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La terza parte del Segreto di Fatima, nell’aspetto simbolico della sua visione, figurava la misteriosa morte di un papa con tutto il suo seguito, vittime di spari e di «frecce». Non era l’abbattimento solo del papa, ma di un’intera Chiesa militante!
Ora, la visione del 3º Segreto si conclude incontestabilmente con l’eccidio di chi rappresenta l’Autorità divina in terra: il Papa, e tutto il suo seguito fedele, quindi, con il papa morto la Chiesa restò in condizione di Sede vacante.
Tal evento trova riscontro storico nel crollo dell’attendibilità dell’autorità cattolica, com’era conosciuta la Sede pontificia, nella sua continuità di due millenni. È quanto sarà qui brevemente considerato, per rinfrescare la memoria di chi ancora dubita di questa rottura reale, visibile anche senza la visione finale del Segreto di Fatima.
Il «fenomeno conciliare attuale», sostenibile solo dalla sua apparenza cattolica, a causa di questa e del fideismo che incute, rende la realtà del crollo quasi invisibile, pur palese dall’inizio nell’esplicito rifiuto di Giovanni 23 del dovere di giudicare. Ma un mondo immerso nel pensare fenomenico, ignora il crollo, che va ben oltre la «desistenza conciliare» rilevata da vari autori di peso, quale Romano Amerio.
Ci vorrebbe l’urgente ritorno al pensiero cattolico integrale, che supera apparenze dominanti, per capire la consistenza dell’oggettiva rottura operata nella Sede pontificia col conseguente lunghissimo eclisse della sua Autorità apostolica. Sembra un giudizio inestricabile? Invece, già nel giorno dell’apertura del Vaticano 2º, tale «alienazione» si è tradotta in un fatto per cui tutto il lavoro preparatorio del concilio, che rappresentava il programma fondato sull’Autorità pontificale, fu cancellato proprio con un atto di chi «occupava» questo Soglio d’autorità divina.
Si trattava, quindi, di finta autorità, poiché il vero non sussiste in contraddizioni con la realtà di un «papa» che lascia macellare un programma scaturito dalla sua «autorità»; per un Concilio ecumenico in continuazione con il dogmatico Concilio Vaticano, interrotto, che rimane il primo e unico Concilio cattolico del Vaticano.
Per capire i particolari della questione si veda lo studio del prof. Enrico Maria Radaelli, brillante e attivo curatore dell’opera di Romano Amerio in: http://www.enricomariaradaelli.it/aureadomus/aculeus/aculeus_contro_ermeneutica_card.scola.html .  Tale esposizione, inquadrata sul 13 ottobre (data del Miracolo del Sole a Fatima) 1962, anche se centrata più su cardinali rivoluzionari che su Giovanni 23, dovrebbe almeno suscitare il dubbio che, a partire di Roncalli, sia apparsa in Vaticano una successione di falsi papi eletti per imporre la «continuità» della «fede ecumenista», l’ambiguità conciliare in rottura con la Parola di Cristo.
Un papa cattolico mai avrebbe smontato le difese della Fede nella Chiesa. Eppure, Giovanni 23 lo ha fatto, per giunta in un programma nominalmente promosso da lui stesso, svelando che esso non era il suo, ma della Curia, da sempre detestata da lui, insieme a tanti compagni modernisti, che ora assumevano l’attacco interno.
Così, con un atto di conio «democratico» lui riuscì a smontare due anni del lavoro preparatorio – che aveva ordinato – per un Concilio da dirsi cattolico pastorale.
Turpitudine pervicace, poiché aveva prima, con lo stesso spirito, cercato di vanificare il «terzo segreto di Fatima», da pubblicare nel 1960 (perché allora sarebbe più chiaro), archiviandolo… per sempre.
Eppure va ripetuto: Fatima è l’evento soprannaturale avvallato dal Miracolo del Sole – affinché tutti credessero nella sua natura di aiuto attraverso il Messaggio celeste agli uomini. Se è profezia, come crediamo e così s’è dimostrata nella storia del nostro tempo, allora lo stesso fatto che sia stato manipolato il suo «Segreto» è già parte del mistero che poteva svelare nella sua emblematica datazione del 1960.
Ma torniamo al fatidico 13 ottobre 1962 nel Vaticano.
Non sorprende che nel Diario del Cardinale Siri, il «papa non eletto» (Lai, Benny, 1993) il Porporato abbia annotato allora: «oggi il diavolo è entrato nel concilio»!
La questione centrale della Profezia di Fatima riguarda il Papato
Abituati alla lunga catena d’inganni contro Fatima iniziati con la sua stupefacente censura da parte di Giovanni 23, i fedeli, alla pubblicazione del Segreto nel 2000 con la stramba interpretazione di Ratzinger, potevano solo vederlo come l’ultima trama di una finzione troppo buia.
