ACTA APOSTATICAE SEDIS : come, cambiando un po' qua e un po' la, si può cambiare tutto...

venerdì 19 luglio 2013

Lo sba(ra)glio


espresso
Dopo la pubblicazione sull’Espresso del servizio sui trascorsi scandalosi del prelato “ad interim” dello IOR Battista Ricca, l’ANSA ha raccolto il laconico commento del direttore della sala stampa vaticana:
(ANSA) – CITTA’ DEL VATICANO, 18 LUG – ”Quanto affermato sul conto di mons. Ricca non è attendibile”: è quanto riferisce padre Federico Lombardi, direttore della sala stampa vaticana, a proposito di quanto riporta L’Espresso sul prelato dello IOR. (ANSA). VN 18-LUG-13 19:43.
E questa è stata l’immediata replica dell’Espresso:
“A padre Lombardi che definisce ‘non attendibile’ quanto pubblicato sul conto di mons. Ricca, L’Espresso replica ribadendo punto per punto i fatti riferiti da Sandro Magister nel suo servizio, confermati da più fonti primarie e nell’insieme giudicati all’epoca di tale gravità dalle stesse autorità vaticane da obbligarle a rimuovere il monsignore dalla nunziatura dell’Uruguay, presso la quale prestava servizio, dando scandalo a vescovi, sacerdoti, religiose e laici di quel paese”.
Si può aggiungere che le autorità vaticane, invece di prodursi in improbabili e improvvide smentite, potrebbero verificare l’attendibilità di quanto pubblicato dall’Espresso semplicemente consultando l’esauriente documentazione in loro possesso sul caso, in particolare quella pervenuta a suo tempo dalla nunziatura di Montevideo. Altra documentazione è reperibile presso le autorità uruguayane, dalle forze di sicurezza ai vigili del fuoco. Per non dire dei numerosi vescovi, sacerdoti, religiose, laici che in Uruguay sono stati testimoni diretti dello scandalo e sono pronti a riferire.

L’Espresso, un dossier che imbarazza Papa Francesco

L'Espresso, un dossier che imbarazza Papa Francesco

E’ argomentato e dettagliato il dossier che L’Espresso pubblica oggi sulla cosiddetta lobby gay (parole pronunciate da Papa Francesco in un’udienza privata lo scorso giugno i cui contenuti, poi, sono diventati di pubblico dominio). Al centro della ricostruzione firmata dal vaticanista Sandro Magister c’è “il più crudele e subdolo inganno tramato ai danni di Bergoglio da quando è stato eletto Papa”. Il caso era già stato sollevato, sempre da Magister, qualche settimana fa: in Vaticano avrebbero tenuto all’oscuro Francesco delle “rilevanti informazioni” circa il passato di monsignor Battista Ricca.

