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sabato 19 settembre 2015

Chi cerca, trova..!

L'affronto di Obama al Papa: vescovo gay e suora abortista alla cerimonia alla Casa Bianca

Il Washington Post accusa Obama: "La Casa Bianca teme di offendere il presidente cinese più di quanto temi di offendere il Papa"


Prima di lui, a Cuba, sono andati Wojtyla (nel gennaio 1998) e Benedetto XVI (nel marzo 2012).
Il motto scelto per la visita èMisionero de la Misericordia, in riferimento al Giubileo della Misericordia indetto da Bergoglio dal prossimo 8 dicembre. Nonostante la portata storica del viaggio, non è la tappa cubana a far discutere bensì quella statunitense. Alla cerimonia con cui Barack Obama accoglierà Bergoglio alla Casa Bianca parteciperanno anche attiivisti transgender, di un vescovo gay e una suora che critica la Chiesa su aborto ed eutanasia. "La Casa Bianca - tuona il Washington Post - teme di offendere il presidente cinese più di quanto temi di offendere il Papa".
Nei giorni scorsi il Wall Street Journal ha svelato i nomi "scomodi" che la Casa Bianca avrebbe inserito nella lista delle migliaia di invitati alla cerimonia per papa Francesco. Nomi che, è stato rivelato, stanno preoccupando il Vaticano per la possibilità che fotografie scattate in quell’occasione possano essere usate per presentare una sua posizione diversa da quella reale sulle controverse questioni.
La Casa Bianca si è difesa sostenendo che non si possono"affrettare conclusioni su uno, due, forse tre persone nella lista degli invitati perché vi saranno 15mila persone". Ma il Washington Post sottolinea come però l’amministrazione Obama non abbia mostrato la stessa apertura al pluralismo di posizioni quando si è trattato di fare la lista degli invitati ad un altro ricevimento importante della prossima settimana, quello per il presidente cinese Xi Jinping"Si può scommettere che lui non correrà il rischio di essere fotografato con qualcuno che disapprova - ha scritto - Chen Guangcheng, il coraggioso avvocato cieco, che vive qui in esilio non sarà probabilmente invitato alla cena di stato. Nè lo saranno gli attvisti di Falun Gong e quelli per la democrazia".
Il mese scorso, quando John Kerry è andato all’Avana per riaprire l’ambasciata americana, ha attentamente escluso dalla lista degli invitati qualsiasi democratico, dissidente o membro della società civile che potesse offendere i fratelli Castro. "Quello che colpisce - conclude il Washington Post - di questa piccola controversia è il contrasto tra l’apparente decisione dell’amministrazione di rischiare una scortesia nei confronti del Papa e la sua grande deferenza nei confronti di dittatori stranieri quando si pongono questioni simili".





Il Papa alla Casa Bianca, il Vaticano esprime la sua irritazione contro Obama


U.S. President Barack Obama meets with Pope Francis, Thursday, March 27, 2014 at the Vatican. (AP Photo/Pablo Martinez Monsivais)
Papa Francesco e Barack Obama
Il Vaticano ha espresso irritazione per la decisione di Barack Obama di invitare alla Casa Bianca, in occasione della visita di papa Francesco, alcune personalità che, con la propria vita e le proprie convinzioni, sono fortemente distanti dal magistero della Chiesa. Secondo quanto riporta il Wall Street Journal un importante prelato vaticano ritiene offensivo il comportamento di Obama, il quale ha invitato attivisti transgender, il primo vescovo episcopaliano dichiaramente gay ed una suora che guida un gruppo favorevole ad aborto ed eutanasia.
La Santa Sede è molto preoccupata del fatto che le foto scattate nell’occasione possano sembrare, agli occhi dei credenti, come una sorta di appoggio di papa Francesco alle teorie di cui gli invitati si fanno portatori. Tra l’altro, non è ancora chiaro se la Casa Bianca abbia invitato referenti del movimento antiabortista, fortemente sostenuto dai vescovi statunitensi. La Casa Bianca ha reso noto che tra gli invitati ci sono, in ogni caso, tutti i cardinali statunitensi e numerosi vescovi e sacerdoti, ma potrebbe non essere sufficiente per la Santa Sede.



