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mercoledì 19 agosto 2015

La fede senza fede

Fiat, vescovo Melfi scrive a Sergio Marchionne per non far lavorare gli operai la domenica: "Non è per fede, ma per riposare"


FIAT MELFI
Bloccare la produzione di Jeep Renegade e 500X nello stabilimento di Melfi (Potenza) di Fiat Chrysler Automobiles dalle 22 di sabato alle 22 di domenica, per permettere a "tutti i lavoratori" di "trascorrere l'intera giornata di riposo festivo assieme ai loro familiari". È la richiesta che il vescovo di Melfi, monsignor Gianfranco Todisco, ha fatto al direttore della fabbrica, inviando la lettera anche all'amministratore delegato di Fca, Sergio Marchionne.
Il presule ha spiegato che si tratterebbe di un "'miracolo senza intervento divino": alla Fca di Melfi si lavora parte della domenica in virtù di un accordo con i sindacati firmato dopo la ristrutturazione delle linee che producevano la Punto e l'avvio della produzione di Jeep Renegade e 500X. Due modelli di successo che hanno riportato migliaia di persone in fabbrica (con centinaia di contratti a tempo determinato trasformati in assunzioni stabili) e ridato fiato anche all'occupazione nell'indotto.

La proposta del vescovo di rinunciare alla produzione dalla sera di sabato, facendola riprendere la sera della domenica, farà discutere: i temi più "facili" da ricordare sono il rilancio di Fca - già ampiamente acquisito - il lavoro nei giorni festivi (il recente esempio della Electrolux che ha chiesto ai suoi operai di lavorare a ferragosto), la necessità per l'Italia di produrre di più ed esportare di più. Monsignor Todisco - alla guida della diocesi di Melfi-Rapolla-Venosa dal febbraio del 2003 - ha detto che "in fin dei conti, consegnare un'automobile con un giorno di ritardo non sconvolge il piano di produzione, che in questo momento va a gonfie vele" e che, tenendo gli operai a casa la domenica, l'auto prodotta a Melfi avrebbe "un valore aggiunto, la dignità della persona umana al primo posto". Inoltre, ha sottolineato che la sua richiesta "non fa alcun riferimento alle motivazioni di fede. Anche chi non crede o non pratica - ha aggiunto - può sperimentare gli effetti benefici del riposo domenicale".
Gli operai di Melfi ballano "Happy"



2 commenti:

  1. Lavoro da 23 anni in aeroporto (H 24), e mia moglie ha lavorato presso una casa di riposo gestita da un ordine religioso cattolico per 25 anni (sabato domenica e festivi compresi).
    Vorrei dire,che coloro che hanno fede in Dio e credono vivamente nel Sacrificio di Gesù che si rinnova in ogni Santa Messa, trovano il tempo o gli orari per andare alla Messa,talvolta anche con sacrifici di levate mattutine e di chilometri per andare in altri paesi per conciliare i propri turni di lavoro con gli orari delle Messe.
    Qualche anno fa ho chiesto ad un sacerdote dell' ordine dove lavorava mia moglie; come mai dei miei colleghi testimoni di geova, hanno diritto al riposo il sabato per recarsi alla casa del regno e altri miei colleghi islamici lo stesso diritto al venerdi per andare in moschea, mi è stato risposto che loro sono minoranze religiose, e quindi devono essere maggiormente tutelati, ma il cristiano cattolico che ha fede trova sempre il tempo di andare a messa, anche perchè ,come ospedali aeroporti e case di riposo non possono certo e giustamente chiudere alla domenica.
    P:S: Anche la casa di riposo gestita da sacerdoti cattolici dove lavorava mia moglie, ha come dipendenti testimoni di geova e musulmani "maggiormente tutelati".

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    1. Grazie della bella testimonianza.

      Quello che mi ha colpito nell' articolo é che un vescovo parli come sindacalista, non come Pastore.
      Per il riposo, sacrosanto, bastano gli accordi sindacali, per un vescovo dovrebbe essere più importante ls cura delle anime, oltre che dei corpi stanchi... Santificare la festa non significa solo riposare e dormire.
      I miracoli senza intervento divino, non esistono, semplicemente.
      La fede che non é Fede, a chi giova?

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