competizione per il titolo di continente più cristiano. Entro il 2050 il cristianesimo sarà principalmente la religione dell'Africa e della diaspora africana. Da allora ci saranno circa 3 miliardi di cristiani nel mondo, e la porzione di coloro che saranno bianchi e non latini oscillerà tra un quinto e un sesto del totale. Se facciamo una proiezione delle più grandi popolazioni cristiane entro il 2050, gli Stati Uniti saranno ancora a capo della lista, seguiti da Brasile, Messico, Filippine, Nigeria, Congo, Etiopia e Cina. E anche negli Stati Uniti molti cristiani saranno ispanici, di origine asiatica o africana. A quel punto, un terzo di tutti gli americani avranno radici latinoamericane o asiatiche, radici che saranno prevalentemente cristiane. Questo non include quegli americani di origine africana, le persone che sono afroamericane o quelle di recente ceppo africano.



Da questo articolo del 2006 arriviamo al gesuita Bergoglio del 2013:



Nel scegliere Francesco, 76enne, che è stato l'Arcivescovo di Buenos Aires, i cardinali hanno mandato il potente messaggio che il futuro della chiesa giace nel sud globale, la casa della maggior parte dei cattolici del mondo.”




Ecco, molti anni fa, il giovane Joe con il suo vecchio maestro Giovanni Paolo II



E rieccolo pochi giorni fa insieme al nuovo maestro Francesco I, il Papa delSud del Mondo!



"Sarà il vicepresidente cattolico Joe Biden a rappresentare gli Stati Uniti, e porterà con sé il governatore del New Mexico, Susan Martinez, oltre a Nancy Pelosi (leader della minoranza democratica alla Camera). Martinez è considerata un astro nascente, ispanico, del Partito repubblicano. Farà parte della delegazione anche John J. DeGioia, presidente della Università di Georgetown di Washington, un'università dei gesuiti in cui si sono formati anche alcuni presidenti degli Stati Uniti."






"Per il cattolico praticante Joe Biden, vicepresidente degli Stati Uniti, le ore del soggiorno romano sono state di “great time”, come scrive il Christian Science Monitor. Non è sempre stato così per un alto rappresentante dell’amministrazione americana in missione in Vaticano.

Fino agli anni ottanta non c’erano neppure relazioni diplomatiche tra l’America e la Santa Sede e fu solo nel 1984 che Reagan ruppe il ghiaccio, nominando il primo ambasciatore presso il Vaticano. Da allora, i rapporti sono diventati più che buoni, con ripetute visite di pontefici oltreoceano e grande considerazione politica nei confronti del Vaticano da parte di tutti i presidenti, democratici e repubblicani. Fino ad arrivare a oggi: ai massimi vertici dell’amministrazione Obama ci sono cattolici come Biden e come John Kerry, segretario di stato, e Janet Napolitano, segretario alla sicurezza interna. I cattolici americani nel frattempo sono diventati 77 milioni, la più folta singola denominazione religiosa del paese. E mai come in questo conclave l’America , anche quella non cattolica, si è tanto appassionata alla scelta del papa, tifando candidamente per un American pope.

Poi, ecco l’elezione di un papa proveniente dalle Americhe, e per la quale si sono spesi i cardinali americani e che è accolta dai nordamericani come la scelta di uno di loro. Non stupisce che la delegazione statunitense presente stamattina a san Pietro fosse di alto profilo istituzionale: oltre a Biden c’erano Nancy Pelosi, leader dei democratici alla House e Susana Martinez, governatrice repubblicana del New Mexico, più un folto drappello di parlamentari dei due partiti. Inoltre era presente John DeGioia, presidente della Georgetown University, ateneo prestigioso dei gesuiti. Anche questi segnali lasciano pensare che le relazioni tra il più piccolo stato e la più importante nazione del pianeta saranno ancora migliori."




I gesuitici Monti e Biden molto felici di incontrarsi



"(ASCA) - Roma, 18 mar - Il Presidente del Consiglio, Mario Monti, ha incontrato oggi a Palazzo Chigi il Vice Presidente degli Stati Uniti d'America, Joe Biden. Al centro dei colloqui, molto cordiali - riferisce un comunicato - l'eccellente cooperazione bilaterale, gli sviluppi della crisi globale e le politiche per il rilancio della crescita. Il Vice Presidente Biden ha voluto testimoniare del rapporto di personale stima, amicizia e collaborazione stabilitosi tra il Presidente Obama ed il Presidente del Consiglio, auspicando che il prossimo Governo possa continuare sulla via virtuosa di riforme strutturali delineata dal Presidente Monti, che hanno consentito di mettere il Paese al riparo da possibili contagi della crisi finanziaria."





"Durante i viaggi in Russia del Vice Presidente Joe Biden per incontrare il presidente Medvedev, il suo staff raggiunse il Padre Gesuita Janez Sever chiedendogli di celebrare il Mercoledì delle Ceneri insieme a Biden e al suo staff. Il gesuita russo ha accettato l'opportunità con grazia e umiltà "per fare questa quaresima un momento efficace nella vita [di Biden]." Durante la funzione Sever ha riflettuto sulla sua recente esperienza di ritiro di 30 giorni per la sua omelia e ha incoraggiato Biden e il suo staff a ricordare che la Quaresima è un momento di riflessione spirituale, un momento in cui ci si dovrebbe prendere del tempo per ascoltare Dio ed esaminare i propri desideri più profondi. Molti dello staff di Biden condividono con Sever il proprio background di aver frequentato le università dei Gesuiti. Sever ha anche regalato al Vice Presidente una copia del libro bestseller del Padre Gesuita James Martin “The Jesuit’s Guide to (Almost) Everything”, perché Sever trova lo stile degli scritti di Martin accessibile e di grande ispirazione per coloro che cercano di trovare Dio nella loro vita quotidiana. Biden ha detto a Sever che Padre Martin gli era molto familiare, avendo letto gran parte del libro del sacerdote popolare e ha accettato il dono di Sever con gratitudine e apprezzamento."

Fonte: Jesuit.org

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