ACTA APOSTATICAE SEDIS : come, cambiando un po' qua e un po' la, si può cambiare tutto...

lunedì 23 dicembre 2013

Diversamente lieti

La letizia francescana

Ma ho interrogato, talvolta obtorto collo, con l’angoscia di chi chiede “e tu cosa mi dici?”, molte persone sagge; soprattutto ho letto tutto quello che potevo, a firma del padre cappuccino Fidenzio Volpi (il commissario) e padre Alfonso Bruno (il frate F.I. nominato da quest’ultimo segretario generale): ne ho ricavato un senso di disgusto profondo.
Le accuse, infatti, sono talora ingigantite e distorte, talora false del tutto. Chi volesse approfondire trova molto materiale documentario sul sito libertaepersona.org (comprese le calunnie di padre Bruno, a fedeli laici, sulla presunta collaborazione di padre Manelli-“si è messo in un gioco più grande di lui”-, insieme a personalità di questo giornale, nella promozione di uno scisma!), mentre sul sito dei francescani può trovare le risposte di padre Volpi o di padre Bruno, più significative ancora (si veda per esempio la dichiarazione grottesca secondo cui padre Manelli avrebbe come protettore -tramite il sottoscritto, immagino, scrivendo io sul Foglio- nientemeno che il “potente” Silvio Berlusconi! Come a dire: fa il poverello, ma in realtà…)
La tentazione? Il disgusto, la rabbia, quasi la disperazione. Quando una congregazione che ha ormai la sua venerabile età, che conta tanti sacerdoti per lo più amati e fedeli, che si spende per tante opere di carità spirituale e corporale, viene annientata in pochi giorni, sino al punto che si esiliano dall’oggi al domani molti dei suoi personaggi più rappresentativi; si chiude il seminario; si cercano di strozzare le numerose riviste; si osteggiano le associazioni laicali di riferimenti (Mim e Tofi); si calunniano persone che hanno dato, con tutti i loro umani limiti, la vita… cosa accade agli uomini di poca fede come me? Che viene voglia di non credere più in nulla…di fare come quelli che, ad ogni scandalo in cui si trovano coinvolti ecclesiastici, ne traggono conferma al loro scetticismo. Sì, quando dei cristiani si sbranano come cani, quando chi dovrebbe dare esempio di umiltà e di mitezza, quand’anche chiamato a punire (se necessario), vive l’arroganza del potere, viene voglia di non credere più alla santità della Chiesa.
Ma è perché mi difetta, appunto, la fede. Che non mancava, invece, ai tanti santi che sono finiti nel mirino dei loro confratelli, talora di papi e cardinali. Ricordiamo tutti, penso, le persecuzioni a padre Pio, anche da parte di altri cappuccini. Credo che padre Manelli, che di padre Pio è stato figlio spirituale, abbia talora pensato, dentro di sé, che l’allievo non è da più del maestro. Padre Manelli che alcuni anni orsono scriveva: “Quando sant’Alfonso de’ Liguori, vecchio ottantenne, venne calunniato da uno dei suoi figli, e fu espulso dalla Congregazione dallo stesso papa, egli, il grande, l’appassionato, l’innamorato difensore del papa, superava lo strazio mortale gridando a se stesso con la fronte a terra, ai piedi dell’altare: “Il papa ha ragione, il papa ha ragione…”. Questa è l’obbedienza che crocifigge, come crocifisse Gesù alla croce” (Casa Mariana, 1999, p.166). Padre Manelli lo scriveva nel 1999: che non fossero chiacchiere, si capisce oggi, quando, accusato da persone della sua stessa congregazione, calunniato ed estromesso da ciò per cui ha vissuto, tace. Tace e obbedisce, immagino, in letizia. La stessa letizia con cui alcuni frati e suore, da me interpellati, loro che vivono la lacerazione della loro famiglia religiosa, mi hanno risposto con pacatezza e serenità: “Perché ti scaldi? Tutto è nelle mani dell’Immacolata: tutto concorre al bene, se vissuto con fede”.
Sì, la storia della Chiesa è anche storia di errori umani (magari in buona fede), e persino di persecuzioni verso i confratelli. Ma fino a che punto posso, io peccatore, scandalizzarmi del peccato degli altri? I cristiani vedono il male, non sono grulli: ma il loro scandalo non è quello dei rivoluzionari, di chi urla con odio “giustizia” e intende “vendetta”. La differenza sta proprio, qui, nella fede: questa Chiesa che genera santi, ma fatta anche di peccatori come me, ci hai dato, o Signore. In questo frangente, di miseria, hai permesso finissimo. Qui stiamo. Con quella stessa fortezza di cui parlava San Francesco, quando insegnava ai suoi frati che la ‘perfetta letizia’ sta, appunto, nel sopportare ‘pazientemente e con allegrezza’ le ingiurie che fanno più male, quelle degli amici, dei confratelli, dei vicini.

Il Foglio, 19 dicembre, 2013

3 commenti:

  1. Pace e bene. Vi invito cortesemente a non fare uso della fotografia riportata in questo post, che ritrae dei FRATI MINORI CONVENTUALI presso il sacro Convento di Assisi. La fotografia inoltre appartiene alla provincia italiana dei frati minori conventuali Nord Italia e non può essere utilizzata senza un esplicito permesso. Mi auguro sia rimossa quanto prima, anche perchè,nel cotesto dell'articolo sopracitato crea una spiacevole confusione e certo non aiuta a fare verità. Grazie. Frate Alberto Tortelli ( alberto.tortelli@ppfmc.it)

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