Eppure, come si è visto, Fatima può essere considerata risposta all’appello del 5 maggio del Papa Benedetto XV, con l’apparizione di Maria il 13 maggio, quindi;
al Papa sono dirette le richieste del Messaggio di Fatima poiché il Papa è al centro delle persecuzioni e sofferenze profetizzate e dallo stesso Papa dipende la risposta alle devozioni richieste da Maria Santissima. Infatti, al Papa andavano le continue preoccupazioni e preghiere dei pastorelli, come devono andare le nostre, coscienti che solo dalla sua Autorità divina può venire quell’atto di Fede che ridarà ordine a questo mondo allucinato. E ciò nonostante, di questo ministero papale è detto che, per aver ritardato la risposta alle richieste del Signore, seguirà il destino del Re di Francia nel disastro! Ricordiamoci: si tratta della “decapitazione” predetta nella comunicazione di Gesù a suor Lucia dell’agosto 1931: “Fa sapere ai miei ministri che siccome essi hanno seguito l’esempio del Re di Francia nel ritardare l’esecuzione della mia domanda, lo seguiranno nella disgrazia” (Documenti su Fatima di P. Alonso, ecc). Il Re fu ghigliottinato, quindi, figura un’acefalia che, riguardando la Chiesa sarebbe d’ordine universale, poiché delinea la Chiesa e l’umanità senza l’ostacolo al potere che abbatte l’Ordine di Cristo in vista del «disordine» dell’Anticristo; potere di un impero edonista ma assassino, ecumenista ma ateo; flagello più rovinoso per le anime di guerre e rivoluzioni messe insieme.
La visione del Terzo Segreto, ossia dello «sterminio» del Papa e dei suoi testimoni cattolici, palesa la «rimozione» simbolica nell’ambito della Chiesa del «sommo ostacolo» al male, il «katéchon» del testo di San Paolo (II Ts).
Ecco che il «Segreto» riguarda un’ora cruciale per il Papato: ora di Sede vacante.
E poiché l’anno per far conoscere la terza parte del Segreto – “perché più chiara” – era 1960 (spiegazione della Veggente al Cardinale Ottaviani), poco tempo prima di esso doveva accadere nell’ambito della Chiesa un fatto estremamente rovinoso.
Il tempo del Segreto di Fatima, avendo la sua “scadenza” in un tempo subito prima dell’incancellabile 1960, indica la data della disgrazia; l’oscura ma reale «acefalia» della Chiesa. Alla luce della storia era profetizzata la somma disgrazia, che valeva sia per la morte di Pio XII, il «Papa di Fatima», nel 1958, sia per il successivo conclave in cui sarebbe eletto il suo successore. Pendeva, però, quel giudizio: poiché i «ministri del Signore» fino a Pio XII non eseguirono la Sua richiesta, con la morte del Papa (come nella visione), la Chiesa restava acefala dell’Autorità di Dio; una Sede perfino festiva come fenomeno umano, ma vuota come realtà divina!
Sarebbe la profezia di La Salette avverata: Roma che perde la Fede e diviene sede dell’Anticristo nei suoi preposti: chierici che sarebbero a un tempo, depositari del «Segreto» e i soggetti dell’abbattimento d’ogni vera autorità; l’acefalia costatabile sia nel piano religioso – con la dichiarazione sulla «libertà religiosa» – sia nel piano dell’ordine universale con il «diritto di coscienza» di fronte a Dio.
Finzione o realtà apocalittica?
Infatti, non vi è disgrazia peggiore, non solo a causa dello sgoverno globale, ma della presenza nel Luogo sacro di falsari della fede dediti al culto umano (cf. II Ts).
Il cattolico che considera la crisi della Fede nel periodo seguente alla morte di Pio XII, sa che essa è crescente e sfrenata nella Chiesa da più di mezzo secolo, con gli incredibili atti e iniziative «pontificali» e «vescovili» del post Vaticano 2.
Sono molte le testimonianze a diversi livelli di questa demolizione della Chiesa.
È già stato ricordato Amerio nella sua raccolta di desistenze «dell’autorità» e «variazioni» nella Chiesa degli ultimi tempi; indicante lo sfascio (anche senza puntare alla sua vera causa). Eppure, la causa prima di questa va riconosciuta nell’elezione di un modernista filo-massone alla Sede. Perciò un evento datato.
Ecco l’importanza della datazione che riguarda «l’eccidio papale» del «Segreto» in causa. Su quella data, suor Lucia, ha sempre ribadito prima del 2000 che 1960 era il tempo per far conoscere la 3ª parte del «Segreto»: “così lo voleva la Madonna”!
