ACTA APOSTATICAE SEDIS : come, cambiando un po' qua e un po' la, si può cambiare tutto...

martedì 21 ottobre 2014

Si spiegherebbero tante cose...

Eleison Comments CCCLXXIX 
Inside Story – ICommenti settimanali di
di S. Ecc. Mons. Richard Williamson
Vescovo della Fraternità Sacerdotale San Pio X

Se Maria ci dice come salvare la Chiesa,
Tutti gli altri mezzi ci lasceranno in asso.
.

Una storia interna - I

Nel 1917, la Madonna di Fatima disse chiaramente al mondo che la salvezza della Chiesa e del mondo (“un periodo di pace”) dipendeva da due cose: non solo dalla Consacrazione della Russia al suo Cuore Immacolato, da parte del Papa con tutti i vescovi del mondo, ma anche dal fatto che i cattolici facessero atto di riparazione al suo Cuore, facendo la Confessione e ricevendo la Comunione, meditando per 15 minuti e recitando un rosario ogni primo Sabato del mese. Quindi nessun cattolico pensi che non ci sia nulla che possa fare per aiutare la Chiesa e il mondo a venir fuori dall’attuale crisi spaventosa in cui entrambi si trovano. Ogni singolo cattolico, corrispondendo alla seconda richiesta della Madonna, aiuterà il Papa a corrispondere alla prima.

Ma la risposta a queste richieste della Madonna non è stata ancora sufficiente. Ad esempio, nel 1930, Papa Pio XI era ben consapevole di questa richiesta, ma non ha mai attuato la Consacrazione della Russia. Perché? Secondo Fra Michele della Trinità, nel secondo dei suoi tre eccellenti volumi su Tutta la verità su Fatima, fu perché Pio XI in quel tempo era impegnato nei contatti diplomatici con le autorità russe a Mosca e pensò che la sua diplomazia fosse un mezzo migliore per trattare con i comunisti, piuttosto che la Consacrazione della Madonna. Preferì il modo umano al divino per affrontare il problema, e così, naturalmente, il problema rimase irrisolto. Il mondo piombò nella Seconda Guerra Mondiale e la Chiesa fu lacerata all’interno dal Vaticano II.

Ora, si è venuto a sapere di una storia parallela negli ultimi dieci anni: la Madonna, attraverso una messaggera, avrebbe chiesto a Mons. Fellay che la Fraternità San Pio X realizzasse una Crociata del Rosario per pregare perché si compisse la consacrazione della Russia. Se questa storia è vera (come io e alcuni altri sacerdoti crediamo che sia), vale la pena di raccontarla in alcuni numeri di questi “Commenti”, non per screditare Mons. Fellay (la cui preferenza per i mezzi umani è comprensibile come quella di Pio XI - Dio giudicherà), ma per sottolineare quanto permanga urgente la Consacrazione della Russia, e in particolare la pia pratica dei primi cinque sabati, anche se quasi 100 anni più tardi. Ma è vera la storia? In particolare, quanto è affidabile la messaggera?

Io stesso mi sono imbattuto in lei diverse volte e credo che la sua storia abbia tutte le probabilità di essere vera, in primo luogo perché si tratta di una seria persona adulta che dà segno di dire la verità, ma soprattutto perché quella che lei racconta è una storia interna che corrisponde, e spiega, un gran numero di fatti e di eventi ben noti all’esterno, per così dire. Per quanto riguarda la messaggera i lettori hanno il diritto di diffidare del mio giudizio personale, ma circa la corrispondenza perfetta tra la storia interna e i fatti esterni, i lettori potranno giudicare da sé.

La storia comincia la Domenica del Buon Pastore del 2004, quando la Beata Vergine Maria apparve alla messaggera e le diede un messaggio da trasmettere al Vescovo della Fraternità San Pio X. In esso lei chiese che la FSSPX guidasse i fedeli in una Crociata del Rosario per la Consacrazione della Russia al suo Cuore Immacolato, la stessa Consacrazione che il Cielo sta chiedendo dagli anni 1920. Il convincimento, negli anni 2000, era che se questo fosse stato fatto come lei chiedeva, si sarebbero finalmente ottenute, attraverso di lei, le grazie per realizzare la tanto necessaria Consacrazione.

