ACTA APOSTATICAE SEDIS : come, cambiando un po' qua e un po' la, si può cambiare tutto...

martedì 28 luglio 2015

Ghigliottina misericordina

Papa Francesco manda in pensione il dottor Polisca, a Cuba ci andrà col nuovo medico personale


Città del Vaticano Papa Bergoglio esonera dall’incarico il suo attuale medico personale, Patrizio Polisca, uno specialista ereditato dal predecessore Benedetto XVI al momento della rinuncia. Il fatto è che Francesco da tempo aveva manifestato il desiderio di cambiare l’archiatra pontificio. Naturalmente non essendo una variazione da poco, trattandosi di una figura chiave nell’entourage, ha preferito aspettare un congruo periodo di tempo per non sollevare polveroni. E’ all’archiatra che viene affidata la cura del Successore di Pietro. E’ il medico che ha il compito di seguirlo ovunque, tanto negli spostamenti vicini che in quelli lontani, nei viaggi internazionali come nelle trasferte di periferia. E’ colui che assicura al Papa regolari visite, anche solo per prendergli la pressione. In genere tra l’archiatra e il Papa si instaura un rapporto stretto, che va oltre ben oltre la fiducia professionale di un medico curante. E’ una specie di compagno di lavoro al quale il pontefice sa di poter affidare tutto il suo bagaglio personale, il suo stato psico fisico, le ansie e le preoccupazioni.
Esemplare, sotto questo aspetto, è stato il legame che ha unito Giovanni Paolo II e Renato Buzzonetti, il professore andato in pensione all’età di 82 anni. Una figura amata da tutti, dal giardiniere all’usciere, per la sua bontà e per l’entusiasmo che metteva in ogni cosa. In Vaticano sapevano si potevano rivolgere a lui per un consiglio o una visita gratis. Il carattere chiuso e poco espansivo di Polisca, invece, non deve di certo aver facilitato le cose. Parco di parole, schivo, da taluni viene descritto come una persona un po’ altezzosa e snob. Durante i viaggi papali Polisca segue il suo illustre paziente con una valigetta nera ma senza mai sorridere a nessun altro. Scostante forse per timidezza, chissà. Il suo successore arriverà presto.

Bergoglio non ha ancora nominato il nuovo archiatra, ma sarà questione di poco. Il portavoce padre Lombardi si è affrettato a zittire le malelingue. Non è vero che è stato silurato. «È da considerare normale un avvicendamento in base al regolamento per il personale dirigente laico del Vaticano. Polisca continuerà il suo apprezzato servizio come medico personale del papa emerito Benedetto XVI e continuerà a risiedere in Vaticano». Insomma, non è un licenziamento, eppure tanti dubbi rimangono. A breve ci sarà la pubblicazione del nuovo direttore dei Servizi Sanitari vaticani. «Vedremo a settembre quale sanitario accompagnerà il Papa a Cuba e negli Stati Uniti». La storia degli archiatri pontifici è contraddistinta da un rapporto fiduciario strettissimo con il pontefice. Il professor Aminta Milani, medico curante di Pio XI, era stato scelto dal Papa per essere un uomo di gran cuore oltre che un bravo medico. Pacelli, invece, si fidava ciecamente solo di Riccardo Galeazzi Lisi, un oculista che alla morte di Pio XII fu però radiato dall’ordine per comportamento indegno e bandito a vita dal Vaticano per avere venduto a un giornale francese la fotografia del Papa agonizzante, sul letto di morte. Galeazzi Lisi fu anche irresponsabile di una imbalsamazione sbagliata. Si racconta che il corpo del Papa era esposto in Sistina, quando iniziò a emettere miasmi fino a gonfiarsi e a scoppiare, con «diversi svenimenti tra la guardia nobile e gli svizzeri».
di Franca Giansoldati



Papa Francesco licenzia "l'archiatra": via il cardiologo Polisca legato all'Opus Dei
Le condizioni di salute di Papa Francesco sono da sempre sotto i riflettori, vuoi per gli annosi problemi fisici di Bergoglio, ma anche per i suoi appelli ai fedeli (il famoso "pregate per me"), fino a quel "il mio pontificato sarà breve" dello scorso marzo che ha sollevato ancora più voci circa le sue condizioni. 

