ACTA APOSTATICAE SEDIS : come, cambiando un po' qua e un po' la, si può cambiare tutto...

venerdì 12 aprile 2013

I nuovi veggenti

ROCK MY GOD - PATTI SMITH HA VISTO LA LUCE: PAPA BERGOGLIO!

La leggenda del rock ieri ha voluto incontrarlo in Vaticano - “Mi sono commossa quando ho saputo che aveva scelto il nome Francesco. I valori di umiltà e attenzione verso la natura sono importanti in questo periodo” - “Mi ricorda Luciani”...

Ernesto Assante per "la Repubblica"
"Gesù è morto per i peccati di qualcuno, ma non per i miei", cantava Patti Smith nel 1975, nella sua versione di Gloria in un album che la fece entrare di diritto tra i grandi del rock, "Horses". Ma questo non le ha impedito, ieri, di andare all'udienza papale, assieme ai fedeli, e di incontrare Papa Francesco. «Ho avuto il privilegio di stringere la sua mano», ci dice, «è stata una bella esperienza».
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Patti Smith, 66 anni, una vita passata tra poesia e rock'n'roll, arte e impegno, spiritualità e ricerca, ha un rapporto speciale, «un esperienza personale» hanno detto dal Vaticano, che l'ha portata ad avvicinarsi a questo Papa.
Dunque, Patti Smith affascinata di Papa Francesco?
«Quando Benedetto XVI annunciò di volere rinunciare, ho sperato subito che il suo successore facesse una scelta coraggiosa e scegliesse il nome di Francesco. Sono stata più di un ora davanti alla tv ad aspettare che annunciassero il nome e pensavo "Francesco, Francesco", speravo che chiunque si fosse affacciato a quel balcone avesse scelto quel nome.
patti smith in vaticano per incontrare il papaPATTI SMITH IN VATICANO PER INCONTRARE IL PAPA
Quando c'è stato l'annuncio, quando hanno detto che aveva scelto Francesco, ho avuto una grandissima emozione, sono stata molto felice, mi sono venute le lacrime agli occhi. Stasera nel mio concerto all'Auditorium gli dedicherò una canzone».
Che cosa si aspetta una sacerdotessa del rock dal pontefice?
«Ho studiato molto la figura di San Francesco negli ultimi anni e penso che i valori che lui ha trasmesso, l'umiltà, la disponibilità verso gli altri, l'attenzione verso la natura, siano importanti oggi, soprattutto in un periodo come questo di crisi economica ma anche di devastazione ambientale.
Un Papa che sceglie di chiamarsi Francesco accetta un fardello pesante, fa una dichiarazione d'intenti. Quella di servire i poveri, di avvicinarsi alla natura, di preoccuparsi dell'ambiente. E la sera della sua elezione mi sono ripromessa di incontrarlo».
patti smith in vaticano per incontrare il papaPATTI SMITH IN VATICANO PER INCONTRARE IL PAPA
E così è stato. Patti Smith, a Roma per una serie di concerti, ieri è andata in Vaticano ed è riuscita ad arrivare fino al Papa, al quale è stata presentata. Come è stato l'incontro?
«Molto bello. Papa Francesco ha un atteggiamento estremamente cordiale, con tutti. La vera esperienza per me è stata quella di essere in mezzo a tanta gente, migliaia di persone in un atmosfera bellissima, tutti erano davvero felici.
Non avevo mai partecipato ad un simile raduno e ho trovato bellissimo che gente di culture e paesi differenti fosse unita da una forza emotiva unica. Tante lingue diverse, tedesco, arabo, francese, inglese, per permettere a tutti di comprendere. E poi tantissimi giovani, molte coppie che stanno per sposarsi, iniziare una nuova vita e volevano essere benedette».
PATTI SMITHPATTI SMITH
Un raduno diverso rispetto a quelli a cui è abituata?
«Un raduno pieno di amore e di vita, anche lì dove c'erano persone sofferenti o disabili. Era un feeling universale, uno spirito di speranza. Vedere il Papa così da vicino è illuminante, si vede che il suo rapporto con la gente è vero, che ama i bambini e le madri, che ha una parola e un'attenzione per tutti. Mi ha ricordato Gesù, quando disse lasciate che i bambini vengano a me».
PAPA FRANCESCO JORGE BERGOGLIOPAPA FRANCESCO JORGE BERGOGLIO
La scelta del nome Francesco vuole indicare una via per il suo pontificato.
«Penso che il messaggio che dà con quel nome sia importantissimo. Io non sono cattolica, non subisco regole e dogmi, posso guardare alla sua persona liberamente e credo che lui voglia davvero comunicare con tutti in maniera diversa. San Francesco era umile e forte, amava la gente e la natura, Papa Francesco sembra voler fare lo stesso. Mi sento molto ottimista, potrà essere un forte leader spirituale. Ho visto la sua serietà, e anche quella esprime umiltà e forza».
Lei ha amato molto Papa Albino Luciani, trova che ci siano delle similitudini con Papa Francesco?
«Io amavo moltissimo Papa Luciani, e mi rammarico del fatto che non abbia avuto il tempo di esprimere tutto se stesso come Papa. Non ho una religione perché penso che la religione ponga troppi confini, ma ho la mia religiosità nei confronti di Dio, e prego.
Ho amato Papa Luciani come essere umano e sono interessata alle potenzialità di Papa Francesco per lo stesso motivo. Luciani e Bergoglio sono dei leader spirituali molto simili, danno amore per trasmettere amore. Ma Papa Luciani era fragile, mentre Papa Francesco ha una notevole forza. Penso che sia un uomo che possa fare delle cose importanti, staremo a vedere.
 http://www.dagospia.com/rubrica-3/politica/rock-my-god-patti-smith-ha-visto-la-luce-papa-bergoglio-53983.htm

