ACTA APOSTATICAE SEDIS : come, cambiando un po' qua e un po' la, si può cambiare tutto...

giovedì 16 ottobre 2014

Un Papa, due Papi, nessun Papa...

La confusione sembra essere diventata una caratteristica fondamentale  del nostro tempo.
Non so voi, ma il fatto è che io comincio a capirci poco di quello che succede, perché ciò che sta accadendo in questi tempi lo sta facendo in maniera così  rapida, caotica e inaspettata da fare rimanere veramente disorientati.
Forse complice la stessa parola CRISI, che giornalmente ti viene sbattuta in faccia come un ‘mantra’ dai mass-media, tutto sembra essere entrato in  fibrillazione e rapido peggioramento, come sta avvenendo, tanto per portare un esempio che ci riguarda da vicino, nell’ambito dei rapporti umani e sociali, che mi sembra stiano diventando sempre più difficili da gestire, nonostante i mezzi di comunicazione si siano fatti più potenti e a portata di mano.


Ma quello che è più triste è che il campo che sarebbe dovuto rimanere immune da tutto questo ‘crollo’, quello Religioso, che avrebbe dovuto rappresentare un’oasi di sicurezza e di tranquillità ristoratrice in mezzo alle tempeste della vita, sembra essere anch’esso  entrato in subbuglio e iniziato a trasformarsi, cominciando a diventare un po' irriconoscibile.
Magari alcuni dei pochi che leggeranno questo mio post non saranno d’accordo, ma io considero che la crisi che sta passando la stessa Chiesa cattolica sia incredibilmente rappresentativa e paradigmatica rispetto alle altre che stiamo vivendo, e che sia  anzi molto più seria purtroppo, perchè coinvolge la nostra salvezza eterna. E’ come se, grazie anche alla 'strana' gerarchia  che ci ritroviamo, primo fra tutti il Papa attuale, e che forse ci siamo meritata per i nostri peccati, questa Crisi, da umana, si sia innalzata, accresciuta e trasformata intrufolandosi così anche a livello spirituale, tentando addirittura di  lambire e sporcare lo splendore della Divinità. Una crisi che da ‘fisica’ sembra essere perciò diventata anche ‘metafisica’!

Anche a voler fare un discorso non necessariamente teologico, ma molto più terra terra, si stanno evidenziando infatti delle cose un po' strane...
Prendiamo ad esempio la faccenda che in Vaticano sembrino esserci due Papi. Vi pare una situazione normale?

Abbiamo  un ex ‘Papa’, ex perché purtroppo si è dimesso qualche tempo fa, e sulla cui reale volontà di dimettersi, viste le vicende velenose che lo hanno accerchiato e assediato negli anni del suo regno, è anche umanamente lecito nutrire dubbi, che conserva tuttora le caratteristiche esteriori (e ad avviso di alcuni anche interiori) di ‘Papa’… mentre per  contrasto abbiamo un ‘Papa’ che invece sembra non del tutto persuaso di essere tale, cioè l’ex cardinale Bergoglio, che  si definisce ‘Vescovo di Roma’ e pare mal sopporti anche i simboli esteriori del suo stato:  mentre  di alcuni di essi  si è rapidamente liberato (come della croce d’oro e delle scarpe rosse), di altri non ha potuto fare a meno e, forse suo malgrado, li ha dovuto tenere. Probabilmente avrebbe volentieri buttato alle ortiche anche la veste bianca, se non fosse successo che avendola però mantenuta Benedetto XVI a quel punto la confusione su chi fosse veramente il Papa sarebbe stata un po' troppo imbarazzante.

Fra l'altro debbo dire che non sono mai stato molto convinto dal modo di fare e di parlare di Bergoglio, dei tanti suoi gesti, del suo cosiddetto ‘magistero liquido’ predicato da Santa Marta, che considero come un tentativo  un  pò troppo brusco e forse imprudente di 'insegnare', perchè può dare adito, come è già successo fin troppe volte, a poco chiare o spericolate interpretazioni. Fra l'altro credo che a lungo andare purtroppo il  suo modo di fare minerà  l'immagine del Papa, privandola anche dell'aura di sacralità che l’ha sempre circondata. Per alcuni ciò può essre un bene, io però la penso diversamente

