ACTA APOSTATICAE SEDIS : come, cambiando un po' qua e un po' la, si può cambiare tutto...

venerdì 31 ottobre 2014

Più che una sensazione..!

Burke: «C'è la forte sensazione che la Chiesa sia come una nave senza timone»

Card. Burke
(©LaPresse)
(©LAPRESSE) CARD. BURKE

Nuovo affondo del Prefetto della Segnatura apostolica, intervistato da «Vida Nueva», che descrive la Chiesa come un «movimento contro-culturale, non popolare»


Dopo aver denunciato manipolazioni e «censure» al Sinodo il cardinale Raymond Leo Burke, Prefetto della Segnatura apostolica continua a levare la sua voce dai toni sempre più preoccupati criticando il Papa ma dicendo al tempo stesso di non voler «sembrare una voce contraria al Papa». L'ultima intervista è quella a firma di Darío Menor Torres, pubblicata oggi su «Vida Nueva».


«Molti mi hanno manifestato preoccupazione - afferma il porporato statunitense - In un momento così critico, nel quale c'è una forte sensazione che la Chiesa sia come una nave senza timone, non importa per quale motivo; la cosa più importante che mai è studiare la nostra fede, avere una guida spirituale sana e dare una forte testimonianza della fede».

«Ho tutto il rispetto per il ministero petrino - aggiunge Burke - e non voglio sembrare di essere una voce contraria al Papa. Vorrei essere un maestro della fede con tutte le mie debolezze, dicendo la verità che oggi molti avvertono. Soffrono un po' di mal di mare, perché secondo loro la nave della Chiesa ha perso la bussola. Bisogna mettere da parte la causa di questo disorientamento, perché non abbiamo perso la bussola. Abbiamo la costante tradizione della Chiesa, gli insegnamenti, la liturgia, la morale. Il catechismo non cambia».

«Il Papa giustamente parla della necessità di andare nelle periferie - continua il Prefetto della Segnatura apostolica - La risposta della gente è stata molto calorosa. Però non possiamo andare alle periferie con le mani vuote. Andiamo con la Parola di Dio, con i sacramenti, con la vita virtuosa dello Spirito Santo. Non dico che il Papa lo faccia, però c'è il rischio di interpretare male l'incontro con la cultura. La fede non può adeguarsi alla cultura, ma deve richiamarla alla conversione. Siamo un movimento contro-culturale, non popolare».

ANDREA TORNIELLI
CITTÀ DEL VATICANO

Fellay: “La situazione della Chiesa è una catastrofe”


Mons. Fellay (al centro)
(©LaPresse)
(©LAPRESSE) MONS. FELLAY (AL CENTRO)

Intervista del Superiore della Fraternità San Pio X a La Porte Latine, sul Sinodo, i cristiani d’Oriente e la beatificazione di Paolo VI

MARCO TOSATTIROMA

Nei giorni scorsi il distretto di Francia della Fraternità sacerdotale San Pio X ha organizzato il consueto pellegrinaggio a Lourdes, con la partecipazione di più di 7mila pellegrini provenienti da tutta la Francia. In seguito a questo evento monsignor Bernard Fellay, Superiore generale della Fraternità, ha accordato un’intervista al sito “La Porte Latine”, in cui ha parlato fra l’altro del martirio dei cristiani d’Oriente, del Sinodo sulla famiglia e sulla beatificazione di Paolo VI. Ha concluso le sue riflessioni citando la frase della sua omelia che evocava le parole di Gesù Cristo, “non abbiate paura”.

Sul Sinodo della famiglia Fellay ha detto che “non c’è niente da attendersi, la linea è già stabilita. È chiara. Bisogna dire semplicemente: è chiara. È evidente che si vuole arrivare a banalizzare la situazione di persone che vivono nell’adulterio, veramente in una situazione di peccato. Si vuole banalizzare questo, ed è molto, molto grave. Quando si tocca la morale, si toccano i comandamenti di Dio… Bisogna certamente riflettere su come aiutare queste persone, bisogna sempre riflettere su questo. Ma non le si aiuta certamente dicendo loro che c’è una porta aperta là dove non ce n’è. La porta che si sta per aprire è una porta per l’inferno. Questi prelati che hanno ricevuto il potere delle chiavi, cioè di aprire le porte del cielo, stanno chiudendole e aprendo le porte dell’infermo. È inimmaginabile! C’è da urlare! C’è da urlare. E come vi dicevo, la linea è stabilita… Non è difficile immaginare ciò che si farà al prossimo Sinodo”.

Fellay è stato molto critico anche sulla recente beatificazione di Paolo VI. “Non è serio, semplicemente. Se ne conclude che tutti possono diventare santi, soprattutto se si è a favore del Vaticano II. Tutto quello che riguarda il Vaticano II è ora santo, beatificato, canonizzato. Ancora una volta c’è una banalizzazione della santità. Non è più serio. Questo ci fa del male, ci tocca profondamente. Si ridicolizza la religione. Un santo deve brillare per le sue virtù. Virtù eroiche, deve essere un esempio da seguire. Non è serio ciò che si è fatto, è triste dirlo”.

