ACTA APOSTATICAE SEDIS : come, cambiando un po' qua e un po' la, si può cambiare tutto...

sabato 18 ottobre 2014

Si/no: non lo so !?

Il sinodo tira le somme. E Francesco ne enumera i difetti

sinodo
C’è un abisso tra la “Relatio” di metà sinodo, travolta dalle critiche, e la “Relatio” finale, votata nel pomeriggio di sabato 18 ottobre.
I presenti in aula erano 183. E ben 58 paragrafi del documento su 62 sono stati approvati con una maggioranza di “placet” nettamente superiore ai due terzi, in parecchi casi vicina all’unanimità.
Anche i restanti quattro paragrafi sono stati approvati, ma a maggioranza semplice e con un consistente blocco di voti contrari.
E sono i paragrafi che toccano le questioni più controverse. Su tali questioni, i “non placet” possono appartenere sia a novatori che a intransigenti, i primi delusi dai modesti risultati raggiunti, i secondi irriducibilmente contrari a ciò che giudicano un cedimento.
Ecco qui di seguito i quattro paragrafi in questione, con i voti rispettivamente raccolti.

Sui matrimoni civili e le coppie di fatto
Placet 125
Non placet 54
41. Mentre continua ad annunciare e promuovere il matrimonio cristiano, il Sinodo incoraggia anche il discernimento pastorale delle situazioni di tanti che non vivono più questa realtà. È importante entrare in dialogo pastorale con tali persone al fine di evidenziare gli elementi della loro vita che possono condurre a una maggiore apertura al Vangelo del matrimonio nella sua pienezza. I pastori devono identificare elementi che possono favorire l’evangelizzazione e la crescita umana e spirituale. Una sensibilità nuova della pastorale odierna, consiste nel cogliere gli elementi positivi presenti nei matrimoni civili e, fatte le debite differenze, nelle convivenze. Occorre che nella proposta ecclesiale, pur affermando con chiarezza il messaggio cristiano, indichiamo anche elementi costruttivi in quelle situazioni che non corrispondono ancora o non più ad esso.
Sulla comunione ai divorziati risposati
Placet 104
Non placet 74
52. Si è riflettuto sulla possibilità che i divorziati e risposati accedano ai sacramenti della Penitenza e dell’Eucaristia. Diversi Padri sinodali hanno insistito a favore della disciplina attuale, in forza del rapporto costitutivo fra la partecipazione all’Eucaristia e la comunione con la Chiesa ed il suo insegnamento sul matrimonio indissolubile. Altri si sono espressi per un’accoglienza non generalizzata alla mensa eucaristica, in alcune situazioni particolari ed a condizioni ben precise, soprattutto quando si tratta di casi irreversibili e legati ad obblighi morali verso i figli che verrebbero a subire sofferenze ingiuste. L’eventuale accesso ai sacramenti dovrebbe essere preceduto da un cammino penitenziale sotto la responsabilità del Vescovo diocesano. Va ancora approfondita la questione, tenendo ben presente la distinzione tra situazione oggettiva di peccato e circostanze attenuanti, dato che “l’imputabilità e la responsabilità di un’azione possono essere sminuite o annullate” da diversi “fattori psichici oppure sociali” (Catechismo della Chiesa Cattolica, 1735).
Placet 112
Non placet 64
53. Alcuni Padri hanno sostenuto che le persone divorziate e risposate o conviventi possono ricorrere fruttuosamente alla comunione spirituale. Altri Padri si sono domandati perché allora non possano accedere a quella sacramentale. Viene quindi sollecitato un approfondimento della tematica in grado di far emergere la peculiarità delle due forme e la loro connessione con la teologia del matrimonio.
Sugli omosessuali
Placet 118
Non placet 62
55. Alcune famiglie vivono l’esperienza di avere al loro interno persone con orientamento omosessuale. Al riguardo ci si è interrogati su quale attenzione pastorale sia opportuna di fronte a questa situazione riferendosi a quanto insegna la Chiesa: “Non esiste fondamento alcuno per assimilare o stabilire analogie, neppure remote, tra le unioni omosessuali e il disegno di Dio sul matrimonio e la famiglia”. Nondimeno, gli uomini e le donne con tendenze omosessuali devono essere accolti con rispetto e delicatezza. “A loro riguardo si eviterà ogni marchio di ingiusta discriminazione” (Congregazione per la Dottrina della Fede, Considerazioni circa i progetti di riconoscimento legale delle unioni tra persone omosessuali, 4).
*
Al termine del sinodo ha preso la parola papa Francesco.
Il suo discorso è da leggere per intero. In esso il papa dà grande evidenza a una citazione di Benedetto XVI sul compito proprio dell’autorità della Chiesa:
“Questa è la suprema norma di condotta dei ministri di Dio, un amore incondizionato, come quello del Buon Pastore, pieno di gioia, aperto a tutti, attento ai vicini e premuroso verso i lontani, delicato verso i più deboli, i piccoli, i semplici, i peccatori, per manifestare l’infinita misericordia di Dio con le parole rassicuranti della speranza”.
Ma di grande interesse è soprattutto la descrizione che Francesco fa dei “momenti di desolazione, di tensione e di tentazioni” che ha visto contrassegnare questo sinodo. Tentazioni che enumera così:
“La tentazione dell’irrigidimento ostile, cioè il voler chiudersi dentro lo scritto (la lettera) e non lasciarsi sorprendere da Dio, dal Dio delle sorprese (lo spirito); dentro la legge, dentro la certezza di ciò che conosciamo e non di ciò che dobbiamo ancora imparare e raggiungere. Dal tempo di Gesù, è la tentazione degli zelanti, degli scrupolosi, dei premurosi e dei cosiddetti – oggi – ‘tradizionalisti’ e anche degli intellettualisti.
“La tentazione del buonismo distruttivo, che a nome di una misericordia ingannatrice fascia le ferite senza prima curarle e medicarle; che tratta i sintomi e non le cause e le radici. È la tentazione dei ‘buonisti’, dei timorosi e anche dei cosiddetti ‘progressisti e liberalisti’.
“La tentazione di trasformare la pietra in pane per rompere un digiuno lungo, pesante e dolente (cf. Lc 4,1-4) e anche di trasformare il pane in pietra e scagliarla contro i peccatori, i deboli e i malati (cf. Gv 8,7) cioè di trasformarlo in ‘fardelli insopportabili’ (Lc 10, 27).
“La tentazione di scendere dalla croce, per accontentare la gente, e non rimanerci, per compiere la volontà del Padre; di piegarsi allo spirito mondano invece di purificarlo e piegarlo allo Spirito di Dio.
“La tentazione di trascurare il ‘depositum fidei’, considerandosi non custodi ma proprietari e padroni o, dall’altra parte, la tentazione di trascurare la realtà utilizzando una lingua minuziosa e un linguaggio di levigatura per dire tante cose e non dire niente! Li chiamavano ‘bizantinismi’, credo, queste cose…”.


