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sabato 29 giugno 2013

Porta inferi

CALUNNIA & MANETTE: ARRESTATO L’EX SACERDOTE CHE DENUNCIO’ IL GIRO DI PROSTITUZIONE IN VATICANO

Patrizio Poggi, per rientrare in Vaticano dopo la condanna per abusi sessuali, ha
inventato accuse e dettagli di un giro di prostituzione maschile nella Santa Sede - Voleva vendicarsi e ricattare il Papa - Un intreccio di prove false e pressioni smascherato dai carabinieri…

I carabinieri del Nucleo Investigativo di Roma hanno arrestato l'ex sacerdote Patrizio Poggi, in esecuzione di un'ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa dal gip Aldo Morgigni, su richiesta del procuratore aggiunto della Procura della Repubblica di Roma, Maria Monteleone.

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Poggi è indagato del reato di calunnia aggravata e continuata per avere denunciato, a marzo 2013, circostanze non veritiere in ordine alla presunta esistenza di un'organizzazione criminale gestita da tre personaggi romani, attiva nel procacciare ragazzi italiani e stranieri, anche minorenni, per avviarli alla prostituzione maschile in favore di vari esponenti del clero romano, di cui Poggi aveva indicato i nominativi in sede di denuncia.
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Le indagini eseguite dai Carabinieri del Nucleo Investigativo di via in Selci hanno dimostrato come Poggi abbia concepito e attuato un piano calunnioso, prospettando circostanze non veritiere o, comunque, basate su mere dicerie, in quanto animato da risentimento per motivazioni personali nei confronti di alcuni dei prelati da lui accusati di fruire di prestazioni sessuali omosessuali a pagamento con minorenni, nonché dalla convinzione che l'esito positivo delle indagini da lui stimolate sul fenomeno dei cosiddetti "preti pedofili" potesse incidere positivamente, anche con iniziative ricattatorie, sul suo tentativo di ottenere dal Vaticano la revoca del provvedimento di dimissione dallo stato clericale e su un'eventuale revisione del processo con cui era stato condannato, in passato, per atti sessuali con minorenni.
Durante le indagini è anche emerso che Poggi ha pianificato di costruire false prove testimoniali concernenti abusi su minori commessi dalle persone da lui denunciate, al fine di suffragare ulteriormente le sue dichiarazioni; - cercato di influire su alcuni soggetti da lui citati quali testimoni affinché, convocati dall'autorità giudiziaria per essere sentiti quali persone informate sui fatti, fornissero una versione coerente con il quadro da lui delineato in sede di denuncia. Poggi è stato portato nel carcere di Regina Coeli.
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Le intercettazioni. «Se avessi avuto disponibilità economiche li avrei fatti uccidere». Così, a quanto si è appreso, l'ex sacerdote arrestato per calunnia Patrizio Poggi affermava in una conversazione con la madre intercettata dagli inquirenti riferendosi ad alcuni sacerdoti e alti prelati che considerava nemici e che lo avevano ostacolato dopo la sua condanna, divenuta definitiva, per abusi sessuali nei confronti di minori nella parrocchia di San Filippo Neri.
Per adescare giovani con i quali avere rapporti sessuali l'ex sacerdote Patrizio Poggi si spacciava per magistrato, anche procuratore della repubblica. È quanto emerso nelle indagini sfociate oggi nel suo arresto per calunnia. In una conferenza stampa tenuta nel pomeriggio dal procuratore aggiunto Maria Monteleone e dal colonnello del Nucleo Investigativo dei carabinieri Lorenzo Sabatino è stato precisato che l'ex prete ha cominciato ad intrattenersi con giovani dediti alla prostituzione, anche minorenni, fin dal 2001-2002. L'ultimo episodio accertato, sempre millantando di essere un magistrato, risale a circa un mese fa.
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Poggi voleva ricattare il Papa. Voleva organizzare «un vero e proprio sordido 'complotto'» al fine «di destare uno scandalo con risonanza potenzialmente mondiale per il coinvolgimento finanche dei più stretti collaboratori della Curia romana e, indirettamente, del Sommo Pontefice, chiamato a valutare le pressanti richieste di Poggi che non esitava a manifestare sostanziali propositi estortivi nei confronti del Papa, pur di ottenere la restituzione allo stato clericale». È uno dei passaggi dell'ordinanza di arresto di Patrizio Poggi.
Una persona «mossa da inestinguibile rancore» nei confronti di chi era convinto lo avesse 'incastrato, contro i quali «nutriva il medesimo proposito, giungendo anche a prospettare la possibilità di assoldare dei killer per fare uccidere alcuni dei suoi ipotetici nemici». È la definizione che il gip dà di Poggi.
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Si legge nel provvedimento di custodia cautelare che l'ex sacerdote «stava contattando freneticamente altri Ecclesiastici, Magistrati e personale amministrativo nel tentativo di avere notizie sulle indagini in corso ed al fine di indirizzarle nei confronti dei bersagli individuati»; suo scopo era quello di «causare uno scandalo, ottenendo a suo parere in tal modo la revisione della sua precedente condanna e la riammissione allo stato clericale». Un modo di agire definito dal gip 'spregiudicatò, anche se in realtà «ingenuo, nel non prevedere un legittimo ed immediato intervento dell'Autorità giudiziaria».

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