Fatto spaventoso è il sommo inganno dell’ora presente riguardante la Sede di Pietro occupata da chierici che professano quell’altra religione conciliare ecumenista che fa perdere la fede nell’unica Religione di Gesù Cristo.
In questo sito il prof. Damiani pubblica il suo grido di Sede Vacante, ma con quale esito in un mondo religioso corroso dall’apostasia generale?
Eppure non sono mancati gli avvisi maternali tra cui quello del 19 settembre 1946 a La Salette: «Roma perderà la Fede e diverrà la sede dell’Anticristo».
La situazione attuale serve a negare o piuttosto a confermare quanto avvisato dalla Madre di Dio pure a Fatima, con la visione simbolica dell’ecatombe del Papa cattolico con tutto il suo seguito. Essa sarebbe più chiara nel 1960, quando era subentrato Giovanni 23 nella Sede di Roma ? Quindi, l’inizio dell’inganno non sarebbe da rintracciare nel conclave del 1958? Possono o no essere capitati imbrogli ben coperti per l’elezione al Soglio Petrino di veri Quisling, dal Ventitrè a Bergoglio? Il termine «Quisling», infatti, riguarda dei collaborazionisti che servono a un potere straniero. Se applicato a Giovanni 23 e a Paolo 6º e successori è perché si può dire, senza paura di sbagliare, che il loro modernismo è un’ideologia a servizio dello sdoganamento di tante altre idee strane e contrarie alla dottrina cattolica; l’ha confermato San Pio X nella sua «Pascendi, (76)»: «Noi lo definiamo la sintesi di tutte le eresie».
Allora è bene parlare di conclavi, dato che tali imbrogli potrebbero covare l’Anticristo finale. Ad ogni modo era ed è sentimento perfettamente cattolico diffidare del buon esito di un conclave, così come inquietarsi durante la vacanza papale, fatto contingente dovuto alla morte di un Papa o ad altri fatti previsti dalla Chiesa.

Si tratta di un’ora buia per il mondo, che allora manca per un tempo di chi rappresenta l’Autorità divina, istituita da Gesù Cristo in terra per l’ordine e la salvezza delle anime. Sull’aspetto contingente della vacanza, derivato dalla natura umana del Papa, non ci sono dubbi: è inevitabile. Perciò quando un vero Papa muore, i cattolici sanno che la Santa Sede è vacante e che per vederla presto assegnata la Chiesa deve seguire le norme di sicurezza che ha sempre disposto per impedire il male più buio possibile dell’elezione di un finto cattolico. Ciò significherebbe l’occupazione della Santa Sede da parte di poteri che da sempre mirarono ad aggiornarla, con l’elezione di un «papa» secondo i loro piani, per renderla spalancata alle libertà del mondo. È quanto si vede oggi.
Era sentimento cattolico, inorridire di fronte alla possibilità della presenza di un falso vicario di Dio a Roma. Il primo sentimento, quindi, che la Chiesa sia governata da un autentico Vicario di Cristo, in piena continuità della fedeltà cattolica, è autentico nella misura in cui non si perde in confusioni sulla finalità di tale carica, che è di confermare la Fede. La questione è perciò centrale nel Conclave cattolico.
Il Primato di Pietro, la carica del Papa, non esiste né sussiste per servire a idee o a teologie secondo visioni della vita aggiornata alle mode e al mondo. Sarà che di questo immane pericolo si è persa la memoria in questi tempi?
A questo punto, poiché la carica papale è definita dalla missione di confermare la Fede e conseguente condanna di quanto le è contrario, come il modernismo, una volta dimostrato che Roncalli e Montini hanno operato da modernisti, essi non erano veri candidati al Papato poiché avevano tacitamente rinunciato ad essere veri membri della Chiesa di Cristo, che condanna il modernismo e l’apertura alle idee massoniche.
Dalla loro opera si solleva, non solo il grave sospetto sulla legittimità della loro elezione in conclave, ma anche la grave questione della loro condanna, come avvenne con Papa Onorio I, più di quarant’anni dopo la morte.