Dalle nunziature allo Ior
Monsignor Battista Ricca è uomo su cui il Papa ripone la massima fiducia, tanto da nominarlo prelato dello Ior dopo che la carica era vacante da più di due anni. Francesco avrebbe apprezzato la serietà di Ricca nelle lunghe ore trascorse nel residence di Santa Marta, di cui il monsignore è direttore. Ricca è inquadrato nel servizio diplomatico della Santa Sede. Di nunziatura in nunziatura (Congo, Algeria, Colombia, Svizzera, Uruguay, Trinidad&Tobago) si può dire che abbia girato il mondo, prima di essere richiamato a Roma nel 2005 e di essere messo al servizio degli uffici della Segreteria di Stato.
Il passato in Uruguay
A finire sotto la lente di Magister sono proprio gli anni trascorsi a Montevideo, Uruguay, macchiati (secondo un rapporto che sarebbe finito anche sul tavolo di Bergoglio) da “condotta scandalosa”. Di che si tratta, è presto detto. Citiamo testuale: “A Berna (Ricca, ndr) aveva stretto amicizia con un capitano dell’esercito svizzero, Patrick Haari. I due arrivarono in Uruguay assieme. E Ricca chiese che anche al suo amico fossero dati un ruolo e un alloggio nella nunziatura (…). In Vaticano lasciarono fare”. Tra i due ci sarebbe stata ben più di una semplice amicizia, tant’è che “l’intimità di rapporti tra Ricca e Haari era così scoperta da scandalizzare numerosi vescovi, preti e laici di quel piccolo paese sudamericano”. Un “ménage” trovato “intollerabile” anche dal nuovo nunzio, il polacco Janusz Bolonek.
La rissa in un locale
Ma la condotta di mons. Ricca sarebbe stata poco prudente anche fuori i cancelli della nunziatura. Come scrive L’Espresso, risale al 2001 la rissa “in Bulevar Artigas, in un locale di incontri tra omosessuali” dove l’attuale prelato dello Ior “fu picchiato e dovette chiamare in aiuto dei sacerdoti per essere riportato in nunziatura, con il volto tumefatto”. Anche per questo episodio il nunzio Bolonek avrebbe chiesto l’immediato allontanamento di Ricca, deciso poi a Roma dal Segretario di stato, Angelo Sodano.
La reazione del Papa
Magister sottolinea che la condotta del monsignore era nota a molti, nei Sacri palazzi e che il profilo di Ricca non era conosciuto solo in Uruguay. Ma il mistero si fa grande quando si scopre che nel dossier presentato a Papa Francesco prima di licenziare la nomina del direttore di Santa Marta a prelato dello Ior, del passato di Ricca non c’era traccia. Ecco perché, sempre stando alla ricostruzione dell’Espresso, Bergoglio si sarebbe sentito tradito. La nomina del diplomatico a prelato dello Ior è stata ufficializzata a metà giugno e solo la settimana seguente, in occasione delle udienze riservate ai nunzi apostolici giunti a Roma da tutto il mondo, Francesco è stato ragguagliato sulle presunte ombre che macchiarono l’esperienza di Ricca a Montevideo. Non è escluso che proprio nelle ore in cui si teneva in Aula Nervi il concerto per l’Anno della fede (quello della sedia rimasta vuota), il Papa stesse meditando come muoversi.
Al momento, nessun provvedimento è stato adottato, anzi. Francesco ha fatto partecipare il prelato alla prima riunione della commissione pontificia istituita con chirografo personale e incaricata di fare piena luce sugli affari dello Ior. La presenza di Ricca non era scontata né obbligatoria, e il fatto che dal Vaticano sia stata fatta notare la sua presenza potrebbe indicare che il Pontefice ha deciso di soprassedere o comunque di non far precipitare subito la situazione .
“Notizie non attendibili”
Non appena è stato reso noto il dossier dell’Espresso, la Sala stampa della Santa Sede ha negato tutto, definendo “non attendibili” le accuse mosse a Ricca. Non una parola di più da parte di Padre Federico Lombardi. Pronta, invece, la replica del settimanale diretto da Bruno Manfellotto: “Le autorità vaticane, invece di prodursi in improbabili e improvvide smentite, potrebbero verificare l’attendibilità di quanto pubblicato dall’Espresso semplicemente consultando l’esauriente documentazione in loro possesso sul caso, in particolare quella pervenuta a suo tempo dalla nunziatura di Montevideo”.
Ior, ombre sul prelato voluto dal Papa il Vaticano frena: “Notizie inattendibili”
di Paolo Rodari
in “la Repubblica” del 19 luglio 2013
Nell’occhio del ciclone il “riformatore” dello Ior. Frequentazioni di locali omosessuali al tempo in 
cui era dislocato in Uruguay, una stanza per l’amico militare portato dalla Svizzera, un incidente 