Nel giugno del 2006 la messaggera diede il messaggio personalmente a Mons. Fellay. Egli ne parlò con lei, ma non sapeva ancora che in realtà si trattava di una direttiva della Madre di Dio. E così sulla via del ritorno in Svizzera egli prese una prima decisione importante.
Come dicono gli americani, “Rimanete sintonizzati”!

Kyrie eleison.



  18 ottobre 2014
Pubblichiamo il commento di S. Ecc. Mons. Richard Willamson. Relativo ad una vicenda interna della FSSPX - Parte I

Questi commenti sono reperibili tramite il seguente accesso controllato:
http://www.dinoscopus.org/italiano/italianiprincipale.html


http://www.unavox.it/Documenti/Doc0798_Williamson_18.10.2014.html

 Il Rosario: come la fionda nella mano di Davide

Il 15 settembre 1951, Papa Pio XII firmava l’enciclica Ingruentium Malorum, sulla recita del Santo Rosario. La speranza del Papa era quella che i fedeli potessero riscoprire «l’eccellenza, il valore e la salutare efficacia» della preghiera mariana, e «possano compiere questo fruttuoso ufficio con la maggior diligenza possibile, e il santo rosario sia da essi sempre più convenientemente stimato e diffusamente praticato». Nel Rosario – sopratutto recitato in famiglia – Pacelli riponeva assoluta fiducia contro «le veramente tristi condizioni dei nostri tempi», e il riferimento del Papa era sopratutto alle persecuzioni che nell’Est del mondo erano riservata ai cristiani, oltre che a quella tendenza – che già allora cominciava – della società ad allontanarsi sempre più dai valori della purezza. Con apostolica franchezza, Pio XII denunciava soprattutto «quella iniqua campagna che gli empi conducono a danno della candida innocenza dei fanciulli».

Ci pare che l’invito del Papa a riscoprire la bellezza della preghiera del Rosario sia assolutamente attuale, e del resto trovi eco fedele nelle parole dei suoi Successori, fino a Giovanni Paolo II, a Benedetto XVI . In particolare, proprio in una recente occasione, il Papa ripeteva: «Voi pregate il Rosario tutti i giorni? La preghiera con Maria, in particolare il Rosario ha anche questa dimensione “agonistica”, cioè di lotta, una preghiera che sostiene nella battaglia contro il maligno e i suoi complici». D’altra parte, non mancano neanche oggi, non troppo lontano da noi, le persecuzioni – anche violente – nei confronti dei cristiani; nè si è arrestata la “campagna” – a volte istituzionalizzata – volta ad allontanare sempre di più proprio i più piccoli dai valori della purezza cristiana. Possiamo ancora credere, con il Venerabile Pio XII, che «non con la forza, non con le armi, non con la umana potenza, ma con l’aiuto divino ottenuto per mezzo di questa preghiera, forte come Davide con la sua fionda, la Chiesa potrà affrontare impavida il nemico».Pubblichiamo di seguito un estratto della lettera enciclica, dove si afferma in modo particolare l’importanza della recita del Santo Rosario nella vita familiare. In particolare in questo periodo che la Famiglia è attaccata da ogni parte con leggi anticristiane.
Benché non vi sia certamente un unico modo di pregare per poter conseguire questo aiuto, tuttavia Noi stimiamo che il rosario mariano sia il mezzo più conveniente ed efficace, come del resto viene chiaramente suggerito dall’origine stessa, più divina che umana, di questa pratica e dalla sua intima natura.

