ACTA APOSTATICAE SEDIS : come, cambiando un po' qua e un po' la, si può cambiare tutto...

giovedì 10 ottobre 2013

Caro papa ti twitto

Papa Francesco e le richieste dei fedeli in internet

Domande di aiuto. Soldi. Fioretti. Inviti a cena. Così il popolo della Rete si rivolge a Bergoglio.

di Nicola Baldoni
Caro papa Francesco, recita uno dei 2 mila tweet che ogni giorno arrivano al pontefice, «vedi se per piacere mi puoi fare una grazia perché qua siamo rovinati. Se ci puoi mandare qualcosa di soldi».
Ma chi è, e che cosa scrive, chi parla su Twitter col successore di Pietro? Da una parte c’è chi cita l’autorità, la carica: dal giornalista di cronaca al fedele, fino all’anticlericale che attacca il Vaticano per l’esenzione dall’Imu o le Crociate.

ALLA RICERCA DI UN CONTATTO. Poi, però, c’è tutto un mondo, un mondo incredibile, che prova a cercare un contatto diretto col rappresentante di Dio in terra. Un mondo che crede che quel contatto sia possibile.
Se la storia della fede è dominata dalla domanda: «Che cosa accade al Dio che si fa uomo?», a noi dell’era digitale spetta scoprire cosa succede al sacro quando si manifesta attraverso il web e assume sia le sue promesse di prossimità sia le sue follie.
Perché in tanti provano a parlare col papa come fosse un amico di Facebook.
DEDICHE E AUGURI. A decine sono le richieste d’auguri: «Ciao papa Francesco oggi è il mio compleanno. Mi fai gli auguri? Mi metti una stellina?». E, ancora, «carissimo papa, potrebbe farmi gli auguri l’8 settembre? Compio 50 anni. Spero che lei possa farlo. Grazie di esistere».
Sono tweet spesso sgrammaticati. Dai tratti comici, surreali o paranoici («Noi vorremmo pregare per te ma tu sai che ci dovrà essere la guerra di harmaghedon come scritto in apoc 16:16»), ma altrettanto colmi di confessioni di solitudine, dolore, bisogno d’aiuto. Messaggi toccanti. Struggenti.
L'INTERCESSIONE PER UN LAVORO. Moltissimi mandano il numero di telefono è chiedono un lavoro: «Papa ti chiedo se puoi intercedere per un lavoro. Il mio num è 349xxx ti spiego tutto Dante»; «un retweet per aiutare la mia fidanzata con la sua nuova avventura lavorativa! (segue sito azienda)»; «sono un falegniame a mica da farmi lavorare in vaticano come restauratore o manutendore graie».
Altrettanto si invocano preghiere per guai che vanno dalla scuola ai dolori in famiglia: «Caro papa, chiedo con immenso amore una forte benedizione per mia sorella affinché superi i test universitari! Te amo». Oppure: «Mi chiamo Elena sono 3 anni che mia figlia non vuole avere contatti con me non so più cosa fare! 348xxx mi aiuti!».

Un papa umano (troppo umano)

Anche se le sgrammaticature sono la prima cosa che si nota, in realtà sono l'aspetto meno importante di questi messaggi.
Bergoglio racconta se stesso come un pontefice vicino alla gente, e la gente prende la promessa seriamente traendone, coerentemente, le conseguenze.
C’è addirittura chi lo invita a tavola: «Ciao papa Francesco, sarei felice poter con mia moglie invitarla casa, a pranzo». E poi soffre se l’invito non è stato raccolto: «Ora sei papa e non puoi muoverti come prima, non fa niente, certo sono dispiaciuto pazienza».
Ma c’è pure chi tratta il pontefice come un fidanzato: «In realta, però ki si prende cura del tuo stato d'animo:-)?». Per concludere con: «Ti abbraccio, dolce notte».
LA SACRALITÀ E IL SOCIAL. A questo punto sorge un dubbio: la sacralità della figura sopravvive al social network?
La risposta è complicata. In questi appelli diretti, tutto l’apparato che circonda la figura papale pare scomparire. Il pontefice si fa prossimo senza però perdere l'autorità.
Di più. José Maria Bergoglio ormai è percepito come una sorta di santone, in grado di risolvere ogni guaio. Così c’è chi vuole che intervenga per redarguire un sacerdote sospettato di essere disonesto: «Dove abito io il parroco si diverte a cozzigliare, mangiare e bere. Non ho più fede per colpa sua non segue la comunità». E chi domanda la chiusura degli esercizi commerciali: «Ciao xche non fai qualcosa x far star chiusi i negozi e centri commerciali la domenica?». Oppure si posta una foto di galline in gabbia chiedendo al papa di fare qualcosa per bloccare la festa dove verranno mangiate: «NoSagraOsei. Sotto il sole cuocente senza acqua, senza cibo!».
UN PONTEFICE ANTICASTA. Frequenti sono anche gli attacchi alla Casta: «Santità stiamo nelle vostre mani fate in modo che i politici si abbassano lo stipendio, non aumentono l'Iva e le tasse grazie»; «ciao grande papa Francesco....con la forza che ti dona (dio) puoi cacciare tutti questi politici e prendere il loro posto?».
C’è l’utente che ha la fissa per Celentano e sostiene che il pontefice si sia formato sul cantante: «Questo papa è troppo rock.... sicuramente avrà guardato qualche film o trasmissione di Adriano».
Quello che ripetutamente lo chiama «papi» e l’altro che chiude un tweet con «Ti stimo».
Non manca chi si dichiara incallito blasfemo ma è pronto a cambiar vita in cambio di un retweet: «Carissima Sua Santità sono un bestemmiatore voglio fare un voto: mi puo mandare la sua benedizione? Prometto che smetterò».

Francesco come Messi o Simona Ventura

Forse non è casuale che gli utenti che azzardano un dialogo diretto col pontefice siano gli stessi che provano, nel tweet successivo, a parlare, senza ottenere attenzione, con i personaggi famosi: da Simona Ventura a Gerry Scotti da Tiziano Ferro a Lionel Messi.
I NEOFITI DEL CINGUETTIO. In moltissimi, poi, si sono iscritti a Twitter solo per Bergoglio e lo si capisce per l'uso maldestro del social. Pare che abbiano sentito in tivù di una strana cosa chiamata Twitter dove papa Francesco parla alle persone. E loro ci credono, si registrano, gli scrivono. Gli mandano una decina di cinguettii che restano solitari e senza risposta. «Buona sera pontefice sono quattro giorni che la contatto ma non mi risponde mai xke si comporta cosi con me? Io nn le ho fatto niente!».
L'ILLUSIONE DEL WEB. Per un po’ resistono. Poi se ne vanno. Su Twitter vengono presi in giro per l’italiano che zoppica e per la speranza che ripongono nel potere salvifico del social network. Pare che per questi internauti il papa, il vip, il calciatore vivano tutti in uno stesso mondo, lontanissimo da quello fatto da famiglie in difficoltà. E dove i contatti sono quasi inesistenti.
Ma che i tweet siano scritti in quest’italiano terribile e indirizzati al pontefice, o mandati a Obama in un inglese ancora peggiore («Plis hai vork in america e sono un carpediere falegniame plis») toglie ai messaggi qualcosa? Il ragazzo che ha provato a scrivere al presidente degli Usa, risponde poi a chi sempre in Rete lo ha preso in giro per il suo inglese maccheronico, dicendo: «Se sappessi che via crucis e cercare lavoro a 46 anni».
Dagli torto...

Nessun commento:

Posta un commento

Nota. Solo i membri di questo blog possono postare un commento.