ACTA APOSTATICAE SEDIS : come, cambiando un po' qua e un po' la, si può cambiare tutto...

venerdì 10 maggio 2013

Lui sì che se ne intende..!*

Un devoto della Santa Muerte
UN DEVOTO DELLA SANTA MUERTE

Ravasi:“Adorare la Santa Muerte è un atto di blasfemia”

Il cardinale, presidente del Pontificio Consiglio della Cultura; da Città del Messico: “Quel culto non è religione”

PABLO LOMBÓ

È un culto blasfemo, una degenerazione della religione». Con queste parole il cardinal Ravasi, presidente del Pontificio Consiglio della Cultura, ha condannato l’adorazione della Santa Muerte, diffusa in Messico soprattutto negli ambienti criminali. Parlando a Città del Messico, a margine di una serie di eventi per il dialogo tra credenti e non credenti, ha denunciato un culto che risale alle tradizioni indigene latino-americane, poi fuso con l’evangelizazzione dei missionari spagnoli: la Santa Muerte, rappresentata come una scheletro di donna riccamente vestito.
I devoti la pregano su altari allestiti in casa, circondati dalle loro offerte: candele, cibi, bevande come la tequila, droghe come la marijuana. Recitano la formula-preghiera per invocarla, le chiedono favori, in genere quelli che gli altri santi non possono offrire. E anche i loro doni sarebbero irricevibili per gli altri santi.  

Il cardinal Ravasi ha definito queste pratiche «antireligiose», aggiungendo: «La religione celebra la vita, ma qui c’è solo morte. Non basta prendere le forme di una religione perché ci sia religione. Questa è blasfemia». Anche perché il culto è particolarmente popolare nelle zone del Messico dove più imperversa il cartello della droga. Per il cardinale è importante che un Paese come il Messico, dove si stima che 70 mila persone siano state uccise negli ultimi sei anni in atti di violenza legati alla droga, mandi un chiaro segnale ai giovani: «La mafia, il traffico di droga e il crimine organizzato non hanno aspetti religiosi, non hanno niente a che vedere con essa, anche se usano l’immagine della Santa Morte». 

Non ci sono statistiche sui devoti ma in Messico, così come nelle comunità messicane degli Stati Uniti, spuntano sempre più luoghi di culto. E accadono eventi inquietanti, come quello del marzo 2012, quando due bambini e una donna sono stati uccisi nello stato di Sonora (al confine con gli Stati Uniti) da un gruppo di otto persone che hanno poi ammesso di aver versato il loro sangue sull’«altare» della Santa Muerte per chiedere la sua protezione.  

Nonostante i tentativi degli evangelizzatori di sradicare questa tradizione indigena, esse è rimasta viva, pur trasformata nel corso dei secoli. 

In passato il culto è stato condannato dai parroci e dai vescovi perché legato alla stregoneria popolare ma è sempre sopravvissuto con riti clandestini. Nel 1992, con la riforma della Legge per le Associazioni religiose e il culto pubblico, la Iscat, la «Iglesia Católica Tradicional Mex-Usa» - vincolata, secondo i suoi seguaci, alla Sucessione Apostolica della Chiesa Brasiliana - ha acquisito personalità giuridica ed è diventata la dimora della «Santa Muerte». Ma nel 2007 il Ministero dell’Interno del Paese ha cancellato questo status giuridico.  

Indifferenti a questi aspetti formali, i narcos, ma anche i membri di gruppi come la Mara Salvatrucha, continuano a pregare la loro «Santa Muerte» e a chiederle potere, protezione, fortuna, amore e pure la felicità.
http://vaticaninsider.lastampa.it/nel-mondo/dettaglio-articolo/articolo/messico-mexico-mexico-24714/

Laudato si’ mi’ Signore per sora nostra morte corporale, da la quale nullu homo vivente pò skappare: guai a quelli ke morrano ne le peccata mortali; beati quelli ke trovarà ne le tue santissime voluntati, ka la morte secunda no 'l farrà male.
Laudate et benedicete mi’ Signore' et ringratiate et serviateli cum grande humilitate »



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