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mercoledì 20 agosto 2014

Chi ride non piange

Papa Francesco: “Fra 2-3 anni…” pensionato o…alla casa del Padre? Malato?

ROMA – Papa Francesco è un Papa a termine. Tra due o tre anni non ci sarà più, lo ha detto lui stesso parlando con i giornalisti di tutto il mondo che lo hanno seguito in Corea. Non si capisce se lascerà perché a 80 anni neanche lo Spirito Santo ce la fa a tenerti su a punto da reggere una impresa mondiale come la Chiesa di Roma oppure perché sa di avere un male incurabile.
Nel riferire le allusioni di Papa Francesco a un suo ritiro, se volontario e non deciso dall’Altissimo, nessuno ha rilevato l’ironia a dir poco di una situazione in cui nei giardini del Vaticano si trovassero a passeggiare tre Papi, uno in carica e due emeriti, Ratzinger e Bergoglio. Anche in Italia si sono inventati la carica di Presidente emerito della Repubblica, ma Roma è grande e ci si perde e l’emerito serve solo a mantenere una serie di privilegi, scorta inclusa, che si sommano allo stipendio di Senatore a vita e altri ammennicoli.

I giornali italiani hanno liquidato la cosa in poche righe.
Franca Giansoldati del Messaggero ha scritto:
“Sono consapevole che tutto questo durerà poco tempo, due o tre anni, e poi andrò anch’io alla Casa del Padre”.
Marco Ansaldo di Repubblica aggiunge la gestualità di Papa Francesco:
“Interiormente cerco di pensare ai miei peccati, ai miei sbagli. Io so che tutto questo durerà poco tempo, due-tre anni e poi… (fa un gesto col mento verso l’alto) anch’io nella Casa del Padre”.
Così, due righe in mezzo a lunghe corrispondenze, come fosse un deja vu, routine da vecchi cronisti.
Chiara Piotto, sull’Huffington Post, basandosi sulla lettura di siti stranieri, l’ha messa sul ridere:
“Perché io so che questo durerà poco tempo. Due o tre anni e poi (fischio)… alla casa del Padre!”. Papa Francesco si dà un tempo, per la prima volta. Ma lo fa con leggerezza, scherzando sulla durata della sua permanenza su questa terra con quel suo inconfondibile accento argentino”.
Ben diversamente l’hanno raccontata gli inglesi. Il Daily Mail l’ha letta così:
“”Solo due o tre anni mi restano da vivere”. Papa Francesco parla per la prima volta della sua morte e fa cenno a “problemi nervosi” e ritiro anticipato.
Secondo una fonte del Vaticano, Papa Francesco ha detto a quelli a lui più vicini che pensa che gli siano rimasti solo pochi anni. Ha anche rivelato che pensa di ritirarsi quando sentisse di non essere più in grado di farcela, come ha fatto il suo predecessore Benedetto XVI: “Benedetto ha aperto una porta”. 
Papa Francesco ha alcuni problemi di salute, inclusa la sciatica. Gli è stato anche tolto un pezzo di polmone da giovane”.
Quando annullò una visita all’ospedale Gemelli di Roma, nel giugno 2014, disse a TV2000:
“Non siamo padroni della nostra vita. Non possiamo aggiustare le cose come ci fa comodo. Dobbiamo accettare la nostra fragilità”.
Alcuni osservatori sostengono che Papa Francesco ha messo su peso e ha difficoltà respiratorie, cosa che potrebbe essere segno di problemi di cuore.
Al ritorno dal viaggio in Corea ha fatto cancellare la sua agenda per recuperare le forze dal viaggio, annullando la visita a un santuario vicino a Roma.

Differenza di letture anche sulle nevrosi di Papa Francesco, che parlava in italiano e usava il linguaggio corrente sempre un po’ fuori le righe degli italiani, che spesso usano la parola nevrosi per dire anche banali fissazioni:
 “Io ho alcune nevrosi. E le proprie nevrosi bisogna trattarle bene… Bisogna dare loro il mate ogni giorno”. (Marco Ansaldo)
“Una volta ho letto un libro che si intitolava: Rallegrati di essere nevrotico. Beh, anche io ho alcune nevrosi. Le nevrosi bisogna trattarle bene, bisogna dar loro il mate ogni giorno. La mia nevrosi è essere troppo attaccato al mio habitat”. (Franca Giansoldati).
In una didascalia (e nel titolo) del Daily Mail si parla invece di 
“Alcuni problemi di nervi che richiedono cure”.

Anche il Guardian un po’ ci gioca e un po’ ci fa tra problemi di nervi e nevrosi, ma tutto fa pensare che si tratti di colpa delle esagerazioni italiane.

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