ACTA APOSTATICAE SEDIS : come, cambiando un po' qua e un po' la, si può cambiare tutto...

giovedì 27 febbraio 2014

Orientarsi....

Oggi la confusione regna sovrana, soprattutto in ambito religioso. Solo uno spirito grossolano o totalmente disinformato può non rendersene conto. Se poi qualcuno è in cattiva fede, ossia conosce l'ordine della Chiesa ma gli va bene questo andazzo irregolare, la sua situazione personale è addirittura peggiore.

Ebbene, facciamo finta d'esserci persi in una regione sconosciuta, molto lontano dalla propria casa e dalla propria patria. 
Qui s'impongono alcune brevi riflessioni.

1) Perché, una volta persi, sentiamo il bisogno di "tornare indietro"? Evidentemente perché, dentro di noi, c'è il bisogno di recuperare quello che fa parte della nostra storia, di quello per cui noi siamo noi e non qualsiasi altro. Abbiamo bisogno di tornare a quello che sentiamo essere la nostra vera vita.
Nella condizione dello smarrito può esserci qualcuno che ci dice: "Non tornare indietro, quello a cui pensi non esiste più e non ha senso, è morto e passato. Alla fine tutto è uguale a tutto". 
Davanti a queste parole, sappiamo, con il cuore, che non è così! La mente viene ingannata ma il cuore no! Il luogo che ci ha visti crescere non potrà mai essere identico ad un altro, non potrà mai non esistere, dal momento che esiste almeno in noi! Sappiamo che chi ci dice queste cose mente sapendo di mentire. È un essere spudorato.

Applicazione al campo religioso: quando un sacerdote o un laico "religioso" ci dicono che guardare alle nostre radici, alla coerenza e alla tradizione cristiana non ha senso, che tutto è uguale a tutto, che non si può più tornare indietro... ebbene mentono sapendo di mentire poiché quello che caratterizza l'esperienza umana non si può dissociare da quello che caratterizza l'esperienza religiosa! Perché, allora, gli crediamo?

2) Da smarriti, abbiamo bisogno di sapere in che regione sconosciuta siamo, abbiamo bisogno di una carta geografica o di costruirne una (fu la prima cosa che fecero gli esploratori del XVI secolo), abbiamo bisogno d'una bussola per sapere in che direzione stiamo andando o, al più, seguire le coordinate geografiche con il sorgere o il tramonto del sole, con la posizione delle stelle.
Se qualcuno ci raggiunge e inizia a dirci: "Lasciate perdere le carte e le bussole, sono inutili. Fidatevi di chi vi dice ora bianco ora nero, a seconda delle convenienze o delle simpatie", voi cosa penserete? Sicuramente che vi sta ingannando.

Applicazione al campo religioso: quando un sacerdote o un laico "religioso" ci dicono che non ha senso la nostra ricerca nei testi del passato (i santi Padri, i teologi, i documenti della Chiesa) e che conviene affidarsi a quello che dicono varie autorità anche se si contraddicono (ieri alcune autorità religiose cattoliche condannavano chi simpatizzava per le fedi non cristiane perché le consideravano erronee e morte, oggi le stesse esaltano chi simpatizza per queste fedi considerandole viventi e sorgente di autentica conoscenza per il cristiano), perché pensiamo che dicono cose assolutamente giuste e non c'ingannano?
Perché continuiamo ad avere fiducia di queste stesse autorità nel momento in cui oscurano il passato del Cristianesimo e se ne vergognano? Non parlo di situazioni in cui si esercitò un abuso di potere ma di situazioni in cui la dottrina veniva chiaramente esposta, definita, non edulcorata, sfumata, messa da parte in favore di un puro umanitarismo buonista...

Se riprendiamo la metafora della bussola e della carta è come se queste autorità ci dicessero: "Lascia perdere questa carta, è troppo chiara; butta via  questa bussola, è troppo precisa. Oggi non si fa più così per orientarsi: si va a simpatie. Se vedo una persona simpatica in quella direzione vado per di là, se ne vedo un'altra in una direzione opposta vado all'opposto. Ovunque c'è della verità e ogni verità equivale ad un'altra: se uno ti dice che il nord è il sud ha ragione, se un altro ti dice che il sud è l'est ha pure ragione!".
Come mai non ci faremo imbrogliare da questi discorsi insensati nel caso dell'orientamento geografico e lo facciamo ampiamente nell'orientamento religioso? Non proviamo un poco di vergogna a farci umiliare così mentre nelle cose umane correremo per via di avvocati solo per una piccola mancanza di rispetto?

La verità è che quelli che riescono a vederci un po' chiaramente sono ben pochi e sono forse considerati un poco tontarelli. La maggioranza non se ne fa pensiero (forse perché, alla fine, non gliene frega nulla della fede e della Chiesa). Costoro non sospettano neppure lontanamente che oggi chi alimenta la confusione e l'apostasia religiosa non sono i "nemici" della Chiesa ma... molti dei loro stessi capi!


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