ACTA APOSTATICAE SEDIS : come, cambiando un po' qua e un po' la, si può cambiare tutto...

giovedì 12 febbraio 2015

La fede fra parentesi

Due anni dopo la salita sul monte di BXVI


"Il Signore mi chiama a salire sul monte, ma questo non significa abbandonare la Chiesa"


"Benedetto XVI è in pace con se stesso ed è convinto che la sua decisione fosse giusta e necessaria. Ha pregato e sofferto, è una decisione presa in coscienza, in una situazione in cui l'uomo si trova solo davanti a Dio". Sono parole di mons. Georg Gänswein, il prefetto della Casa Pontificia ma soprattutto il segretario di Joseph Ratzinger, al settimanale Christ&Welt, supplemento dello Zeit. Due anni fa, come oggi, Benedetto comunicava in latino ai cardinali riuniti in concistoro la sua decisione di rinunciare al pontificato.

Un biennio dove il Papa emerito non ha mancato di far sentire la propria voce, sempre nel rispetto e nella totale e incondizionata obbedienza al successore, Francesco. Diversi sono stati i suoi interventi, soprattutto attraverso messaggi. Uno dei più rilevanti – e meno noti – è quello inviato lo scorso ottobre per l'intitolazione dell'Aula Magna ristrutturata della Pontificia Università Urbaniana. Il tema è tra quelli più attuali.  Tra le altre cose, Benedetto XVI osservava:

"Si chiedono in molti, oggi, dentro e fuori la Chiesa – davvero la missione è ancora attuale? Non sarebbe più appropriato incontrarsi nel dialogo tra le religioni e servire insieme la causa della pace nel mondo? La contro-domanda è: il dialogo può sostituire la missione? Oggi in molti, in effetti, sono dell’idea che le religioni dovrebbero rispettarsi a vicenda e, nel dialogo tra loro, divenire una comune forza di pace. In questo modo di pensare, il più delle volte si dà per presupposto che le diverse religioni siano varianti di un’unica e medesima realtà; che “religione” sia il genere comune, che assume forme differenti a secondo delle differenti culture, ma esprime comunque una medesima realtà. La questione della verità, quella che in origine mosse i cristiani più di tutto il resto, qui viene messa tra parentesi. Si presuppone che l’autentica verità su Dio, in ultima analisi, sia irraggiungibile e che tutt’al più si possa rendere presente ciò che è ineffabile solo con una varietà di simboli. Questa rinuncia alla verità sembra realistica e utile alla pace fra le religioni nel mondo.  E tuttavia essa è letale per la fede. Infatti, la fede perde il suo carattere vincolante e la sua serietà, se tutto si riduce a simboli in fondo interscambiabili, capaci di rimandare solo da lontano all’inaccessibile mistero del divino".
http://www.ilfoglio.it/articoli/v/125496/blog/due-anni-dopo-la-salita-sul-monte-di-bxvi.htm

«Suona Mozart, studia, la nuova vita monastica del Papa emerito»

Padre Georg e i 2 anni di Benedetto XVI dopo la rinuncia. «Ama passeggiare, è molto sereno. Mai un dubbio sulla sua scelta, era necessaria»