SINODO, SCONFITTA IL PAPA - I VESCOVI CONSERVATORI BOCCIANO LE APERTURE LIBERAL DI BERGOGLIO - “NON ESISTE FONDAMENTO ALCUNO PER ASSIMILARE O STABILIRE ANALOGIE, NEPPURE REMOTE, TRA LE UNIONI OMOSESSUALI E IL DISEGNO DI DIO SUL MATRIMONIO E LA FAMIGLIA” - NO ALLA COMUNIONE PER I DIVORZIATI

Sono stati 74 i «no» espressi dai Padri sinodali a proposito della questione che riguarda la comunione per i divorziati risposati. Il capitolo 55, quello sulle unioni gay , ha incassato il maggiore numero di “no”. I «placet» cioè i sì sono stati 118. La Relatio Synodi è stata votata questa sera...

Corriere.it


SINODO DEI VESCOVISINODO DEI VESCOVI
«Non esiste fondamento alcuno per assimilare o stabilire analogie, neppure remote, tra le unioni omosessuali e il disegno di Dio sul matrimonio e la famiglia». Lo afferma il punto 55 dellaRelatio Synodi , il documento finale approvato dal sinodo dei vescovi, che risulta emendato in molti punti rispetto al documento di metà lavori.
«Gli uomini e le donne con tendenze omosessuali devono essere accolti con rispetto e delicatezza», afferma il documento. I Padri sinodali hanno espresso 62 «non placet» sulla «attenzione pastorale verso le persone con orientamento omosessuale».
SINODO DEI VESCOVISINODO DEI VESCOVI

Questo è quanto emerge dalla relazione finale di diciotto pagine. In particolare, il capitolo 55, quello sulle unioni gay , ha incassato il maggiore numero di “no”. I «placet» cioè i sì sono stati 118. La Relatio Synodi è stata votata questa sera.

Divorziati e risposati
Sono stati 74 i «no» espressi dai Padri sinodali a proposito della questione che riguarda la comunione per i divorziati risposati. Ecco il testo del capoverso 52 approvato a maggioranza semplice (104 favorevoli e 74 contrari): «Si è riflettuto sulla possibilità che i divorziati e risposati accedano ai sacramenti della Penitenza e dell’Eucaristia. Diversi Padri sinodali hanno insistito a favore della disciplina attuale, in forza del rapporto costitutivo fra la partecipazione all’Eucaristia e la comunione con la Chiesa ed il suo insegnamento sul matrimonio indissolubile.
papa bergoglio sposa venti coppie di conviventi a san pietro 8PAPA BERGOGLIO SPOSA VENTI COPPIE DI CONVIVENTI A SAN PIETRO 8

Altri si sono espressi per un’accoglienza non generalizzata alla mensa eucaristica, in alcune situazioni particolari ed a condizioni ben precise, soprattutto quando si tratta di casi irreversibili e legati ad obblighi morali verso i figli che verrebbero a subire sofferenze ingiuste. L’eventuale accesso ai sacramenti dovrebbe essere preceduto da un cammino penitenziale sotto la responsabilità del Vescovo diocesano.

verze comunione berlusconiVERZE COMUNIONE BERLUSCONI
Va ancora approfondita la questione, tenendo ben presente la distinzione tra situazione oggettiva di peccato e circostanze attenuanti, dato che «l’imputabilità» e la responsabilità di un’azione possono essere sminuite o annullate» da diversi «fattori psichici oppure sociali». Anche il punto 53 è stato approvato anch’esso a maggioranza semplice (112 favorevoli e 64 contrari).