JESUS KITSCH! - LA CROCIATA AMBIENTALISTA CONTRO LE CROCI SULLE MONTAGNE: R

OVINANO IL PAESAGGIO!

Gli ambientalisti protestano contro le sculture (per lo più crocifissi) piazzati sulle montagne - Ma alcune di queste sculture attirano migliaia di fedeli e rimuoverle sarebbe difficilissimo (e scatenerebbe una guerra di religione) - La croce sull’Adamello dedicata a Giovanni Paolo II…

Andrea Selva per "la Repubblica"
CROCI IN MONTAGNACROCI IN MONTAGNA
Ce n'è una sul Cervino, una sul Monte Rosa e un'altra metallica sulla Marmolada, mentre è rimasta libera la vetta del Monte Bianco, anche perché installare una croce a oltre 4.800 metri, su una cima completamente ricoperta di ghiaccio, sarebbe stato complicato.

Ma a parte le vette più famose, sono centinaia le croci piantate sulle Alpi tanto che gli ambientalisti di Mountain Wilderness hanno detto basta, è ora di fermarsi, magari fare un passo indietro, supportati da altre associazioni come Wwf e Italia Nostra: «Servono regole precise e più sobrietà» spiegano.
CROCE IN MONTAGNACROCE IN MONTAGNA
E poi chiedono la «rimozione di tutte le opere imposte alle vette, sovradimensionate e ingiustificabili, che incidono in modo negativo sul paesaggio montano tradizionale». Un appello lanciato agli enti locali e ai responsabili delle aree protette perché tengano alta la guardia contro gli entusiasmi di chi vorrebbe portare in vetta nuove croci, installazioni luminose e altre "firme" del passaggio dell'uomo.
CROCE IN MONTAGNACROCE IN MONTAGNA
Non solo croci, l'ultima goccia è stato infatti quel dinosauro comparso sul Pelmo, una struttura di legno alta quattro metri, ben visibile da Cortina, che lo scultore ampezzano (e
alpinista) Mauro Olivotto ha realizzato proprio dove sono stati ritrovati resti preistorici. Ora l'artista, contrariato dalle polemiche dei tradizionalisti, sarebbe anche disposto a portare la sua opera più a valle oppure a bruciarla sul posto.
CROCE E STATUA E MONTAGNACROCE E STATUA E MONTAGNA
Una storia lunga quella delle croci, figlie di epoche in cui in montagna si saliva per combattere (sono tantissime le croci installate dagli alpini che si preparano a ricordare il prossimo anno i cent'anni dallo scoppio della Prima guerra mondiale), ma anche per pregare. Ma ci sono grandi installazioni recenti, come la croce dedicata a Giovanni Paolo II sull'Adamello: un gigantesco blocco di granito portato in quota con un elicottero militare nel 1998, nel luogo in cui Karol Wojtyla aveva celebrato una messa, a 3.200 metri di quota.
CROCE IN MONTAGNACROCE IN MONTAGNA
Lo stesso elicottero volò a passo Rolle nel giugno del 2009 per installare la statua del Cristo Pensante (un blocco di marmo pesante 20 quintali) che solo nell'ultima stagione estiva ha richiamato 25mila pellegrini in vetta. Una folla di escursionisti religiosi di ogni provenienza ed età tanto che il Parco naturale di Paneveggio ora dovrà correre ai ripari: manutenzione straordinaria dei sentieri e regole di accesso più severe, si pensa - ad esempio - al senso unico per dividere il traffico di chi sale e chi scende.
CROCE IN MONTAGNACROCE IN MONTAGNA
Sul tema il Cai non ha mai preso una posizione ufficiale, ma il presidente nazionale Umberto Martini chiede buon senso citando il caso del rifugio Vazzoler (sul Monte Civetta, Belluno) dove tutte le lapidi e le croci sparse tra le rocce sono state riunite in un'unica chiesetta: «È stato fatto un po' d'ordine, su questo tema serve buon senso perché la salita sulle montagne non deve diventare una via Crucis».
Niente nuove croci - secondo Martini - ma nemmeno "crociate" per cancellare quelle che già ci sono e non deturpano il passaggio: «Sarebbe ridicolo rimuovere la croce dal Cervino, l'importante è fermarsi perché meno la montagna viene "deturpata" o "arricchita" (dipende dai punti di vista) e meglio la montagna sta».

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