Papa Francesco licenzia 'l'archiatra': via il cardiologo Polisca legato all'Opus Dei














La notizia del licenziamento senza preavviso di Patrizio Polisca, cardiologo di fiducia anche del papa emerito Benedetto XVI, rende ora l'aria tesa in Vaticano e, secondo alcuni, si tratta di un vero e proprio giallo.

Polisca, dal giugno 2009 è «archiatra», cioè medico personale del Pontefice, e dal luglio 2010 è anche direttore dei Servizi di Sanità e Igiene dello Stato della Città del Vaticano.

Italia Oggi spiega che la decisione di Bergoglio è soltanto l'ultima di una serie di mosse che hanno fatto "saltare molte teste" legate a Ratzinger. Meno di un anno fa infatti Francesco aveva mandato via il capo delle guardie svizzere, il colonnello Daniel Rudof Anrig, anch'egli molto legato al precedente Pontefice.

Polisca fu poi scelto da Ratzinger anche in omaggio al ricordo di Karol Wojtyla, ed ha avuto un ruolo primario nel processo di canonizzazione di Giovanni Paolo II, avendo presieduto la commissione scientifica che ha riconosciuto come miracolo la guarigione ottenuta invocando il beato papa polacco. 

Secondo alcune indiscrezioni l’allontanamento dell’archiatra vaticano sarebbe stato dettato da motivi amministrativi.  

Sembra che all’origine, così Il Secolo d'Italia, ci sia la riduzione delle spese considerate eccessive della sanità della Santa Sede. Da settembre, infatti, ci sarà solo la guardia medica e saranno soppressi i servizi specialistici, ma ovviamente non c'è certezza della tesi.

Papa Francesco licenzia 'l'archiatra': via il cardiologo Polisca legato all'Opus Dei


















In mattinata è arrivata la conferma (e alcune precisazioni) del Vaticano. «Il professor Patrizio Polisca, cessando l’incarico di direttore dei Servizi sanitari del Vaticano, cesserà anche quello di medico personale di Jorge Bergoglio, manterrà quello di medico personale di Benedetto XVI e manterrà tutti gli altri incarichi vaticani, tra cui quello presso la Congregazione per le cause dei santi. Manterrà inoltre la sua abitazione in Vaticano». Lo ha precisato padre Federico Lombardi, interpellato dai giornalisti a proposito di alcuni articoli di stampa che annunciano oggi la “cacciata” del dottor Polisca dal Vaticano.

«A proposito di alcune notizie apparse nella stampa italiana questa mattina, – ha detto padre Federico Lombardi conversando con i giornalisti – preciso che il professore Patrizio Polisca ha compiuto nel mese di luglio il quinquennio di servizio come direttore dei Servizi Sanitari. È da considerare normale un avvicendamento, – ha aggiunto Lombardi – in base al Regolamento per il personale dirigente laico della Santa Sede e dello Stato della Città del Vaticano». 

Fatto sta che la prassi è inconsueta. A provarlo la durata del predecessore di Polisca (Renato Buzzonetti), che è stato al servizio di quattro papi per quarantaquattro anni. 

