ACTA APOSTATICAE SEDIS : come, cambiando un po' qua e un po' la, si può cambiare tutto...

giovedì 20 agosto 2015

Nella testa di un monsignore..?

GALANTINO, “PIAZZISTA DEL MODERNISMO”?



Mons. Nunzio Galantino da Cerignola, vescovo emerito di Cassano sullo Jonio, attuale Segretario Generale della Conferenza Episcopale Italiana, raccomandato speciale della Chiesa bergogliana e come tale forte della licenza di parlare a ruota libera e senza peli sulla lingua, continua a regalarci significativi scampoli d’imprudenza pastorale talora sconfinanti nella malacreanza.

Prima irresponsabile sortita di Galantino un’intervista in cui si scaglia contro la sensibilità ferita del movimento cattolico antiabortista “Pro Vita” proclamando: “Io non mi identifico con i visi inespressivi di chi recita il rosario fuori dalle cliniche che praticano l’interruzione della gravidanza”.

Sempre in tema di “Difesa della Vita” egli non nasconde in un’altra intervista la sua scandalizzata perplessità nei confronti di chi, per difendere i valori cristiani, non esita a impegnare anche una certa violenza verbale. Evidentemente, come il proselitismo già definito da papa Bergoglio una “solenne sciocchezza”, anche l’apologetica, bimillenario campo di battaglia dei nostri Padri, è gettata alle ortiche dai novatori come poco ecumenica.

Inebriato dall’incenso dell’accoppiata Fazio e Gramellini al cui levogiro turibolo televisivo si è presto guadagnato i titoli per essere invitato, don Nunzio - così con dubbia umiltà concede di essere chiamato - in un crescendo di provocazioni moderniste esprime la sua indignazione contro chi, dopo il referendum irlandese sui matrimoni gay, osa “arroccarsi” sui propri principi a difesa della famiglia tradizionale. Neanche fosse improprio del buon cristiano appunto l’aggrapparsi alla roccia ferma e immutabile dei comandamenti divini.

Don Nunzio accusa di fanatismo e fondamentalismo chi nel mondo cattolico, per non svendere la propria identità, si sottrae alle sirene del perdente dialogo interreligioso con l’Islam.

In tutta coerenza il prelato non fa mancare la sua azione di disturbo, mettendo come può la sordina mediatica alla mobilitazione di massa del “family day”, di cui peraltro la stessa CEI è promotrice, il 20 giugno scorso.

Fa l’impossibile, anche intrattenendo segreti rapporti conviviali, per favorire l’iter del disegno di legge della parlamentare Monica Cirinnà, sull’insegnamento del “gender” nelle scuole.

Ultima, ma probabilmente non l’ultima, la serie d’insulti, riportati dalla stessa “Famiglia Cristiana”, vomitati contro il politico Salvini, vernacolarmente tacciato di “piazzista da bar”, a proposito d’immigrazione.

Dopo una così penosa litania di iniziative poco eccellenti, non si può proprio dire che l’immodesto vescovo Galantino da Cerignola, lui sì piazzista ma della più grave delle eresie, il modernismo, si faccia mai mancare l’occasione luciferina per mettersi di traverso sul percorso della Chiesa tradizionale e per esporre in bella mostra il proprio poco edificante campionario di vanità e insulsaggini eterodosse.

Sua Eccellenza è proprio così insostituibile nell’incarico che occupa tanto maldestramente?
Parafrasando il celebre stemma della "Grande Chartreuse" ci viene addirittura da suggerire all’inamovibile raccomandato del Papa un nuovo motto episcopale: “Stat Nuntius dum volvitur orbis”.

di U. T.
http://www.unavox.it/ArtDiversi/DIV1281_U-T_Galantino.html





INFEDELI! UNA VOLTA LA DESTRA ERA ORGOGLIOSAMENTE CATTOLICA E BACIAPILE - OGGI, ORFANA DEI TEOCON, SI SCOPRE ANTICLERICALE - E SE SALVINI SCAZZA CON MONSIGNOR GALANTINO, BERLUSCONI S’È SCOPERTO PRO-GAY E A FAVORE DELLE COPPIE DI FATTO

Tutti i cosiddetti «teodem» (da Sacconi alla Roccella, da Giovanardi a Quagliariello, ma pure Formigoni e Lupi) hanno seguito Alfano - Cosicché in “Farsa Italia” sono rimasti solo personaggi agnostici oppure cattolici pallidi, timorosi di contraddire la Pascale, nuova musa di Berlusconi in fatto di libertà civili. L' unico che ne avuto il coraggio è Gasparri…

Ugo Magri per “la Stampa”
ratzinger-berlusconi, incontro all areoportoRATZINGER-BERLUSCONI, INCONTRO ALL AREOPORTO

C' era una volta la destra cattolica. Rispettosa della Chiesa e dei suoi pastori. Che mai si sarebbe permessa di svillaneggiare i vescovi e, anzi, sempre si schierava dalla parte delle gerarchie... Questa destra, che dai suoi detrattori veniva considerata «clericale» o «baciapile», ormai non esiste più.