Infine ha esortato i fedeli ad affidarsi a Dio, “in una crisi così terribile come quella che stiamo vivendo” sembra la sola cosa da fare. “La situazione della Chiesa è una catastrofe senza nome, dunque c’è veramente da avere paura. Ma non abbiamo il diritto di lasciarci paralizzare”. Fellay nell’intervista non ha accennato allo stato dei colloqui con la Commissione Ecclesia Dei per giungere a una forma di comunione più completa con Roma.
http://vaticaninsider.lastampa.it/nel-mondo/dettaglio-articolo/articolo/sinodo-famiglia-37219/

Il card. Burke e l’attivista gay


burkedi Jorge Soley
Per tutti quello che hanno seguito il recente Sinodo straordinario sulla famiglia sui media generalisti, il card. Burke è una specie di orco, un retrogrado intransigente e carente di misericordia, desideroso di infastidire gli omosessuali e i divorziati.
La realtà è ben diversa. Almeno questo è quello che si può intuire a partire dalla testimonianza di Erc Hess che ha pubblicato un articolo “Coming out of Sodom” in cui si riferisce ai suoi rapporti con l’allora vescovo Burke.
Hess spiega in questo modo la sua esperienza:
“Dal 1990 al 1994 sono andato in chiesa di tanto in tanto. Nel 1995 dissi al mio compagno che non potevo andare perchè ero molto arrabbiato con la Chiesa. Misi in una scatola tutti i miei crocifissi e bibbie e l’ho lasciata presso la sede del vescovo di La Crosse, Winsconsin, con una lettera in cui rinunciavo alla fede cattolica.
Con mia sorpresa, il vescovo Raymond Burke rispose con una amabile lettera esprimendomi la sua tristezza. Mi diceva che rispettava la mia decisione e che l’avrebbe notificata alla parocchia dove ero stato battezzato. Molto educatamente il vescovo Burke mi disse che avrebbe pregato per me e che sperava in un futuro nel quale volessi riconciliarmi con la Chiesa.
Come uno dei più espliciti attivisti gay del Winsconsin, pensai: “Che arroganza!”. Allora scrissi una lettera al Vescovo accusandolo di molestie. Gli dissi che le sue lettere non erano benvenute e gli chiesi come poteva osare scrivermi.
I miei sforzi non riuscirono a logorarlo. Il vescovo Burke mi inviò un’altra lettera assicurandomi che non mi avrebbe più scritto, però che se in futuro avessi preso la decisione di riconciliarmi con la Chiesa, egli mi avrebbe accolto con le braccia aperte.
In realtà il Padre, il Figlio e lo Spirito Santo non si diedero per vinti con me. Pochi anni dopo parlai con un buon sacerdote che ha unito le sue preghiere a quelle del vescovo Burke dall’agosto del 1998.
Il 14 agosto, festa di S.Massimiliano Kolbe e vigilia della Santissima Assunziona di Maria, la misericordia divina penetrò la mia anima mentre ero in un ristorante. Non sapevo, quando sono entrato in quel ristorante con il mio “compagno” da più di otto anni, che il Signore stava per afferarmi quel pomeriggio e portarmi fuori da Sodoma, al banco della sua misericordia risanante, il Santo Sacramento della Penitenza.
Il sacerdote che avevo consultato stava lì.Mentre lo guardavo una voce interiore parlò al mio cuore. Era soave, chiara dentro la mia anima. La voce mi disse: “Questo sacerdote è l’immagine di ciò che ancora può essere, se solo ti rivolgi a me”
Ritornato a casa dissi al mio compagno: “Devo andare alla chiesa cattolica”. Anche se ha versato qualche lacrima mi rispose in modo affettuoso: “Eric, lo sapevo da molto tempo. Fai quello che devi fare per essere felice. Fin dall’inizio sapevo che questo giorno sarebbe arrivato…”
Poi ho chiamato l’ufficio del vescovo Burke. La sua segreteria sapeva bene chi ero, così dissi che volevo che il vescovo Burke fosse il primo a sapere che rientravo nella Chiesa, che mi stavo preparando per il sacramento della Confessione. Mi ha chiesto di aspettare un attimo. Quando è ritornato mi ha detto che il vescovo voleva incontrarmi.
Dopo ho confessato i miei peccati ad un umile e devoto sacerdote, pastore di anime e ricevetti l’assoluzione. Come parte essenziale del mio recupero una buona famiglia cattolica mi diede rifugio fino a quando ho trovato il mio posto.
Un mese dopo la mia riconciliazione con Dio e con la Chiesa mi recai agli uffici del vescovo Burke e mi accolse con un abbraccio. Mi ha chiesto se ricordavo le mie cose che gli avevo inviato insieme alla mia lettera di abbandono della Chiesa. Certo che me en ricordavo. Il vescovo Burke le aveva conservate perchè era certo che sarei ritornato alla Chiesa.”
Hanno detto che è un mostro senza misericordia, un “homófobo” insensibile e ideológico….
fonte: Los blog de Religion en Libertad (nostra traduzione)
http://www.libertaepersona.org/wordpress/2014/10/il-card-burke-e-lattivista-gay/?utm_source=rss&utm_medium=rss&utm_campaign=il-card-burke-e-lattivista-gay

1 commento:

  1. http://remnantnewspaper.com/web/index.php/articles/item/915-stop-the-synod

    Stop the Synod! (An Online Petition)
    Written by Christopher A. Ferrara

    RispondiElimina

Nota. Solo i membri di questo blog possono postare un commento.