1. MERCOLEDÌ, QUANDO ARRIVERÀ SUL PRATO DELLA CASA BIANCA IN COMPAGNIA DI OBAMA, PAPA BERGOGLIO TROVERÀ AD ATTENDERLO ANCHE I RAPPRESENTANTI DELLE ORGANIZZAZIONI OMOSESSUALI STATUNITENSI, TRANS COMPRESI, MISCHIATE AL RESTO DELLA SOCIETA' CIVILE
2. SECONDO IL “WALL STREET JOURNAL” IL VATICANO SAREBBE PIUTTOSTO IRRITATO E NELLA CERCHIA RISTRETTA DI FRANCESCO QUALCUNO AVREBBE PARLATO DI “INVITI OFFENSIVI”. MA LA POSIZIONE UFFICIALE DELLA SALA STAMPA VATICANA È CAUTA: “GLI INVITI LI FANNO I PADRONI DI CASA. NOI NON ABBIAMO NULLA DA ECCEPIRE”. MA LA FREDDEZZA C'E' TUTTA QUANTA
3. IL TIMORE DEI COLLABORATORI DI PAPA BERGOGLIO È CHE QUALCUNO APPROFITTI DELL’OCCASIONE PER FARSI FOTO O FILMATI PROVOCATORI CON IL PONTEFICE 

Massimo Gaggi per “Il Corriere della Sera

BERGOGLIO CON SCIARPA GAYBERGOGLIO CON SCIARPA GAY
Assieme a Obama, ai leader politici e religiosi e ai rappresentati della società civile, mercoledì papa Francesco troverà ad accoglierlo sul prato della Casa Bianca anche esponenti delle comunità omosessuali e di organizzazioni che fino a qualche tempo fa la Chiesa americana ha osteggiato con forza come Network, la lobby dei cattolici per la giustizia sociale resa celebre dalla protesta delle suore che attraversarono gli Usa su un autobus per manifestare contro il taglio dei fondi pubblici per la spesa sociale.

Tra i 15 mila invitati alla cerimonia di arrivo del Pontefice nel South Lawn della residenza di Barack Obama ci sono anche Gene Robinson, il vescovo episcopale gay del New Hampshire, il transessuale Mateo Williamson, ex capo di Dignity Usa, un gruppo di gay e lesbiche cattolici. Ci sarà anche «sister» Simone Campbell, il capo di Network: la suora che quattro anni fa guidò il primo tour di «Nuns on the Bus» provocando la reazione furiosa della Chiesa americana e anche della Curia romana. Inviti e presenze che hanno messo in allarme il Vaticano.
INCONTRO FRA OBAMA E PAPA FRANCESCOINCONTRO FRA OBAMA E PAPA FRANCESCO

 Il caso è stato sollevato dal Wall Street Journal che, citando fonti anonime, ha parlato di irritazione della Chiesa, addirittura di inviti considerati offensivi. La sala stampa vaticana non ha però alimentato la polemica: «Gli inviti li fanno i padroni di casa, la Casa Bianca, noi non abbiamo nulla da eccepire» è la posizione ufficiale.

Dietro la quale si percepisce una certa preoccupazione per il rischio che, nella società dell' immagine, qualcuno cerchi di sfruttare l' occasione per fare una foto o un filmato - come l' incontro del Papa con un transessuale - da far apparire come un cambiamento di rotta della Chiesa su temi etici e della morale sessuale.

La Casa Bianca minimizza.
OBAMA E PAPA BERGOGLIOOBAMA E PAPA BERGOGLIO
Nessuna mancanza di rispetto: ad accogliere il Papa ci saranno quasi 15 mila ospiti in rappresentanza di tutte le articolazioni della società americana. Nella quale ci sono anche i gay.