Eccone il testo:«Alcuni Padri hanno sostenuto che le persone divorziate e risposate o conviventi possono ricorrere fruttuosamente alla comunione spirituale. Altri Padri si sono domandati perché allora non possano accedere a quella sacramentale. Viene quindi sollecitato un approfondimento della tematica in grado di far emergere la peculiarità delle due forme e la loro connessione con la teologia del matrimonio».

I lavori del pomeriggio
comunione berlusconiCOMUNIONE BERLUSCONI
Nel pomeriggio era stato pubblicato il testo del messaggio finale dell’assemblea approvato “a grande maggioranza” dei 191 padri sinodali. «Cristo ha voluto che la sua Chiesa fosse una casa con la porta sempre aperta nell’accoglienza, senza escludere nessuno - si legge - Siamo perciò grati ai pastori, fedeli e comunità pronti ad accompagnare e a farsi carico delle lacerazioni interiori e sociali delle coppie e delle famiglie». Una Chiesa credibile è quella che sa accogliere e che è in grado di comprendere i «mutamenti della società». Il che «non vuole dire automaticamente riconoscere modelli completamente differenti».
papa bergoglio sposa venti coppie di conviventi a san pietro 7PAPA BERGOGLIO SPOSA VENTI COPPIE DI CONVIVENTI A SAN PIETRO 7

L’appello ai governi per i diritti delle famiglie
Nel messaggio c’è poi un esplicita richiesta ai governi e alle organizzazioni internazionali per «promuovere i diritti della famiglia per il bene comune». Nel testo è scritto che tra le sfide alle quali la Chiesa intende rispondere ci sono «le difficoltà economiche causate da sistemi perversi, dal “feticismo del denaro e dalla dittatura di un’economia senza volto e senza scopo veramente umano”, che umilia la dignità delle persone». «Pensiamo - scrivono i vescovi - al padre o alla madre disoccupati, impotenti di fronte alle necessità anche primarie della loro famiglia, e ai giovani che si trovano davanti a giornate vuote e senza attesa, e che possono diventare preda delle deviazioni nella droga o nella criminalità».
9 comunione berlusconi1 oggi9 COMUNIONE BERLUSCONI1 OGGI

I divorziati
Importante il passaggio sui divorziati: «Il vertice che raccoglie e riassume tutti i fili della comunione con Dio e col prossimo e l’Eucaristia domenicale, quando con tutta la Chiesa la famiglia si siede alla mensa col Signore. Per questo, nella prima tappa del nostro cammino sinodale, abbiamo riflettuto sull’accompagnamento pastorale e sull’accesso ai sacramenti dei divorziati risposati».

Le vittime di pedofilia
foto time 22 settembre 2014 bergoglio prega nel cimitero austro ungherese di fogliano di redipuglia 36FOTO TIME 22 SETTEMBRE 2014 BERGOGLIO PREGA NEL CIMITERO AUSTRO UNGHERESE DI FOGLIANO DI REDIPUGLIA 36
Il Sinodo ha rivolto il suo pensiero anche «ai bambini e ragazzi vittime di abusi persino da parte di coloro che dovevano custodirli e farli crescere nella fiducia».Nel messaggio approvato dai padri sinodali che hanno accomunato le vittime dei preti pedofili ai poveri e feriti. «Pensiamo pure - scrivono - alla folla delle famiglie povere, a quelle che s’aggrappano a una barca per raggiungere una meta di sopravvivenza, alle famiglie profughe che senza speranza migrano nei deserti, a quelle perseguitate semplicemente per la loro fede e per i loro valori spirituali e umani, a quelle colpite dalla brutalità delle guerre e delle oppressioni».
 http://www.dagospia.com/rubrica-3/politica/sinodo-sconfitta-papa-vescovi-conservatori-bocciano-aperture-86770.htm

Sinodo, relazione conclusiva. Divisione su gay e divorziati: non raggiunta la maggioranza

I paragrafi su divorziati risposati e gay non raggiungono la maggioranza dei due terzi. "Gli uomini e le donne con tendenze omosessuali devono essere accolti con rispetto e delicatezza"