Fin qui si tratta di un «fatto» che spetta ai cattolici distinguere e a un futuro Papa cattolico giudicare, pur se quello precedente, Pio XII, ha promosso entrambi ad alte cariche, ignorando che essi erano portatori di fermenti demolitori della Fede.
Gli uomini possono ignorare quanto solo Dio vede nel cuore di preti carrieristi.
Quel che Dio certamente vuole e la Chiesa ha sempre cercato, è la massima cura non solo nella scelta dei chierici – da cui molto dipende la salvezza delle anime – ma delle loro promozioni a cariche d’autorità. Ma soprattutto, la difesa del conclave, che ha questo nome proprio per impedire delle violazioni sacrileghe.
I Conclavi non hanno una valenza assoluta. La Bolla «Cum ex apostolatus» di Papa Paolo IV è la più chiara spiegazione di quanto appartiene anche alla ragione comune: che se un uomo riesce a ingannare tutti e a essere eletto papa senza professare la fede integra e pura della Chiesa, l’elezione è nulla, pur se confermata dall’unanimità dei cardinali, dall’elevazione di quell’eletto e del tempo in cui esso è riconosciuto papa da tutta la Chiesa; più ancora se è applaudito da tutto un mondo nemico della Chiesa.
Non avendo la fede, costui non può essere accetto da Dio, che tollera l’inganno umano, ma, per quanto concerne la custodia della Fede, mai l’incuranza.
È vero che il conclave gode dell’assistenza dello Spirito Santo, ma se in essi è votato un chierico sospetto, l’assistenza si volge ai figli della Chiesa, affinché capiscano, prima o poi la nullità di tale elezione che avvia l’opera di distruzione della Chiesa, e reagiscano ad essa, testimoniandola, di modo che si vada verso l’elezione di un papa cattolico.
Altrimenti, l’incuranza nel riconoscere i promotori di quanto è contrario alla Fede diviene causa di castighi per un mondo che si è aggiornato a tale inganno rovinoso.
Si può negare che tale demolizione rovinosa ci sovrasta dalla morte di Pio XII e che questa deve necessariamente avere una causa principale in alta sede?
La testimonianza cattolica si rivolge all’alto per affrontare i poteri del mondo. Ma se proprio li abusano del nome della Chiesa per far ingoiare ai fedeli quell’opera dei falsi cristi e dei falsi profeti previsti dal Signore, che, sempre di nuovo, in duemila anni di storia, cercano di propinare eresie, sacrilegi, antipapi, falsi concili, conclavi illegittimi.
Immaginare il contrario, cioè che si deva cercare il guaio altrove perché la scelta di un conclave è infallibile, può, a buon diritto, essere considerata un’aberrazione conclavista. Da non confondere con aberrazione minore di voler far un conclave alla carlona, quando almeno il principio del bisogno urgente del papa è salvo. Tali scelte non hanno valore assoluto; può versare su un uomo del tutto alieno a quella carica, malgrado le apparenze. A causa di questa pia credenza «conclavista», piuttosto superstizione, poiché vede l’assoluto dove può essere infiltrata malizia umana, è bene tornare alla storia dei recenti conclavi, ritenuti dalla maggioranza, canonici.
Se essi hanno propinato i «papi» dell’avvenuta demolizione della Chiesa, poiché di Essa il vero papa, che ha ricevuto direttamente da Dio il potere delle Chiavi, è il sommo responsabile, a chi addebitare la sua mancata difesa per evitare tale rovina? Il fatto è che se si scusa la parte umana si accusa la sua approvazione da parte divina. Non sia mai!
