ACTA APOSTATICAE SEDIS : come, cambiando un po' qua e un po' la, si può cambiare tutto...

giovedì 8 gennaio 2015

De Corvis

Ecco la verità di Gotti Tedeschi sulla sua inusitata cacciata dallo Ior


“Ho una domanda per il cardinale George Pell, che in qualità di prefetto del Segretariato per l’Economia sta supervisionando la riforma delle finanze della Santa Sede. Eminenza, Lei è proprio sicuro di essere stato informato a dovere sulla storia recente della banca Vaticana, della quale io sono stato presidente dal 2009 fino al voto di sfiducia del 2012?”. A parlare, o meglio, a scriverlo in un lungo commento apparso sul magazine britannicoCatholic Herald, è Ettore Gotti Tedeschi, cacciato in maniera inusitata dalla guida dell’Istituto per le opere di religione con un comunicato dai toni durissimi nella primavera di quasi tre anni fa e progressivamente “risarcito” in sede giudiziaria rispetto a ogni addebito rivelatosi falso.
Compreso quello di essere mitomane e pazzo, secondo la diagnosi a distanza dello psicoterapeuta e ipnoterapeuta Pietro Lasalvia, poi sconfessato dall’Ordine dei medici. L’economista ed ex presidente dello Ior torna così sulla sortita di Pell dopo alcuni interrogativi che si era posto con Formiche.net.

LE FRASI DEL CARDINALE PELL




Un mese fa era stato Pell, con un articolo altrettanto lungo, a illustrare lo stato dei lavori in materia finanziaria d’Oltretevere, rievocando anche il passato che a suo giudizio ben poco aveva avuto a che fare con la trasparenza: “Il cardinale mi ha menzionato per nome nell’articolo, sottolineando che gli ultimi anni del pontificato di Benedetto XVI sono stati un periodo travagliato per lo Ior, comunemente conosciuto come la banca Vaticana. “Il direttore della banca, Ettore Gotti Tedeschi, è stato rimosso dal board laico”, scrive, “e una lotta di potere in Vaticano ha portato alla regolare fuoriuscita di informazioni”.

“E’ GIUNTO IL MOMENTO DI PARLARE”

Gotti Tedeschi dice che dopo aver taciuto per due anni e mezzo, crede sia giunto “il momento di mettere in chiaro alcuni aspetti” della vicenda. Innanzitutto, chiarisce l’ex presidente, “il cardinale Pell ha perfettamente ragione quando sostiene che la Santa Sede ha un forte desiderio di conformarsi agli standard internazionali di trasparenza finanziaria. Questo è esattamente ciò che Benedetto XVI si ripropose quando lanciò radicali riforme finanziarie”. Gotti Tedeschi ripercorre gli anni del suo mandato, compreso il riconoscimento che Moneyval ha dato degli sforzi per la trasparenza messi in atto nel biennio precedente rispetto al modus operandi degli anni pre 2009. “I risultati sono stati molto positivi”, al punto che “i funzionari di Moneyval si dissero sorpresi per il nostro impegno e la nostra efficienza”, osserva Gotti Tedeschi, che ricorda come grande merito nella svolta ce l’abbia la decisione di Ratzinger di costituire, il 31 dicembre 2010, l’Autorità di Informazione finanziaria, affidandone la presidenza al cardinale Attilio Nicora.


“PELL E’ STATO ADEGUATAMENTE INFORMATO?”



Ma ecco il punto: “Ho il sospetto”, scrive l’ex presidente dello Ior, “che nessuno abbia spiegato nel dettaglio al cardinale Pell ciò che è avvenuto subito dopo. Nel dicembre 2011, subito dopo la positiva visita di Moneyval, è stata emanata una nuova legge per modificare la normativa anti-riciclaggio, così come il ruolo dell’Aif”. E io, aggiunge Gotti Tedeschi, “sono stato informato delle modifiche dal presidente dell’Autorità nel gennaio del 2012, solo dopo che la nuova legge era stata elaborata.

TUTTO PRECIPITO’ NEL GENNAIO DEL 2012



Per farla breve, il cambiamento fondamentale è che l’Aif ha cessato di essere un organismo indipendente, ma è finita sotto la supervisione del Segretario di Stato, il cardinale Bertone”. Una situazione strana, al punto che quando Moneyval ha effettuato nuovi controlli all’inizio del 2012 “ha espresso dubbi”, a cominciare dall’indipendenza venuta meno dell’Aif. “Moneyval ha poi pubblicato la sua seconda pre-relazione il 27 aprile del 2012, affermando che il Vaticano aveva fatto ‘un passo indietro’. Il cardinale Pell è stato portato a conoscenza di questi fatti?”. 


