SIRIA: In Mesopotamia distrutta la chiesa dei francescani a Deir Ezzor 
Poiché in tutte le azioni militari si adduce un’intenzione di bene maggiore, rivediamo qualche azione di guerra per cui innocenti furono massacrati in vista di tale «intenzione».
Fu il caso delle atomiche sul Giappone? Non erano forse armi fisico-chimiche di distruzione di massa, scaricate con intenzione d’imporre la pace? La realizzarono, ma a costo di quanti bambini? Un intervento con centinaia di migliaia di vittime innocenti, giustificato in nome di tal «intenzione di pace», ormai immortalata e riapparsa ora nella guerra in Siria, che era avviata a respingere una guerra di esportazione! Si dica subito che se questo mondo guerrafondaio cerca prove per dimostrare che dei governanti non s’importano, anzi, s’impegnano a massacrare innocenti per seguire i loro piani. Assad arrecava forse danno al suo popolo? Non certo più del danno di questa guerra. Allora, nell’attuale caso siriano, si dovrebbe cominciare per trovare le prove di chi l’ha inventata, fornendo armi agli autonominati «ribelli», in gran parte stranieri. E ci sono molti indizi.
Per esempio si legge che ci sono finanziamenti dell’Arabia Saudita che riducono i militari americani a veri mercenari di interessi altri (Has it come to this – U.S. soldiers, sailors, Marines and airmen as the mercenaries of sheikhs, sultans and emirs, Hessians of the New World Order, hired out to do the big-time killing for Saudi and Sunni royals?… SYRIA STRIKE - Just whose war is this? by Patrick J. Buchanan : Wednesday, John Kerry told the Senate not to worry about the cost of an American war on < ?_xml:namespace prefix = st1 ns = "urn:schemas-microsoft-com:office:smarttags"
?>Syria. The Saudis and Gulf Arabs, cash-fat on the $110-a-barrel oil they sell U.S. consumers, will pick up the tab for the Tomahawk missiles.
(gli arabi pagherebbero lautamente i missili!)

Ormai, perfino la tale «opinione pubblica», sulla quale lavorano da secoli tanti esperti in processi rivoluzionari di lavaggio del cervello, oggi sospetta delle «prove» per scatenare nuove guerre. Ciò a causa della facile manipolazione di queste da parte di «specialisti, sia della Cia, sia del Mossad, o di altri servizi segreti contro qualsiasi governo avverso; non sarà la parola di politici come Obama o Hollande, in alti posti, ma di scarsa affidabilità, a poter avvallare tali «prove». Già dalle guerre in Irak, Libia e dintorni, tutto il mondo ha sentito le ragioni di altre figure del gran scacchiere internazionale, degradato a pollaio mondialista, che si sono rivelate bugie per coprire i più cupi interessi. Intanto, ovunque aumentano i profughi, il mondo si agita, e le decisioni sui bombardamenti sembrano pendere da gente guidata da interessi alieni ai popoli, alla verità e alla vera pace.
La vera pace? Questione ormai strana al mondo moderno, e sulla quale non saranno i discorsi della Giornata di preghiera per la pace in Siria, convocata da Bergoglio, a far luce. Piuttosto, ricorderemmo in seguito le parole dell’ultimo Papa cattolico: Pio XII.
Infatti, come potrebbe un fedele credere che le preghiere secondo le variegate idee di altre fedi essere gradite all’unico Dio? Forse la guerra siriana non implica già un grave problema religioso per i cristiani, con l’avanzare del terrorismo jihadista «ribelle»?
Le forze governative stavano per controllarli ed ecco che gli «alleati» del NWO intervengono ora per fiaccarle. Perché?
Gli analisti hanno capito le ragioni «aggiornate» dei potenti da l’inevitabile conseguenza di quest’azione: prolungare la guerra tenendola in uno stallo di forze, che a lungo andare causerà la distruzione di entrambe le parti.
Poi, subentrerà il «piano B»: la divisione del Paese per renderlo inoffensivo a vantaggio dei vicini, sempre più armati che, nel caso di Israele, può partire per l’impresa più bramata: dell’Iran. A buon intenditor, poche parole!  