Scelte che sembrano ben comprese in Vaticano. Del resto il Papa, che non ha modificato l' atteggiamento della Chiesa su temi come l' aborto o i matrimoni gay , è anche il leader religioso del celebre «chi sono io per giudicare?» che ha già incontrato transessuali definendoli fratelli e figli di Dio. Francesco ha anche ricucito la ferita delle «suore del bus», che sono state ricevute in Vaticano.
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Ma ci sono anche preoccupazioni di immagine. Si vogliono evitare episodi come quello del crocifisso a forma di falce e martello regalato a Papa Bergoglio dal presidente boliviano Evo Morales. Allora i collaboratori del Pontefice si arrabbiarono, mentre il Papa minimizzò.
Alla fine tutti, Francesco compreso, vorrebbero evitare il ripetersi di simili episodi fuori controllo. Non irritazione, quindi, ma preoccupazione: una specie di invito indiretto alla Casa Bianca a vigilare affinché non ci siano forzature mediatiche. Messaggio ricevuto.

GAY PRIDE USAGAY PRIDE USA
Ieri i due consiglieri di Obama (Charles Kupchan e Ben Rhodes) che hanno discusso con alcuni giornalisti del significato della visita papale, hanno spiegato che gli invitati si limiteranno ad assistere (a distanza) alla cerimonia d' arrivo coi discorsi del presidente e del Pontefice. Che poi avranno la loro conversazione privata nello studio Ovale.

Saranno comunque giorni delicati non solo per i repubblicani, in disaccordo con Francesco su ambiente, immigrazione e ruolo del capitalismo, ma anche per Obama.
Che è in sintonia col Papa su molti punti ma, come ha detto Rhodes, sa che su altri resteranno differenze (dai temi etici ai trattati di «free trade» che a Francesco non piacciono).
GAY PRIDE USAGAY PRIDE USA

Quindi: speranza che l' autorità morale del Pontefice faccia avanzare alcuni temi sociali nel dibattito pubblico ma anche consapevolezza che «il Papa è una figura molto indipendente che invierà anche messaggi dai quali rispettosamente dissentiamo: messaggi che non dovranno essere interpretati come discorsi politici ma come espressioni di un leader pastorale e spirituale».


Papa, Grana (FQ) prevede: "Dal Sinodo pre-Giubileo aperture ai divorziati risposati e ai gay"
Papa, Grana (FQ) prevede: 'Dal Sinodo pre-Giubileo aperture ai divorziati risposati e ai gay'
Da Cuba all’America, all’atteso Sinodo sulla Famiglia che precede l’apertura del Giubileo della Misericordia:Francesco Grana, vaticanista de Il Fatto Quotidiano, analizza il senso del viaggio del Papa e a Intelligonewsanticipa la “soluzione” che Francesco tirerà fuori dallo zucchetto sui temi caldi che agitano il mondo cattolico.

Alla vigilia del viaggio del Papa a Cuba nel mondo cattolico sono in molti a ritenere che il messaggio rischi di diventare una sponda, un approdo al socialismo castrista, peraltro in esaurimento. Qual è la sua valutazione?

«E’ un’accusa che si poteva forse rivolgere in maniera più corretta a Giovanni Paolo II quando andò a Cuba nel 1998 e al potere c’era Fidel Castro. Certamente quella di oggi non è la Cuba di allora ma quella del 2012 di Benedetto XVI, appena tre anni prima di Francesco. Non c’è nessun appoggio a un regime se vogliamo definirlo ancora così, ma anzi si tratta di un grande successo diplomatico del Papa, ovvero quello di attuare il disgelo con gli Usa. È questo il senso del viaggio di Bergoglio a Cuba».

E il messaggio che porterà a Cuba?

«Il Papa ha certamente lavorato per la fine dell’embargo che peraltro deve ancora essere votato dal Congresso americano. Il messaggio sarà che l’embargo su Cuba deve finire»

C’è un filo che lo riporta alle esperienze argentine, compresa una certa tendenza dell’allora cardinale Bergoglio verso alcuni temi del socialismo?

«E’ un Papa filo-Vangelo, non un Papa filo-socialista. Se poi consideriamo che Gesù è il più grande socialista rivoluzionario della storia, allora può andar bene una definizione analoga anche per Bergoglio»

Da Cuba agli States, altro viaggio particolare che cade in un momento storico particolarmente delicato. In America il Papa dovrà però fare i conti con uno smottamento consistente del cattolicesimo e il fiorire di tantissime sette, per non parlare dello scandalo dei preti pedofili. 

