ACTA APOSTATICAE SEDIS : come, cambiando un po' qua e un po' la, si può cambiare tutto...

giovedì 26 settembre 2013

Dove arriva Dio non necessita Mr.Clean..*

 FATIMA: la storia sconosciuta della fonte miracolosa.

Durante le apparizioni di Fatima non sgorgò acqua, come a Lourdes. Si creò pertanto un problema di vitale e difficilissima soluzione. Veniva ad aggravare questa difficoltà, la natura del terreno calcareo e molto poroso di quei luoghi e dei suoi dintorni, incapaci quindi di conservare l’umidità.
Gli abitanti di Fatima e degli insediamenti vicini, per avere l’acqua nelle proprie case, erano obbligati a raccogliere in cisterne quella che scorreva sulle grondaie casalinghe.
Come avrebbero potuto riunirsi dei pellegrinaggi con centinaia di migliaia di persone in un luogo privo di acqua come era la Cova da Iria? Umanamente parlando questo sembrava assolutamente impossibile.
Una volta in più si è vista la mano della Provvidenza. Dove non arriva l’uomo arriva Dio.

Era il giorno 13 novembre del 1921.
Subito dopo la prima messa all’aperto celebrata nella cappellina commemorativa delle Apparizioni, si rese necessaria una grande quantità di acqua per le costruzioni progettate.
Il Vescovo di Leiria ebbe la buona ispirazione di mandare ad esplorare il suolo e diede ordine che in fondo alla Cova, precisamente nel luogo dove sostavano i pastorelli al momento della prima apparizione, fosse scavato un pozzo.
In obbedienza all’ordine dello zelante prelato, gli operai aprirono un tombino di piccole dimensioni e, con non poca sorpresa, videro sgorgare, a pochi passi dal sacro leccio, acqua cristallina e abbondante.
Non mancavano tra i contadini quelli che ridevano dell’idea del Vescovo e sostenevano che erano soldi sprecati e che il Vescovo non era del posto e non conosceva il terreno.
“Io non so come spiegare il caso” disse sorpreso uno degli abitanti. “Nessuno qui poteva immaginare una vena d’acqua. Certamente è stato un miracolo del Cielo… o del sig. Vescovo”.
Questo fatto è accaduto verso le nove del giorno 13 novembre 1921.
Poco dopo, poiché l’acqua non era sufficiente per i pellegrinaggi, il Vescovo mandò a scavare altri due pozzi a pochi metri dal primo, e anche qui l’acqua sgorgò come la prima volta.
Da quel momento in poi non mancò mai il prezioso elemento, sia quello necessario per le costruzioni, sia quello per i pellegrini, che ne caricavano in quantità per le loro case.
L’acqua delle diverse fonti veniva raccolta in una grande cisterna di cemento armato, ricavata nella base del monumento al Sacro Cuore di Gesù.
Riportiamo da “Voz da Fatima”, le seguenti note descrittive delle fonti miracolose:
“La fonte miracolosa ha la forma di un cerchio di circa 2 metri di altezza per 10 di diametro, presentando la forma di un bacino abbastanza svasato e per questo un po’ scosceso, come è facile trovare nelle grandi città del Portogallo. La forma circolare della fonte facilita la soddisfazione delle straordinarie richieste di acqua in occasione dei grandi pellegrinaggi.
Lungo tutta la sua parete sono collocati 15 rubinetti, tanti quanti sono i misteri del Rosario.
In cima alla piattaforma della fonte e vicino ai rubinetti, stazionano solitamente un certo numero di ragazzi e di incaricati per distribuire ai pellegrini, nei giorni di grande affluenza, tutta l’acqua di cui hanno bisogno.
Sulla fonte ci sono degli avvisi che ricordano che la concessione dell’acqua è gratuita e che è espressamente proibito dare o ricevere offerte per questo motivo.
Ai due lati della fonte ci sono degli avvallamenti formati dall’interramento del muro della strada principale. Anche qui si trovano dei rubinetti e, con tutta probabilità, è in questo luogo che, in futuro, saranno installate le piscine per il bagno dei malati così come già si fa a Lourdes.
Nei giorni di grande affluenza, subito dopo la prima messa all’aperto, una moltitudine innumerevole brulica dalla mattina presto e staziona nei pressi della fonte miracolosa, con il desiderio incontenibile di fare provviste di acqua benefica e salutare.
La forma circolare della fonte prodigiosa facilita abbastanza l’acquisizione del prezioso liquido che sgorga copiosamente dai quindici grandi rubinetti di metallo giallo, che simboleggiano per il loro numero i quindici misteri del santissimo Rosario, come già abbiamo indicato.
Alcuni rubinetti tuttavia sono messi a disposizione di quei fedeli che si limitano a bere l’acqua sul posto senza portarla via.
La leggera impazienza dei più frettolosi è facilmente contenuta dagli incaricati, che regolano, con prudenza e fermezza, il difficile accesso ai rubinetti.
L’approvvigionamento della linfa meravigliosa dura ore intere, interminabili, dall’inizio della mattina fino alla sera tardi.
I pellegrini riempiono recipienti di tutte le capienze e di tutte le forme che portano con se per le loro terre distanti con la sicura speranza di ottenere, tramite l’acqua, la guarigione per parenti e amici, o per lo meno di lenire un po’ le loro sofferenze”.
Non si contano i casi di guarigioni miracolose attribuite all’acqua della fonte miracolosa di Fatima.
Scorrendo con gli occhi nella sezione delle grazie, segnalate sull’ultimo numero di Voz da Fatima che abbiamo in mano, è facile constatare che nella maggior parte di esse la grazia è arrivata, mediante l’applicazione o l’uso dell’acqua miracolosa.
Fonte: “Novos esplendores de Fatima”, di P. Valentim Armas c.m.f. – Editora “Ave Maria”, 1944 –  pagg.: 209-212 – Sao Paulo, Brasil – (trad. AM).

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