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sabato 21 settembre 2013

Pulizia degli occhiali?

Il Papa discerne meglio la mira: "No all'aborto e all'eutanasia"

All'indomani della pubblicazione dell'intervista rilasciata alla Civiltà Cattolica, Papa Francesco è tornato ad affrontare il tema della vita e dell'aborto. "Ogni bambino non nato, ma condannato ingiustamente ad essere abortito, ha il volto del Signore, che prima ancora di nascere, e poi appena nato ha sperimentato il rifiuto del mondo. E ogni anziano, anche se infermo o alla fine dei suoi giorni, porta in sé il volto di Cristo. Non si possono scartare!", ha detto il Papa nel discorso ai ginecologi cattolici ricevuti oggi in Vaticano.
"Nell'essere umano fragile – ha scandito Bergoglio – ciascuno di noi è invitato a riconoscere il volto del Signore, che nella sua carne umana ha sperimentato l'indifferenza e la solitudine a cui spesso condanniamo i più poveri, sia nei Paesi in via di sviluppo, sia nelle società benestanti". Nella società di oggi, ha denunciato Francesco, "pur essendo per loro natura al servizio della vita, le professioni sanitarie sono indotte a volte a non rispettare la vita stessa".
Secondo il Pontefice, dunque, "assistiamo oggi a una situazione paradossale: mentre si attribuiscono alla persona nuovi diritti, a volte anche presunti, non sempre si tutela la vita come valore primario e diritto primordiale di ogni uomo". E questo riguarda in particolare le professioni sanitarie. "Il fine ultimo dell'agire medico rimane sempre la difesa e la promozione della vita". "Da una parte constatiamo, e ringraziamo Dio per questo, i progressi della medicina, grazie al lavoro che dedicano alla ricerca di nuove cure. Dall'altra, però, riscontriamo anche il pericolo che il medico smarrisca la propria identità di servitore della vita". Infatti, ha lamentato Bergoglio nel suo discorso di oggi, "il disorientamento culturale ha intaccato anche quello che sembrava un ambito inattaccabile: il vostro, la medicina".
In proposito, Francesco ha citato l'Enciclica "Caritas in veritate" di Benedetto XVI, per la quale "l'apertura alla vita è al centro del vero sviluppo. Se si perde la sensibilità personale e sociale verso l'accoglienza di una nuova vita, anche altre forme di accoglienza utili alla vita sociale si inaridiscono. L'accoglienza della vita tempra le energie morali e rende capaci di aiuto reciproco". Il Papa ha poi fatto una denuncia: "La "cultura dello scarto", una diffusa mentalità dell'utile, che oggi schiavizza i cuori e le intelligenze di tanti, ha un altissimo costo: richiede di eliminare esseri umani, soprattutto se fisicamente o socialmente piu' deboli". "La nostra risposta a questa mentalità – ha ricordato il Pontefice – è un sì'' deciso e senza tentennamenti alla vita". D'altronde, ha ricordato il Papa, "Il primo diritto di una persona umana è la sua vita. Essa ha altri beni e alcuni di essi sono più preziosi; ma è quello il bene fondamentale, condizione per tutti gli altri", citando la Congregazione per la Dottrina della Fede, che nel 1974 ha dedicato una dichiarazione sull'aborto procurato. "Le cose – ha scandito Francesco – hanno un prezzo e sono vendibili, ma le persone hanno una dignità, valgono più delle cose e non hanno prezzo". Per questo "l'attenzione alla vita umana nella sua totalità è diventata negli ultimi tempi una vera e propria priorità del Magistero della Chiesa, particolarmente a quella maggiormente indifesa, cioè al disabile, all'ammalato, al nascituro, al bambino, all'anziano".
Francesco ha poi ribadito ai medici: "Il vostro essere cattolici comporta una maggiore responsabilità: anzitutto verso voi stessi, per l'impegno di coerenza con la vocazione cristiana; e poi verso la cultura contemporanea, per contribuire a riconoscere nella vita umana la dimensione trascendente, l'impronta dell'opera creatrice di Dio, fin dal primo istante del suo concepimento".
Secondo il Pontefice si tratta di "un impegno di nuova evangelizzazione che richiede spesso di andare controcorrente, pagando di persona". "Il Signore – ha assicurato ai sanitari – conta anche su di voi per diffondere il 'vangelo della vita'". In questa prospettiva, ha aggiunto, "i reparti ospedalieri di ginecologia sono luoghi privilegiati di testimonianza e di evangelizzazione, perché là dove la Chiesa si fa veicolo della presenza del Dio" vivente, diventa al tempo stesso strumento di una vera umanizzazione dell'uomo e del mondo".
Oggi Papa Francesco ha anche ricevuto in Vaticano il presidente ungherese Janos Ader, accompagnato dalla consorte. Al presidente il Papa avrebbe confidato che desidererebbe scrivere, e pensa di poterlo fare forse "in un prossimo futuro", un'enciclica sul tema dell'acqua. Quanto alla crisi siriana, sia Papa che il presidente, si legge in una nota, hanno ribadito "l'auspicio che si persegua con decisione la via del dialogo e del negoziato per porre una rapida fine al conflitto".   

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