Fino a Pio XII si era ben coscienti dei poteri occulti mobilitatisi per mutare la Chiesa e del bisogno per i cattolici di vigilare fermamente nella difesa della Fede. È un fatto, per quanto concerne il conclave in cui fu eletto Roncalli, che prese il nome dell’antipapa Giovanni XXIII, che le idee di questo candidato erano sconosciute perché mai espresse in scritti importanti. Piuttosto era noto per le sue trovate furbesche, dietro un’apparenza sempliciona e bonaria; «geniale semplicità» riconosciuta da Jean Guitton. Ma quanto descritto di negativo su tal prete non ha interessato allora nemmeno il cardinale Ottaviani che, essendo a capo del Sant’Uffizio aveva a disposizione tutti i dossier informativi. Secondo un parere generale, confermato dal suo biografo, giornalista Emilio Cavaterra, i cardinali Ottaviani e Tardini erano sicuri di poter pillottare l’operato dell’anziano e suppostamene docile Roncalli. Ritenevano più importante allora fare un accordo, caso Roncalli fosse eletto, per la conferma di Tardini come Segretario di Stato, che approfondire la fedeltà cattolica del candidato. Una leggerezza riguardo all’elezione del successore di Pio XII in stridente contrasto con le affrante preoccupazioni di questo Papa, che avrebbe previsto in letto di morte: dopo di me il diluvio. Per Pio XII, Siri era il più presentabile tra i cardinali papabili, ma fu subito scartato perché ritenuto troppo giovane e lontano dalle intenzioni riformatrici di allora.
Se la rovina iniziò con Giovanni 23, com’è storicamente accertato, non si dovrebbe risalire all’errore della sua scelta, tenendo presente che scusare l’errore umano significa attribuire perfidamente il fallimento a una presunta «distrazione divina»?
Non è forse un fatto che la vigilanza e la difesa cattolica, ragione al disopra d’ogni posizione clericale, furono smantellate allora con l’apertura della Chiesa ai vecchi errori e l’emblematica chiusura ai cosiddetti profeti di sventura (Fatima)?
Possono le due cose, ossia la presenza in Vaticano di modernisti innovatori della Chiesa e la sua successiva demolizione, non essere in un rapporto di causa ed effetto?
Ogni logica richiede, quindi, che sia presto verificato quando e quale atto abbia fornito la chiave perché un potere estraneo alla Fede iniziasse la sua opera di demolizione.
Qui va ricordata anche la testimonianza essenziale di monsignor Marcel Lefebvre:
«Non voglio risalire alle origini lontane del cambiamento e del mutamento della nostra religione perché bisognerebbe risalire al Rinascimento, alla Rivoluzione Francese, alla storia di tutto il liberalismo del secolo XIX e a tutte le condanne dei Papi contro di esso, in particolare i Papi Gregorio XVI, Pio IX, Leone XIII, San Pio X…. È stato pubblicato anni fa il libro di Ploncard d’Assac «La Chiesa occupata,» che riporta tutti i documenti che mostrano l’evoluzione avvenuta all’interno della Chiesa durante l’ultimo secolo. Io vorrei risalire solo al 1960, anzi al 1958: a quell’epoca è successo qualche cosa nella Chiesa? Che cosa? È impossibile conoscere i fatti a fondo: personalmente non li conosco; ma di questi cambiamenti ci siamo accorti dal 1958, dopo il conclave che ha eletto Giovanni XXIII.» (Mgr Lefebvre, «J’accuse le concile»).

Il mistero della scelta di un papabile contraffatto
La scelta dell’uomo con le condizioni per divenire Papa spetta alla Chiesa, rappresentata dai cardinali, ma la validità del suo potere dipende dalla sua fede cattolica che esclude deviazioni, eresie e negoziati coi suoi avversari. L’elezione del Papa cattolico è assistita dallo Spirito Santo poiché l’eletto in modo valido riceve immediatamente da Dio, non dalla Chiesa, il suo potere; potere conferito proprio per difendere la Chiesa dalle insidie dei suoi nemici. Oggi si conoscono gli antecedenti della carriera di Roncalli che svelano la sua incompatibilità con la funzione del magistero cattolico. Come chierico modernista può essere applaudito dal mondo e beatificato da un successore della sua opera di apertura, ma ciò solo conferma la continuità di quest’opera, e perciò della sua radicale incompatibilità con la carica di autorità che preserva la Chiesa dagli errori del mondo.
