ACTA APOSTATICAE SEDIS : come, cambiando un po' qua e un po' la, si può cambiare tutto...

mercoledì 9 ottobre 2013

Son peggio i primi..

CHIESA&RIFORME

Gay e separati: la battaglia della Chiesa in Germania

Da Zollitsch a Lehmann, la fronda progressista dei vescovi e cardinali tedeschi. Che hanno aperto la Chiesa ai divorziati.

Il vescovo Zollitsch cardinale Karl Lehmann.
La rivolta è arrivata dalla seconda diocesi tedesca, la roccaforte di Friburgo, che ha fatto fronte comune con i protestanti.
Ma il fuoco covava da anni sotto la cenere tra i vescovi di Germania. «Chi è separato o ha contratto in seconde nozze deve essere riammesso ai sacramenti», ha scritto in una circolare choc a tutti i suoi presuli l'amministratore della diocesi nonché presidente della Conferenza episcopale tedesca Robert Zollitsch.
Fervente anticomunista, ma di idee liberal, l'arcivescovo di Friburgo non è nuovo a posizioni di rottura con la linea dottrinale della Santa sede:
a fine settembre, dopo le aperture di papa Francesco ai divorziati, Zollitsch aveva sostenuto che la categoria «appartiene alla Chiesa, che deve trovare per loro soluzioni nell'ambito ecclesiastico».
APERTO SU UNIONI CIVILI. Prima ancora delle dimissioni di Benedetto XVI, il religioso aveva difeso più volte le unioni civili, pur contestando il termine «matrimoni gay» e si era detto favorevole ad accettare le donne diacone. La presa di posizione di Zollitsch, presidente della Cei tedesca dal 2008, scuote il Vaticano e non solo perché l'arcivescovo è il portavoce della Chiesa tedesca a Roma.
Ma perché la circolare “simbolica” di Friburgo è in linea con le opinioni dello storico e precedente presidente della Conferenza episcopale di Germania, il cardinale Karl Lehmann, richiamato da Giovanni Paolo II per le sue posizioni non ortodosse su separazioni e aborto.
Vicino all'ala progressista del cardinale Carlo Maria Martini. E grande elettore che, insieme con il decano Walter Kasper, nell'ultimo conclave ha spostato voti verso l'argentino Jorge Mario Bergoglio.

La fronda modernista della Cei tedesca: Lehmann e Kasper, kingmaker di Bergoglio

In uno dei suoi primi discorsi da successore di Pietro, papa Francesco si è affacciato alla finestra del Palazzo apostolico, suggerendo di acquistare e leggere il libroMisericordia del cardinale Kasper.
Più moderato di Lehmann e amico di Ratzinger, anche Kasper, ai vertici della Cei tedesca, è noto per il suo impegno nei tavoli di dialogo tra le diverse confessioni religiose. E, da anni, è possibilista sulla Comunione ai divorziati risposati.
Sia Kasper sia Lehmann, in ogni caso, figurano tra i sicuri elettori di Bergoglio al soglio pontificio, nel marzo scorso. Riconfermato a capo della Cei in Germania dal 1987, per tre mandati consecutivi, con il connazionale Ratzinger il 77enne cardinale e vescovo di Magonza ha in comune l'insegnamento di Dogmatica e l'aver dato le dimissioni per motivi di salute. Per il resto, nulla.
LEHMANN E L'ABORTO. Per il resto Lehmann ha preso posizioni dottrinali distanti dall'ortodossia di Benedetto XVI e, prima ancora, del pontificato polacco di Karol Wojtyla. Già nel 1994, infatti, il vescovo di Magonza ammise, sotto certe condizioni, i divorziati alla comunione, ma fu subito fermato dallo stop della Santa Sede.
L'anno successivo i fedeli che chiedevano riforme come il sacerdozio femminile e il matrimonio per gli ecclesiastici trovarono ascolto nella Cei, che diede loro udienza. Nel 2000 Lehmann fece di nuovo parlare di sé, per difendere il ruolo dei consultori in materia d'aborto.
La stampa arrivò a scrivere che il presidente della Cei era ai ferri corti con Giovanni Paolo II e che ne avrebbe desiderato le dimissioni, ma poi Wojtyla lo fece cardinale nel 2001 e le voci di attrito si calmarono.
ZOLLITSCH IL MODERNISTA. Considerato tra i porporati più progressisti, Lehmann tornò all'attacco nel 2009, bacchettando Benedetto XVI per la riammissione nella Chiesa del vescovo lefebvriano Richard Williamson, negatore dell'Olocausto.
Da un anno, il cardinale che non le mandava a dire ai Papi non era più alla guida dei vescovi cattolici. Ma al posto suo, in piena continuità ideologica, era arrivato Zollitsch, l'arcivescovo “modernista” di Friburgo nato nella Jugoslavia di Tito da genitori tedeschi espulsi dal regime comunista.
Rientrato in Svevia adolescente, dopo che suo fratello, 16enne, fu ucciso in un'esecuzione sommaria dei partigiani comunisti, presi i voti Zollitsch ha fatto carriera nella Curia di Friburgo e, negli anni, si è definito «teologicamente e personalmente vicino al cardinale Lehmann».
TENSIONE IN VATICANO. Come il predecessore, quest'estate ha dato le sue dimissioni, 75enne, dalla Conferenza episcopale per sopraggiunti limiti d'età. Ma prima di terminare il mandato, che scade nel marzo 2014, Zollitsch sembra essere determinato a dare uno scossone alle gerarchie vaticane.
«Anche se la dottrina va rispettata, dobbiamo prendere atto che queste persone (i separati ndr) si sentono escluse dalla Chiesa e ne soffrono profondamente», ha dichiarato l'arcivescovo controcorrente, dopo aver spedito la circolare.
In Vaticano c'è forte irritazione. «Il documento non ha autorevolezza», è la replica della Santa Sede, che sostiene addirittura non sia firmato da Zollitsch. Chissà cosa ne penserà l'amico Lehmann. E con lui Francesco.