E se qualcuno ne cercasse la prova, guardi com' è stato trattato monsignor Galantino dalla Lega o dai giornali berlusconiani. Salvini gli ha dato in faccia del «comunista», Vittorio Feltri del «piazzista da sagrestia». Contro il segretario generale Cei è stato messo in campo tutto l' arsenale tipico dell' anticlericalismo d' antan, compresi i richiami minacciosi al Concordato, alle ingerenze, all' Imu che gli istituti religiosi non pagano, all' 8 per mille e a tutti i mediocri privilegi terreni su cui la politica può consumare le sue vendette. Più esplicita di tanti, la Santanché ha esortato i vescovi a guardare in casa propria, evocando scandali finanziari e di ben altra natura.
silvio berlusconi papa ratzingerSILVIO BERLUSCONI PAPA RATZINGER

Tale è la violenza delle accuse che l' ex ministro Rotondi, allibito, supplica Berlusconi di battere un colpo: «Ricordi di essere il politico più votato dai cattolici dopo De Gasperi...».

LA METAMORFOSI
Berlusconi certo se lo ricorda. Ma nella memoria pesano altrettanto, se non di più, certe sferzate ecclesiastiche al suo stile di vita, le condanne delle «feste eleganti». Come quando il presidente della Cei Bagnasco tuonò nel 2011 contro i cattivi esempi «che ammorbano l' aria».

E lo stesso Galantino sentenziò sei mesi fa, dopo l' assoluzione per Ruby: «La legge arriva fino a un certo punto, il discorso morale è un altro...». L' uomo di Arcore se l' è legata al dito. Sarà un caso, eppure la conversione laicista di Berlusconi, la sua imprevedibile svolta pro-gay e a sostegno delle coppie di fatto, ha preso slancio da queste scomuniche, come se la condizione di pubblico peccatore gli avesse dato consapevolezza dei diritti suoi e di molti.
berlusconi ratzinger letta lapBERLUSCONI RATZINGER LETTA LAP

L'ESODO
Poi c' è stata la scissione, con tutti i cosiddetti «teodem» (da Sacconi alla Roccella, da Giovanardi a Quagliariello, ma pure Formigoni e Lupi) che hanno seguito Alfano. Cosicché con Silvio sono rimasti solo personaggi agnostici oppure cattolici pallidi, timorosi di contraddire la Pascale, nuova musa di Berlusconi in fatto di libertà civili. L' unico che ne avuto il coraggio è Gasparri.

Non a caso, insieme con Gianni Letta si batte per tenere vivo il dialogo con la Chiesa. Peccato che le relazioni di entrambi siano tutte al passato, con ambienti un tempo autorevoli che la rivoluzione di Francesco ha messo da parte. Dunque spiazzati. Quanto a Salvini, conosce qualche parroco o poco più. Con l' episcopato manca il trait d' union. E si vede.

vladimir luxuria selfie berlusconi pascaleVLADIMIR LUXURIA SELFIE BERLUSCONI PASCALE
SCONTRO FRONTALE
Il dissidio più serio però riguarda i valori. Sugli immigrati la distanza tra Papa e Lega è abissale. Il centrodestra rivendica (con qualche sprazzo di orgoglio) il dovere dei politici di non farsi fagocitare, riscopre una dimensione autonoma rispetto alla fede. A Galantino il capogruppo «azzurro» Brunetta contesta «l' errore di dare giudizi sulla politica senza sottostare alla prima regola etica che consiste nella responsabilità.

