ACTA APOSTATICAE SEDIS : come, cambiando un po' qua e un po' la, si può cambiare tutto...

sabato 4 maggio 2013

AAA, cercasi Fede Cattolica estinta da questi bei sindacalisti


Il Papa ha ricevuto il primo gruppo di vescovi della Conferenza episcopale delle Marche, in visita "ad Limina". Tra di essi c’era anche mons. Edoardo Menichelli, arcivescovo di Ancona-Osimo. Sergio Centofanti gli ha chiesto di parlarci dell’incontro con Papa Francesco: 

R. – E’ stato un incontro molto bello, familiare, un dialogo molto aperto. Le cose principali sulle quali il Santo Padre si è soffermato con noi sono state: i giovani, ai quali va offerta una proposta cristiana seria, un accompagnamento, perché siano aperti alla missionarietà, alla formazione spirituale, e, altra preoccupazione è l’attenzione pastorale sulla famiglia.

D. – C’è qualcosa che l’ha colpita di questo incontro col il Papa?

R. – La prima cosa è questo suo desiderio profondo di conoscere, di star vicino e l’altra cosa è che parla con la sua esperienza pastorale. In ogni sua parola, in ogni suo gesto c’è un vissuto e questo ha confortato molto me e gli altri confratelli vescovi, che erano insieme a me.

D. – In questo momento di crisi anche per il Paese, quali sono le vostre preoccupazioni come vescovi e anche quelle del Papa?

R. – Noi abbiamo presentato al Santo Padre anche quest’aspetto, perché la nostra terra, che era segnata da un benessere piuttosto diffuso, vive una stagione di difficoltà. Allora è necessaria questa attenzione particolare alla povertà e soprattutto questo desiderio profondo e forte di ridare dignità alle persone. La dignità si ridà attraverso l’offerta di lavoro.

D. – Il Papa vi ha parlato di questa sua attenzione alla povertà e al lavoro…

R. – Sì, richiamando anche quello che aveva detto qualche giorno fa, il 1° maggio, nel discorso durante l’udienza generale.

D. – Quale appello lancerebbe ai responsabili della cosa pubblica in questo momento così difficile per il Paese?

R. – Dico una cosa molto personale, quella di guardare più il bene comune che l’interesse di parte. E’ necessario riscoprire una comune appartenenza e far valere il fatto che il bene individuale debba essere a vantaggio di tutti. Non si può costruire una società dove alcuni stanno bene e altri non stanno bene. E’ necessario fare questo passo coraggioso, che si fonda sulla dignità della persona e, per quanto riguarda noi cristiani, sul rispetto di tutti e sulla buona volontà di tutti.

Nessun commento:

Posta un commento

Nota. Solo i membri di questo blog possono postare un commento.