ACTA APOSTATICAE SEDIS : come, cambiando un po' qua e un po' la, si può cambiare tutto...

giovedì 15 agosto 2013

Il BI-VACCO

Il calciatore argentino Pocho Lavezzi sul trono del Papa - Sala Clementina - Palazzo Apostolico
di Francesco Colafemmina

Con tutto il rispetto possibile per Sua Santità mi permetto di far notare che sebbene qualche mese fa Papa Francesco abbia disertato un concerto in suo onore organizzato nell'aula Nervi in occasione dell'anno della Fede, nel frattempo continua a non disertare incontri con calciatori di vario tipo. Da quelli dell'Inter, alla squadra della Juve, alla Lazio, alla Roma etc. etc.

Non riesco francamente a capire perché un concerto di musica classica costituirebbe un evento "mondano", mentre un incontro con calciatori multimilionari rappresenterebbe un improrogabile impegno pastorale. Ricorderete infatti che secondo le voci circolanti in occasione del concerto disertato dal Papa, questi avrebbe affermato "non sono un principe rinascimentale. Non vado al concerto".


Ma c'è di più. Questa volta uno dei calciatori l'ha fatta grossa. Si è seduto sul "trono" di Papa Francesco, si è fatto scattare una foto e l'ha postata su internet. 

La domanda spontanea è: premettendo che non sono un bacchettone né tantomeno un bigotto, quanto ancora la Chiesa potrà attendere di sprofondare in questo baratro del ridicolo, in una dimensione senza alcun dubbio macchiettistica e canzonatoria? Dopo i Vescovi "gnam gnam style", come li ha opportunamente definiti Blondet, adesso abbiamo il Palazzo Apostolico e i segni stessi dell'autorità papale fatti oggetto delle spacconate di quattro calciatori illetterati. 

La dignitas ecclesiastica sembra essere un concetto pesantemente ridimensionato negli ultimi tempi. Così come l'amore per l'arte e la cultura, sostituite piuttosto dallo sport o da esibizioni di sub-cultura adolescenziale. Ora, comprendo che Beethoven non attiri la stessa "massa" di esseri umani attratta dal mondo del calcio. Tuttavia, bisognerebbe riconoscere apertamente che la Chiesa è davvero alla ricerca di un "consenso" di massa e dunque ambisce alla "mondanità". Peccato che la "mondanità" sia fatta spesso di citrullaggine e superbia, di amore per il denaro e di esibizionismo. 

Dunque non sarebbe, in fin dei conti, preferibile partecipare alla "mondanità" più sobria di un concerto di Beethoven piuttosto che dare ospitalità alle burle irridenti di giovani calciatori ritardati?

D'altro canto lo stesso Beethoven con la sonata che posto qui di seguito credo interpreti al meglio la figura che ha fatto la Chiesa in questa ennesima occasione: semplicemente "Patetica"!

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