con un giovane in ascensore. Sono alcune delle circostanze descritte in un’inchiesta dell’Espresso che punta l’indice contro la prima nomina di peso del pontificato di Francesco. Monsignor Battista Ricca, nominato nuovo “prelato” della banca vaticana dopo che, scrive l’Espresso, la “lobby gay” operante dentro il Vaticano è riuscita all’insaputa del Papa a pulirne un curriculum tutt’altro che immacolato. Ma in Vaticano le fonti ufficiali mettono le mani avanti e smentiscono. Padre Federico Lombardi, portavoce vaticano, infatti, è categorico: «Quanto affermato su monsignor Ricca non è attendibile ». Parole che dicono come dentro le mura leonine si creda alla buona fede del monsignore il quale, fra l’altro, già nei giorni scorsi si è difeso direttamente con Jorge Mario Bergoglio. Per il momento in curia romana nessuno si scompone. Anzi, in molti fanno notare la tempistica con la quale la prima nomina del Papa viene messa all’indice. E parlano per questo motivo di un «complotto» ordito proprio contro colui che per volere di Francesco è stato portato nel cuore delle finanze vaticane, dentro quella macchina che da decenni moltiplica vicende opache.
Certo, i fatti riportati dall’Espresso sono circostanziati. Ricca, 57 anni, originario della diocesi di 
Brescia, proviene dalla carriera diplomatica. Ha prestato servizio per 15 anni in nunziature di vari 
Paesi, prima di essere richiamato in Vaticano, alla segreteria di Stato. «Ma ha conquistato la fiducia di Bergoglio — scrive il settimanale — in un’altra veste, inizialmente come direttore della 
residenza di via della Scrofa nella quale alloggiava l’arcivescovo durante le sue visite a Roma, e ora anche come direttore della Domus Sanctae Martae nella quale Francesco ha scelto di abitare da Papa». Prima della nomina, al Pontefice era stato fatto vedere, come è consuetudine, il fascicolo 
personale riguardante Ricca, «dove non aveva trovato nulla di disdicevole», ma una settimana dopo 
la nomina «il Papa è venuto a conoscenza, da più fonti, di trascorsi di Ricca a lui fin lì ignoti. Il 
“buco nero” nella storia di Ricca, secondo l’Espresso, è il periodo trascorso alla nunziatura di 
Montevideo, in Uruguay, dove arrivò nel 1999 dopo aver prestato servizio a Berna. Proprio a Berna 
aveva stretto amicizia con un capitano dell’esercito svizzero, Patrick Haari. «I due arrivarono in 
Uruguay assieme. E Ricca chiese che anche al suo amico fossero dati un ruolo e un alloggio nella 
nunziatura», cosa che alla fine avvenne, dopo che il nunzio andò in pensione. A detta del 
settimanale «l’intimità di rapporti tra Ricca e Haari era così scoperta da scandalizzare numerosi 
vescovi, preti e laici del piccolo Paese sudamericano, non ultime le suore che accudivano alla 
nunziatura. Anche il nuovo nunzio, il polacco Janusz Bolonek, arrivato a Montevideo all’inizio del 
2000, trovò subito intollerabile il ménage e ne informò le autorità vaticane, insistendo più volte con Haari perché se ne andasse. Ma inutilmente, dati i legami di questi con Ricca».
Nei primi mesi del 2001 Ricca «incappò in più di un incidente per la sua condotta sconsiderata. Un giorno, recatosi come già altre volte in un locale di incontri tra omosessuali, fu picchiato e dovette chiamare in aiuto dei sacerdoti per essere riportato in nunziatura, con il volto tumefatto ». 
Nell’agosto dello stesso 2001, «in piena notte l’ascensore della nunziatura si bloccò e di prima 
mattina dovettero accorrere i pompieri. I quali trovarono imprigionato nella cabina, assieme a 
Ricca, un giovane».Il nunzio Bolonek chiese l’immediato allontanamento di Ricca dalla nunziatura e il licenziamento di Haari. E ottenne il via libera dal segretario di Stato, il cardinale Angelo Sodano. Ricca venne prima trasferito a Trinidad e Tobago e poi richiamato in Vaticano. Secondo l’Espresso, nonostante il nunzio si sia sempre pronunciato «con severità nei confronti di Ricca, nel riferire a Roma», «una coltre di pubblico silenzio ha coperto fino ad oggi quei trascorsi del monsignore» e «in Vaticano c’è chi ha promosso attivamente questa operazione di copertura». Per il settimanale altro non sarebbe che quella “lobby gay” che nel pontificato di Ratzinger accelerava o stoppava le carriere dei monsignori intervenendo con spregiudicatezza e ostentando un innegabile potere.Ricca finora non ha risposto pubblicamente alle accuse, ma non è detto che nei prossimi giorni egli non intenda agire per altre vie. In Vaticano invitano alla prudenza, ricordando anche che comunque il monsignore è stato nominato dal Papa prelato «ad interim». Come a dire che se la fiducia nei suoi confronti in futuro verrà meno, Francesco potrà sembra dimetterlo.
http://www.finesettimana.org/pmwiki/uploads/Stampa201307/130719rodari.pdf

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