ACTA APOSTATICAE SEDIS : come, cambiando un po' qua e un po' la, si può cambiare tutto...

venerdì 20 febbraio 2015

C'era una volta il Falegname..! (bei tempi!)

Quel Cristo operaio nel cuore dei giardini vaticani

Incontro con Alejandro Marmo, l'artista vicino a Bergoglio e agli ultimi, che crea con gli scarti del mondo

Tra prati e siepi curate, fontane antiche e sculture d'insigni artisti, dunque anche un Cristo ferroso, come un pugno nello stomaco a ricordare che la Chiesa dei poveri che fu nei sogni di Giovanni XXIII è la Chiesa che vuole Francesco. Che, non a caso, al suo artista - "sono semplicemente un figlio della sua strada", precisa Marmo - ha commissionato un'opera che ne rispecchiasse la Weltanschauung. Come Bramante, Raffaello, Michelangelo e Bernini creavano assecondando le visioni dei rispettivi Papi, così Marmo, l'artista delle periferie di Buenos Aires, asseconda la visione di Francesco.

Fu in seguito alla pesante crisi economica argentina degli anni Novanta che Marmo andò dal futuro vescovo di Roma pieno di risentimento per l'opulenza occidentale e, insieme desideroso di rivincita. Bergoglio incanalò la sua rabbia su una strada di risurrezione. Và, gli disse, dagli ultimi, dagli scartati. E falli risorgere attraverso le tue opere. E così fece, Alejandro, usando materiali che il mondo scartava. Dando voce, attraverso le sue creazioni, agli invisibili. Ogni opera una spina nel fianco, a ricordare che c'è un mondo che non ha voce, diritti, nulla. Non soltanto le villa miserias di Buenos Aires, dunque, ma ogni periferia, ogni pezzo di mondo scartato a qualsiasi latitudine ha diritto di risurrezione. "La mia opera nei giardini è un segnale - spiega Marmo - che ricorda come la Chiesa o è per i poveri, gli ultimi e gli scartati, o non è. Così la mia arte, cresciuta a Buenos Aires anche grazie a una profonda amicizia con l'allora cardinale Bergoglio che per primo mi incitò a creare dalle periferie, dai luoghi dimenticati, per avvicinare gli scartati, gli esclusi, gli sfruttati del nostro tempo e aiutarli a risollevarsi".

Erano trascorse appena due settimane dall'elezione di Bergoglio al soglio di Pietro. Il telefono di Marmo suonò una domenica mattina. "Sono papa Francesco, come stai?". La conversazione durò qualche minuto. Marmo disse al Papa della volontà di portare qualcosa in Vaticano. Bergoglio agì subito. Per qualche settimana un locale delle fattorie pontificie a Castel Gandolfo è stato aperto solo per lui. C'erano là cancelli dimenticati, ferri abbandonati, scarti di tempi passati. Marmo, aiutato da alcuni ragazzi tossicodipendenti, ha raccolto tutto. E ha creato un Cristo che parla di disagio sociale, vite sfruttate e poi dimenticate, il messaggio evangelico ridotto all'osso: "Non sono i sani che hanno bisogno del medico, ma i malati; io non sono venuto a chiamare i giusti, ma i peccatori", spiegò Gesù ai farisei stizziti perché mangiava con pubblicani e peccatori. "Con questo progetto i musei vaticani sono usciti per strada senza aspettare la gente - spiega Marmo -. È il miglior progetto che un museo può fare. Il museo esce nelle strade come deve fare la Chiesa per Francesco".