Che Papa Francesco si orienti verso una scelta diversa, non stabilendo un legame automatico tra incarichi e durata? Chissà...
28 luglio 2015, intelligo

L'ultimo dispetto di Bergoglio a Ratzinger: caccia il suo medico personale

Licenziato senza preavviso l'archiatra che ha sostenuto la canonizzazione di Wojtyla. Prima aveva cacciato il capo delle guardie svizzere


Papa Francesco ha licenziato, senza alcun preavviso, Patrizio Polisca, il cardiologo di fiducia del papa emerito Benedetto XVI.
L'episodio, non ancora ufficializzato ma già reso pubblico da ItaliaOggi, potrebbe apparire insignificante, ma ha risvolti politici molto importanti all'interno delle mura vaticane.
Bergoglio, che sin dalle prime battute ha cambiato direzione al papato, ha fatto saltare numerose teste per modificare radicalmente la linea apostolica. Alcune di queste, però, appaiono agli occhi dello stesso Ratzinger ingiustificate. E la cacciata dell'archiatra, che dal luglio 2010 è anche direttore dei Servizi di Sanità e Igiene dello Stato della Città delVaticano, è solo l'ultima in termini temporali.
Nel 1986 è Renato Buzzonetti, l'archiatra che ha curato papa Giovanni Paolo II fino all'ultimo momento, a volere Polisca in Vaticano. A lungo è il suo braccio destro. Tanto che assume un ruolo cardine nel processo di canonizzazione di Wojtyla presiedendo la commissione scientifica che riconosce come miracolo la guarigione ottenuta invocando il papa polacco. Su ItaliaOggi Jasmine Foschi rivela senza troppi giri di parole che "il siluramento improvviso da parte di Bergoglio" stupisce i più e amareggia molto il papa emerito Ratzinger, "tanto più che non sembra esserci un motivo per questo licenziamento".
Quello di Polisca non è certo il primo intervento di Bergoglio sul "personale" della Santa Sede. Non appena è diventato papa ha fatto cadere numerose teste. In almeno un paio di casi, però, il licenziamento è apparso immotivato. Uno di questi è il capo delle guardie svizzere, il colonnello Daniel Rudof Anrig che Bergoglio, cacciato (senza alcuna spiegazione) a fine novembre 2014. "Ho deciso così - gli avrebbe detto papa Francesco in udienza privata - non ho alcuna intenzione di motivare o di ritornare sull'argomento". A oggi non ha ancora trovato un nuovo lavoro. "I misteri di quel licenziamento - chiosa Foschi - pesano gettano ombre sul suo pur ricco curriculum che sembrano essere diventate ostacoli insormontabili".
http://www.ilgiornale.it/news/cronache/lultimo-dispetto-bergoglio-ratzinger-caccia-suo-medico-perso-1156084.html

 Curia, una rivoluzione?
 Si parla molto in Curia in questi giorni di un’ipotesi di riforma che avrebbe davvero effetti radicali. L’idea sarebbe quella di rendere a termine – cinque anni, eventualmente prorogabili sino a dieci in casi eccezionali – il servizio degli “Ufficiali” di Curia.


Si parla molto in Curia in questi giorni di un’ipotesi di riforma che avrebbe davvero effetti radicali. L’idea sarebbe quella di rendere a termine – cinque anni, eventualmente prorogabili sino a dieci in casi eccezionali – il servizio degli “Ufficiali” di Curia; vale a dire dei sacerdoti che nelle diverse Congregazioni e Consigli svolgono la grande mole del lavoro.


In pratica: un sacerdote di Biella o di New York che venisse chiamato in Curia a fare lavoro di ufficio, dopo cinque anni dovrebbe tornare nella sua diocesi di origine. La norma riguarderebbe tutte le strutture centrali della Santa Sede, salvo la diplomazia: il personale diplomatico continuerebbe a funzionare secondo il modello di carriera consolidato.


Dopo l’Accademia comincia il “cursus honorum” che in genere porta il candidato a diventare nunzio e arcivescovo dopo sedici- diciassette anni di servizio. Di questa riforma, che secondo alcuni però priverebbe gli organi centrali della Chiesa di un grande patrimonio di esperienza e di competenze, si parlerà probabilmente nel gruppo dei nove cardinali incaricati di studiare la riforma della Chiesa e della Curia. 

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