E come se non bastasse, dopo il fulmine sulla cupola di San Pietro immortalato in una famosa foto, è scoppiata anche la bomba rappresentata dall'ultimo libro di Socci, il cui titolo è tutto un programma: ‘Non è Francesco’! Se le cose si sono svolte infatti come detto nella narrazione, e che pare sia il reseconto di ciò che è effettivamente successo, frutto di confidenze fatte ad una amica dallo stesso Bergoglio, allora durante l'ultimo Conclave è stato fatto un papocchio che forse ha invalidato la stessa elezione dell'attuale Pontefice. Dico 'forse' perché la vicenda sicuramente non si chiarirà mai in maniera definitiva in quanto già sono stati espressi pareri contrastanti di esperti di diritto canonico e così presumibilmente sarà fatto in futuro…

Quindi, per concludere, abbiamo un ex Papa sulle cui dimissioni si nutre qualche dubbio e un Papa che non si sa se è veramente tale, almeno dal punto di vista 'giuridico'. Un magistero 'liquido' che dà adito alle più strane interpretazioni e ultimamente anche un Sinodo che sta trattando temi scottanti e i cui risultati non mancheranno certo di provocare divisioni e feroci discussioni se questi dovessero risultare totalmente differenti dalle decisioni o dai pareri precedenti espressi da altri Papi e Sinodi...Più confusione o Torre di Babele di così?
http://mi-chael.blogspot.it/2014/10/un-papa-due-papi-nessun-papa.html

Antonio Socci: "Ecco chi sono i veri nemici della Chiesa

Antonio Socci: "Ecco chi sono i veri nemici della Chiesa ]Si dicono «cattolici aperti», moderni e progressisti e poi riesumano l’Indice, il famigerato Index librorum prohibitorum. Più che indignare fa ridere la decisione delle Paoline di mettere al bando dai loro scaffali il mio libro «Non è Francesco». Ma la loro è una decisione prevedibile: il mio libro è cattolico, apostolico, romano e loro, evidentemente, con roba del genere non vogliono avere a che fare.

Nelle loro vetrine puoi trovare Augias e don Gallo, Aldo Busi, Vito Mancuso e Odifreddi. O testi di buddhismo, new age o sinistrismo vario. Mica possono «sputtanarsi» con uno che difende tutta la dottrina cattolica ed ha Benedetto XVI, Giovanni Paolo II, Paolo VI come suoi fari.
Se il mio libro avesse chiesto alla Chiesa di benedire le nozze gay, ordinare le donne prete o abolire il celibato dei preti non avrebbero avuto nulla da ridire. Magari sarei stato direttamente invitato a parlare al Sinodo visto l’andazzo tragicomico... Se poi mi fossi scatenato a predicare il più ecumenico dei dialoghi con l’Islam o con le ideologie «politically correct» le Paoline avrebbero venduto il mio libro senza problemi.
Ma invece ho scritto un’apologia di Ratzinger e dei suoi predecessori, rilevando - con rispetto, ma anche con franchezza - la brusca e inspiegabile rottura di papa Bergoglio. Quindi è stata decretata per me la condanna: «Al rogo! Al rogo!». Suor Beatrice Salvioni, portavoce delle Paoline, bolla il mio libro come «integralista» e aggiunge: «Non ci piace», «non serve a costruire dialogo». In nome del «dialogo» mettono all’Indice un libro cattolico. I cattoprogressisti sono così: dialogano con tutti, islamici, atei, comunisti, mangiapreti e miscredenti, ma non con i cattolici.
Le Paoline sono il simbolo perfetto dei tempi. Quelle che mi hanno messo all’Indice dalle loro librerie infatti sono le stesse Paoline che come editore hanno pubblicato e vendono i libri di padre Anthony De Mello.

Questo gesuita indiano ha scritto molti libri dove sono state espresse idee su cui nel 1998 si è dovuta esprimere ufficialmente la Congregazione per la dottrina della fede presieduta dal Cardinale Ratzinger con l’approvazione di papa Giovanni Paolo II.
In quella notificazione vaticana si legge che fin dalle prime opere di De Mello si può osservare «un progressivo allontanamento dai contenuti essenziali della fede cristiana. Alla rivelazione, avvenuta in Cristo, egli sostituisce una intuizione di Dio senza forma né immagini, fino a parlare di Dio come di un puro vuoto».