E poi, chiarendo il perché della data al cardinale Ottaviani nel 1955: perché allora sarà “più chiaro”! Si noti che per lo stesso importante Pro-Prefetto dell’allora Santo Ufficio, illuso elettore di Giovanni 23, tale elezione si era dimostrata una sciagura; egli era alieno a ogni appello di conversione alla Fede, affinché gli uomini e i popoli smettessero di offendere Dio, come richiesto a Fatima.
Ora che si conosce il contenuto del «Terzo Segreto» ovvero la visione simbolica della «liquidazione» del Santo Padre con tutto il suo seguito fedele, il «nuovo papato» dichiarandosi esplicitamente avverso a «profezie di disgrazie», come ha fatto Giovanni 23 nel discorso di apertura del Vaticano 2º, è palese il rapporto di opposizione tra il Segreto di Fatima e il «nuovo papato». I «papi conciliari» stessi capivano che il «Terzo Segreto» indicava un autentico crollo della Città cristiana, con a capo il Papa, eppure esso andava censurato o manipolato per non nuocere al loro operato di apertura al mondo, in rottura con la Tradizione.
Quanti contestano ancora l’autenticità del «Segreto» pubblicato nell’anno 2000, adducendo la mancanza in esso di queste parole di Maria SS., di modo a spiegare la situazione di apostasia che devasta la Chiesa oggi, dovrebbero considerare da chi e da quando parte tale demolizione poiché già a La Salette la Madre di Dio aveva avvertito: «Roma perderà la Fede e diverrà la sede dell’ANTICRISTO»! Non è proprio la mancanza dell’autorità del papa cattolico a permettere e proporzionare ogni investita contro la Fede e il Culto, che conduce all’apostasia generale?
La confusione attorno all’intervento divino di Fatima va imputato a quale potere, se non dell’Anticristo a Roma e dalla data segnalata? Basta vedere la «desistenza» dell’autorità, svelatasi ancora più clamorosa oggi con le «dimissioni» di Ratzinger!
Se dalla morte di Pio XII è subentrato un «nuovo papato» che tra tante mutazioni ha pure strumentalizzato la Profezia che poteva indicava il lungo iato nell’Autorità cattolica, ciò non dovrebbe essere d’enorme interesse per i cattolici?
Un patetico dilemma “cattolico” dell’ora presente
È bene ricordare che il nemico di Dio e degli uomini attacca con maggior forza dove c’è il maggior aiuto per la salvezza. Si tratta della Santa Sede: ecco dove il maligno punta a compenetrare la Chiesa con ogni mezzo. Il dilemma del nostro tempo sembra velato per molti perché riguarda l’evento estremo del “pastore colpito”; il Papa “tolto di mezzo” con l’elevazione d’inviati del nemico: degli «anticristi in Vaticano» per completare la grande l’apostasia globale!
Sull’incombente Segno di Fatima, si può capire che ogni ipotesi attorno al Segreto pubblicato dal Vaticano, vero o falso, va nel senso di un’enorme contraddizione:
- se è falso, ne è responsabile proprio l’autorità vaticana che lo ha falsificato.
Quindi Giovanni Paolo che lo avrebbe contraffatto a vantaggio della sua immagine;
- se è vero, allora la contraddizione è dei tradizionalisti che accusano il falso, ma non il falsario. Anzi, questo sarebbe il loro papa contraffattore di Fatima!
Una posizione ammorbidita poi dall’idea che i vertici vaticani non hanno falsato quel testo, ma “solo” nascosto l’altra sua parte essenziale, mentendo sull’integrità di quanto pubblicato. Ciò è parimenti contraddittorio e coinvolge in pieno l’attuale «ex» Benedetto, dovendo indicare, quindi, qualcosa di molto nascosto.
Di fatto, la visione del «Segreto» svela proprio l’«eliminazione» per un tempo dell’autorità papale! Così, chi riconosce la crisi della grande apostasia non può né deve trascurare il Segno di Fatima che, come tutto fa capire, apre alla giusta lettura di quanto è successo nella Chiesa prima e dopo la morte di Pio XII, cioè attorno alla data segnata per pubblicare il «Segreto». Da allora la decadenza della Sede fa vedere la spaventosa continuazione della crisi cattolica, che non si vuole capire.