Si avvia alla conclusione il Sinodo straordinario sulla Famiglia che in questi giorni ha diviso le gerarchie ecclesiastiche. I padri sinodali firmeranno entro poche ore il documento che vuole rappresentare le linee guida della Chiesa durante il Sinodo che si svolgerà nel 2015.
Un vademecum che gli alti prelati metteranno a disposizione di Papa Francesco. Nell'attesa della firma di questa sera è stato divulgato il messaggio sinodale passato nel consesso con 158 a favore su 174 votanti.
Il tema più caldo è stato prevedibilmente l'apertura alle famiglie omosessuali e allecoppie divorziate. Dopo giorni di scontri il tema viene ancora affrontato in maniera vaga e permane la divisione. Infatti, la "relatio synodi" è stata approvata nel corso della votazione che si è svolta questo pomeriggio e si è conclusa attorno alle 18.30. I padri sinodali hanno votato paragrafo per paragrafo, approvandoli tutti ad ampia maggioranza, ma - a quanto si apprende - tre paragrafi, relativi tra l’altro al nodo dei divorziati risposati e all’omosessualità, non hanno raggiunto la maggioranza di due terzi. Nello specifico, su 62 punti 59 sono stati approvati con la maggioranza dei due terzi, e tre non l’hanno raggiunta: si tratta dei paragrafi relativi alla ammissione alla comunione dei divorziati risposati, dell’accoglienza pastorale degli omosessuali e della comunione spirituale (che in realtà era concettualmente alternativo alla comunione per i divorziati risposati). I tre paragrafi hanno comunque avuto la maggioranza semplice di voti.
"Gli uomini e le donne con tendenze omosessuali devono essere accolti con rispetto e delicatezza", si legge nella Relatio Synodi, il documento finale approvato dal Sinodo dei Vescovi, che nella sua stesura risulta emendato in molti punti rispetto al documento di metà lavori. E ancora: "Non esiste fondamento alcuno per assimilare o stabilire analogie, neppure remote, tra le unioni omosessuali e il disegno di Dio sul matrimonio e la famiglia", afferma il punto 55 della Relatio Synodi.
 "Cristo ha voluto che la sua Chiesa fosse una casa con la porta sempre aperta nell'accoglienza, senza escludere nessuno. Siamo perciò grati ai pastori, fedeli e comunità pronti ad accompagnare e a farsi carico delle lacerazioni interiori e sociali delle coppie e delle famiglie" ha letto il cardinale Gianfranco Ravasi. 
L'attenzione si è soffermata maggiormente sul tema della famiglia tradizionale. A questo riguardo il documento recita: "Facciamo appello ai governi e alle organizzazioni internazionali di promuovere i diritti della famiglia per il bene comune". Vanno pensate maggiori tutele per le famiglie di tutto il mondo. Tutelare le famglie si traduce in una maggiore tutela della stessa società. "Pensiamo alla folla delle famiglie povere, a quelle che s'aggrappano a una barca per raggiungere una meta di sopravvivenza, alle famiglie profughe che senza speranza migrano nei deserti, a quelle perseguitate semplicemente per la loro fede e per i loro valori spirituali e umani, a quelle colpite dalla brutalità delle guerre e delle oppressioni. Pensiamo anche alle donne che subiscono violenza e vengono sottoposte allo sfruttamento, alla tratta delle persone, ai bambini e ragazzi vittime di abusipersino da parte di coloro che dovevano custodirli e farli crescere nella fiducia e ai membri di tante famiglie umiliate e in difficoltà".
Difficoltà come "la grande sfida della fedeltà nell'amore coniugale. Indebolimento della fede e dei valori, individualismo, impoverimento delle relazioni, stress di una frenesia che ignora la riflessione segnano anche la vita familiare. Si assiste, così, a non poche crisi matrimoniali, affrontate spesso in modo sbrigativo e senza il coraggio della pazienza, della verifica, del perdono reciproco, della riconciliazione e anche del sacrificio. I fallimenti danno, così, origine a nuove relazioni, nuove coppie, nuove unioni e nuovi matrimoni, creando situazioni famigliari complesse e e problematiche per la scelta cristiana". Il Sinodo ha anche rivolto un pensiero "ai bambini e ragazzi vittime di abusi persino da parte di coloro che dovevano custodirli e farli crescere nella fiducia" affermando di fatto la s ua condanna verso questo grave fenomeno che si impegna a combattere con maggiore accanimento.
http://www.ilgiornale.it/news/cronache/sinodo-cristo-ha-voluto-chiesa-aperta-tutti-1060563.html

Sinodo sulla famiglia, relazione finale. Su divorziati e gay i vescovi si dividono. Dibattuti tre paragrafi chiave