di Barbara Ciolli
SCANDALO IN GERMANIA

La reggia del vescovo di Limburg

La sua residenza costa 31 mln. E i fedeli tedeschi scappano dalla Chiesa. Mentre alcuni prelati aprono a gay e divorziati.

di Pierluigi Mennitti
da Berlino
È un progetto che ha fatto infuriare la conferenza episcopale tedesca, indignare i fedeli e sorridere amaramente l'opinione pubblica.
La Süddeutsche Zeitung gli ha già riservato un posto d'onore accanto ai grandi flop delle opere pubbliche in Germania, come la stazione ferroviaria Stuttgart 21, la filarmonica di Amburgo o il nuovo aeroporto di Berlino, trasformatisi in pozzi di denaro senza fondo e per i quali non si conosce ancora la data di inaugurazione.
Ma qui si tratta di un progetto privato del vescovo di Limburg, Franz-Peter Tebartz-van Elst, un nome tanto lungo e pieno di trattini da poter essere il parto fantasioso di un canovaccio satirico di Loriot, il principe dei comici tedeschi scomparso nel 2011.
RESIDENZA DA 31 MLN. L'alto prelato si è messo in testa di costruire una nuova residenza episcopale accanto al duomo di questa cittadina dell'Assia di appena 33 mila abitanti: non un piccolo rifugio, ma quasi una reggia con cappella privata, giardino, cantina per le reliquie, stanze per il vicariato e per i suoi assistenti.
Già il costo iniziale aveva scatenato una valanga di proteste, 5 milioni di euro ritenuti vergognosi per soddisfare il lusso di un uomo di fede. Poi con il tempo quella cifra era salita a 11 milioni, e giù ancora critiche. Finché martedì 8 ottobre Tebartz-van Elst ha vuotato il sacco e comunicato ai parroci riuniti nella grande sala del seminario che l'intera somma ammonterà a 31 milioni di euro.
NUOVE SPESE ALL'ORIZZONTE. E non sarebbe ancora finita perché, come ha raccontato loSpiegel, al conto mancano alcuni dettagli che l'amministrazione comunale di Limburg sta ancora valutando, legati alle complicazioni intervenute per i lavori in corso: spese per gli accessi stradali utilizzati dai mezzi, lavori supplementari in profondità, misure per drenaggio dell'acqua nel sottosuolo e danni collaterali alle abitazioni storiche che circondano il cantiere sulla collina del duomo.
Secondo indiscrezioni provenienti dagli uffici comunali, il vescovo può già mettere in conto un ulteriore aggravio di spese nell'ordine di milioni di euro.
Intanto i lavori proseguono: erano iniziati nel maggio 2010 e ancora non se ne vede la fine.

I fedeli scappano dalla Chiesa. Anche per non pagare i lavori

Per la Chiesa tedesca è una patata bollente difficile da maneggiare. I fedeli continuano a chiamare inviperiti in sacrestia, e martedì 8 ottobre, appena la notizia dei 31 milioni si è diffusa in città, il telefono ha cominciato a squillare per non smetterla più. E in tanti hanno già preso congedo, passando dagli uffici dell'anagrafe comunale per comunicare l'abbandono della confessione cattolica e il conseguente obbligo di pagare la tassa annuale.
GUERRA AL VESCOVO. Gli ecclesiastici non sanno più come uscire dall'incubo, nelle settimane scorse hanno ingaggiato una guerra totale con il vescovo, caparbio fino all'ostinazione, senza però riuscire a minarne la resistenza.
«Il parroco Reinhold Kalteier, portavoce del consiglio diocesano di Limburg, vorrebbe che l'esoso vescovo facesse le valige», ha scritto ancora lo Spiegel, «ma Tebarz-van Elst, seppure ne avesse intenzione, non può lasciare l'incarico volontariamente senza l'approvazione di papa Francesco. E dunque tocca alla conferenza episcopale tedesca e al Vaticano avviare la procedura per le dimissioni, che giungerebbero comunque in ritardo».
NIENTE CONTROLLI SUI COSTI. Perché ora tutti si chiedono come sia stato possibile che i componenti del comitato di controllo, che avrebbero dovuto vagliare con scrupolo l'operato finanziario del vescovo, si siano accorti con tanto ritardo dell'esplosione dei costi per la nuova casa e abbiano lanciato l'allarme solo adesso.
I tre rappresentanti che sovraintendono l'amministrazione del vescovado si sono giustificati dicendo che Tebarz-van Elst ha fatto tutto da solo, nascondendo ai controllori la verità delle cose.
«Ma le procedure seguite nella diocesi di Limburg non sono un'eccezione in Germania», ha concluso il magazine, «giacché a nostra domanda diretta 25 diocesi su 27 si sono rifiutate di fornire informazioni sullo stato patrimoniale».
Non può dunque sorprendere che scandali, magari meno gravi, siano venuti ripetutamente alla luce negli ultimi anni.
http://www.lettera43.it/cronaca/la-reggia-del-vescovo-di-limburg_43675110511.htm