C'è un mondo a cui Bergoglio si oppone con la costanza di chi sa che non può cedere: la barbarie che butta via anziani, malati, handicappati, emarginati, poveri, gli invisibili che percorrono anche le nostre ricche strade europee. A questo mondo Francesco vuole opporre resistenza. Marmo è entrato con le sue mani dentro questa opposizione, si è incanalato in questo percorso che non è fine a se stesso, ma che ha come obiettivo il riscatto, appunto la risurrezione. Dice: "La prima volta che incontrai Bergoglio rimasi stupito per la libertà con cui parlava di tutto. Mi sembrò da subito un uomo libero, aperto, desideroso di andare incontro all'uomo così come è. Gli ho presentato un progetto. Gli piacque a da quel momento ogni lavoro l'ho condiviso con lui. Fino al Cristo operaio e alla "Virgen de Luján", un'opera anch'essa esposta nei giardini. La Vergine è la patrona della Repubblica Argentina, mentre il Cristo è simbolo del progetto "Simbologia de la Iglesia que Mira al Sur" (Simbologia della Chiesa che guarda al Sud), che è iniziato cinque anni fa a Buenos Aires e prevede la partecipazione di giovani con problemi di integrazione nella società, con la giustizia e con la droga, alla realizzazione delle opere d'arte". Giovani anch'essi spesso dimenticati, ma non dal Papa, che portando le due opere di Marmo nei suoi giardini aiuta a far sì che tutti inizino a non dimenticare.


http://www.repubblica.it/esteri/2015/02/20/news/papa-107799196/?rss

Ora Francesco fa il sindacalista: "Lavoro in nero peccato gravissimo"

Nell'omelia a Santa Marta una dura critica al fariseismo di chi digiuna, ma poi non tratta con giustizia gli altri


Una fede che non sia soltanto superficiale, ma pervada piuttosto ogni aspetto della vita dei credenti.
Il Papa al concistoro del Collegio cardinalizio








È questo l'invito che papa Francesco ha fatto oggi, durante l'omelia della messa celebrata alla Casa Santa Marta. Un discorso dedicato alla Quaresima e al senso più ampio del digiuno, che non deve essere soltanto astensione dal cibo.
"Non è digiuno non mangiare la carne, ma litigare e sfruttare gli operai", ha detto il Pontefice, condannando un atteggiamento non dissimile da quello dei farisei condannati in vita da Gesù, ricchi di "osservanza esteriori, ma senza la verità del cuore".
Andare a messa e fare la comunione non è sufficiente, ha detto Francesco, se un fedele non si pone poi delle domande. "Com'è il rapporto con i tuoi dipendenti? Li paghi in nero? Paghi il salario giusto? Versi i contributi per la pensione?". Il digiuno, insomme, "scioglie le catene inique, rimanda liberi gli oppressori, veste i nudi, fa giustizia".
La conclusione del Papa è che "è un peccato gravissimo usare Dio per coprire l'ingiustizia". E chi "fa ingiustizia" ai propri dipendenti, dovrebbe evitare di fare offerte alla Chiesa.

3 commenti:

  1. ma non finirà mai la caduta verso il basso ? se ne può più di cialtronate gorgoglianti e di cialtroni sculturali. jane

    RispondiElimina
  2. La nuova arte sacra, in particolare l'architettura sacra, impazza da oltre 50 anni. Ne sono lugubri esempi i nuovi santuari di Fatima, Guadalupe, san Giovanni Rotondo, il tempio sotterraneo di Lourdes, dedicato a s. Po X (la chiesa del Rosario), un vero dispetto al campione dell 'antimodernismo,l a chiesa "cubica" di Foligno, quella cilindrica di Cristo Re a La Spezia, la nuova chiesa di S. Maria delle Grazie a Conegliano, e potrei proseguire.
    Anche la scultura sacra è caduta in basso: è stata realizzata una statuetta di una donna gravida, nuda, in atto di ballare: ebbene, hanno detto che era la Madonna che "danzava la Parola" e l'anno messa sull'altare, accanto al Crocifisso !. basta, non ho altro da dire, troppo grande è il disgusto per questi esseri, distruttori del sacro e della fede bimillenaria della Santa Chiesa id Cristo !

    RispondiElimina
  3. attenti a furia di dissacrare ......il giorno che il Signore presenterà il conto delle blasfemie perpetrate sarà pianto e stridore di denti!!!!

    RispondiElimina

Nota. Solo i membri di questo blog possono postare un commento.