PERCHE’ QUELLA LEGGE FU SUBITO RATIFICATA?



Da quell’atto, insomma, sono sorti problemi gravi: “Il sistema bancario internazionale ha rifiutato di lavorare con la banca vaticana. Le due principali banche italiane hanno trasmesso direttamente a me le loro preoccupazioni, in forma scritta. Il cardinale Pell ha avuto accesso a queste documentate spiegazioni? Oppure, se è stato informato, le considera non importanti?”. Anche perché, nel frattempo, Nicora aveva chiesto al Segretario di Stato di sospendere la ratifica delle modifiche, “ampiamente considerate come erronee e pericolose”. Ma i cambiamenti, scrive ancora Gotti Tedeschi, “sono stati immediatamente ratificati dalla Segreteria di Stato”.

VATILEAKS E I DOCUMENTI RUBATI

Torna anche su Vatileaks, alle accuse che gli furono mosse di essere il corvo: “Non era vero e ho chiesto un’indagine immediata. Non è successo nulla. Successivamente è stato dimostrato che i documenti erano stati diffusi dal maggiordomo del Papa”. Pell, scrive Gotti Tedeschi, “ha la necessità di essere informato anche su quello che io ritengo essere la vera ragione alla base del voto di sfiducia del consiglio della banca vaticana. Nel mese di aprile del 2012, la Commissione cardinalizia mi riconfermò nella carica, ma il 24 il consiglio mi licenziò. Credo che la ragione, che non mi è mai stato concesso di spiegare, sia stata la mia decisione di presentare un piano che avrebbe completamente cambiato il ruolo e la governance della banca. Questo cambiamento era assolutamente necessario considerati tutti gli eventi precedenti”.


LE DOMANDE PER IL PREFETTO DELLA SEGRETERIA PER L’ECONOMIA



In sostanza, scrive Gotti Tedeschi, Pell dovrebbe andare a fondo di quattro misteri, e cercare lì la causa dei cambiamenti repentini che avvennero nella primavera del 2012 all’ombra del torrione di Niccolò V: “Chi ha cambiato la normativa antiriciclaggio vaticana nel dicembre del 2011, e perché?. Chi ha davvero deciso che sarei stato rimosso come presidente della banca vaticana, e perché?. Chi ha ignorato la decisione di Benedetto XVI a favore della mia riabilitazione? Chi ha rifiutato di interrogarmi su tutti i fatti di cui sopra? Chi non vuole sapere la mia versione della verità, e perché?”.



08 - 01 - 2015Matteo Matzuzzi

http://www.formiche.net/2015/01/08/ecco-la-verita-gotti-tedeschi-sulla-cacciata-dallo-ior/