Per il gesuita De Mello - dice la Santa Sede - «nulla si può dire su Dio, l’unica conoscenza è la non conoscenza. Porre la questione della sua esistenza, è già un nonsenso. Questo apofatismo radicale porta anche a negare che nella Bibbia ci siano delle affermazioni valide su Dio (…). In altri passi il giudizio sui libri sacri delle religioni in generale, senza escludere la stessa Bibbia, è anche più severo: esse impediscono che le persone seguano il proprio buonsenso e le fanno diventare ottuse e crudeli. Le religioni, inclusa quella cristiana, sono uno dei principali ostacoli alla scoperta della verità. Questa verità, d’altronde, non viene mai definita nei suoi contenuti precisi. Pensare che il Dio della propria religione sia l’unico, è, semplicemente, fanatismo. ’Dio’ viene considerato come una realtà cosmica, vaga e onnipresente. Il suo carattere personale viene ignorato e in pratica negato».
De Mello si dichiara «discepolo» di Gesù, ma, prosegue Ratzinger, «lo considera come un maestro accanto agli altri (…). Non viene riconosciuto come il Figlio di Dio, ma semplicemente come colui che ci insegna che tutti gli uomini sono figli di Dio. Anche le affermazioni sul destino definitivo dell’uomo destano perplessità (…). In diverse occasioni si dichiara irrilevante anche la questione del destino dopo la morte. (…) secondo la logica dell’Autore qualsiasi credo o professione di fede sia in Dio che in Cristo non può che impedire l’accesso personale alla verità. La Chiesa, facendo della parola di Dio nelle Sacre Scritture un idolo, ha finito per scacciare Dio dal tempio. Di conseguenza essa ha perduto l’autorità di insegnare nel nome di Cristo».
Ed ecco la conclusione solenne della Congregazione per la dottrina della fede: «Al fine pertanto di tutelare il bene dei fedeli, questa Congregazione ritiene necessario dichiarare che le posizioni su esposte sono incompatibili con la fede cattolica e possono causare gravi danni».
Dopo un simile pronunciamento della Santa Sede - che mostra anche il grave naufragio teologico dei gesuiti moderni - le Paoline che oggi mettono me all’Indice, cosa hanno fatto?  Hanno continuato a stampare e a vendere quei libri. Se andate nel sito delle Paoline sono esposti in bella mostra ben diciassette titoli di questo gesuita: pronti per l’acquisto online.

L’autore è presentato così dalle Paoline: «Anthony De Mello. Gesuita indiano e mistico orientale. Ha consacrato la propria vita a guidare esercizi spirituali, divenendo ben presto un vero e proprio maestro. Le sue opere sono ispirate alla saggezza e alla mistica orientale. Molte sono diventate best-seller in vari Paesi del mondo». Non ci crederete, ma questa è la presentazione dell’autore su cui la Santa Sede ha espresso il giudizio che avete letto sopra. Per le paoline è «un maestro».  Poi senza vergogna hanno messo al bando dai loro scaffali il mio «Non è Francesco» perché - dice suor Beatrice - è «un libro la cui tesi non è ufficiale, né dimostrata».

Mi viene da pensare allora che considerano «ufficiali e dimostrate» le tesi di De Mello dal momento che lo stampano e lo vendono.
La cosa surreale è che il mio libro non lo hanno nemmeno letto. Se infatti si riferiscono alla probabile invalidità del Conclave del 2013 si tratta di un capitolo di venti pagine su 280 e soprattutto non è una tesi. Trattasi di fatti e poi di domande a cui dare risposta.
La mia inchiesta espone i dubbi evidenti sulla conformità delle procedure seguite con le norme stabilite da Giovanni Paolo II.
Ma, come ho scritto nel libro, dopo aver fatto emergere il problema, aspetto che siano le autorità a dare risposta. Sono loro a dover spiegare se e come l’elezione di Francesco fu canonicamente corretta o no. Peraltro negli errori di procedura del 13 marzo 2013 Bergoglio non c’entra personalmente.