Che significa trasparenza, calcolo dei costi e benefici, soluzione ai problemi. Se la Chiesa chiede "accoglienza", ci deve spiegare come. Con quali risorse. In che tempi e i modi. Altrimenti è tutto un imbroglio». E poi c' è la questione consenso. Il centrodestra interpreta un' Italia spaventata che non vuole immigrati. «Su questo la gente è con noi», assicura Brunetta, «non sta certo con Galantino...».
NUNZIO GALANTINO 3NUNZIO GALANTINO 3

«Galantino un vescovo rosso? Fa ridere. Le sue parole un elogio dell’alta politica». Intervista a Lucio Brunelli 
 Corriere della Sera 
(Paolo Conti) Brunelli (Tv2000): c'è chi accusa anche il Pontefice di essere comunista, eppure cita Gesù -- Lucio Brunelli, direttore del Tg di Tv2000, emittente della Cei. 
Le dichiarazioni di monsignor  Galantino hanno colpito il mondo politico, sembra quasi un atto di sfiducia totale. La Cei è in  contrapposizione con la classe dirigente italiana?  
«Ma no, mi sembra una lettura superficiale e artificiosa. Tutto è iniziato da alcuni giudizi di  monsignor Galantino sul dovere umano e evangelico di guardare con pietà e accoglienza al dramma dei profughi che fuggono da guerre e miseria. 
Parole che nascono da una esperienza sofferta, di  migliaia di centri cattolici che in tutta Italia, dalla Sicilia alla Lombardia, si prodigano  nell’accoglienza. Una esperienza in cui i profughi cessano di essere numeri per diventare nomi,  storie, lutti vissuti, tragedie personali e familiari. Galantino ha reagito a quanti, invece di prendere  atto della complessità del fenomeno e dei valori di civiltà implicati, cercano consensi “sulla pelle  degli altri”. Spiacente, ma su questo non si può retrocedere. Mi fa sorridere la definizione di  vescovo “rosso”. Lui che proprio in questi giorni ha rivendicato con fierezza di essere figlio di un  militante Dc. Ma dicono lo stesso del Papa, quando ricorda la predilezione di Gesù per i poveri e  critica una economia che piega tutto al dio denaro».  
Parlare di un «harem di furbi» non può alimentare il qualunquismo, l’antipolitica?
«Focalizzando tutta e sola l’attenzione su questa frase non si rende giustizia alla riflessione di  Galantino. Nella sua lunga lectio su De Gasperi al primo punto c’è il rispetto dell istituzioni, in  particolare il rispetto del Parlamento che guidò l’azione dello statista cattolico. C’è anche un elogio  della sua “sana laicità” che lo portò, ricorda Galantino, anche ad essere incompreso da alcuni  ambienti ecclesiastici. Insomma, mi sembra che si voglia dipingere a tutti i costi un Galantino  populista, anti-politico perché così è più facile non fare i conti con le sue provocazioni intellettuali.  La verità è che nella suddetta lectio il vescovo fa l’elogio più alto della politica, riprendendo una  definizione di Paolo VI che definiva la politica, appunto, come “la più alta forma di carità”. La  politica come servizio gratuito, al bene comune.»  
Perché è così cambiato il linguaggio della Cei? Dopo decenni di prudenza ora l’approccio è  privo di diplomazia.  
«Sicuramente c’è un cambiamento nel linguaggio. Più diretto, concreto, a volte anche “rude” come  ha riconosciuto Galantino. Però non mi sembra che prevalga un intento politico ma una passione di  tipo “pastorale”. Si guarda più alle anime, alle persone concrete, che al palazzo. Poi, per carità,  nessuno è infallibile. La decisione di non partecipare all’evento pubblico su De Gasperi è stata una  decisione di responsabilità. Mossa dal desiderio di non alimentare polemiche personalistiche e di  basso livello».  
Qual è il vero obiettivo di Galantino e del suo modo di esprimersi in questi giorni. Dove vuole  arrivare?  
«Non so. Una domanda alla quale dovrebbe rispondere il segretario della Cei. Ma sinceramente non vedo secondo fini. Per come lo conosco, credo che Galantino abbia espresso solamente quello che  pensa» 
Il Corriere della Sera, 20 agosto 2015
fonte

1 commento:

  1. Galantino "è", come in effetti "è", la Parola del Papa in seno alla Conferenza Episcopale Italiana; Bagnasco non conta più nulla....Nella Chiesa, non si caccia mai nessuno, e quindi "il Cardinale", che usufruisce anche della pensione di Tenente Generale dell' Esercito Italiano, si faccia, se vuole da parte.

    Galantino, "comandato" o meno dice "pane al pane e vino al vino"; non come il "Generale" che difendeva i sacrosanti "valori ni negoziabili", con l'appoggio dei politici, tra l'altro anche separati, divorziati e anche zozzoni , del ventennio 1994-2013!

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