SINODO

La relatio synodi, la relazione finale del Sinodo straordinario sulla famiglia in via di conclusione, è stata approvata nel corso della votazione che si è svolta questo pomeriggio in Vaticano. Gli unici tre paragrafi a non aver ottenuto la maggioranza dei due terzi sono anche i più spinosi, quelli che toccano i nodi dei divorziati risposati e dell'omosessualità (di seguito nel dettaglio). Tutti gli altri paragrafi, a quanto si apprende, sono stati approvati ad ampia maggioranza. Sulle questioni maggiormente controverse, Papa Francesco avrebbe verosimilmente preferito delle prese di posizione più forti, ma per ora ha dovuto acconsentire a un testo finale molto più cauto. Rispetto al documento di metà lavori, infatti, il documento finale della relatio synodi risulta emendato in molti punti. I vescovi, insomma, hanno imposto una frenata alle aperture del pontefice. Ora la Chiesa avrà un anno di tempo - fino al Sinodo ordinario previsto per ottobre 2015 - per "maturare" le sue posizioni.
"Per desiderio di Papa Francesco le votazioni sui singoli punti sono state rese pubbliche", ha spiegato il portavoce della Santa Sede, padre Federico Lombardi. "Il Papa ha chiesto che si pubblicassero i voti, per trasparenza e chiarezza, con voti favorevoli o non favorevoli numero per numero. Erano 183 i presenti nel pomeriggio. C'è stata qualche astensione. Alcuni dei numeri hanno avuto la pienezza dei consensi altri sono stati meno universalmente apprezzati, ma tutti hanno raggiunto numeri piuttosto consistenti".
"Cari fratelli e sorelle, ora abbiamo ancora un anno per maturare, con vero discernimento spirituale, le idee proposte e trovare soluzioni concrete a tante difficoltà e innumerevoli sfide che le famiglie devono affrontare; a dare risposte ai tanti scoraggiamenti che circondano e soffocano le famiglie", ha detto Bergoglio nel discorso a conclusione del Sinodo. "Un anno per lavorare sulla relatio synodi che è il riassunto fedele e chiaro di tutto quello che è stato detto e discusso in questa aula e nei circoli minori. E viene presentato alle conferenze episcopali come lineamenta. Il signore ci accompagni, ci guidi in questo percorso a gloria del suo nome con l'intercessione della beata Vergine Maria e di San Giuseppe! E per favore non dimenticate di pregare per me!".
Questi alcuni passaggi del discorso di Francesco:
Accanto alle "consolazioni" ci sono state anche le "desolazioni" nel corso del "cammino" del Sinodo straordinario sulla famiglia. "Una", ha iniziato a elencare Bergoglio: "la tentazione dell'irrigidimento ostile, cioè il voler chiudersi dentro lo scritto (la lettera) e non lasciarsi sorprendere da Dio, dal Dio delle sorprese (lo Spirito); dentro la legge, dentro la certezza di ciò che conosciamo e non di ciò che dobbiamo ancora imparare e raggiungere. Dal tempo di Gesù, è la tentazione degli zelanti, degli scrupolosi, dei premurosi e dei cosiddetti - oggi - 'tradizionalisti' e anche degli intellettualisti.
La tentazione del buonismo distruttivo, che a nome di una misericordia ingannatrice fascia le ferite senza prima curarle e medicarle; che tratta i sintomi e non le cause e le radici. È la tentazione dei 'buonisti', dei timorosi e anche dei cosiddetti 'progressisti e liberalisti'. La tentazione di trasformare la pietra in pane per rompere un digiuno lungo, pesante e dolente e anche di trasformare il pane in pietra e scagliarla contro i peccatori, i deboli e i malati cioè di trasformarlo in 'fardelli insopportabili'. La tentazione di scendere dalla croce, per accontentare la gente, e non rimanerci, per compiere la volontà del Padre; di piegarsi allo spirito mondano invece di purificarlo e piegarlo allo spirito di Dio. La tentazione di trascurare il depositum fidei, considerandosi non custodi ma proprietari e padroni o, dall'altra parte, la tentazione di trascurare la realtà utilizzando una lingua minuziosa e un linguaggio di levigatura per dire tante cose e non dire niente! Li chiamavano 'bizantinismi', credo, queste cose...".
Positivo il giudizio del cardinale Angelo Scola, tipicamente su posizioni conservatrici. "A mio parere la Provvidenza ha lavorato in profondità durante questo Sinodo. Non bisogna aver paura della dialettica. Il Papa ci ha giustamente invitato a una grande franchezza [...] C'è stata - ha affermato - una dialettica sana ma alla fine, nella Chiesa assistita dallo Spirito, come si potrà vedere, la comunione sempre prevale".
I tre punti controversi e i voti avuti:
Ecco il testo del capoverso 52 della relatio synodi approvato a maggioranza semplice (104 favorevoli e 74 contrari):
"Si è riflettuto sulla possibilità che i divorziati e risposati accedano ai sacramenti della Penitenza e dell'Eucaristia. Diversi padri sinodali hanno insistito a favore della disciplina attuale, in forza del rapporto costitutivo fra la partecipazione all'Eucaristia e la comunione con la Chiesa ed il suo insegnamento sul matrimonio indissolubile. Altri si sono espressi per un'accoglienza non generalizzata alla mensa eucaristica, in alcune situazioni particolari ed a condizioni ben precise, soprattutto quando si tratta di casi irreversibili e legati ad obblighi morali verso i figli che verrebbero a subire sofferenze ingiuste.
L'eventuale accesso ai sacramenti dovrebbe essere preceduto da un cammino penitenziale sotto la responsabilità del Vescovo diocesano. Va ancora approfondita la questione, tenendo ben presente la distinzione tra situazione oggettiva di peccato e circostanze attenuanti, dato che 'l'imputabilità e la responsabilità di un'azione possono essere sminuite o annullate" da diversi 'fattori psichici oppure sociali'".
Anche il punto 53 è stato approvato a maggioranza semplice (112 favorevoli e 64 contrari). Eccone il testo:
"Alcuni padri hanno sostenuto che le persone divorziate e risposate o conviventi possono ricorrere fruttuosamente alla comunione spirituale. Altri padri si sono domandati perché allora non possano accedere a quella sacramentale. Viene quindi sollecitato un approfondimento della tematica in grado di far emergere la peculiarità delle due forme e la loro connessione con la teologia del matrimonio".
Un risultato ancora migliore ha avuto il punto 55 che riguardava "l'attenzione pastorale verso le persone con orientamento omosessuale" (approvato da 118 e respinto da 62 padri):
"Alcune famiglie vivono l'esperienza di avere al loro interno persone con orientamento omosessuale. Al riguardo ci si è interrogati su quale attenzione pastorale sia opportuna di fronte a questa situazione riferendosi a quanto insegna la Chiesa: "Non esiste fondamento alcuno per assimilare o stabilire analogie, neppure remote, tra le unioni omosessuali e il disegno di Dio sul matrimonio e la famiglia". Nondimeno, gli uomini e le donne con tendenze omosessuali devono essere accolti con rispetto e delicatezza. 'A loro riguardo si evitera' ogni marchio di ingiusta discriminazionè" come raccomanda già la Congregazione per la Dottrina della Fede, nelle "Considerazioni circa i progetti di riconoscimento legale delle unioni tra persone omosessuali".