CITTÀ DEL VATICANO - Eccellenza, sono passati due anni da quando Benedetto XVI annunciò la sua «rinuncia» al pontificato. Gli capita di parlarne? Il Papa emerito come guarda, oggi, a quella scelta? 
«Benedetto XVI è convinto che la decisione presa e comunicata sia quella giusta. Non ne dubita. È serenissimo e certo di questo: la sua decisione era necessaria, presa “dopo aver ripetutamente esaminato la mia coscienza davanti a Dio”. La consapevolezza che le forze del corpo e dell’animo venivano meno, di dover guardare non alla propria persona ma al bene della Chiesa. Le ragioni sono nella sua declaratio . La Chiesa ha bisogno di un timoniere forte. Tutte le altre considerazioni e ipotesi sono sbagliate». 
L’arcivescovo Georg Gänswein risponde sereno e asciutto, in una breve pausa delle sue giornate intensissime. Erano le 11.41 dell’11 febbraio 2013 quando Benedetto XVI prese la parola davanti ai cardinali attoniti, « declaro me ministerio renuntiare». Un istante che ha segnato anche la sua vita. Come prefetto della Casa Pontificia lavora accanto a Papa Francesco, da storico segretario particolare di Ratzinger ha scelto di continuare a vivere con il Papa emerito nel monastero Mater Ecclesiae, in Vaticano. Un ponte tra i due Papi che «si scrivono, si telefonano, si invitano», raccontò tempo fa. 
Si parlò della scelta di Ratzinger come di un grande atto di governo della Chiesa. 
«Ha perfettamente ragione: era un grandissimo atto di governo della Chiesa». 
Che cosa dire a chi continua a dubitare della validità della rinuncia o dell’elezione di Francesco? 
«Non si possono fondare ipotesi su cose che non sono vere, totalmente assurde. Benedetto stesso ha detto di aver preso la sua decisione in modo libero, senza alcuna pressione. E ha assicurato “reverenza e obbedienza” al nuovo Papa». 
Ma perché accade? Mancanza di senso della Chiesa?
«Sì, i dubbi sulla rinuncia e l’elezione nascono da questo». 
Come sta oggi Benedetto XVI? Ogni tanto c’è chi lancia allarmi sulla sua salute... 
«C’è molta malafede, chi vuole male. Benedetto XVI è un uomo di quasi 88 anni, com’è normale per la sua età ogni tanto le gambe gli danno qualche problema, tutto qui. Ha il suo ritmo giornaliero, è molto metodico. E la testa funziona benissimo, la sua mente è formidabile. Quando l’università Urbaniana gli ha dedicato l’aula magna, e il cardinale Filoni gli ha proposto in ottobre una lectio per l’inizio dell’anno accademico, Benedetto XVI ha scritto un testo bellissimo sulla “questione della verità” che mi ha chiesto di leggere per lui...». 
Come passa le giornate? 
«La sua giornata-tipo comincia con la santa Messa la mattina, come sempre, solo un po’ più tardi di prima, alle 7.45. Poi il ringraziamento, il breviario, una breve colazione. Durante la mattinata prega, legge, studia, sbriga la corrispondenza e talvolta riceve delle visite. Verso l’una e mezzo pranziamo e poi facciamo una passeggiata sul terrazzo, due o tre giri, prima che vada a riposare. Alle quattro e un quarto andiamo nei Giardini Vaticani: camminiamo verso la grotta di Lourdes, preghiamo, recitiamo il rosario. Più tardi c’è ancora tempo per la preghiera, lo studio. Ceniamo alle sette e mezzo e vediamo un telegiornale italiano. La sera, Benedetto prega la Compieta nella cappella e poi si ritira. Anche se ogni tanto suona». 
Continua a suonare il pianoforte? 
«Certo, proprio nelle ultime settimane ha ripreso a suonare più spesso! Mozart, soprattutto. Ma anche altri brani che gli vengono in mente al momento, suona a memoria...».
Ratzinger scelse di chiamarsi, da pontefice, come il padre del monachesimo occidentale. Le sue giornate ricordano quelle di un monaco... 
«Sì, ha scelto una vita monastica. Esce solo quando glielo chiede Papa Francesco, per il resto non accetta altri inviti. Si regola come ha deciso: ho scelto questa vita, dice, e devo rimanere coerente con la mia scelta».
Benedetto e Francesco sono diversi, com’è naturale. Che cosa li accomuna?
«Sono diversi, talvolta molto diversi, i modi di espressione. Ma li accomuna la sostanza, il contenuto, il depositum fidei da annunciare, da promuovere e da difendere». 