«La perdita di fedeli sarà uno dei temi del viaggio; il Papa lo affronterà a Philadelphia nell’ultimo giorno del tour, domenica 27 settembre, prima di rientrare a Roma, quando concluderà l’ottavo incontro con le famiglie. Lì parlerà ai cattolici e parlerà anche in vista del Sinodo dei vescovi per le famiglie che si apre il 4 ottobre, una settimana dopo. Quello della perdita dei fedeli in Usa sarà uno dei temi, ma non quello dominante»

Quale sarà il tema dominante? 

«Profughi. Il Papa parlerà all’Onu di profughi, di poveri, di pace e lo farà anche al Congresso americano. In realtà, i due grandi discorsi durante il viaggio in America – grandi a che perché lunghi – sono quelli al Congresso e all’Onu. Bergoglio sarà il primo Papa a parlare davanti al Congresso americano e il quarto Papa a parlare all’Onu»

Al rientro a Roma, i lavori del Sinodo. Cosa emergerà alla fine? Qual è la sua previsione?

«Saranno tre settimane pallose, e alla fine il Papa dal cilindro o dallo zucchetto tirerà fuori la soluzione. E alla vigilia del Giubileo straordinario della Misericordia, la soluzione non può che essere la Misericordia e quindi, in concreto, la comunione a divorziati e risposati e le aperture per i gay»

19 settembre 2015, Lucia Bigozzi
http://www.intelligonews.it/articoli/19-settembre-2015/30675/papa-grana-fq-prevede-dal-sinodo-pre-giubileo-aperture-ai-divorziati-risposati-e-ai-gay

Che cosa dobbiamo aspettarci dal viaggio del Papa in America. Una guida ragionata del Foglio

di Redazione | 18 Settembre 2015 

foto LaPresse
Il Foglio seguirà ogni momento del tour papale in terra americana con i suoi inviati callejeros, Mattia Ferraresi e Matteo Matzuzzi. Commenti, interviste e analisi ventiquattro ore su ventiquattro. In italiano e in inglese. Aggiornamenti continui sul nostro sito e su Twitter.

Prima le messe nelle rosse piazze della Revolución ovunque presenti a Cuba, dall’Avana a Santiago fino a Holguín, sotto lo sguardo – a seconda della location – comunque benedicente della Virgen de la Caridad o del Comandante Ernesto Guevara, el “Che”. Poi, il volo verso la tappa più ostica del viaggio oltreoceano, gli Stati Uniti, dove Francesco arriverà martedì alle 22, ora italiana.

Mai un Papa ha parlato davanti al Congresso riunito in seduta comune, neppure quando a capo della Chiesa c’era l’anticomunista Giovanni Paolo II o il fine teologo Joseph Ratzinger. L’invito, invece, è stato recapitato a Francesco, un argentino che poco sopporta l’egemonia yankee, per dirla con le parole del suo mentore, il padre gesuita Juan Carlos Scannone. Padre Thomas Reese, sagace gesuita liberal già direttore di America Magazine, s’è domandato ironico se lo speaker Boehner, repubblicano, fosse impazzito prima di recapitare l’invito a Santa Marta. La tollera così poco, quell’egemonia, che Bergoglio, sul suolo statunitense, mai aveva messo piede prima di questo tour di una settimana scarsa tra Washington, New York e Philadelphia. Neppure da giovane, quando sognava di fare il missionario in Giappone, sogno infranto dal no perentorio di Pedro Arrupe.

ARTICOLI CORRELATI Così Obama cerca di depoliticizzare la visita del Papa in America Depoliticizzare il Papa In America fa scandalo il Papa che canonizza il “flagellatore” Serra L’altro esperimento gesuita in AmericaIl programma è fitto come la nebbia che avvolge le coste del Maine in pieno autunno. Accoglienza alla Andrews Air Force Base di Washington D.C., con Barack Obama e consorte a dare il benvenuto a Francesco. La mattina dopo, visita di cortesia alla Casa Bianca, con discorso in inglese (sarà uno dei pochi, ma dalla Segreteria di stato fanno sapere che “il Papa è stato un bravo scolaro e ha studiato bene l’inglese durante l’estate”). Nel pomeriggio, nella cattedrale di San Matteo, l’incontro con i vescovi locali, che a fatica cercano di sintonizzarsi sulle frequenze impostate dal Papa sudamericano che di combattere guerre culturali in difesa dei cosiddetti valori non negoziabili ha ben poca voglia.