Synod14 - 15ª Congregazione generale: Discorso del Santo Padre Francesco per la conclusione della III Assemblea generale straordinaria del Sinodo dei Vescovi, 18.10.2014


Questo pomeriggio, nel corso della quindicesima e ultima Congregazione generale Sinodo straordinario sulla famiglia, il Santo Padre Francesco ha rivolto ai Padri Sinodali e a tutti i partecipanti in Aula il discorso che riportiamo di seguito:
Discorso del Santo Padre

Eminenze, Beatitudini, Eccellenze, fratelli e sorelle,
Con un cuore pieno di riconoscenza e di gratitudine vorrei ringraziare, assieme a voi, il Signore che ci ha accompagnato e ci ha guidato nei giorni passati, con la luce dello Spirito Santo!
Ringrazio di cuore il signor cardinale Lorenzo Baldisseri, Segretario Generale del Sinodo, S.E. Mons. Fabio Fabene, Sotto-segretario, e con loro ringrazio il Relatore il cardinale Péter Erdő, che ha lavorato tanto anche nei giorni del lutto familiare, e il Segretario Speciale S.E. Mons. Bruno Forte, i tre Presidenti delegati, gli scrittori, i consultori, i traduttori e gli anonimi, tutti coloro che hanno lavorato con vera fedeltà dietro le quinte e totale dedizione alla Chiesa e senza sosta: grazie tante!
Ringrazio ugualmente tutti voi, cari Padri Sinodali, Delegati Fraterni, Uditori, Uditrici e Assessori per la vostra partecipazione attiva e fruttuosa. Vi porterò nella preghiera, chiedendo al Signore di ricompensarvi con l'abbondanza dei Suoi doni di grazia!
Potrei dire serenamente che - con uno spirito di collegialità e di sinodalità - abbiamo vissuto davvero un'esperienza di "Sinodo", un percorso solidale, un "cammino insieme".
Ed essendo stato "un cammino" - e come ogni cammino ci sono stati dei momenti di corsa veloce, quasi a voler vincere il tempo e raggiungere al più presto la mèta; altri momenti di affaticamento, quasi a voler dire basta; altri momenti di entusiasmo e di ardore. Ci sono stati momenti di profonda consolazione ascoltando la testimonianza dei pastori veri (cf. Gv 10 e Cann. 375, 386, 387) che portano nel cuore saggiamente le gioie e le lacrime dei loro fedeli. Momenti di consolazione e grazia e di conforto ascoltando e testimonianze delle famiglie che hanno partecipato al Sinodo e hanno condiviso con noi la bellezza e la gioia della loro vita matrimoniale. Un cammino dove il più forte si è sentito in dovere di aiutare il meno forte, dove il più esperto si è prestato a servire gli altri, anche attraverso i confronti. E poiché essendo un cammino di uomini, con le consolazioni ci sono stati anche altri momenti di desolazione, di tensione e di tentazioni, delle quali si potrebbe menzionare qualche possibilità:
una: la tentazione dell'irrigidimento ostile, cioè il voler chiudersi dentro lo scritto (la lettera) e non lasciarsi sorprendere da Dio, dal Dio delle sorprese (lo spirito); dentro la legge, dentro la certezza di ciò che conosciamo e non di ciò che dobbiamo ancora imparare e raggiungere. Dal tempo di Gesù, è la tentazione degli zelanti, degli scrupolosi, dei premurosi e dei cosiddetti - oggi- "tradizionalisti" e anche degli intellettualisti.
La tentazione del buonismo distruttivoche a nome di una misericordia ingannatrice fascia le ferite senza prima curarle e medicarle; che tratta i sintomi e non le cause e le radici. È la tentazione dei "buonisti", dei timorosi e anche dei cosiddetti "progressisti e liberalisti".
La tentazione di trasformare la pietra in pane per rompere un digiuno lungo, pesante e dolente (cf. Lc 4,1-4) e anche di trasformare il pane in pietra e scagliarla contro i peccatori, i deboli e i malati (cf. Gv 8,7) cioè di trasformarlo in "fardelli insopportabili" (Lc 10, 27).
La tentazione di scendere dalla croce, per accontentare la gente, e non rimanerci, per compiere la volontà del Padre; di piegarsi allo spirito mondano invece di purificarlo e piegarlo allo Spirito di Dio.