VITA DA PASCIÀ DI UN EX PAPA - COME PASSA LE GIORNATE RATZINGER? SUONA MOZART, STUDIA, RICEVE VISITE, CENA PRESTO, GUARDA IL TG E ESCE SOLO QUANDO GLIELO CHIEDE PAPA FRANCESCO, PER IL RESTO NON ACCETTA ALTRI INVITI”

Georg Ganswein: “La sua giornata comincia con la Messa alle 7.45. Poi il ringraziamento, il breviario, colazione. Durante la mattinata prega, legge, studia. Verso le 13,30 pranziamo e poi facciamo una passeggiata. Alle 16,15 andiamo nei Giardini Vaticani: preghiamo, recitiamo il rosario. Ceniamo alle 19,30 e vediamo un telegiornale. Poi prega e si ritira”…

Gian Guido Vecchi per il “Corriere della Sera”

BERGOGLIO E RATZINGER A SAN PIETRO PER IL CONCISTOROBERGOGLIO E RATZINGER A SAN PIETRO PER IL CONCISTORO
Eccellenza, sono passati due anni da quando Benedetto XVI annunciò la sua «rinuncia» al pontificato. Gli capita di parlarne? Il Papa emerito come guarda, oggi, a quella scelta?
«Benedetto XVI è convinto che la decisione presa e comunicata sia quella giusta. Non ne dubita. È serenissimo e certo di questo: la sua decisione era necessaria, presa “dopo aver ripetutamente esaminato la mia coscienza davanti a Dio”. La consapevolezza che le forze del corpo e dell’animo venivano meno, di dover guardare non alla propria persona ma al bene della Chiesa. Le ragioni sono nella sua declaratio . La Chiesa ha bisogno di un timoniere forte. Tutte le altre considerazioni e ipotesi sono sbagliate».

BERGOGLIO E RATZINGER A SAN PIETRO PER IL CONCISTOROBERGOGLIO E RATZINGER A SAN PIETRO PER IL CONCISTORO
L’arcivescovo Georg Gänswein risponde sereno e asciutto, in una breve pausa delle sue giornate intensissime. Erano le 11.41 dell’11 febbraio 2013 quando Benedetto XVI prese la parola davanti ai cardinali attoniti, « declaro me ministerio renuntiare».

Un istante che ha segnato anche la sua vita. Come prefetto della Casa Pontificia lavora accanto a Papa Francesco, da storico segretario particolare di Ratzinger ha scelto di continuare a vivere con il Papa emerito nel monastero Mater Ecclesiae, in Vaticano. Un ponte tra i due Papi che «si scrivono, si telefonano, si invitano», raccontò tempo fa.

Si parlò della scelta di Ratzinger come di un grande atto di governo della Chiesa.
«Ha perfettamente ragione: era un grandissimo atto di governo della Chiesa».
BERGOGLIO E RATZINGER A SAN PIETRO PER IL CONCISTOROBERGOGLIO E RATZINGER A SAN PIETRO PER IL CONCISTORO

Che cosa dire a chi continua a dubitare della validità della rinuncia o dell’elezione di Francesco?
«Non si possono fondare ipotesi su cose che non sono vere, totalmente assurde. Benedetto stesso ha detto di aver preso la sua decisione in modo libero, senza alcuna pressione. E ha assicurato “reverenza e obbedienza” al nuovo Papa».

Ma perché accade? Mancanza di senso della Chiesa?
«Sì, i dubbi sulla rinuncia e l’elezione nascono da questo».

Come sta oggi Benedetto XVI? Ogni tanto c’è chi lancia allarmi sulla sua salute...
RATZINGER E BERGOGLIO ITALIA S GOD TALENT BY CARLIRATZINGER E BERGOGLIO ITALIA S GOD TALENT BY CARLI
«C’è molta malafede, chi vuole male. Benedetto XVI è un uomo di quasi 88 anni, com’è normale per la sua età ogni tanto le gambe gli danno qualche problema, tutto qui. Ha il suo ritmo giornaliero, è molto metodico. E la testa funziona benissimo, la sua mente è formidabile. Quando l’università Urbaniana gli ha dedicato l’aula magna, e il cardinale Filoni gli ha proposto in ottobre una lectio per l’inizio dell’anno accademico, Benedetto XVI ha scritto un testo bellissimo sulla “questione della verità” che mi ha chiesto di leggere per lui...».