Ora, le intenzione delle preghiere cattoliche per la pace, possono essere ignare del vero problema, che ha sempre un fondo religioso?
Papa Pio XII nel Radio messaggio del 24.12.1951 insegnava: “Bisogna che ciascuno si persuada di questo carattere spirituale inerente al pericolo di guerra. Ispirare tale persuasione è in primo luogo ufficio della Chiesa; è il suo primo contributo alla pace.”
Può il cattolico ignorare che la pace non si ristabilisce se non tornando alla più ampia convivenza civile, che in Siria si cercava di realizzare, ma questa guerra d’importazione ha spazzato via? Intanto, organizzazioni pacifiste tuonano a favore di una qualche pace come fanno da sempre, ed ecco che non poteva mancare il capo della chiesa conciliare per rivendicare diritti sulla gran trovata per la pace: – Mai più la guerra! Ripetuta con forza da Paolo 6º nell’ONU, ritenuta allora da lui «l’ultima speranza per l’umanità!».
È dunque argomento caro a Bergoglio, che ha convocato per questo 7 settembre una Giornata di preghiera e digiuno per la pace in Siria. – Francesco si pronuncia nei suoi ultimi commenti sul profilo Twitter @Pontifex_pt: Mai più la guerra! Mai più la guerra! Vogliamo un mondo di pace; vogliamo essere uomini e donne di pace!”
L’idea sarebbe opportuna se avessi le intenzioni di preghiera secondo la Chiesa. Ma lo è?
Sentiamo come Bergoglio aveva diffuso la sua idea: Città del Vaticano, 1 set. (Adnkronos/Ign) «Un accorato appello per la pace in Siria e in Medio Oriente. È quello che ha rivolto oggi Francesco all’Angelus da Piazza San Pietro. ”Vivo con particolare sofferenza e preoccupazione le tante situazioni di conflitto che ci sono in questa nostra terra. Ma in questi giorni – dice il Pontefice – il mio cuore è profondamente ferito da quello che sta accadendo in Siria e angosciato per i drammatici sviluppi che si prospettano. Rivolgo un forte appello per la pace. Quanta sofferenza, quanta devastazione, quanto dolore ha portato e porta l’uso delle armi in quel martoriato Paese”. E sottolinea con ”angoscia crescente” il ”grido che sale da ogni parte della terra, da ogni popolo, dal cuore di ognuno, dall’unica grande famiglia che è l’umanità”. Si tratta, spiega Francesco, del ”grido della pace. È il grido che dice con forza: vogliamo un mondo di pace, vogliamo essere uomini e donne di pace, vogliamo che in questa nostra società dilaniata da divisioni e da conflitti scoppi la pace.
“Mai più la guerra. La pace è un dono troppo prezioso che deve essere promosso e tutelato” e condanna ”con particolare fermezza l’uso delle armi chimiche’. ‘Ho ancora fisse nella mente e nel cuore le terribili immagini dei giorni scorsi – dice – C’è un giudizio di Dio e anche un giudizio della storia sulle nostre azioni a cui non si può sfuggire”.

L’ORDINE CRISTIANO ORDINE DI LIBERTÀ

Papa Pio XII sempre nel RM del 24.12.1951 insegnava: Se si vuole veramente impedire la guerra, si deve innanzi tutto cercare di sovvenire all’anemia spirituale dei popoli, alla inconsapevolezza della propria responsabilità, dinanzi a Dio e agli uomini, per la mancanza dell’ordine cristiano, che solo vale ad assicurare la pace. A ciò sono rivolti gli sforzi della Chiesa. Ma essa urta qui in una difficoltà particolare, dovuta alla forma delle presenti condizioni sociali : la sua esortazione in favore dell’ordine cristiano, in quanto fattore principale di pacificazione, è al tempo stesso uno stimolo alla giusta concezione della vera libertà. Perché infine l’ordine cristiano, in quanto ordinamento di pace, è essenzialmente ordine di libertà. Esso è il concorso solidale di uomini e di popoli liberi per la progressiva attuazione, in tutti i campi della vita, degli scopi assegnati da Dio all’umanità. È però un fatto doloroso che oggi non si stima o non si possiede più la vera libertà. In queste condizioni la convivenza umana, come ordinamento di pace, è interiormente snervata ed esangue, esteriormente esposta ogni istante a pericoli. Coloro, per esempio, che nel campo economico o sociale vorrebbero tutto riversare sulla società, anche la direzione e la sicurezza della loro esistenza; o che attendono oggi il loro unico nutrimento spirituale quotidiano, sempre meno da loro stessi, – vale a dire dalle loro proprie convinzioni e conoscenze, – e sempre più, già preparato, dalla stampa, dalla radio, dal cinema, dalla televisione; come potrebbero concepire la vera libertà, come potrebbero stimarla e desiderarla, se non ha più posto nella loro vita?Essi cioè non sono più che semplici ruote nei diversi organismi sociali; non più uomini liberi, capaci di assumere e di accettare una parte di responsabilità nelle cose pubbliche.
Perciò, se oggi gridano: Mai più la guerra!, come sarebbe possibile fidarsi di loro? Non è infatti la loro voce; è la voce anonima del gruppo sociale, nel quale si trovano impegnati. Questa è la condizione dolorosa, la quale inceppa anche la Chiesa nei suoi sforzi di pacificazione, nei suoi richiami alla consapevolezza della vera libertà umana, elemento indispensabile, secondo la concezione cristiana, dell’ordine sociale, considerato come organizzazione di pace. Invano essa moltiplicherebbe i suoi inviti a uomini privi di quella consapevolezza, ed anche più inutilmente li rivolgerebbe ad una società ridotta a puro automatismo. Tale è la pur troppo diffusa debolezza di un mondo, che ama di chiamarsi con enfasi «il mondo libero». Esso s’illude o non conosce sé stesso : nella vera libertà non risiede la sua forza. È un nuovo pericolo, che minaccia la pace e che occorre denunziare alla luce dell’ordine sociale cristiano. Di là deriva altresì in non pochi uomini autorevoli del cosiddetto «mondo libero» una avversione contro la Chiesa, contro questa ammonitrice importuna di qualche cosa che non si ha, ma si pretende di avere, e che, per uno strano invertimento di idee, ingiustamente si nega proprio a lei : vogliamo dire la stima e il rispetto della genuina libertà.