Per discutere sull’autenticità del testo del «Segreto» pubblicato nel 2000 abbiamo redatto l’ipotesi tradotta in più lingue: http://promariana.wordpress.com/?p=2997 )
Il «Segreto» svela la causa della crisi cattolica dal 1960. In sostanza ha già svelato come l’attuale gerarchia ecclesiale ne tema il contenuto associato alla crisi della fede successiva al Vaticano 2º e come, proprio per questo motivo, si continui ad esercitare su di esso un deciso controllo. Fatto è che, essendo impossibile ignorare Fatima, l’evento certificato dal gran Miracolo del Sole, riconosciuto dalla Chiesa come segno divino (si deve risalire all’Antico Testamento per trovare uno simile), le autorità conciliari cercarono di ridurre il suo messaggio a vago riepilogo storico delle malefatte del secolo XX. Eppure, lo scenario che esso riflette, dell’eccidio virtuale del Papa col suo seguito, è quello dell’esecuzione di un «colpo finale»: il complotto storico contro la Chiesa e il Cristianesimo andato a segno nei nostri tempi con le complicità e malefatte interne e esterne al Vaticano!
Sindrome della paura della verità contenuta nel Segreto di Fatima
Tale sintomatologia, come si era visto, colpì pure Suor Lucia… con l’ubbidienza!
A tale sindrome sembrano soggetti anche quanti lo accusano di falso, ma non contestano il «pontefice ingannatore» né in temi che riguardano la Fede divina!
La contraddizione passa a consistere nel fatto che per evitare una conclusione “sedevacantista” alcuni si rivolgono proprio al «giudizio infallibile» dei «falsari dottrinali» per arrivare a conclusioni patetiche. Noto fu il caso del Padre Georges de Nantes, venuto a Roma tre volte in dieci anni con accuse di eresie e scisma, da sottomettere al verdetto dello stesso eresiarca, «fratello nella fede»!
Poi, la strana rinuncia di Benedetto 16º che suscitò lo sragionato appello del mio amico il professore di Estetica e curatore dell’opera di Romano Amerio, Enrico Maria Radaelli, autore del notevole libro «La Sinagoga bendata». Di fronte a quella conclusione inevitabile sulla «ermeneutica della rottura» di studiosi del peso di mons. Brunero Gherardini, del Vescovo Oliveri e di di altri, Radaelli ritenne urgente chiedere allo stesso Benedetto una dichiarazione infallibile in materia (vedi http://chiesa.espresso.repubblica.it/articolo/1348309?eng=y ). Inutile dire che è rimasto senza risposta. Tuttavia, espone pubblicamente ragioni per cui le dimissioni (di chi non conferma d’essere vero papa) andrebbero ritirate: http://www.enricomariaradaelli.it/aureadomus/aculeus/aculeus_dimissioni_papa_benedettoXVI.htm l ). Strano volere una risposta da un’autorità della Chiesa infallibile, ma rivolgendosi a quella di una chiesa «variabile» secondo la nozione di Romano Amerio sulla demolizione conciliare, classificata come «variazioni della Chiesa nel secolo XX». Comunque Benedetto 16º rispose: il suo gesto era volontà di Dio!
Il sospetto della presenza di un «anticristo in Vaticano» circola sempre più
Il fatto è che per riconoscere la situazione di persecuzione interna alla Chiesa e al Papato si deve vagliare il nefasto risultato di elezioni in conclavi risultati nulli dalla mancata condizione cattolica di chierici modernisti, fautori di una chiesa riformata nel senso illuministico e massonico. Essa non è, come sappiamo, la Chiesa per la conversione a Gesù Cristo, quindi, a monte, i conclavi che hanno eletto chierici modernisti sono nulli. Ecco che dal 1958, anche senza far ricorso al «Segreto di Fatima», si può capire che la Sede rimane vacante finché il Signore non susciterà un Papa cattolico, da non confondere con quello voluto dalle sinagoghe e dalle logge del mondo, ma secondo il Volere del Signore! Credere nelle false scelte fa meritare il risultato imperversante che implica il castigo evocato nel Vangelo: “Colpirò il pastore e le pecorelle del gregge saranno disperse” (Mt 26, 31).
Il Signore è a un tempo il Pastore e Chi permette la sua «rimozione; quest’assenza del Papa cattolico figura il ritiro di Dio per un tempo, da quando i cattolici hanno riconosciuto un’altra voce portatrice di un altro vangelo; quello del Vaticano due, del «culto dell’uomo»! La Chiesa e il Papato esistono proprio per la distinzione netta tra Fede e mondo: tra continuità e rottura, tra conversione e inganno: una è la vita, l’altra la morte del Papa, proprio come fa vedere la Profezia de Fatima.
Si deve, quindi, pregare per il ritorno del Papa cattolico, testimoniando contro quanto gli si oppone. Solo allora si potrà finalmente meritare il trionfo della Fede insieme a quello del Sacro Cuore di Gesù, insieme all’Immacolato Cuore di Maria!
L’EDITORIALE DEL VENERDI
di Arai Daniele
 http://www.agerecontra.it/public/pres30/?p=11935