Il cattolico sa che un modernista occulto può ingannare gli uomini ma non Dio.
Se non bastano le conseguenze rovinose dei suoi atti e dei suoi frutti per testimoniare la sua estraneità all’autorità cattolica, si deve sperare che al più presto ci sia un processo canonico indetto da un Papa per confermarlo, annullando le contraddizioni proclamate; ne va della credibilità e dell’onore della Chiesa Cattolica.
Dopo l’elezione di Roncalli, il paradosso che si presentò ai cattolici fu quello di un magistero ecumenista, eretto sull’idea del velato aggiornamento del dogma, che si realizza col livellamento dell’autorità cattolica a quelle delle altri «grandi religioni».
Da ciò la nuova forma di magistero pastorale secondo lo «spirito di Assisi», che ne ridimensiona l’autorità senza negarla apertamente. Tale processo riformista doveva essere portato avanti velatamente, con ogni cautela, per evitare il rischio d’indebolire la propria influenza, necessaria a imporre l’aggiornamento e sminuire allora la propria «autorità pontificale cattolica» sarebbe stato come segare il ramo su cui poggiava la riforma. Ora è accertato che Roncalli fosse mosso da idee modernistiche e massoniche, che non occultava nella scelta delle sue fratellanze, come quella del barone Marsaudon e di altri. Il risultato è che quanto fu dichiarato e operato da lui e dai suoi continuatori, in nome della Chiesa, veniva plasmato da tali idee liberticide, portando alla demolizione del Cattolicesimo. Si può negare che essa è l’effetto che ha per causa iniziale l’elezione sciagurata di Roncalli? Non è parimenti vano credere, ignorando la legge della Chiesa, per cui l’integrità della fede dell’eletto papa è condizione essenziale per la sua elezione che, l’accoglienza dell’eletto papa da parte del mondo dei fedeli possa compensare tale mancanza? Possono criteri umani confermare la validità del Papa nella Chiesa di Dio?
L’elezione del Papa cattolico è assistita dallo Spirito Santo perché l’eletto in modo valido riceva immediatamente da Dio, non dalla Chiesa, il potere pontificale. Perciò la scelta del candidato va fatta con la massima cura tra cardinali lucidi e di fede cattolica comprovata, per non presentare a Dio un chierico di fede malferma. Se non si può dire semplicemente che Roncalli non fosse cattolico, poiché Pio XII l’aveva promosso, si può, però provare che il suo cattolicesimo si è rivelato falso proprio alla luce del giuramento antimodernista, prestato e contrariato, ma anche della sua posizione filo-massonica in rottura proprio con la continuità del Magistero, che condanna i poteri massonici a cui lui aprì la Chiesa. Oggi, a cambiamento avvenuto, si possono contare i danni devastanti operati. Ma se tali manovre passarono fu perché nel buio del pensiero cattolico chi occupa la carica papale avrebbe pure la facoltà di demolire la Cristianità! Quanto al Vaticano 2º e ai suoi effetti, se non è provato che la riforma le fosse richiesta dalle logge, è innegabile che fosse un regalo ad esse, dono che valse a lui la gratitudine dei poteri occulti, i quali, guarda caso, ne esaltarono l’opera «storica» portata avanti dai continuatori conciliari.
I «pontificati conciliari» sono stati riconosciuti nel mondo quasi senza proteste.
Ciò riguarda la fragilità, non la fedeltà dei cattolici; si deve all’avanzare della grande apostasia sull’onda di quello spurio «conclavismo» per cui è canonico pure il conclave che elegge un falso pontefice per la mutazione della Chiesa ! Cose mai viste!
“Cose spaventose e strane sono successe in terra: i profeti profetavano menzogne e i sacerdoti li applaudivano con le loro mani; e il mio popolo ha amato queste cose. Che castigo non verrà dopo tutto questo?” (Gr 5, 30-31).
L’EDITORIALE DEL VENERDI
di Arai Daniele
http://www.agerecontra.it/public/pres30/?p=12939