La tentazione di trascurare il "depositum fidei", considerandosi non custodi ma proprietari e padroni o, dall'altra parte, la tentazione di trascurare la realtà utilizzando una lingua minuziosa e un linguaggio di levigatura per dire tante cose e non dire niente! Li chiamavano "bizantinismi", credo, queste cose...
Cari fratelli e sorelle, le tentazioni non ci devono né spaventare né sconcertare e nemmeno scoraggiare, perché nessun discepolo è più grande del suo maestro; quindi se Gesù è stato tentato - e addirittura chiamato Beelzebul (cf. Mt 12, 24) - i suoi discepoli non devono attendersi un trattamento migliore.
Personalmente mi sarei molto preoccupato e rattristato se non ci fossero state queste tentazioni e queste animate discussioni; questo movimento degli spiriti, come lo chiamava Sant'Ignazio (EE, 6) se tutti fossero stati d'accordo o taciturni in una falsa e quietista pace. Invece ho visto e ho ascoltato - con gioia e riconoscenza - discorsi e interventi pieni di fede, di zelo pastorale e dottrinale, di saggezza, di franchezza, di coraggio e di parresia. E ho sentito che è stato messo davanti ai propri occhi il bene della Chiesa, delle famiglie e la "suprema lex"la "salus animarum" (cf. Can. 1752). E questo sempre - lo abbiamo detto qui, in Aula - senza mettere mai in discussione le verità fondamentali del Sacramento del Matrimonio: l'indissolubilità, l'unità, la fedeltà e la procreatività, ossia l'apertura alla vita (cf. Cann. 1055, 1056 e Gaudium et Spes, 48).
E questa è la Chiesa, la vigna del Signore, la Madre fertile e la Maestra premurosa, che non ha paura di rimboccarsi le maniche per versare l’olio e il vino sulle ferite degli uomini (cf. Lc 10, 25-37); che non guarda l’umanità da un castello di vetro per giudicare o classificare le persone. Questa è la Chiesa Una, Santa, Cattolica, Apostolica e composta da peccatori, bisognosi della Sua misericordia. Questa è la Chiesa, la vera sposa di Cristo, che cerca di essere fedele al suo Sposo e alla sua dottrina. È la Chiesa che non ha paura di mangiare e di bere con le prostitute e i pubblicani (cf. Lc 15). La Chiesa che ha le porte spalancate per ricevere i bisognosi, i pentiti e non solo i giusti o coloro che credono di essere perfetti! La Chiesa che non si vergogna del fratello caduto e non fa finta di non vederlo, anzi si sente coinvolta e quasi obbligata a rialzarlo e a incoraggiarlo a riprendere il cammino e lo accompagna verso l'incontro definitivo, con il suo Sposo, nella Gerusalemme Celeste.
Questa è la Chiesa, la nostra madre! E quando la Chiesa, nella varietà dei suoi carismi, si esprime in comunione, non può sbagliare: è la bellezza e la forza del sensus fidei, di quel senso soprannaturale della fede, che viene donato dallo Spirito Santo affinché, insieme, possiamo tutti entrare nel cuore del Vangelo e imparare a seguire Gesù nella nostra vita, e questo non deve essere visto come motivo di confusione e di disagio.
Tanti commentatori, o gente che parla, hanno immaginato di vedere una Chiesa in litigio dove una parte è contro l'altra, dubitando perfino dello Spirito Santo, il vero promotore e garante dell'unità e dell'armonia nella Chiesa. Lo Spirito Santo che lungo la storia ha sempre condotto la barca, attraverso i suoi Ministri, anche quando il mare era contrario e mosso e i ministri infedeli e peccatori.
E, come ho osato di dirvi all'inizio, era necessario vivere tutto questo con tranquillità, con pace interiore anche perché il Sinodo si svolge cum Petro et sub Petro, e la presenza del Papa è garanzia per tutti.
Parliamo un po’ del Papa, adesso, in rapporto con i vescovi... Dunque, il compito del Papa è quello di garantire l’unità della Chiesa; è quello di ricordare ai pastori che il loro primo dovere è nutrire il gregge - nutrire il gregge - che il Signore ha loro affidato e di cercare di accogliere - con paternità e misericordia e senza false paure - le pecorelle smarrite. Ho sbagliato, qui. Ho detto accogliere: andare a trovarle.