Sempre Papa Pio XII nel RM del 24.12.1951 insegna sulle armi moderne: “Anche Noi — e più di chiunque altro — deploriamo la mostruosa crudeltà delle armi moderne. Le deploriamo e non cessiamo di pregare che non vengano giammai adoperate. Ma, d’altra parte, non è forse una specie di materialismo pratico, di sentimentalismo superficiale, il considerare nel problema della pace unicamente o principalmente l’esistenza e la minaccia di quelle armi, mentre si mette in non cale l’essenza dell’ordine cristiano, che è il vero garante della pace? Da qui, tra gli altri motivi, le discrepanze e anche le inesattezze sulla liceità o la illiceità della guerra moderna; da qui parimente la illusione di uomini politici, che contano troppo sulla esistenza o sulla scomparsa di quelle armi. Il terrore, che esse ispirano, viene perdendo a lungo andare la sua efficacia, come ogni altra causa di spavento; o almeno non basterebbe, all’occorrenza, a frenare lo scatenamento di una guerra, specialmente là ove i sentimenti dei cittadini non hanno un peso sufficiente sulle determinazioni dei loro Governi.
Bergoglio invita a pensare ”a quanti bambini non potranno vedere la luce” e osserva: ”Non è mai l’uso della violenza che porta alla pace. Guerra chiama guerra, violenza chiama violenza. Con tutta la mia forza chiedo alle parti in conflitto di ascoltare la voce della propria coscienza, di non chiudersi nei propri interessi ma di guardare all’altro come a un fratello e di intraprendere con coraggio e decisione la via dell’incontro e del negoziato, superando la cieca contrapposizione”. Quindi il richiamo alla comunità internazionale: ”Non sia risparmiato alcuno sforzo per garantire assistenza umanitaria a chi è colpito da questo terribile conflitto, in particolare agli sfollati nel Paese e ai numerosi profughi nei Paesi vicini”. Ora è Bergoglio «a decidere di indire per il 7 settembre ”una giornata di digiuno e preghiera’‘ per la pace in Siria, in Medio Oriente e nel mondo intero”. L’umanità ”ha bisogno di vedere gesti di pace e parole di speranza” sottolinea Bergoglio che chiede ”a tutte le chiese particolari che organizzino qualche atto liturgico con questa intenzione. A Maria chiediamo di aiutarci a rispondere alla violenza, al conflitto e alla guerra con la forza del dialogo, della riconciliazione e dell’amore. Lei è madre, ci aiuti a trovare la pace”».

Pio XII, però, insegna: “Chi volesse implorare alla Vergine la cessazione dei flagelli, senza un serio proposito di riforma della vita privata e pubblica, starebbe semplicemente chiedendo l’impunità della colpa, il diritto di regolare la propria condotta, non secondo la Legge di Dio, ma delle passioni scatenate. Tale supplica sarebbe la negazione e il contrario della supplica cristiana, sarebbe ingiuria a Dio, una provocazione alla Sua giusta collera, l’ostinarsi nel peccato, che è l’unico e vero male del mondo.” (Omelia del 13.6.1944, Chiesa di S. Ignazio)

Allora sarà l’iniziativa ecumenista di Bergoglio a richiedere un atto di riparazione, come tutti quelli fatti secondo lo «spirito di Assisi».
È perciò giusto e opportuno associarsi al Prof. Franco Damiani, stimato e conosciuto docente Cattolico fedele alla Tradizione, che ha redatto, in qualità di Addetto Stampa del Circolo Christus Rex, un grido di dolore che, nelle intenzioni, vuole essere indistintamente esteso  a tutti coloro che, avendo compreso lo stato di grave crisi nella Chiesa che viviamo, almeno a partire dal Vaticano 2º, constatano per conseguenza diretta e parallela la devastante vacanza della Sede Apostolica. È di questi giorni la lunga lettera aperta di un prete francese a Bergoglio per indicare punto per punto la contraddizione delirante di un prete in alta sede come lui che desideri buon Ramadan ai mussulmani, mentre questi brucciano le chiese cristiane.
Questo è il gran problema; la mancanza della Guida cattolica al bene dei popoli a Roma.
Un grido di dolore che, comunica comunque la certezza evangelica, nonostante stiano dilagando l’eresia ecumenista e l’immoralità generale, che le porte degli Inferi non prevarranno sulla Chiesa, che rimarrà nei suoi caratteri visibili, Una, Santa, Cattolica e Apostolica fino alla fine dei tempi.
E alla fine, il Cuore Immacolato di Maria certamente convertirà la Russia alla vera Chiesa Cattolica e trionferà nel mondo intero.
L’EDITORIALE DEL VENERDI

di Arai Daniele
http://www.agerecontra.it/public/pres30/?p=12706