Il vescovo che si fa la reggia da 31 milioni di euro

di   - 09/10/2013 - La residenza indigna preti e fedeli della diocesi di Limburgo, così come il resto dei cattolici tedeschi, ma il Vaticano non si muove

Il vescovo che si fa la reggia da 31 milioni di euro<1/7>

Il vescovo che si fa la reggia da 31 milioni di euro
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La Chiesa dei poveri voluta da Papa Francesco non deve piacere molto a Franz-Peter Tebartz-van Elst. Il vescovo della diocesi di Limburgo ha speso 31 milioni di euro per rifarsi la sua nuova dimora, una vera e propria reggia che indigna tutti, sacerdoti e fedeli, che reclamano le dimissioni del porporato spendaccione.
vescovo limburgo 31 milioni di euro 5
IL VESCOVO DEL SUPER LUSSO - Il vescovo di Limburgo, diocesi della Germania occidentale, ha deciso di ristrutturare la propria dimora. Il costo dell’intervento edilizio era previsto in cinque milioni di euro, ma questa stima è stata ampiamente sorpassata. Come è emerso finora dai lavori, i costi si sono sestuplicati, arrivando all’astronomica cifra di trentuno milioni di euro. E la nuova casa di Franz-Peter Tebartz-van Elst potrebbe ancora crescere, secondo le fonti di Der Spiegel che riferisce di un caso che sta indignando la Germania, a partire dai fedeli cattolici così come dagli stessi prelati. I lavori soni iniziati nel 2010, e prevedevano la realizzazione di una cappella privata, di un nuovo giardino privato, una cantina dove ospitare le reliquie, il vicariato, e numerose stanze per gli ospiti. Un progetto già piuttosto faraonico, che è diventato ancora più ambizioso in corso d’opera. Nei 31 milioni di euro non sono poi calcolati i vari lavori che il comune di Limburgo dovrà fare, come la strada di accesso alla nuova residenza, per renderla agibile.
INDIGNAZIONE DIFFUSA- Der Spiegel racconta come recentemente un incontro con il vescovo di carattere pastorale sia diventato un’occasione di sfogatoio degli stessi sacerdoti contro il capo della loro diocesi. I religiosi si sono lamentati per l’assurda spesa, esplosa a livelli inimmaginabili, mentre molti di loro sono costretti a fare numerosi sacrifici per mantenere in vita le parrocchie. Il capo dei sacerdoti della città di Limburgo, padre Reinhold Kalteier, spera di poter spingere alle dimissioni il vescovo. Franz-Peter Tebartz-van Elst però non può andarsene senza un intervento diretto della Conferenza episcopale tedesca, così come di Papa Francesco. Il Vaticano però finora si è tenuto però lontano dalle polemiche, ed ha fatto capire di voler mantenete il vescovo al suo posto. Il Prefetto per la Congregazione della fede, il tedesco Gerhard Ludwig Müller ha detto basta alla discussioni, come rimarca Der Spiegel, dicendo semplicemente che Franz-Peter Tebartz-van Elst rimarrà a guidare la diocesi di Limburgo. Nonostante scelte  che di certo contrastano con l’auspicio della Chiesa dei poveri lanciato a più riprese dal pontefice.
MANCATA TRASPARENZA - Tra i cattolici tedeschi cresce però la rabbia per questa situazione.  Il presidente della comunità pastorale di Francoforte parla di stato di shock provocato dalla completa perdita di credibilità da parte del vescovo di Limburgo. Il suo portavoce prova però a difendere Franz-Peter Tebartz-van Elst, rimarcando come lo stesso porporato abbia appreso l’esplosione dei costi, assolutamente imprevista e non preventivata. Il vescovo di Limburgo fa inoltre sapere che il progetto della nuova dimora è stato deciso prima che lui arrivasse al vertice della diocesi. Precisazioni che non bastano ad una parte significativa dei fedeli, anche se, come nota Der Spiegel, la situazione di scarsa trasparenza nella gestione delle risorse finanziarie è la norma nelle diocesi tedesche. Anche per questo, sottolinea il settimanale tedesco, è possibile che si verifichino simili casi. Il controllo è de facto inesistente, e di conseguenza gli abusi, così come scelte segrete, possono essere realizzati senza che la comunità diocesana possa venirne a conoscenza.
(Photocredit: Der Spiegel)

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