Che cosa infatti di più adatto e più bello dell’orazione domenicale (Padre Nostro) e del saluto angelico (Ave Maria), che formano come i fiori di cui s’intreccia questa mistica corona? Aggiungendosi, inoltre, alle ripetute preghiere vocali la meditazione dei sacri misteri, ne deriva l’altro grandissimo vantaggio, che tutti, anche i più semplici e i meno istruiti, hanno in ciò una maniera facile e pronta per alimentare e custodire la propria fede. E invero, dalla meditazione frequente dei misteri, l’animo attinge e insensibilmente assorbe la virtù che essi racchiudono, si accende straordinariamente alla speranza dei beni immortali, e viene fortemente e soavemente spronato a seguire il sentiero battuto da Cristo medesimo e dalla sua Madre. La recita stessa di formule identiche tante volte ripetute, nonché rendere questa preghiera sterile e noiosa, quale mirabile virtù, invece, possiede, come si può sperimentare, per infondere fiducia in chi prega e fare dolce violenza al cuore materno di Maria!

Ma soprattutto Noi desideriamo che in seno alla famiglia sia dappertutto diffusa la consuetudine del santo rosario, religiosamente custodita e sempre più sviluppata. Invano, infatti, si cerca di portare rimedio alle sorti vacillanti della vita civile, se la società domestica, principio e fondamento dell’umano consorzio non sarà diligentemente ricondotta alle norme dell’evangelo. A svolgere un compito così arduo, Noi affermiamo che la recita del santo rosario in famiglia è mezzo quanto mai efficace. Quale spettacolo soave e a Dio sommamente gradito, quando, sul far della sera, la casa cristiana risuona al frequente ripetersi delle lodi in onore dell’augusta Regina del Cielo! Allora il rosario recitato in comune aduna davanti all’immagine della Vergine, con una mirabile unione di cuori, i genitori e i figli, che ritornano dal lavoro del giorno; li congiunge piamente con gli assenti, coi trapassati; tutti infine li stringe, più strettamente, con un dolcissimo vincolo di amore, alla Vergine santissima, che, come madre amorosissima, verrà in mezzo allo stuolo dei suoi figli, facendo discendere su di essi con abbondanza i doni della concordia e della pace familiare. Allora la casa della famiglia cristiana, fatta simile a quella di Nazaret, diventerà una terrestre dimora di santità e quasi un tempio, dove il rosario mariano non solo sarà la preghiera particolare che ogni giorno sale al cielo in odore di soavità, ma costituirà altresì una scuola efficacissima di virtuosa vita cristiana. I grandi misteri della redenzione, infatti, proposti alla loro contemplazione, col mettere sotto i loro occhi i fulgidi esempi di Gesù e Maria, insegneranno ai grandi a imitarli ogni giorno, a ricavare da essi conforto nelle avversità, e, dagli stessi, verranno richiamati a umilmente volgersi verso quei celesti tesori «dove non giunge ladro, né tignola consuma» (Lc 12, 33); porteranno, inoltre, a conoscenza dei piccoli le principali verità della fede, facendo quasi spontaneamente sbocciare nelle loro anime innocenti la carità verso l’amorevolissimo Redentore, mentre essi, dietro il buon esempio dei loro genitori genuflessi davanti alla maestà di Dio, fin dai teneri anni impareranno quanto sia grande il valore della preghiera recitata in comune.

Non esitiamo quindi ad affermare di nuovo pubblicamente che grande è la speranza da Noi riposta nel santo rosario, per risanare i mali che affliggono i nostri tempi. Non con la forza, non con le armi, non con la umana potenza, ma con l’aiuto divino ottenuto per mezzo di questa preghiera, forte come Davide con la sua fionda, la Chiesa potrà affrontare impavida il nemico infernale, ripetendo contro di lui le parole del pastore adolescente: «Tu vieni a me con la spada, con la lancia e con lo scudo: ma io vengo a te nel nome del Signore degli eserciti … e tutta questa moltitudine conoscerà che il Signore non salva con la spada, né con la lancia» (1 Re 17, 44.49).

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