Certo poi nel mio libro ci sono anche altre domande scomode sulle cose sconcertanti che il papa argentino ha detto e fatto in questo anno e mezzo. E soprattutto sono riportati i dubbi dei canonisti sulla «rinuncia» di Benedetto XVI, che non sarebbe una vera rinuncia al papato, ma al solo esercizio attivo. Tesi che trova conferma nella decisione di Ratzinger di restare «papa emerito». Questo cambierebbe totalmente lo scenario, mettendo ancor più in discussione la validità degli eventi successivi alla rinuncia stessa.  Sono questioni di grandissima importanza che meritano attenta considerazione e che nel 2014 non si possono occultare con la censura. Io ho sollevato tutti questi problemi in modo corretto, rigoroso e rispettoso. E ora le Paoline vengono a dire che «abbiamo inviato una circolare a tutte le nostre sedi con questo invito. Non intendiamo promuovere un libro la cui tesi non è stata approvata e con accuse infondate». 

Ma approvata da chi? Sono a conoscenza che la Costituzione salvaguarda la libertà di parola e la libertà di coscienza senza approvazione preventiva di nessuno? E quali «accuse infondate» avrei lanciato? Me le mostrino, visto che io documento tutto quello che scrivo. Si chiedano piuttosto perché la settimana scorsa il mio libro è stato il più venduto nelle librerie cattoliche - come dice la classifica di Avvenire - nonostante sia uscito di venerdì. Del resto alcune librerie delle Paoline lo tengono nascosto e lo «spacciano» a richiesta come fosse merce pornografica o qualche «sostanza» proibita. La verità, si sa, è contagiosa. Genera uomini liberi, come dice Gesù nel Vangelo.
Antonio Socci
www.antoniosocci.com

Socci: "Nemmeno il Papa può dare la comunione ai divorziati"

Socci: "Nemmeno il Papa può dare la comunione ai divorziati"
C’è molta confusione nella Chiesa per il Sinodo che si apre oggi e discuterà sulla comunione ai divorziati risposati. Molti credenti sono smarriti di fronte alla via «rivoluzionaria» indicata dal cardinale Kasper, che fu incaricato da papa Francesco di lanciare la novità al Concistoro di febbraio e che dice sempre di parlare a nome di papa Francesco («Io ho parlato con il Santo Padre. Ho concordato tutto con lui») .
La schiacciante maggioranza dei cardinali è in totale dissenso da lui. Dunque ora cosa accadrà? Davvero il Papa può intraprendere una via che capovolge quanto la Chiesa, in base alle stesse parole di Gesù e ai testi paolini, ha costantemente insegnato per duemila anni? È possibile mettere in discussione i comandamenti, il Vangelo e i sacramenti? Qualcuno crede che i Papi possano farlo e i media alimentano questa aspettativa. In realtà non è affatto così, perché - come ha sempre ripetuto Benedetto XVI - la Chiesa è di Cristo e non dei papi, i quali sono temporanei amministratori e non padroni. Essi sono sottoposti alla legge di Dio e alla Parola di Dio e devono servire il Signore e custodire il «depositum fidei» loro affidato. Non possono impadronirsene o mutarlo secondo proprie idee personali.

Quello che tanti - anche fra i credenti - ignorano sono i limiti strettissimi che la Chiesa da sempre ha posto ai papi, mentre riconosceva l’«infallibilità» petrina nei pronunciamenti «ex cathedra» sui temi di fede e di morale. Proprio nella Costituzione dogmatica «Pastor Aeternus» con cui al Concilio Vaticano I si definiva l’infallibilità papale, si legge: «Lo Spirito Santo infatti, non è stato promesso ai successori di Pietro per rivelare, con la sua ispirazione, una nuova dottrina, ma per custodire con scrupolo e per far conoscere con fedeltà, con la sua assistenza, la rivelazione trasmessa dagli Apostoli, cioè il deposito della fede».
Il grande Joseph Ratzinger così spiegava questo principio ignorato dalla gran parte dei credenti: «Il papa non è il signore supremo - dall’epoca di Gregorio Magno ha assunto il titolo di “servo dei servi di Dio” - ma dovrebbe essere - amo dire - il garante dell’ubbidienza, della conformità della Chiesa alla volontà di Dio, escludendo ogni arbitrio da parte sua. Il papa non può dire: La Chiesa sono io, oppure: La tradizione sono io, ma al contrario ha precisi vincoli, incarna l’obbligo della Chiesa a conformarsi alla parola di Dio. Se nella Chiesa sorgono tentazioni a fare diversamente, a scegliere la via più comoda, deve chiedersi se ciò è lecito. Il papa non è dunque un organo che possa dare vita a un’altra Chiesa, ma è un argine contro l’arbitrio».

