ACTA APOSTATICAE SEDIS : come, cambiando un po' qua e un po' la, si può cambiare tutto...

mercoledì 18 dicembre 2013

Semper infidelis!?

La liturgia cattolica infedele

La Chiesa cattolica ha celebrato per quasi duemila anni una liturgia che, nei contenuti come nelle forme, era meno fedele alla «verità del Vangelo»

Questo è quanto ha pubblicato, martedì 17 dicembre, il quotidiano dei vescovi, Avvenire, in un articolo intitolato: E la liturgia tornò al popolo.
L’articolo, a firma di tale Goffredo Boselli, di professione monaco, a Bose, ha voluto commemorare i cinquant’anni della Sacrosanctum Concilium, il documento sulla liturgia, sfornato per primo dal mai abbastanza esaltato Vaticano II.Non è importante l’autore e ciò che dice, perché basta sapere che lavora a Bose per capire che di cattolico qui c’è poco o niente, è importante invece che le sue considerazioni siano state pubblicate da Avvenire, sancendo in maniera inequivocabile che esse sono condivise dai vescovi italiani.
È questo che commentiamo.

Il Boselli di Bose scrive: «il Concilio ha raggiunto un solo grande risultato: ha reso la liturgia più cristiana. Sì, la Chiesa cattolica celebra oggi una liturgia che, nei contenuti come nelle forme, è più fedele alla “verità del Vangelo”».

Se lo dice lui, e se lo condividono i vescovi, ci sarebbe da crederlo, e nel crederlo occorre segnalare che egli continua così: «Dicendo ciò non si intende minimamente pensare che prima del Vaticano II la liturgia non fosse cristiana. Dire questo sarebbe profondamente ingiusto nei confronti dei credenti che per secoli hanno celebrato la liturgia tridentina facendone la fonte della loro santificazione, ma lo sarebbe anche nei confronti dei cattolici che ancora oggi la celebrano

Cioè, un colpo al cerchio e un colpo alla botte: malamente assestati, però, perché la precisazione è più assurda della prima affermazione: «non si intende minimamente pensare che prima del Vaticano II la liturgia non fosse cristiana»… e infatti non l’abbiamo pensato, ma abbiamo perfettamente capito che per duemila anni “la liturgia era sicuramente meno cristiana”.
Intendiamoci, la cosa è anche possibile, perché no, ma allora ne deriva che la stessa Chiesa cattolica era meno cristiana. E questa non è una cosa da poco, soprattutto perché se la Chiesa è stata meno cristiana per duemila anni, sarà ben possibile che non lo sia stata affatto in questi ultimi cinquant’anni e che tuttora persista nel non esserlo.
Perché le profonde riflessioni di un qualunque “bosiano” sarebbero corrette, tali da meritare la condivisione dei vescovi italiani, e non sarebbero altrettanto corrette le riflessioni fatte qui da noi che siamo altrettanti uomini qualunque, sia pure non affetti dal morbo di Bose?

Tra l’altro, nella precisazione, il tipo afferma che il pensare che la liturgia prima del Vaticano II non fosse cristiana, «sarebbe profondamente ingiusto nei confronti dei credenti che per secoli hanno celebrato la liturgia tridentina facendone la fonte della loro santificazione, ma lo sarebbe anche nei confronti dei cattolici che ancora oggi la celebrano».
Una sorta di buona educazione e di buona volontà, forse anche uno spruzzo di carità cristiana, ma insieme il rafforzamento dell’idea che, fatti salvi i fedeli, per duemila anni la Chiesa ha sempre sbagliato, se non altro per la poca fedeltà al Vangelo.
Da dove viene una tale certezza, condivisa dai vescovi?
Dal pregiudizio modernista ed evoluzionista che dà per certo che gli Apostoli, i Padri e i papi che li hanno seguiti, non capissero bene cosa fosse la Chiesa e quale dovesse essere la corretta liturgia… non capissero cioè gli insegnamenti di Nostro Signore. Grazie a Dio è arrivato il Vaticano II, ed ecco che avremmo capito tutto.
Se non fosse stupido, bisognerebbe pensare che questo tizio, e i vescovi che lo approvano, hanno deciso di apostatare la Fede, demolire la Chiesa e portare alla perdizione le anime dei fedeli.
E questo è tanto vero che il tizio precisa: «In questo senso non è improprio affermare che con il Concilio è avvenuta una vera e propria conversione della liturgia». Il termine conversione esprime esattamente l’idea che prima ci fosse una diversione, che prima cioè la Chiesa non fosse rivolta a Dio e al Vangelo, ma ad altro.

Non poteva mancare una citazione di papa Bergoglio, una delle tante enormità uscite dalla bocca di questo esilarante successore degli Apostoli, che non riportiamo nemmeno perché in questo stesso sito se ne può trovare il commento di Servodio (Papa Bergoglio si confessa). Forse è anche in forza di questa citazione che Avvenire si è preoccupato di pubblicare l’articolo in questione: ah! l’anima dei cicisbei di corte!
E questa citazione permette di dire al “bosiano”: «Riconoscere senza mezzi termini che il Concilio è stato anzitutto “rilettura del Vangelo alla luce della cultura contemporanea”, come fa papa Francesco e con lui la stragrande maggioranza degli studiosi del Vaticano II, è possibile solo se si parte dal presupposto che nel cristianesimo la fedeltà al Vangelo non si dà senza fedeltà all’uomo concreto
Capita, che profondità di pensiero.
Ma, di grazia, cos’è quest'uomo concreto?
Forse che per duemila anni la Chiesa, che non capiva molto, avrebbe tenuto conto di un uomo immaginario? Tenuto conto, diciamo, perché non può darsi in nessun caso questa supposta fedeltà, la fedeltà è solo rivolta a Dio, non all’uomo.

La verità è che il “bosiano”, e con lui i vescovi italiani, quando parlano di “uomo concreto” intendono l’uomo così com’è, così com’è oggi: ateo, contrario alle leggi di Dio e della Sua Chiesa, peccatore impenitente e orgoglioso di esserlo; e sono convinti che è a quest’uomo che si deve fedeltà.
E questo lo conferma subito il tizio dicendo: «la fedeltà della Chiesa al Vangelo è sempre in se stessa fedeltà evangelica della Chiesa all’uomo concreto. Conseguenza immediata di questo è la necessaria fedeltà evangelica della Chiesa al tempo nella quale essa vive.»

Ecco cosa raccomandano i vescovi italiani, appoggiandosi a papa Bergoglio:se la Chiesa vuole essere fedele al Vangelo, dev’essere fedele all’uomo e al tempo in cui vive. Questa non è una bestialità, è semplicemente un’apostasia, e un’apostasia che conduce dritto dritto al trionfo dell’Anticristo.

Signore Gesù, salvaci dalla perdizione a cui ci vogliono condurre gli attuali uomini di Chiesa e preserva la Tua Chiesa dalle loro malefatte.

di
 Belvecchio

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