Qualche ora più tardi, proteste dei nativi indiani permettendo, il Pontefice presiederà la grande messa di canonizzazione del beato Junípero Serra, il francescano “padre fondatore” che evangelizzò la California a forza di frustate e altri tipi di punizioni corporali sulle tribù che popolavano l’Alta California nel tardo Settecento. Il giorno dopo, giovedì, la visita al Congresso: il Papa parlerà ancora in inglese e spenderà più di qualche parola sulla questione climatica, hanno fatto sapere i pochi che hanno potuto spulciare il testo del discorso già pronto, “discusso e rivisto più volte”.

Venerdì, visita al palazzo delle Nazioni Unite a New York e intervento davanti all’Assemblea generale. Stavolta Francesco parlerà in spagnolo, libero quindi di abbandonare i fogli dattiloscritti e di improvvisare a braccio un intervento sui temi che più contraddistinguono la sua agenda: immigrazione, povertà, guerra. Ma gli osservatori americani si attendono che il Pontefice parli anche di libertà religiosa, nel paese che pochi mesi fa ha reso costituzionale il matrimonio tra persone dello stesso sesso e che ha visto sbattuta in carcere la cancelliera della contea di Rowan (Kentucky), Kim Davis, perché si era rifiutata di celebrare un matrimonio gay.

Nel pomeriggio italiano di venerdì, il Papa si recherà al Memorial di Ground Zero per l’Incontro interreligioso. In serata, la messa nel Madison Square Garden. Sabato 26 e domenica 27 sono le giornate riservate all’evento per il quale Francesco ha deciso di recarsi negli Stati Uniti: l’Incontro mondiale delle famiglie. Due messe, un incontro per la libertà religiosa con la comunità ispanica e altri immigrati, la veglia di preghiera al Franklin Parkway, un nuovo incontro con i vescovi locali, la visita ai detenuti nell’Istituto di correzione Curran-Fromhold. Il Papa che parlerà di famiglia a meno d’una settimana dall’apertura del Sinodo ordinario a Roma, dove lo attenderanno tre settimane di lavoro con i quasi trecento padri convocati. Ma il viaggio di Francesco oltreoceano ha anche una grande valenza diplomatica. Al di là del sigillo sul disgelo tra Washington e L’Avana – manca solo la cancellazione dell’embargo, e su questo il Pontefice dirà qualcosa – gli occhi degli osservatori internazionali sono puntati ai colloqui riservati con Obama. Probabile che si parli di vicino oriente e in particolare di Siria.

Due anni fa, Francesco organizzò una grande veglia di preghiera in san Pietro che contribuì a fermare i cacciabombardieri occidentali che già si preparavano a colpire le postazioni di Bashar el Assad. Scrisse una lunga lettera a Vladimir Putin, grande oppositore ai raid su Damasco. Lo ricevette in Vaticano, stabilirono un’intesa volta a evitare che si replicasse in Siria il caos libico. Putin che, tra l’altro arriverà nei prossimi giorni a New York per l’Assemblea generale dell’Onu. Non è escluso che per fare avvicinare Washington e Mosca sia richiesta una sorta di mediazione informale della Santa Sede, che tra le sue più alte gerarchie può annoverare diplomatici di rango. Non a caso, Francesco si è portato in America anche mons. Paul Richard Gallagher, segretario vaticano per i Rapporti con gli Stati. Non succede quasi mai, ma il fatto che salga sull’aereo pure lui qualcosa vorrà dire. Sarà anche per questo che padre Federico Lombardi, nelle quasi due ore di briefing ai giornalisti sui dettagli della spedizione papale oltreoceano, c’ha tenuto a sottolineare la presenza del “ministro degli esteri” nella delegazione che accompagnerà Francesco.

1 commento:

  1. L'affronto o l'occasione propizia(nel bene o nel male s'intende)?

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