Dopo queste chiare spiegazioni Ratzinger aggiungeva: «Faccio un esempio: dal Nuovo Testamento sappiamo che il matrimonio sacramentale è indissolubile. Ci sono correnti d’opinione che sostengono che il Papa potrebbe abrogare quest’obbligo. Ma non è così. E nel gennaio del 2000, rivolgendosi ai giudici romani, il papa (Giovanni Paolo II) ha detto che, rispetto alla tendenza a voler vedere revocato il vincolo dell’indissolubilità del matrimonio, egli non può fare tutto ciò che vuole, ma deve anzi accentuare l’obbedienza, deve proseguire anche in questo senso il gesto della lavanda dei piedi».

Anche il cardinale Caffarra, un’autorità sui temi morali già dal pontificato di Giovanni Paolo II, opponendosi alla proposta di Kasper, ha sottolineato che nemmeno i pontefici possono sciogliere il vincolo del primo matrimonio, quindi la Chiesa non può riconoscere un secondo matrimonio, né di diritto, né di fatto, come prospetta Kasper con l’ammissione all’eucarestia dei divorziati risposati. Caffarra ha anche voluto ricordare la parole di Giovanni Paolo II in un’allocuzione alla Sacra Rota: «Emerge con chiarezza che la non estensione della potestà del romano Pontefice ai matrimoni rati e consumati, è insegnata dal magistero della Chiesa come dottrina da tenersi definitivamente anche se essa non è stata dichiarata in forma solenne mediante atto definitorio». Il cardinale di Bologna ha spiegato il peso di queste parole di papa Wojtyla: «La formula è tecnica, “dottrina da tenersi definitivamente” vuol dire che su questo non è più ammessa la discussione fra i teologi e il dubbio tra i fedeli». In pratica questa verità non può nemmeno essere messa in discussione fra i credenti. Conseguentemente non è possibile nemmeno mutare la disciplina relativa all’accesso all’eucaristia.
C’è un libro significativo dello stesso cardinale Kasper, un volume oggi introvabile e dimenticato da tutti che fu pubblicato appena dieci anni fa da Herder e Queriniana e s’intitolava «Sacramento dell’unità. Eucaristia e Chiesa». Fu scritto e pubblicato in occasione dell’anno eucaristico indetto da Giovanni Paolo II fra 2004 e 2005. Quel libro di Kasper che tocca vari punti spinosi e contestati e sembra davvero in linea col magistero di sempre della Chiesa e di papa Wojtyla. Per quanto riguarda l’accesso alla comunione sacramentale, Kasper sottolinea che non può essere per tutti: «non possiamo invitare tutti a riceverla». Non vi si può accedere in stato di peccato grave, ma solo quando - tramite la confessione - si è in grazia di Dio per «non mangiare e bere indegnamente il corpo e il sangue del Signore».

Kasper aggiunge: «L’affermazione che l’unità e la comunione sono possibili soltanto nel segno della croce ne include un’altra, e cioè che l’eucaristia non è possibile senza il sacramento del perdono. La Chiesa antica era pienamente cosciente di questo nesso. Nella Chiesa antica la struttura visibile del sacramento della penitenza consisteva nella riammissione del peccatore alla comunione eucaristica. Communio, excommunicatio e reconciliatio costituivano tutt’uno. Dietrich Bonhoeffer, il teologo luterano giustiziato dai nazisti nel 1945, ha messo giustamente in guardia dalla grazia a buon mercato. “Grazia a buon mercato è sacramento in svendita, è la cena del Signore senza la remissione dei peccati, è l’assoluzione senza confessione personale”. La grazia a buon mercato è per Bonhoeffer la causa della decadenza della Chiesa».