Come passa le giornate?
«La sua giornata-tipo comincia con la santa Messa la mattina, come sempre, solo un po’ più tardi di prima, alle 7.45. Poi il ringraziamento, il breviario, una breve colazione. Durante la mattinata prega, legge, studia, sbriga la corrispondenza e talvolta riceve delle visite. Verso l’una e mezzo pranziamo e poi facciamo una passeggiata sul terrazzo, due o tre giri, prima che vada a riposare.
BERGOGLIO SALUTA RATZINGER AL SUO ARRIVO AL CONVENTO MATER ECCLESIAE DIETRO GEORG GANSWEINBERGOGLIO SALUTA RATZINGER AL SUO ARRIVO AL CONVENTO MATER ECCLESIAE DIETRO GEORG GANSWEIN

Alle quattro e un quarto andiamo nei Giardini Vaticani: camminiamo verso la grotta di Lourdes, preghiamo, recitiamo il rosario. Più tardi c’è ancora tempo per la preghiera, lo studio. Ceniamo alle sette e mezzo e vediamo un telegiornale italiano. La sera, Benedetto prega la Compieta nella cappella e poi si ritira. Anche se ogni tanto suona».

Continua a suonare il pianoforte?
«Certo, proprio nelle ultime settimane ha ripreso a suonare più spesso! Mozart, soprattutto. Ma anche altri brani che gli vengono in mente al momento, suona a memoria...».
papa ratzinger e gay lo assicura un teologo t L q nJfPAPA RATZINGER E GAY LO ASSICURA UN TEOLOGO T L Q NJF

Ratzinger scelse di chiamarsi, da pontefice, come il padre del monachesimo occidentale. Le sue giornate ricordano quelle di un monaco...
«Sì, ha scelto una vita monastica. Esce solo quando glielo chiede Papa Francesco, per il resto non accetta altri inviti. Si regola come ha deciso: ho scelto questa vita, dice, e devo rimanere coerente con la mia scelta».

Benedetto e Francesco sono diversi, com’è naturale. Che cosa li accomuna?
«Sono diversi, talvolta molto diversi, i modi di espressione. Ma li accomuna la sostanza, il contenuto, il depositum fidei da annunciare, da promuovere e da difendere».

RATZINGER IN CONTROLUCERATZINGER IN CONTROLUCERATZINGER CON IL CAPPELLINO BIANCO jpegRATZINGER CON IL CAPPELLINO BIANCO JPEGPAPA RATZINGER PADRE GEORG PAOLO GABRIELE jpegPAPA RATZINGER PADRE GEORG PAOLO GABRIELE JPEGPADRE GEORG GAENSWEIN CON PAPA RATZINGERPADRE GEORG GAENSWEIN CON PAPA RATZINGERLE DIMISSIONI DI RATZINGER SULLO SPIEGELLE DIMISSIONI DI RATZINGER SULLO SPIEGEL

2 commenti:

  1. Cosa avrebbe detto nostro Signore Gesù, se Pietro avesse rifiutato la croce ? Quo vadis Petre ? :- Mi vogliono crocifiggere Signore e io mi metto in salvo :- Fai bene Pietro, vado io al tuo posto a farmi nuovamente crocifiggere. :- Sarebbe andata così ? oppure gli avrebbe risposto come gli rispose un paio di secoli prima:- Vai lontano da me satana, tu mi sei di scandalo , poichè tu pensi secondo la carne e non secondo Dio :- Chissà . jane

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  2. oppure gli avrebbe risposto come gli rispose un paio di secoli prima:- Vai lontano da me satana, tu mi sei di scandalo , poichè tu pensi secondo la carne e non secondo Dio

    la seconda opzione ovvero: vai lontano da me satana, tu mi sei di scandalo... e quale scandalo maggiore di istituire l'eretica figura del "papa emerito"?

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