Il suo compito è di ricordare a tutti che l'autorità nella Chiesa è servizio (cf. Mc 9, 33-35) come ha spiegato con chiarezza Papa Benedetto XVI, con parole che cito testualmente: «La Chiesa è chiamata e si impegna ad esercitare questo tipo di autorità che è servizio, e la esercita non a titolo proprio, ma nel nome di Gesù Cristo ... attraverso i Pastori della Chiesa, infatti, Cristo pasce il suo gregge: è Lui che lo guida, lo protegge, lo corregge, perché lo ama profondamente. Ma il Signore Gesù, Pastore supremo delle nostre anime, ha voluto che il Collegio Apostolico, oggi i Vescovi, in comunione con il Successore di Pietro ... partecipassero a questa sua missione di prendersi cura del Popolo di Dio, di essere educatori nella fede, orientando, animando e sostenendo la comunità cristiana, o, come dice il Concilio, "curando, soprattutto che i singoli fedeli siano guidati nello Spirito Santo a vivere secondo il Vangelo la loro propria vocazione, a praticare una carità sincera ed operosa e ad esercitare quella libertà con cui Cristo ci ha liberati"(Presbyterorum Ordinis, 6) ... è attraverso di noi - continua Papa Benedetto - che il Signore raggiunge le anime, le istruisce, le custodisce, le guida. Sant'Agostino, nel suo Commento al Vangelo di San Giovanni, dice: "Sia dunque impegno d'amore pascere il gregge del Signore" (123,5); questa è la suprema norma di condotta dei ministri di Dio, un amore incondizionato, come quello del Buon Pastore, pieno di gioia, aperto a tutti, attento ai vicini e premuroso verso i lontani (cf. S. Agostino, Discorso 340, 1; Discorso 46, 15), delicato verso i più deboli, i piccoli, i semplici, i peccatori, per manifestare l'infinita misericordia di Dio con le parole rassicuranti della speranza (cf. Id., Lettera 95, 1)» (Benedetto XVI, Udienza Generale, Mercoledì, 26 maggio 2010).
Quindi, la Chiesa è di Cristo - è la Sua Sposa - e tutti i vescovi, in comunione con il Successore di Pietro, hanno il compito e il dovere di custodirla e di servirla, non come padroni ma come servitori. Il Papa, in questo contesto, non è il signore supremo ma piuttosto ilsupremo servitore - il "servus servorum Dei"; il garante dell'ubbidienza e della conformità della Chiesa alla volontà di Dio, al Vangelo di Cristo e alla Tradizione della Chiesa, mettendo da parte ogni arbitrio personale, pur essendo - per volontà di Cristo stesso - il "Pastore e Dottore supremo di tutti i fedeli" (Can. 749) e pur godendo "della potestà ordinaria che è suprema, piena, immediata e universale nella Chiesa" (cf. Cann. 331-334).
Cari fratelli e sorelle, ora abbiamo ancora un anno per maturare, con vero discernimento spirituale, le idee proposte e trovare soluzioni concrete a tante difficoltà e innumerevoli sfide che le famiglie devono affrontare; a dare risposte ai tanti scoraggiamenti che circondano e soffocano le famiglie.
Un anno per lavorare sulla "Relatio synodi" che è il riassunto fedele e chiaro di tutto quello che è stato detto e discusso in questa aula e nei circoli minori. E viene presentato alle Conferenze episcopali come "Lineamenta".
Il Signore ci accompagni, ci guidi in questo percorso a gloria del Suo nome con l'intercessione della Beata Vergine Maria e di San Giuseppe! E per favore non dimenticate di pregare per me!

1 commento:

  1. la sfida vincente x la famiglia si ottiene con la fedeltà alle leggi di Dio e la preghiera....se acetiamo quello che ci propina il mondo in virtù di chi sono io x giudicare rimaniamo certi abbiamo perso in partenza xchè il Signore non ci appoggia !!!!!

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