Gotti Tedeschi: Come sono stato tradito dal Vaticano

Cath.H
La sera di giovedì 8 gennaio il settimanale inglese “Catholic Herald” ha anticipato sul suo sito web la cover story del suo prossimo numero: l’articolo con cui Ettore Gotti Tedeschi rompe per la prima volta il silenzio sui retroscena della sua cacciata dalla presidenza dell’Istituto per le Opere di Religione, il 24 maggio 2012.
L’articolo compare sia in lingua italiana:
Sia in inglese:
Come si intuisce dal titolo, l’articolo di Gotti Tedeschi prende spunto da un altro articolo sulle finanze vaticane che ha fatto molto rumore, scritto dal nuovo segretario vaticano per l’economia, il cardinale George Pell, pubblicato anch’esso sul “Catholic Herald”, ai primi di dicembre:
“Ho mantenuto il silenzio per due anni e mezzo dalla mia rimozione”, scrive Gotti Tedeschi. “Ma credo che ora sia il momento di mettere alcune cose (solo alcune) in chiaro”.
Gotti Tedeschi prende le mosse dalla decisione di Benedetto XVI, quando lui era presidente dello IOR, di assicurare la massima trasparenza alla banca vaticana, col varo di una legge antiriciclaggio e con la creazione di un corpo di supervisione generale, l’Autorità di Informazione Finanziaria presieduta dal cardinale Attilio Nicora.
Entrambe le decisioni furono messe in opera dall’inizio del 2011.
Ma nel dicembre di quello stesso anno, dopo un’ispezione di Moneyval che aveva apprezzato il cammino compiuto,”venne realizzata con sorprendente fretta una bozza di una nuova legge che andava a modificare la legge anti-riciclaggio e il ruolo dell’AIF”.
Prosegue Gotti Tedeschi:
“Venni informato dei cambiamenti solo nel gennaio 2012 dal presidente dell’AIF, ma solo dopo che la bozza di legge era stata fatta. Per farla breve, il punto chiave di queste modifiche, oltre ad alcuni articoli modificati, stava nel fatto che l’AIF cessava di essere un corpo indipendente per finire sotto la supervisione della segreteria di Stato, confondendo il ruolo di controllato con quello di controllore. Ciò mise in gran difficoltà il cardinale Nicora, il consiglio dell’AIF e il sottoscritto. Il presidente dell’AIF scrisse un memorandum di dissenso e sconcerto al cardinale Bertone, che fu poi misteriosamente pubblicato da uno dei principali quotidiani italiani”.
La conseguenza fu che Moneyval, dopo una nuova ispezione, rilevò nel suo pre-report del 27 aprile 2012 che era stato fatto un “passo indietro”.
Non solo. “Il sistema bancario internazionale fu costretto ad interrompere le attività con la banca vaticana. Due tra le maggiori banche italiane fecero giungere direttamente a me per iscritto la loro perplessità… Quando poi il presidente AIF chiese al segretario di Stato di sospendere la ratifica dei cambiamenti, che da parte dell’AIF erano considerati come dannosi e rischiosi, detti cambiamenti vennero immediatamente ratificati dalla segreteria di Stato, quasi un mese prima della scadenza formale di tre mesi. Non è curiosa tutta questa rapidità?”.
Nell’aprile del 2012 la commissione cardinalizia confermò la nomina di Gotti Tedeschi a presidente dello IOR, ma il 24 maggio il consiglio d’amministrazione lo cacciò.
“Credo che la ragione di tale gesto – scrive Gotti Tedeschi – fu la mia decisione (anticipata a chi di dovere) di presentare al consiglio una proposta che avrebbe completamente cambiato il governo della banca”. La proposta, si può intuire, di sostituire il direttore e il vicedirettore, avversari del rinnovamento.
Gotti Tedeschi così prosegue e conclude:
“Comunque, il cardinale Pell potrebbe non sapere che la commissione cardinalizia non ratificò il voto di sfiducia verso di me del consiglio dello IOR. Alcuni cardinali infatti mi sostenevano nei miei sforzi e nella mia professionalità e si rifiutarono di approvare una tale decisione.
“Forse non sa nemmeno che non mi fu mai concesso di rispondere in persona alle nove ragioni di sfiducia, nonostante molteplici richieste da parte mia e nonostante una nota scritta da me a riguardo, che non fu mai considerata.
“Il cardinale Pell è conosciuto per le sue capacità, per il suo coraggio e per la sua onestà intellettuale e morale. Ecco perché sono sicuro che non ha mai avuto accesso ai documenti e alle spiegazioni che sono essenziali per capire gli eventi che accaddero prima che fosse nominato a Roma.
“Tra questi documenti, ne sottolineo in particolare tre:
- il pre-report di Moneyval dell’Aprile 2012, verso il Report del 4 luglio (vedi sopra);
- diversi report di Deloitte del 2011, che riguardano gli ostacoli alla messa in atto delle nuove procedure;
- il report sulle ragioni di chiusura del conto di JP Morgan (marzo 2012).
“Se il cardinale Pell potesse leggere questi documenti capirebbe quale responsabilità ha gravato sulle mie spalle durante quel periodo. Se potesse leggere la mia nota in risposta alle nove ragioni di sfiducia potrebbe comprendere la vera natura della mia sofferenza. Sofferenza che è cresciuta negli ultimi tempi, grazie alla indifferenza verso la mia implorazione di ricerca di verità.
“Vorrei incoraggiare Sua Eminenza a leggere l’intervista del segretario del papa, l’arcivescovo Georg Gänswein rilasciata a ‘Il Messaggero’ nell’ottobre 2013, in cui dice che Benedetto XVI fu ‘molto sorpreso’ del voto di sfiducia e che mi teneva in ‘grande stima’. Dovrebbe anche sapere ciò che il segretario di Stato mi disse personalmente da parte di Benedetto XVI il 7 Febbraio 2013: il papa aveva deciso di riabilitare immediatamente la mia figura – una decisione che non fu mai messa in atto dopo le dimissioni di Benedetto XVI. Vorrei anche che Sua Eminenza sappia quanto mi manca papa Benedetto…
“Infine, credo che il cardinale Pell dovrebbe svelare questi quattro misteri, anche se sono certo che ormai è troppo tardi, almeno per me:
1. Chi cambiò la legge anti-riciclaggio del Vaticano nel dicembre 2011, e perché?
2. Chi decise davvero che dovevo essere rimosso dal consiglio laico come presidente della banca vaticana il 24 maggio 2012, e perché?
3. Chi fu a disobbedire a Benedetto XVI che voleva la mia riabilitazione?
4. Chi decise di ignorare le implorate richieste di essere interrogato sui fatti di cui sopra? Chi non vuole venire a conoscenza della mia versione della verità, e perché?”.

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