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domenica 26 aprile 2015

L’errore fideista


Benché il pensiero comune veda la ragione quasi schiacciata dalle “ragioni” della Chiesa, è in realtà proprio la Chiesa Cattolica, ed essa sola, a nobilitare questa facoltà, che è dono di Dio. La Chiesa difende la ragione e afferma che essa, da sola, è ben capace di conoscere il Vero.

Dio ha voluto l’uomo come unione di ragione e volontà. Il che significa che non è solo nobile la volontà ma anche la ragione, e viceversa: non è solo nobile la ragione ma anche la volontà. Ora, se Dio ha voluto l’uomo tanto volontà quanto ragione, vuol dire che questi (l’uomo) deve arrivare a Dio tanto con la volontà quanto con la ragione, né solamente con la volontà né solamente con la ragione.
Si capisce, pertanto, perché per una sana Teologia (qual è quella cattolica) è certamente un grave errore il razionalismo, la convinzione secondo cui la verità sarebbe conoscibile solo attraverso la ragione, ma è altrettanto un grave errore il fideismo, che è invece la convinzione che basterebbe solo la fede per arrivare alla verità e dunque per arrivare a Dio.
Il fideismo è solo la fede senza la ragione... ragione che addirittura verrebbe ritenuta una sorta di “prostituta di satana” come soleva dire l’eresiarca Lutero. E infatti il Protestantesimo è strutturalmente fideista, ma di questo non possiamo parlare adesso.
Cosa dice la Bibbia del fideismo? Facciamo parlare il Libro della Sapienza: «[...] davvero stolti per natura tutti gli uomini che vivevano nell’ignoranza di Dio e dai beni visibili non riconobbero colui che è, non riconobbero l’artefice, pur considerandone le opere [...]. Difatti dalla grandezza e dalla bellezza delle creature per analogia si conosce l’autore [...] perché se tanto poterono sapere da scrutare l’universo, come mai non hanno trovato più presto il Creatore?» (13,9). Le parole sono chiare: la ragione, da sola, può arrivare alla certezza dell’esistenza di Dio. Basta guardare la natura per rendersi conto che questa non si è potuta fare da sé, ma che risponde ad un progetto: c’è qualcuno che l’ha pensata e l’ha voluta. Ora, fare questo “ragionamento” è, appunto, un ragionamento, dunque un qualcosa che è operato dalla ragione, indipendentemente dalla fede.
Scrive san Paolo ai Romani: «[...] ciò che di Dio si può conoscere è loro [ai pagani] manifesto; Dio stesso lo ha loro manifestato. Infatti dalla creazione del mondo in poi, le sue perfezioni invisibili possono essere contemplate con l’intelletto nelle opere da lui compiute» (1,19-20).
Vediamo adesso cosa dice del fideismo il Magistero cattolico. Il Concilio Vaticano I afferma nella costituzione dogmatica Dei Filius (II): «[...] la Santa Madre Chiesa tiene e insegna che Dio, principio di tutte le cose, può essere conosciuto con certezza col lume naturale della ragione umana attraverso le cose create». Ribadisce il Concilio Vaticano II nella costituzione dogmatica sulla divina Rivelazione Dei Verbum: «Dio, principio e fine di tutte le cose, può essere conosciuto con certezza col lume naturale dell’umana ragione dalle cose create». Importante è anche ciò che dice il Catechismo della Chiesa Cattolica al n. 31: «Creato ad immagine di Dio, chiamato a conoscere e ad amare Dio, l’uomo che cerca Dio scopre alcune “vie” per arrivare alla conoscenza di Dio. Vengono anche chiamate “prove dell’esistenza di Dio”, non nel senso delle prove ricercate nel campo delle scienze naturali, ma nel senso di “argomenti convergenti e convincenti” che permettono di raggiungere vere certezze». E ancora al n. 286: «Indubbiamente, l’intelligenza umana può già trovare una risposta al problema delle origini. Infatti è possibile conoscere con certezza l’esistenza di Dio Creatore attraverso le sue opere, grazie alla luce della ragione umana».
Se ci si riflette solo la Chiesa Cattolica difende la ragione. Un po’ strana questa affermazione se si pensa alle cose che solitamente si dicono a riguardo: l’oscurantismo cattolico contro il razionalismo illuminista ecc... Ora, oltre al fatto che il razionalismo è tutt’altro che valorizzazione della ragione (ma di questo non possiamo parlare ora), va detto che la vera esaltazione della ragione è quando si afferma che essa è “capace” se non di comprendere almeno di conoscere il Vero. Ebbene, questa convinzione alberga solo nel pensiero autenticamente (avverbio che oggi purtroppo dobbiamo sottolineare) cattolico. Nel racconto La croce azzurra Chesterton fa dire a padre Brown, la sua più famosa “creatura” letteraria: «La ragione è sempre ragionevole, anche nell’ultimo limbo, anche al limite ultimo delle cose. So bene che si accusa la Chiesa di abbassare la ragione, ma è il contrario, invece. Sola, sulla terra, la Chiesa fa la ragione veramente suprema. Sola, sulla terra, la Chiesa afferma che Dio stesso è legato alla ragione». Nello stesso racconto lo smascheramento del ladro Flambeau, travestito da prete, avviene in padre Brown perché il malfattore, ingaggiando un discorso teologico con il sacerdote, aveva parlato male della ragione, cosa (almeno per quei tempi di maggiore ortodossia) che era assai improbabile sentire da un sacerdote cattolico... e gli dice: «Voi attaccaste la ragione. Questa è cattiva teologia».
di Corrado Gnerre

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