La «concezione superficiale» dell’eucaristia, spiegava Kasper, «disgiunta dalla croce e dal sacramento della penitenza conduce alla banalizzazione di tali aspetti e alla crisi dell’eucaristia quale quella a cui oggi assistiamo nella vita della Chiesa». Il cardinale tedesco arrivava a scrivere giustamente: «La crisi della concezione dell’eucaristia è il nucleo stesso della crisi della Chiesa odierna».
Ognuno può facilmente valutare la contraddizione fra questo Kasper dell’altroieri e il Kasper di oggi. Gli «innovatori» del Sinodo, di cui egli è uno dei capifila, ovviamente non hanno il coraggio di mettere in discussione apertamente la dottrina, perché questo significherebbe mettere in soffitta il Vangelo stesso. Essi sostengono che non si tratta di cambiare la dottrina, ma solo la pastorale sull’accesso all’eucaristia.

Ma nella Chiesa dogma e pastorale non possono assolutamente essere separate. La ragione teologica della loro unione indissolubile l’ha spiegata ancora una volta Joseph Ratzinger: «pastorale e dogma s’intrecciano in modo indissolubile: è la verità di Colui che è a un tempo “Logos” e “pastore”, come ha profondamente compreso la primitiva arte cristiana che raffigurava il Logos come pastore e nel pastore scorgeva il Verbo eterno, che è per l’uomo la vera indicazione della via».

In sostanza Gesù Buon Pastore è anche il Logos, il Verbo eterno di Dio. Non è possibile separare la misericordia dalla verità.
Ciò significa che non si può mutare l’accesso all’eucaristia per una categoria particolare di persone come i divorziati risposati (per i quali vale la legge che vale per tutti), ma vuol dire pure che verso di loro la Chiesa - come hanno ripetuto papa Wojtyla e Benedetto XVI - intende manifestare in mille altri modi la sua amorosa accoglienza di madre.

di Antonio Socci
www.antoniosocci.com
http://www.liberoquotidiano.it/news/11702433/Socci---Nemmeno-il-Papa.html

 SVILUPPI E SEGNALAZIONI MILITANTI. Sintetico bollettino (andando al senso e in prospettiva, che così si vede meglio) dell’autunno caldo, effettivamente iniziato


«Non c’è problema, vi dico, per quanto difficile, che non possa essere risolto dalla recita del Santo Rosario». «Che si reciti il Rosario ogni giorno! La Madonna lo ha ripetuto in tutte le Sue apparizioni, come per premunirci contro questi tempi di disorientamento diabolico». «Recitatelo privatamente o in comunità, in casa o fuori, in chiesa o per le strade […] Mai come oggi, il mondo ha bisogno del vostro Rosario […] È stata tante volte la recita di un solo Rosario a placare lo sdegno della divina Giustizia, ottenendo sul mondo la divina Misericordia, e a salvare tante anime». (Dagli scritti di suor Lucia, veggente di Fatima)

«La Madonna […] ha chiesto preghiere e penitenza […] perché prevedeva: la rovina spirituale di certi Paesi; le sofferenze che il Santo Padre avrebbe subito; l’indebolimento generale della fede cattolica; le difficoltà della Chiesa; la venuta dell’Anticristo e i suoi tentativi per sostituire Dio nella vita degli uomini». (Cfr. omelia del card. Dias, come Legato Pontificio, a Lourdes il giorno dell’Immacolata 2008. Altra “rivelazione velata” del famoso ammonimento inedito di Fatima…)

«La Madonna mi ha detto che il Santo Padre [Benedetto XVI, ndr] purtroppo non comanda come dovrebbe comandare, sono i Cardinali che decidono più di lui». (La veggente delle presunte apparizioni di Civitavecchia). «Fai sapere ai Miei ministri, che poiché si comportano come il Re di Francia nell’attuazione della Mia domanda, lo seguiranno anche nella sventura…». (Nostro Signore Gesù Cristo a Fatima, avvenimento soprannaturale ufficialmente riconosciuto dalla Chiesa e senza eguali)

13 ottobre 2014
97° anniversario del Miracolo del sole

Dal fronte di Fatima, sulle recenti buone nuove. Il 6 ottobre, a qualche fatimologo di nostra conoscenza arriva posta da Coimbra. Si tratta di un biglietto, qui pubblicato, peraltro non agevolmente decifrabile in tutte le sue pochissime righe. Le suore comunicano: «Non è possibile per ora consultare i documenti che chiede. A suo tempo tutto sarà pubblicato». Rileviamo:

1)Le interlocutrici “di parte ufficiale” non dicono: perché non si possono consultare quei testi; quando tutto sarà pubblicato (il che peraltro seppellisce definitivamente il vecchio luogo comune, già ieri abbastanza inesatto, per cui secondo la parte ufficiale tutto è stato pubblicato, semplicemente così: loro stesse dicono che «tutto sarà pubblicato»… non è, ma sarà); perché a una lettera di febbraio la risposta, così telegrafica, arriva a ottobre. Forse per l’articolo di Socci, che con grande visibilità internazionale ha sollevato la questione, il 17 agosto? Forse per le varie interpellanze che stanno arrivando al Convento? Forse perché – guarda caso – proprio il 18 settembre era giunta, da parte del medesimo fatimologo, analoga domanda di consultazione al loro Vescovo (che plausibilmente ha girato la “patata bollente” alle monache)?

2)Ma soprattutto (attenzione, attenzione, attenzione!), le suore di Coimbra omettono la cosa più importante: il loro corrispondente aveva scritto anche più di recente, a maggio. In questa seconda lettera, su cui anche adesso fanno un silenzio di tomba, era stato chiesto loro qualcosa di più specifico: prendo atto, diceva l’interlocutore “fatimita”, che non si possono consultare le opere inedite da voi stesse menzionate nel vostro libro; va bene (più o meno), ditemi allora soltanto questo: «Nelle opere che vi avevo chiesto di consultare c’è nessun riferimento a “qualcosa di più” a riguardo del Segreto di Fatima, a tutt’oggi testualmente inedito?». E piuttosto che rispondere esplicitamente a questa brevissima domanda, più recente e consequenziale all’altra, preferiscono riesumare la prima richiesta; tacendo (con un silenzio sempre più “pesante”) della seconda. Come se non ci fosse mai stata. Eppure, se hanno conservato la posta ad esse pervenuta il 5 marzo, non avranno conservato anche quella pervenuta il 6 giugno? Nostro commento: parafrasando mons. Lefebvre, si ottiene qualcosa soltanto combattendo. (Senza perdere di vista un altro aspetto, complementare: e cioè che la prima battaglia non è da farla lontano). Avanti, dritti e asciutti al punto, con la Petizione al Carmelo di Coimbra!

*          *          *

GAUDET MATER ECCLESIA? EVANGELII GAUDIUM?
"La gioia era dipinta sui loro volti,
essa brillava nei loro occhi,
traspariva dai loro gesti
e scoppiava nelle loro parole."
Sulle altre due bombe del periodo, ovvero i due libri manifesto (dirompenti e polarizzanti) davanti allo spudorato scandalo pubblico del “Sinodo Vaticano Terzo”.

1)Riportiamo qualche citazione, da fonte varia, di osservazioni intelligenti (che oggi tra la fede e la ragione è una gara a quella che va peggio… gratia supponit et perficit naturam: quando mancano i presupposti di base, di che parliamo?). Parole che colgono il punto.

«Il libro [di Socci, ndr] ribalta tutti i luoghi comuni su Bergoglio e il Vaticano». (Fausto Carioti su Libero, 1° ottobre).

«Ancora prima che sia uscito, il volume [di Socci, ndr] ha già scatenato un putiferio». (il Giornale del 3 ottobre, pur a margine di un articolo tutt’altro che coraggioso).

«[Davanti al segnale del libro dei cinque porporati, ndr] I collaboratori del Papa sperano che lo scambio tra i cardinali si svolga “libero”, ma anche “sereno” e “leale”. Il cardinale Baldisseri non nasconde un certo nervosismo. […] Ma in Vaticano sperano che il discorso non si spinga troppo in là». «Città del Vaticano. Sale la tensione, si scaldano i motori […] ieri pomeriggio ha chiesto di pregare perché tutto fili liscio. […] Più facile a dire che a farsi, visto che nell’Aula nuova del Sinodo si confronteranno due opposte visioni della Chiesa, due sensibilità divergenti, due modi di pensare alla modernità. […] Se non è la minaccia velata ad un possibile scisma poco ci manca». «Il Papa vuole fare decantare il clima. Ecco perché ha scelto di allungare il più possibile i tempi del dibattito […]. Quando gli animi saranno rasserenati allora, grazie a questo escamotage procedurale, Francesco potrebbe anche ritoccare la dottrina e permettere qualche apertura sulla disciplina». (Il Messaggero del 4, 5 e 7 ottobre).

«Non è per nulla chiaro se questa trasformazione radicale sia apprezzata e voluta dai vescovi e dai cardinali. Al di là della retorica delle dichiarazioni ufficiali, […] se si dovesse tenere oggi il Conclave, quanti cardinali elettori rivoterebbero Bergoglio? Che vi sia una dura opposizione […] è sotto gli occhi di tutti […] Si tratta di posizioni isolate oppure della punta di un grosso iceberg che costringerà la caravella papale a una mutazione di rotta? Probabilmente dopo questo Sinodo si avranno le idee più chiare». (la Repubblica, 6 ottobre).

2)Aggiungiamo qualche pensiero.

Sul Sinodo della famosa “Chiesa (no, non è la Chiesa, sono gli uomini di Chiesa) in uscita”… di testa: come fanno certi ecclesiastici, che parlano da apostati, a non accorgersi del messaggio che sta già passando, messaggio diabolico e devastante? Non hanno paura di essere consegnati a Satana? Non hanno paura di ciò che ha detto il Signore sull’Apostolo traditore: sarebbe meglio per lui che non fosse mai nato?

A margine del libro di Socci. In attesa (orante e cooperante, s’intende) di vedere gli sviluppi d'un tale “sasso nello stagno”, che sta registrando una quantità impressionante di vendite e che, come dice l’Autore, «dopo aver fatto emergere il problema, aspett[a] che siano le autorità a dare risposta» (Libero di domenica 12 ottobre), aggiungiamo altre due domande pertinenti (e ancora ne restano…): a- cos’è accaduto la sera del 13 marzo 2013 anche dopo la presunta elezione, che l’eletto non usciva mai? Perché quelle facce, sua (avete notato, appena uscito, gli occhi?) e di molti Cardinali? b- Non è che nel Conclave del 2005 il card. Bergoglio ha sbloccato l’elezione del card. Ratzinger, tra il terzo e il quarto scrutinio, in cambio della possibilità (illegittimamente concordata, non con l’eligendo, ma con un Suo attivo elettore magari sì) di una “staffetta”, eventualmente tramite “dimissioni” (da S.S. Benedetto XVI portate per le lunghe il più possibile) che consentissero al Conclave di tenersi a Bergoglio ancora eleggibile? Dobbiamo riconoscerlo, pensiamo che abbiano ragione quelli che dicono: non si può dubitare che all’ultimo Conclave (ma – approfondiamo – con radici ampiamente anteriori) abbiano fatto qualcosa di non canonico. È vero: infatti il dubbio giusto, la domanda giusta, è se in tale Conclave hanno fatto qualcosa di canonico

Per il resto abbiamo già detto. Ad esempio (anche limitandoci a questa sede), in precedenti articoli: leggete bene… Essendo attitudine molto moderna (addirittura postmoderna) la smania di leggere tanto su Internet, in tanti luoghi: che rischia di essere un vortice per cui si vede tanto, si leggiucchia tanto, si presume tanto di sapere già, si coglie poco e si trattiene ancor meno….

*          *          *

Iniziative sul territorio. La sera del 31 ottobre faremo, come da anni precedenti, un incontro di preghiera in riparazione delle celebrazioni di Halloween. Lo segnaliamo sin d’ora in modo che chi sta qui vicino possa tentare di organizzarsi per venire (anche accettare degli incomodi per motivo pio è, molto concretamente, una forma di penitenza) e chi sta lontano possa unirsi spiritualmente, nella preghiera di riparazione. Giacché quanto accadrà o non accadrà non è qualcosa di fatale, non è una partita di calcio, ma è qualcosa che dipende anche da ciascun lettore, uno per uno.

A cura di Claudia Marchini Paolini

2 commenti:

  1. Habemus duos semipapas...

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  2. Tutte queste belle cosette, rimarranno scemenzuole, finché non si vorrà guardare in faccia la realtà. Socci non può capire la gravità della situazione, se la sua strada rimarrà "illuminata" da "fari" come Ratzinger, Wojtyla e Montini. Se Socci non capirà che essi, col degno compar loro Roncalli, furono e sono orripilanti traditori di Cristo, col loro maledetto conciliabolo e le loro perfidie, ebbene, Socci continuerà a non poter capire un bel piffero.

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